
Pierino Ricci
Il ventennio della destra a Latina
Negli ultimi vent’anni, la città di Latina ha avuto diverse giunte comunali. Dal 2005 ad oggi si sono succeduti diversi sindaci e relative giunte. In particolare ricordiamo le giunte guidate da :
2006-2011 Vincenzo Zaccheo (centrodestra)
2011-2016 Giovanni Di Giorgi (centro destra)
2016-2021 Damiano Coletta (lista civica, centro sinistra)
2021-2022 un anno di commissario
2022-oggi. Matilde Celentano (centrodestra)
Ecco, credo che Latina e i suoi politici di maggioranza, prima di inveire sulla passata giunta Coletta, dovrebbero fare un po’ di mea culpa. Questa stessa maggioranza è la stessa che prima della giunta Coletta, con l’allora sindaco Di Giorgi non hanno neanche terminato la Consiliatura così come il sindaco Zaccheo. Latina 60 anni di governi DC (che purtroppo non siamo nemmeno riusciti a sfruttare in positivo la cassa del mezzogiorno per costruire una città moderna e all’avanguardia); 20 anni di sindaci di destra che hanno il coraggio di scaricare le loro inefficienze sulla giunta Coletta , che in 5 anni si e no ha governato tre anni …due di pandemia, poi elezioni e un anno di commissario che tra l’altro ha lasciato all’attuale giunta in carica la ex sub commissaria ( NASTI ) e attualmente assessora al bilancio per la giunta Celentano.
Una città, che comunque ( con Coletta ) stava cercando di risollevare la testa, sulla criminalità e la legalità, sul sociale sui servizi e sulla qualità della vita sulla cultura ecc... Ora purtroppo è tutto allo sbando, dove a furia di cercare di cancellare ciò che era stato fatto da Coletta (ma i tagli di nastri sui finanziamenti della giunta Coletta vengono fatti in pompa magna) per cercare di recuperare cose vecchie, dove è intervenuto il tribunale decretando il fallimento (vedi la Latina Ambiente per salvare qualche amico dalla banca rotta fraudolenta e dalla incompatibilità della nomina a presidente ABC di PALMERINI ci costa milioni e milioni di euro a discapito di ABC ). Per affossare ABC con il non decidere si sta contribuendo sempre più al degrado della città, sia in termini di decoro che sanitario (vedi i rifiuti e lo sfalcio dell’erba) sia per quanto riguarda lo stato delle strade, così come il sistema Latina oramai siamo alla desertificazione.
La sicurezza per questa maggioranza è di spostare qualche povero disgraziato senza tetto da una parte all’altra della città, per non parlare della qualità della vita che ogni anno la nostra città va sempre più giù nella classifica nazionale. Si cerca sempre più, di correre dietro il proprio consenso a prescindere, che più delle volte va contro qualsiasi logica, l’isola pedonale ne è la dimostrazione plastica; si privilegia la politica dell’auto e non si tiene conto del cittadino e dell’ambiente, nessun segnale che orienti l’opinione pubblica ad una economia circolare, così come il mare, si continua a perseverare per una non politica turistica della marina , che non è solo asfaltare una strada, ma bisogna costruire una cultura turistica e togliere gli abusi . Non si riesce a fare una politica di integrazione o di solidarietà che si voglia , però tutti cattolici per il diverso quando bisogna votare in consiglio, si sta sempre dalla parte del più forte (vedi la mozione pro Palestina bocciata con furbizia) con meccanismi io c’ero ma sono dovuto andare via…ma avrei voluto esserci.
Si vuole andare sempre più verso gli appalti o gare per de responsabilizzarsi anziché sporcarsi le mani in prima persona e non tenendo conto dell’occupazione e dei diritti dei lavoratori e dei più deboli . Ora è vero che il popolo dimentica facilmente però è meglio ricordare la storia politica di questa città, perché non è vero che Latina è fascista , il primo sindaco di Latina è stato Fernando Bassoli, certamente non di destra. Ma la sinistra arranca nella città di Latina e provincia e in campo nazionale, troppi errori, troppe logiche di correnti e troppe logiche clientelari e se vogliamo anche qualcosa dí illegalità e moralità, che hanno allontanato sempre più il cittadino dal voto.
