Pro Referendum, l'appello al voto
Paolo Di Capua, in qualità di ex delegato Nazionale in rappresentanza degli ultimi 3 Referendum (2011, 2016, 2019), invita la città a votare per il Referendum.
"RIVOLGO un caloroso invito ad andare a VOTARE al Referendum l’8 e il 9 Giugno in quanto, con l’istituto del Referendum, il cittadino, quindi TU, diventi Onorevole/Senatore, in altre parole sei un legislatore, il potere è nelle tue e nostre mani. ANDIAMO A VOTARE, il gesto (dovere) incide nella tua e nostra dignità e l’onore, in quanto ti rafforza l’Onore - vole. DIAMO UN BUON SEGNALE, ciò vale anche per la questione RIARMO, spesa folle per le armi, decisione scellerata, tossica, inumana. Affermati come cittadino ATTIVO della società, non essere passivo, indifferente, anestetizzato. BUON VOTO".
Progetto Linfa, a sostegno della terza età
Comunicato stampa Michela Capuccilli
_________
È stato ufficialmente approvato e finanziato il progetto LINFA – Legami Interpersonali per un Futuro Attivo, promosso nell’ambito dell’Avviso Pubblico “Insieme per fare”, iniziativa regionale volta alla realizzazione di servizi per l’inclusione, il benessere e l’invecchiamento attivo delle persone anziane, sostenuta dal Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+) 2021–2027. Il progetto, approvato con Determinazione Dirigenziale n. G06760 del 29maggio, riceverà un contributo pari a 74.980 euro e sarà attuato nel Comune di Sezze grazie alla costituenda ATS tra la Cooperativa Sociale Progetto 2000 (capofila), il Centro Sociale Anziani di Sezze APS e il Centro Anziani APS Sezze Scalo. Con una durata prevista di 12 mesi, LINFA ha l’obiettivo di promuovere il benessere psico-fisico e l’inclusione sociale degli anziani attraverso servizi di assistenza domiciliare, attività motorie e ricreative, percorsi di educazione alimentare, laboratori artigianali e orti sociali, letture di gruppo e momenti di scambio intergenerazionale. Una parte rilevante del progetto è inoltre dedicata alla creazione di reti locali tra enti, associazioni e imprese, per sostenere una comunità più coesa e attenta ai bisogni della terza età: “L’approvazione del progetto LINFA – ha spiegato Michela Capuccilli, vicesindaco e assessore ai Servizi Sociali del Comune di Sezze – rappresenta una conquista importante per la nostra comunità, che da tempo lavora per offrire risposte concrete alla popolazione anziana. Con questa iniziativa, non solo garantiamo servizi fondamentali come l’assistenza domiciliare, ma promuoviamo un concetto di invecchiamento che mette al centro la persona, le sue relazioni e la sua capacità di partecipare attivamente alla vita sociale. È un progetto che ha un’anima: quella delle associazioni del territorio che hanno collaborato con dedizione e visione, e quella degli anziani che saranno protagonisti e non solo beneficiari. Il nostro obiettivo è contrastare l’isolamento, favorire il benessere e creare spazi in cui gli anziani possano sentirsi utili, ascoltati e connessi. Come amministrazione continueremo a sostenere ogni iniziativa che rafforzi i legami umani e promuova una cultura della cura e della solidarietà”. Soddisfazione è stata espressa anche da Lola Fernandez, assessore allo Sviluppo Locale del Comune di Sezze: “LINFA è anche un progetto di sviluppo territoriale, perché punta a costruire una rete di relazioni solide tra enti, organizzazioni, imprese sociali e cittadini. Promuovere l’invecchiamento attivo significa infatti investire in capitale umano e sociale, valorizzando esperienze, saperi e competenze che appartengono alla nostra identità locale. Attraverso gli orti urbani, i laboratori artigianali e le attività di comunità, LINFA stimolerà forme di economia sociale e circolare, creerà nuove opportunità di incontro tra generazioni e darà nuova vita a spazi e tradizioni del territorio. È un esempio concreto di come il welfare possa dialogare con le politiche di sviluppo, generando impatto positivo e duraturo. Ringrazio tutti i partner del progetto per aver creduto in questa visione integrata e lungimirante”.
