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Mercoledì, 18 Maggio 2022 06:12

La crisi della politica e dei partiti a Sezze

 

 

Qualcuno aveva previsto che la sconfitta del PD alle elezioni comunali di Ottobre 2021 avrebbe segnato un colpo finale ad una lunga stagione politica e l'inizio della liquefazione dei partiti. Così è stato! Più passa il tempo e più la città di Sezze scivola verso una deriva di disimpegno e di indifferenza. Bisogna mettere in conto, certamente, i duri contraccolpi provocati dalla pandemia, la tragedia senza fine dell'invasione crudele e sanguinosa della Russia in Ucraina. Ma ciò non basta a giustificare il clima di apatia e di disinteresse che si respira, né si intravvedono spiragli in fondo al tunnel. I cittadini sembrano rassegnati a una mediocre routine amministrativa e a uno scenario sempre più asettico e deludente. Si vive alla giornata, rincorrendo le emergenze e la quotidianità, senza una apparente alternativa a questo stato di cose. La crisi dei partiti coinvolge tutto il panorama politico locale. I partiti e i movimenti politici si sono trasformati in comitati elettorali. La tattica e la strategia politica appartiene a pochi e la mobilitazione è frutto di correnti politiche collegate a personaggi che conducono le danze in nome del decisionismo e del leaderismo, che sono l'altra faccia del populismo. L'avv. Luigi De Angelis ha giustamente sostenuto che la politica è una cosa seria e che non si può ridurre a spot pubblicitari né affidare nelle mani di incompetenti e sprovveduti. Che c'è bisogno di sapere e di fare, di concretezza e di idealità, di impegno a risolvere le questioni e i bisogni dei cittadini ma anche di saper alzare lo sguardo oltre il proprio naso, alla ricerca di un profilo alto e di un rinnovato modello sociale ed economico. La politica ha bisogno di studio e di riflessione per poter interpretare le nuove tematiche del lavoro, della formazione, della transizione ecologica, delle aspettative dei giovani. Invece regna un silenzio assordante che avvolge l'attività dei partiti e comprime ogni forma di vita associata. Le assemblee pubbliche, le riunioni di contrada, a volte accese, costituivano nel recente passato il rito quotidiano della nostra esistenza e del nostro comune sentire. I tempi sono cambiati, è vero. Il dominio incontrastato degli strumenti tecnologici ci ha resi muti e solitari e molto spesso ci accontentiamo di notizie e di informazioni superficiali e senza alcun fondamento. Neanche di fronte al genocidio degli Ucraini c'è stato, a Sezze, un sussulto di rabbia e di protesta e un appello alla mobilitazione, ma solo qualche lodevole testimonianza dei sindacati e di Associazioni antifasciste. Ciò evidenzia il basso livello di sensibilizzazione e di coscienza civile della nostra Comunità. Il PD deve reagire a questo stato di inerzia e di abbandono. La strada è in salita. La democrazia ha bisogno di passione e di partecipazione perchè è l'unica arma per combattere e sconfiggere le oligarchie di ogni specie, le dittature, le ingiustizie e le diseguaglianze. Il noto filosofo Gustavo Zagrebelsky sostiene che i politici di oggi tendono ad essere una casta di meri esecutori di ordini che vengono dall'alto, di fedeli funzionari e di opportunisti che si fanno trascinare dagli eventi piuttosto che determinarli. Che il loro mestiere più in voga è quello di galleggiare, subire e favorire il fascino del trasformismo. Si tratta di un giudizio severo e tranciante che però ci deve mettere in guardia e ci deve vaccinare da pericolosi scivolamenti verso l'opportunisno e il qualunquismo. Qui, a Sezze, bisogna ripartire con coraggio dall'ascolto e dal territorio, non anteponendo mai il proprio tornaconto agli interessi generali. Il nuovo Direttivo ce la dovrà mettere tutta per segnare una svolta. Saranno le nuove generazione infatti,  a riconquistare la fiducia persa e a tradurre in azioni concrete l'esigenza di un futuro migliore.

Pubblicato in La Terza Pagina