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“Il ricordo del brigadiere Felice Cottignoli è indelebile per la nostra comunità e tale deve rimanere. Il suo sacrifico sarà sempre da esempio e faro per tutti gli ufficiali e volontari impegnati in prima persona a tutela del territorio e dell’ambiente”. Il presidente della commissione Urbanistica e Ambiente di Sezze, Alessandro Ferrazzoli, ricorda così la figura del brigadiere del Corpo Forestale dello Stato Felice Cottignoli, a 46 anni dalla tragica scomparsa. Morto a soli 35 anni in località Casali a Sezze mentre con altri colleghi cercava di spegnere un incendio molto vasto e pericoloso per i residenti. Cottignoli venne investito da improvvise fiammate nei pressi della Valle della Culla. Morì così tra le fiamme lasciando a casa mogli e due figli. A lui è dedicato il parco pubblico a Sezze Scalo.

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ALLA BATTUTE FINALI

 

E’ solo una sensazione ma sembra che la discussione nata attorno ai lavori sul belvedere di Sezze, per la realizzazione del monumento dedicato a San Lidano, sia ormai alle battute finali. Resta una sensazione ma lo scambio di lettere tra la Soprintendenza e il Ministero per le attività culturali farebbe intendere che la vicenda si stia per chiudere e che la decisione finale spetti soltanto al consiglio comunale di Sezze. Lo stesso sindaco, Sergio Di Raimo, intervenuto recentemente sulla vicenda, aveva dichiarato, dando quasi per certi i vari passaggi tecnici, che “la Conferenza dei servizi riunitasi per capire il percorso amministrativo da seguire per l'installazione della statua ha detto chiaramente che l’accettazione della donazione della Statua deve essere fatta in consiglio comunale”.  Insomma si lasciava intendere che il problema era solo relativo alla donazione della statua da parte del committente Don Massimiliano Di Pastina. “Questo significa - aveva aggiunto il sindaco - che dovrà essere convocato un consiglio comunale con all'ordine del giorno la donazione della statua e sarà in quella occasione che se ne potrà parlare a 360 gradi e a fine discussione si potrà votare a favore o contro”. Sembra quindi che ogni passaggio sia stato evaso, tranne quello del consiglio comunale.

Il sindaco di Sezze

 

LO SCAMBIO DI LETTERE TRA MINISTERO E SOPRINTENDENZA

 

Pochi giorni fa abbiamo riportato la missiva indirizzata anche al consigliere comunale Rita Palombi da parte della direzione generale archeologica belle arti e paesaggio (Ministero per i beni e per le attività culturali) nella quale il dirigente del servizio, Arch. Roberto Banchini, la informava di aver scritto alla Soprintendenza in merito alla richiesta di esame del progetto di riqualificazione di Piazza del Duomo di Sezze. Il Ministero invitava quindi la Soprintendenza “a voler fornire proprie notizie a riguardo, riferendo in particolare sul parere rilasciato in ordine alla collocazione di una statua in prossimità di una terrazza belvedere”.

La risposta da parte della Soprintendenza è stata pressoché immediata. In una nota di chiarimento del 10 luglio scorso, a firma del funzionario responsabile Arch. Lorenzo Mattone e della Soprintendente dott.ssa Paolo Refice, si ripercorre l’iter procedurale dei lavori. In uno dei passaggi si legge: “l’opera può essere considerata un intervento di valorizzazione dell’identità culturale” perché afferente al Santo Patrono Lidano. In merito alla realizzazione del Monumento, la Soprintendenza è chiara: “E’ opinione della Scrivente che il monumento pur essendo alto 3 metri per evidenti ragioni di proporzione con lo spazio urbano, in quanto elemento puntuale non impedisca la visuale verso il paesaggio esterno ma al contrario, come tutti gli elementi emergenti negli spazi pubblici, costituisca un punto focale che porta il visitatore ad avvicinarsi, approssimandosi conseguentemente all’affaccio retrostante. Per queste ragioni non si ritiene – scrive ancora la Soprintendenza – che tale elemento sia dequalificante per la piazza nella quale è inserito e né sia in contrasto con quanto prescritto dal co. 7 dell’Art. 29 del PTPR”.

Per la Soprintendenza quindi mancano “i presupposti ragionevoli per l’accoglimento dell’istanza” di annullamento del parere rilasciato per il progetto del Monumento. La stessa Soprintendenza però chiarisce che “qualora il Comune di Sezze decida di rivedere il progetto stralciando la parte relativa alla messa in opera del monumento, oppure modificandone la posizione prescelta, questa Soprintendenza ne prenderà atto, salvo la necessità di sottoporre all’attenzione della Scrivente un progetto di variante da valutare per il parere di competenza”. Insomma sarà il consiglio comunale a decidere se vuole o non vuole la Statua del Santo in quel preciso luogo del belvedere.

