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Addio belvedere di Santa Maria di Sezze. Addio a quel belvedere che conosciamo e che per secoli e secoli non è stato mai toccato da mano umana. Da pochi giorni, infatti, in uno dei luoghi più belli della città, con molto stupore dei fedeli e della comunità setina (dato che il sindaco di Sezze Di Raimo non ha mai ritenuto utile e importante comunicare alla città la realizzazione del Monumento in un luogo pubblico) sono iniziati i cosiddetti “lavori di riqualificazione della Piazza del Duomo e del Monumento di San Lidano” . Sì perché nel belvedere di Santa Maria verrà eretto un monumento dedicato al Santo Patrono donato da Don Massimiliano Di Pastina, direttore dell’archivio capitolare della Cattedrale e del Museo diocesano di Arte Sacra di Sezze. L’iter è iniziato nell’aprile dello scorso anno e l’opera, che verrà realizzata al centro del Belvedere, ha ottenuto tutte le autorizzazioni e pareri favorevoli del caso, a partire dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le Province di Frosinone, Latina e Rieti. Esiste anche una determinazione del Settore Urbanistica e una delibera di Giunta Comunale presieduta dal sindaco Di Raimo. Il progetto architettonico è di Ferruccio Pantalfini e l’importo dei lavori ammonta a 25 mila euro. Nella delibera approvata dalla Giunta Di Raimo si specifica che  “Le risorse economiche necessarie per la realizzazione del monumento saranno a totale carico di don Massimiliano Di Pastina e non vi è alcun impegno di spesa a carico dell’Amministrazione Comunale" e "don Massimiliano Di Pastina rimarrà l’unico proprietario della scultura di San Lidano D’Antena".  Il movimento civico Sezze Bene Comune, con le consigliere comunali Rita Palombi ed Eleonora Contento, ha presentato una interrogazione in merito e la stessa Palombi ha richiesto un accesso agli atti relativo al fascicolo dell’istanza e del Progetto della Statua.  Ad oggi al posto del Belvedere c’è solo una enorme voragine circolare, che occupa tutto lo spazio del Belvedere. Fortunati allora sono stati gli ultimi sposini che hanno potuto scattarsi l’ultima fotografia sul panorama più bello e mozzafiato della Provincia di Latina.

 

Pubblicato in In Evidenza
Giovedì, 16 Maggio 2019 06:15

Il Giro d'Italia a Sezze come una poesia

 

Nonostante il vento e la pioggia battente nessuno, a Sezze, ha voluto mancare alla festa del Giro di Italia. Bambini, donne, anziani hanno dimostrato il forte legame che ancora hanno con la bicicletta. Noi, più adulti, lo abbiamo sempre seguito, in passato, alla radio e in TV, Ma quest'anno, vederlo dal vivo, è stato un  sogno che  si è realizzato. Con gli occhi spalancati e fissi sulla carovana di corridori che saliva le coste della collina che porta in paese. Sezze si è dimostrata all'altezza della situazione e degna di ospitare questo evento, in barba a chi sostiene che i sezzesi non sono meritevoli di nulla. E' stata una bella giornata che ha coinvolto tutti perché il mito della bicicletta richiama cadute dolorose, scivoloni, sudore e tanta fatica. Il ciclismo affascina ancora  perché è uno sport eroico, perché negli altri sport ci si può fermare, si può rifiatare, ma in salita, quando i muscoli ti fanno male, non ti puoi fermare perché se smetti per un solo attimo di pedalare torni indietro. Quando piove, quando nevica, quando c'è un caldo torrido, sei sempre lì, a correre. Il giro d'Italia è qualcosa di speciale, un appuntamento imperdibile, una corsa bellissima di circa 3500 Km, divisi in tre settimane, con solamente tre giorni di riposo. Si attraversano quasi tutte le regioni dello stivale, visitando le più belle città di Italia e paesaggi incantevoli e incontaminati. Si attraversano paesini e comuni, alternando strade urbane e splendide colline come quelle dei Monti Lepini. Per molti anni, sui muri delle vecchie case e lungo i tornanti delle strade si potevano leggere tracce di una passione popolare che tramutava un uomo in un mito, che raccontava la  storia dei ciclisti, come metafora di un Paese che vuole andare avanti. Coppi, il campionissimo, Bartali,  Moser, Pantani, per citarne solo alcuni. Gli italiani vogliono sempre sognare, vogliono sempre sperare in un mondo diverso e migliore. Allora il ciclismo si trasforma in  poesia e messaggio di impegno, di fatica e di rivincita. Come è fortunatamente capitato anche a noi sezzesi, con la gloriose imprese del campione  Filippo Simeone.

Pubblicato in La Terza Pagina