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Il presidente di Sezze Bene Comune Fabrizio Bonne-Anneé interviene nell'agone politico setino. Per il movimento civico le dimissioni del Sindaco sono la reazione ad una crisi amministrativa che parte da lontano e si intreccia con una più grande crisi politica che caratterizza da molto tempo il partito democratico sia a livello nazionale che locale. In una nota che riportiamo integralmente si legge: "Tale evento è il risultato delle contraddizioni che si avvertivano fin dalle elezioni amministrative del giugno 2017, che avevano proclamato la vittoria della coalizione che sosteneva Sergio Di Raimo.  A tanti, era apparso evidente che l'operazione che si stava plasmando, fosse il frutto della volontà di  mettere insieme un'aggregazione con l'unico obiettivo di raggiungere la soglia del 51% al primo turno. Una coalizione composta da numeri, ovvero da una sommatoria di percentuali anziché da programmi, principi e valori comuni in cui riconoscersi. Per una questione di convenienza, le anomalie sopradescritte, sono rimaste latenti fino al primo appuntamento elettorale con le Regionali, ma, si sono palesate in tutta evidenza nelle  elezioni Europee, durante le quali,  una parte consistente della maggioranza consiliare ha sostenuto esplicitamente candidati della destra. Anche gli scarsi risultati amministrativi ottenuti in questi due anni hanno determinato la richiesta di azzeramento della giunta da parte di esponenti della maggioranza stessa, non potendo più far fronte alla ventata di cambiamenti politici che si stanno determinando in molte realtà amministrative governate per anni dalla sinistra. Siamo convinti che queste siano le vere motivazioni della crisi, o almeno le principali che hanno generato malumore su più fronti. Ad una oggettiva crisi amministrativa sancita dalla richiesta pervenuta al Sindaco da parte del suo stesso partito,  si consuma anche la necessità di fare chiarezza sulla posizione politica dello stesso Partito per ritrovare un'identità perduta da atteggiamenti schizofrenici che vedono esponenti di spicco smentirsi a vicenda con comunicati stampa a titolo personale. Un partito che, in provincia strizza l'occhio a forze liberali e sovraniste e che, per volontà del segretario nazionale, cerca di allargare un fronte a forze progressiste, civiche e di sinistra. Insomma due linee politiche che non definiscono una strategia comune e che lasciano l'elettore smarrito ed in balia delle onde nel voler ricercare un'offerta politica alternativa e di protesta ad un sistema di accordi di potere anziché definire una linea chiara e trasparente sulle intenzioni future. Sezze si trova a vivere queste drammatiche contraddizioni e gli unici a rimetterci sono i cittadini che, si trovano ad affrontare da soli le grandi difficoltà in cui versa l'Ente. Come gruppo consiliare, abbiamo sempre assunto un atteggiamento propositivo al solo scopo di favorire ed agevolare la risoluzione dei problemi amministrativi dando il nostro contributo con critiche e spunti di riflessione. Non siamo favorevoli ad accordi precostituiti di potere e siamo liberi di poter dire che, non faremo mai alleanze con forze di destra sovraniste. Ora, la posizione della maggioranza consiliare, non può ritenersi libera di esprimere lo stesso principio perché, tornare ad un equilibrio con le stesse forze che hanno sostenuto la destra alle Europee, significa dare fiducia ad un governo locale formato da consiglieri che alle prossime amministrative si troveranno su posizioni antagoniste e non conciliabili. Laddove non esiste unità d'intenti con una squadra che sente di poter esprimere gli stessi principi, è difficile ricucire spaccature così profonde".