La sede della soprintendenza di Roma

 

RITA PALOMBI, GUERRIERA INSTANCABILE

Alla consigliere comunale Rita Palombi quell’opera voluta da Don Massimiliano non piace in quel posto. Il belvedere di Santa Maria resta l’unico luogo della città non stravolto nei secoli, stringe il cuore oggi vederlo violato da un cantiere, turba l’anima vederlo occultato da lamiere e materiali edili. La Palombi andrà avanti nella sua battaglia per dimostrare che quel monumento lì non può essere messo a dimora. Annuncia altri esposti e lettere molto più dettagliate contro un’opera che a suo modo di vedere deturpa il paesaggio e un sito archeologico unico nel suo genere.

Rita Palombi di SBC

 

IL COMITATO A FAVORE DI E MAI CONTRO QUALCOSA O QUALCUNO

Lo stesso comitato spontaneo “Muro della téra” è stato sempre chiaro nella battaglia di civiltà iniziata e portata avanti con massima sensibilità, educazione e rispetto dei ruoli. Al Comitato non piace la decisione di installare la Statua del Santo Patrono al centro del Belvedere, quello spazio umile strettamente collegato alla storia della città e all’adolescenza di intere generazioni di bimbi diventati adulti, all’essenza e naturalezza di quell’affaccio che lascia senza fiato e gonfia il petto di setinità. Questo, sia ben chiaro ai puristi, non corrisponde a ciò che è stato artatamente strumentalizzato, e cioè che il Comitato aveva intrapreso una battaglia contro qualcuno o qualcosa.  Il Comitato, al contrario,  è stato e sarà sempre a favore del Belvedere.

 

CANTIERE FERMO DAL 21 MAGGIO

Il funzionario PO dell'Ufficio Tecnico comunale, Vincenzo Borrelli, il 21 maggio scorso ha ordinato la sospensione dei lavori al belvedere di Santa Maria di Sezze. L'ordinanza del settore tecnico n° 6 era stata firmata a seguito dell'accesso agli atti della Consigliera Comunale Rita Palombi nel quale si evidenziano presunte incongruenze relative sia alle procedure amministrative che ai pareri assentiti. Nell'ordinanza si rilevava che "i rilievi attengono sostanzialmente l’iter procedurale atteso che i lavori sono eseguiti su area appartenente al patrimonio del Comune di Sezze sulla base della C.I.L.A. che costituisce, di norma, un titolo per interventi di natura privatistica".

I lavori sospesi al Belvedere

 

LA DONAZIONE DELLA STATUA

 

Dopo la vicenda della statua il committente dei lavori, Don Massimiliano Di Pastina, pare che abbia donato la statua al Comune di Sezze. Scriviamo pare perchè al momento non c'è stata ufficialità da parte del Comune di Sezze.  Fonti vicine al sacerdote, sostengono e confemano che la donazione ci sarebbe stata comunque a fine lavori. Il passaggio della donazione sarebbe confermato da una convenzione sottoscritta con il Comune di Sezze.

 

Don Massimiano Di Pastina

 

 

Pubblicato in In Evidenza

 

 

Finalmente, dopo un tira e molla estenuante, al 90° minuto, il Sindaco di Sezze Sergio Di Raimo ha partorito la nuova Giunta. Sfuggendo ai veti incrociati, con un colpo di schiena, ha rotto gli indugi. Dentro l'usato sicuro: Siddera Giancarlo, Campoli Andrea, ambedue ex-sindaci. Una coppia di amministratori di alto profilo e di indubbio valore e competenza. E, in più, la ciliegina sulla torta: la giovane Giulia Mattei. Lasciano Pietro Ceccano, Paola Di Veroli, Vincenzo Lucarini: tre giovani di buone e belle speranze che potranno far tesoro della esperienza vissuta, orgogliosi di aver servito con umiltà e dedizione il loro paese. Il Sindaco Di Raimo ha voluto giocare il tutto per tutto, consapevole della posta in palio e del delicato momento che attraversa il paese. Si poteva fare di più? Si poteva fare diversamente? Tutto dipende dalle condizioni esistenti. Il bene è bene, il meglio è nemico del bene. Spesso il mito delle belle speranze si schianta contro il principio della realtà rappresentata dalla pratica quotidiana del fare amministrativo, dell'attenzione ai fatti della città e delle persone che ci vivono, con l'autorevolezza e la familiarità intima di volti già noti che sanno entrare con garbo e confidenza nelle case della gente. Senza apparire una sorta di corpi estranei, trapiantati nelle istituzioni, rinchiusi attorno a un progetto bellissimo ma forse irrealizzabile e perciò astratto. Non si tratta con ciò di accontentarsi di poco ma di guardare in faccia la realtà con lo sguardo rivolto in alto ma con i piedi per terra senza mai perdere il contatto attivo con la città. Alcuni errori bisogna metterli in conto ma anche il coraggio di emendarli senza diventare, a torto o a ragione, parafulmine di ogni scontento. Le colpe e i ritardi non possono venire ascritti tutti e soltanto all'Amministrazione comunale. Adesso è il momento di governare la città. Adesso bisogna ricominciare a fare politica.

Pubblicato in La Terza Pagina