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Nei giorni scorsi, a sorpresa, come tirar fuori dal cilindro un coniglio, il funzionario responsabile dell’UTC di Sezze Vincenzo Borrelli ha caricato nel sistema comunale la proposta di delibera/donazione per riprendere e concludere la realizzazione del monumento di San Lidano donato da Don Massimiliano Di Pastina e voluto fortemente dal fratello consigliere comunale Ernesto Carlo Di Pastina. In pieno covid 19 gli studi e le ricerche per trovare una soluzione-toppa alla pecionata fatta lo scorso anno a maggio, a quanto pare, sono proseguiti con solerzia, su richiesta, immaginiamo, del primo cittadino di Sezze. Sergio Di Raimo, d’altro canto, non si è mai nascosto come altri e si è sempre mostrato innamorato del monumento al Belvedere, considerandolo bello (nessuno ha mai visto la statua) ed elemento che sicuramente andrà a riqualificare il sito (non ci risulta che la statua sia di un noto artista né che appartenga all’antichità). In verità questa statua nessuno ancora l’ha vista…forse non è stata ancora colata nell’apposito stampo. Al sindaco però quel progetto piace da morire, lo ha detto in mille modi e in tutte le salse e su tutti i canali possibili. Lo ha scritto ovunque pensando così di convincere cittadini contrari al progetto e soprattutto di allargare la sua base in aula consigliare. L’atto di donazione, infatti, dovrà essere approvato dal consiglio comunale di Sezze dopo che il presidente del consiglio avrà convocato una seduta ad hoc. Il sindaco sapeva di non avere dalla sua parte i numeri per approvare un bel nulla. Sapeva anche che molti dei suoi consiglieri si erano espressi contro un modus operandi non trasparente. Sapeva che il suo partito, il Pd, non aveva gradito e (fino a prova contraria) non gradisce l’iter che ha portato all’inizio dei lavori e sapeva che anche altri consiglieri di maggioranza e di opposizione erano contrari. Appellandosi alla coscienza personale di ognuno di loro però ha chiesto più volte di votarla liberamente in aula, contraddicendosi poi nel far capire a tutti che avrebbe potuto dimettersi nel caso di un voto contrario. Oggi la situazione non è poi così cambiata. Il Pd non sembra aver trovato una quadra, gli altri gruppi della maggioranza non voteranno alla cieca un progetto discutibile e nell'opposizione, tranne qualcuno che potrebbe fare il salto della quaglia, c’è chi voterà contro e chi non lo voterà proprio. Tirando le somme è passato un anno esatto, il belvedere è diventato un deposito di materiali edili e di immondizia e la statua è diventato motivo di crisi politica non essendoci altri argomenti e progetti su cui discutere. Mancano due anni alla fine della prima consiliatura Di Raimo. Capiamo anche che il sindaco vuole portare a casa un risultato, soprattutto dopo la deludente inaugurazione del mezzo depuratore a Sezze Scalo. Capiamo che per recuperare terreno mai guadagnato farà sconti al dettaglio. Capiamo tutti che Di Raimo sa bene che non bastano like su facebook per farlo stare elettoralmente tranquillo. L'unica cosa che non capiamo è perché mai quella statua deve essere messa lì...per forza di cose.

Pubblicato in In Evidenza