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Avere piena autonomia vuol dire essere libero di scegliere i protagonisti per concludere il mandato elettorale. Avere carta bianca significa avere piena facoltà nell’agire. Quello che sta accadendo dal 28 maggio scorso a Sezze ha invece dell’incredibile. Tutti continuano a dire al primo cittadino di avere massima libertà nella scelta della nuova Giunta, come era stato nel passato, ma poi però nei fatti non è esattamente così:  c’è chi in questi giorni gli ha messo i paletti a destra, chi a sinistra, chi ha delegato altri per farlo, chi ha goduto della crisi e chi ne vorrebbe approfittare silenziosamente. Nessuno dei consiglieri comunali è stato obbligato a dimettersi e chi ha dato la sua disponibilità lo ha fatto per senso di responsabilità. Evidentemente, ciò non è bastato, nemmeno le dimissioni del sindaco sembrano aver cambiato alcune posizioni che, individualmente o a coppia, vorrebbero ulteriormente condizionare tutta la maggioranza e lo stesso sindaco. Sarebbe utile a questo punto utilizzare il manuale Cencelli e, con carta e penna alla mano, assegnare assessori e deleghe in base ai voti presi dai singoli e dalle liste. Allora sì che ogni discussione e rivendicazione cadrebbe come un fico secco, e la famosa frase: “A me che me tocca?” non avrebbe più alcun peso.  

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“Se non venissero ritirate, le dimissioni presentate sarebbero il primo gesto compiuto dal Sindaco nel reale interesse della città, ormai paralizzata da tempo da incapacità politica ed amministrativa”. La pensa così Vittorio Accapezzato, ex amministratore della città, oggi attento osservatore delle dinamiche politiche e sociali setine. “Ad eccezione dell’intervento del capogruppo del PD Uscimenti che ha sentito il dovere di condividere in pieno la scelta del sindaco, è il silenzio generalizzato di tutti i consiglieri di maggioranza che soffia su una crisi politica tanto chiara. L’immobilismo di questi due anni  - aggiunge Accapezzato - è sotto gli occhi di tutti. Sono mancati interventi riguardanti l’urbanistica, il sociale, l’economia, l’ambiente, la salute e la qualità della vita e di risanamento all’economia traballante. C’è, al solito, il solo obiettivo da parte di qualcuno di rivendicare più posti nella spartizione dei posti di potere. Trapelano accuse, senza troppi dettagli su problemi di scontro che hanno costretto il Sindaco a presentare le dolorose dimissioni”. Accapezzato chiede quale siano i veri problemi che hanno portato alla crisi. “I cittadini vogliono conoscere con chiarezza e trasparenza, dal sindaco, quali siano le difficoltà e i contrasti in della coalizione che lo hanno costretto ad una scelta che lui stesso non avrebbe mai voluta. In primo luogo il primo cittadino dovrebbe chiarire perché è arrivato a revocare le deleghe agli assessori e su quali argomenti la sua conduzione è stata contestata. Fuori la verità. Le dichiarazioni rese dal sindaco e dal consigliere Uscimenti non lasciano dubbi. Si è parlato di tiro alla corda, di atteggiamenti poco responsabili e di compromessi che non hanno niente a che vedere con la politica”. Per Accapezzato “non è possibile far trascorrere i venti giorni per un eventuale ripensamento del Sindaco, senza che il paese conosca le reali motivazioni della rottura della corda tirata. Le forze della coalizione diano spiegazioni in merito. Il silenzio non gratifica. I gruppi di maggioranza Sezze Futura, Sezze Protagonista, Di Raimo sindaco che posizione hanno scelto di prendere per l’avvenire? Stanno lavorando su un documento congiunto da portare al primo cittadino con dei punti programmatici su cui ripartire? Le singole liste restano nella colazione o sono tra loro divise? Qual è la loro prova di fiducia e di compattezza verso il sindaco dimissionario? Quale accordo politico potrà incidere su una riflessione del sindaco a ritirare le dimissioni? Non può restare una coalizione politica di puro stampo elettoralistico, - afferma ancora Accapezzato -  che nulla ha a che fare con l’impegno civile e politico dovuto. Sarebbe ora che questa nostra Sezze, venga amministrata come si deve, senza sete di potere e prebende elettorali”.

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