Sezze, il paese delle barriere: quando anche una passeggiata diventa un ostacolo
Immagina di non poter uscire di casa per prendere un gelato, incontrare un amico o semplicemente fare due passi in piazza. Per molti cittadini di Sezze questa è la realtà quotidiana. Marciapiedi dissestati, auto in doppia fila, scivoli ostruiti e spazi pubblici inaccessibili: basta poco per trasformare una semplice passeggiata in un percorso a ostacoli.
Eppure, Sezze potrebbe diventare un luogo dove ogni cittadino, indipendentemente dalle proprie abilità, potrebbe muoversi liberamente, partecipare attivamente alla vita sociale e godere appieno degli spazi comuni. Un paese dove le barriere architettoniche siano solo un ricordo di un passato superato grazie all’impegno di tutti.
Ci vorrebbe poco per cominciare: marciapiedi liberi non solo per chi cammina, ma anche per chi si muove in carrozzina, usa un bastone o spinge un passeggino. Una comunità dove parcheggiare su uno scivolo non è una consuetudine, ma un gesto condannato dalla coscienza collettiva. Dove il rispetto per gli spazi pubblici è rispetto per le persone, e dove le strade raccontano di un paese educato, attento e solidale.
Un piccolo gesto — come lasciare libero un marciapiede — può cambiare la giornata, la libertà e perfino la dignità di qualcuno.
Il quadro normativo: le basi ci sono
L’Italia non è rimasta indietro dal punto di vista legislativo. Diverse norme puntano all’eliminazione delle barriere architettoniche:
Legge n. 13 del 1989: prevede contributi per l’adeguamento degli edifici privati e pubblici.
D.M. 236/1989: ne definisce i criteri tecnici (accessibilità, visitabilità, adattabilità).
D.P.R. 503/1996: estende queste misure anche agli spazi e ai servizi pubblici.
A livello regionale, la Regione Lazio ha adottato strumenti normativi specifici:
Legge Regionale n. 74 del 1989: promuove interventi di accessibilità negli edifici pubblici.
Regolamento Regionale n. 17 del 2008: disciplina l’attuazione concreta degli interventi.
Sezze: a che punto siamo?
Siamo onesti: Sezze è ancora lontana dall’essere un paese accessibile. Per chi ha una disabilità — o semplicemente vuole camminare in sicurezza — la quotidianità è fatta di ostacoli: marciapiedi rotti o inesistenti, auto parcheggiate ovunque, piazze soffocate da veicoli, parchi trascurati e quasi mai fruibili da tutti. Non è solo una questione urbanistica. È una questione culturale.
Oggi più che mai, Sezze ha bisogno di una visione nuova, che parta dal rispetto e arrivi all’inclusione. Serve una trasformazione che metta al centro la persona.
Il PEBA: un passo concreto
C’è un segnale di speranza. Il Comune ha avviato le procedure per l'attuazione del Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA), uno strumento fondamentale per restituire a tutti il diritto di muoversi in sicurezza.
Con la determinazione n. 151 del 30 ottobre 2024 (Settore Servizi al Territorio), è stato pubblicato l’avviso per la selezione di un professionista incaricato di redigere il PEBA secondo le linee guida regionali e le normative nazionali.
Il Piano prevede:
una mappatura completa delle barriere esistenti,
la definizione di interventi prioritari,
un focus sugli spazi pubblici e gli edifici comunali.
A che punto siamo? Non lo sappiamo
Contributi e bonus: rendere accessibile la casa
Chi vive una condizione di disabilità può usufruire di due strumenti economici nella Regione Lazio:
Finanziamenti a fondo perduto (Legge 13/89)
Gestiti dai Comuni.
Coprono spese fino a 7.101,28 euro per interventi come servoscala, ascensori, bagni accessibili.
Richiesta da presentare al Comune con la documentazione necessaria.
2. Bonus Barriere Architettoniche (Detrazione 75%)
Valido dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2025.
Detrazione fiscale del 75% per lavori su abitazioni private o parti comuni.
Si ottiene tramite la dichiarazione dei redditi.
Un paese accessibile è possibile?
Sì, lo è. Ma serve la volontà di tutti.
Oggi, troppe persone con disabilità vivono confinate tra le mura di casa. Non per scelta, ma per mancanza di rampe, ascensori, marciapiedi accessibili, o alternative alle scale. Eppure, l’esclusione non è causata dalla disabilità, ma dall’assenza di strumenti adeguati.
Una persona non vedente non è “disabile” se ha un bastone elettronico o una pavimentazione tattile.
Una persona in carrozzina non è “disabile” se l’ambiente è accessibile.
Diventa disabile solo quando la società smette di includere e non abbatte le barriere.
Concludendo: Sezze, svegliati!
La strada verso l’accessibilità è lunga, ma ogni passo conta. Dobbiamo pretendere, come cittadini, che il PEBA venga attuato con serietà. Dobbiamo cambiare mentalità, educare al rispetto, abbattere il menefreghismo.
Se vogliamo davvero vivere in un paese dove nessuno resti indietro, è ora di agire. Non domani. Oggi.
Non basta non ostacolare. Dobbiamo essere alleati dell’accessibilità.
Perché tutti abbiamo il diritto a uscire di casa, a camminare, a vivere.
Tu cosa puoi fare oggi per abbattere una barriera?
Anche una piccola scelta — come non occupare uno scivolo, un marciapiede o segnalare un ostacolo — è un atto di civiltà. Perché un paese migliore lo costruiamo insieme, passo dopo passo.
Lo sapevi che…
• L’abbattimento delle barriere architettoniche non è solo una questione sociale, ma anche economica: spazi accessibili aumentano la partecipazione attiva e il benessere di tutti, con benefici per la comunità intera.
• Il paese europeo considerato tra i più avanzati per l’abbattimento delle barriere architettoniche è la Svezia. La Svezia ha adottato norme molto rigide sull’accessibilità negli edifici pubblici e privati, nei trasporti e negli spazi urbani, puntando a un ambiente inclusivo per tutti. Città come Stoccolma offrono infrastrutture moderne con rampe, ascensori, segnaletica tattile e trasporti pubblici completamente accessibili. Inoltre, la cultura del design universale è molto diffusa, favorendo soluzioni che rendono gli spazi fruibili da chiunque, indipendentemente dalle capacità fisiche.