Ecco io credo che bisogna riportare la politica nei territori, per ricostruire un gruppo dirigente serio e qualificato e credo che a livello regionale vada fatta chiarezza , su che basi deve riposizionarsi il ruolo delle Regioni , le quali vanno riportate al ruolo di programmazione ( in quanto per questo sono nate) , è stato ampiamente dimostrato che i 21 centri di spesa regionali sono stati un fallimento, centri di clientele e sprechi e l’autonomia differenziata aumenterà ulteriormente i problemi tra Regioni e costi, servono essenzialmente per mantenere gli apparati politici dei partiti , allontanando ulteriormente il nord dal sud e aumenterà il conflitto tra regioni. Così come il livello nazionale la politica dei partiti deve ritornare protagonista partendo dai territori attraverso la costruzione dei suoi parlamentari proposti e eletti dai cittadini con la preferenza e non direttamente dai partiti se veramente si vuole riportare il cittadino alla partecipazione politica.
La situazione europea dopo la rielezione di Trump
La rielezione di Trump alla casa bianca ha cambiato il quadro politico in modo radicale. Gli Usa si preparano ad una svolta profonda nella politica interna e in quella internazionale rispetto al passato anche recente. Per l’Europa lo scenario che si prospetta non è più quello di doversi confrontare con una amministrazione americana che persegue i propri interessi anche a discapito della comunità europea. Non è neanche più il fatto che gli USA spostino il baricentro del proprio interesse verso il Pacifico e cerchino di diminuire il proprio contributo per la sicurezza e la stabilità EUROPEA, chiedendo maggiore impegno agli Europei. Con Trump, che questa volta ha un potere enorme, si inaugura una nuova era che mette fine all’obiettivo (per quanto perseguitato in modo sempre meno efficace) di costruire un ordine mondiale fondato sulle regole e sul multilateralismo. Un quadro in cui gli Stati Uniti sono fautori di un nazionalismo aggressivo e del confronto di potenza pura, in cui il presidente si propone di indebolire la forza del governo federale, di deregolamentare al massimo l’economia e la Finanza, in cui anche l’autonomia della Federal Reserve si troverà minacciata e in cui si esaltano e si promuovono i peggiori istinti e comportamenti, fomentando odio, paura, razzismo, maschilismo.
In questo contesto la comunità europea è in forte pericolo. E’ difficile prevedere se e quando si troverà da sola a fronteggiare l’aggressione di Putin e in generale la questione della propria sicurezza, ma quello che è certo è che in questo momento rischia di arrivare nel modo peggiore, ossia con la Russia che minaccia o addirittura aggredisce un paese membro dell’ UE. Sappiamo bene che l ‘UE è del tutto impreparata, che recuperare il suo ritardo tecnologico, industriale, logistico richiede tempi incompatibili nel caso in cui si dovesse trovare da sola contro l’aggressione Russa, senza più il pieno sostegno americano della NATO. Allo stesso modo è praticamente certo che Trump accelererà sulla intelligenza artificiale e non lo farà con attenzione all’utilizzo etico delle nuove tecnologie; anche in questo ambito, pertanto, il ritardo è la dipendenza europea sono altrettanto pericolosi.
L’altra arma nelle mani di Trump, come già sappiamo, sono i dazi che andranno a colpire i settori maturi in cui l’ UE è forte e in cui esporta negli USA ; in generale, le misure di politica commerciale della nuova Amministrazione rischiano di mettere in ginocchio un’economia fortemente esportatrice come è quella europea. Tutto questo si inserisce in un nuovo corso americano in cui l’ Unione Europea proprio come Mercato unico viene vista come un ostacolo da eliminare sulla via di un’ egemonia che non vuole confrontarsi con un interlocutore capace di reagire. La coincidenza di interessi tra Trump e Putin, in questo è, ancora una volta, particolarmente pericolosa. Da parte statunitense, sicuramente, ci sarà il tentativo di usare il proprio enorme potere per trattare bilateralmente con i singoli Stati Europei e dividere il fronte europeo per indebolirlo: già vediamo i vari pellegrinaggi verso l’attuale politica americana di Trump. Ed è proprio sul versante della costruzione di una Europa federalista che gli europei debbono lavorare e accelerare i tempi al raggiungimento di una piena autonomia. Questo cambiamento profondo deve portare l’UE ad avere una natura statuale, pur nella sua specificità politica e istituzionale di Unione federale , dotandosi di un governo democratico e autonomo nelle sue competenze, e’ dunque il punto da tenere, per indirizzare le forze pro-europee sul terreno corretto.
Basta Usa con Trump! L’Europa deve decidere! Anche perché l’Europa è il mercato più ricco con i suoi 500 milioni di cittadini e per il consumismo più alto a livello mondiale.
Quali conseguenze potrebbero avere i dazi di Trump?