La riflessione dei Giovani Democratici sul femminicidio
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Giovanni Sorano, segretario dei Giovani Democratici di Sezze .
_______
Alla luce dei recenti fatti di cronaca, che hanno visto la tragica morte della giovane 14enne Martina Carbonaro, crediamo sia doveroso riaffermare la nostra posizione in merito ai femminicidi e alla violenza di genere, in modo da poter divulgare una maggiore consapevolezza sulla questione e su come il femminicidio sia solo il culmine di un processo di violenza che ha inizio prima di tutto dalle parole, e che attraverso di queste viene continuamente perpetrato.
Ci riferiamo alle inammissibili dichiarazioni di alcuni personaggi pubblici e politici che, anziché assumersi la responsabilità dell’accaduto, preferiscono fare ulteriore disinformazione. Il 15 maggio, in Senato, il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha affermato che le donne vittime di violenza “si debbano rifugiare, in caso di pericolo, in chiesa o in farmacia”, così da permettere alle forze dell’ordine di intervenire una volta allertate dal braccialetto elettronico.
Il Ministro ha lasciato trasparire un sottotesto di vittimizzazione secondaria abbastanza evidente: il braccialetto elettronico non è in nessun modo un valido strumento per il contrasto alla violenza di genere; in Chiesa ci si rifugiava solo in tempo di guerra; se una donna subisce una violenza è perché non è stata in grado di fuggire più velocemente in un luogo protetto che l’avrebbe potuta salvare, e di conseguenza è colpa della vittima e non dell’aggressore. Nel boato mediatico sono divenute celebri le parole che il giornalista Vittorio Feltri, intervistato la settimana scorsa da Piero Chiambretti alla trasmissione “Donne sull’orlo di una crisi di nervi“ ha pronunciato per commentare le parole del Ministro Nordio: “le donne vittime di violenza possono venire a casa mia, se sono bone”. A peggiorare il clima mediatico si aggiungono le parole allucinanti di Giuseppe Cruciani, famoso conduttore del programma radiofonico “La Zanzara” che dopo la morte di Martina Carbonaro ha detto: “la categoria del femminicidio non c’entra un cazzo. È un omicidio nato dal fatto che lui aveva paura di perderla e aveva un istinto omicida che ci può essere in chiunque”.
Queste affermazioni aberranti da un punto di vista demagogico sono il riflesso diretto di una cultura patriarcale che non riconosce il proprio privilegio creato sulla sopraffazione della donna in quanto tale da ogni punto di vista: economico, sociale e politico. Il motivo per cui Martina Carbonaro è stata uccisa non è da imputare ad un lapsus di follia o uno stato di trance omicida, ma all’evoluzione di un processo basato sull’idea che l’unica ragione di esistere per le donne sia soddisfare gli uomini. Come diceva la scrittrice e attivista transfemminista Michela Murgia, venuta a mancare troppo presto ed un’attenta osservatrice delle dinamiche di genere:“Il femminicidio non indica il sesso della morta, ma il motivo per cui è stata uccisa”. Di fronte a tutto ciò assumere consapevolezza della gravità della situazione è un dovere, perché la violenza che le donne sono costrette a subire ogni giorno è più grande e soprattutto più importante di qualsiasi sindrome della vittima di un uomo. Non si tratta di colpa individuale, ma di responsabilità collettiva. Tutti noi siamo complici in un sistema patriarcale, un sistema verticale - l'unica struttura su cui si possono costruire dei rapporti di potere - in cui il dislivello è occupato da sempre dalle donne. Il femminismo intersezionale cerca di ribaltare questo sistema; alcuni diranno con una forma a rete, altri invece diranno a cerchio: la struttura più simile ad un gruppo di persone alla pari che si tengono tra di loro la mano.