Dai dazi USA è colpita, come sappiamo, anche l’Italia; quali sono le cose da sapere per non trovarsi impreparati? Dopo 100 anni gli Stati Uniti scelgono di nuovo la via del protezionismo commerciale. Donald Trump ha deciso unilateralmente di mettere dazi commerciali a 60 paesi tra cui l’Europa. Le barriere doganali variano dal’ 11 al 50%, tranne la Cina verso la quale è stata scelta un aliquota del 104%. Come funzionano i dazi? I dazi sono un’imposta che deve essere pagata oltre al normale costo della merce acquistata dall’estero. Quindi ogni volta che una azienda vuole comprare qualcosa prodotta in un paese diverso dove ha sede deve pagare il normale costo della merce più un’imposta calcolata in percentuale sul valore del prodotto acquistato. Nel caso dei dazi USA imposti da Trump questi vanno articolati su due livelli distinti. Il primo è una tariffa base del 10% su tutte le importazioni negli USA provenienti da qualsiasi paese. Il secondo livello è costituito daicosiddetti <dazi reciproci > che si applicano solo ai 60 paesi. Per l’unione europea è del 20%. Trump innanzitutto punta a fare cassa con l’imposizione dei dazi. Gli Stati Uniti potrebbero così rilanciare gli investimenti , creare più posti di lavoro, migliorare i servizi pubblici offerti e così via. Per di più con l’imposizione dei dazi i consumatori americani dovrebbero essere spinti ad acquistare prodotti americani che finirebbero per costare meno rispetto ai concorrenti stranieri.
Tutto questo che impatto hanno i dazi sull’economia europea e sull’Italia? Le aziende europee per vendere gli Stati Uniti dovranno alzare i prezzi rischiando di vendere meno o scegliere di ridurre i propri guadagni. Le tariffe colpiranno oltre 389 miliardi di euro di prodotti fabbricati nell’ UE. In particolare, l’introduzione di dazi del 20% su tutte le esportazioni e del 25% su acciaio, alluminio e veicoli porterebbe ad un incremento dei costi doganali di 104,4 miliardi di euro per l’ Unione Europea. Per di più ha stimato la Bce circa il 2% del PIL della Ue dipende dalla domanda statunitense. Con tariffe del 20% , i volumi verso gli USA dovrebbero diminuire di circa il 15% . Si stima un effetto diretto del - 0,3 sul Pil nel breve periodo. Germania e Italia sono i paesi più colpiti rispettivamente per 34 e 14 miliardi di euro . In questo scenario , i settori più penalizzati sarebbero i macchinari (3,43 miliardi), L’automotive (2,5 miliardi) e la farmaceutica (2,58 miliardi). Seguiti da agroalimentare (1,34 miliardi) e moda ( 1,16 miliardi). L’Italia rischia tra i 4 e i 7 miliardi di euro e la perdita di oltre 60.000 posti di lavoro ogni anno. Che fare ? L’Europa deve avere una voce unica e deve avere una controproposta se la trattativa dovesse fallire (il punto forte è sui servizi, il digitale) , può intervenire sui costi dei prodotti, scendere con i costi per aprire al mercato interno può intervenire con piccole svalutazioni dell’euro, può con cautela per qualche anno aprire a mercati anche extraeuropei, anche perché l’America con Trump, pur portando a casa quello che si è prefissato… il suo debito era di 18.000 miliardi di dollari che tra due anni il deficit pubblico sarà di 28.000 Miliardi di dollari non riuscirà mai a recuperarlo si e no se ne recupera uno a 14.000 miliardi come dicono gli esperti e non si può sapere quale sarà l’impatto dei prezzi sui beni dei cittadini americani.
Ma allora a chi giova tutta questa guerra commerciale con l’Europa? Speriamo che questi giorni di pausa siano propedeutici per un accordo equo e onorevole per il bene dei mercati e dei cittadini e si fermi questa scellerata politica di Trump che crede di essere il padrone del mondo. L’Europa deve assolutamente contrastare questo modello politico basato essenzialmente sull’arroganza e sulla supposizione di essere il più forte e mi rifiuto di pensare che il popolo Americano condivida questa politica di Trump anche se, la maggioranza inizialmente lo ha votato.
Salario minimo, priorità dopo il Referendum
Gli stipendi degli italiani sono fermi. Negli ultimi 30 anni, dal 1991 al 2022, sono cresciuti solo dell’ 1% a fronte del 32,5% in media nell’area OCSE. Un dato che sancisce il fallimento della contrattazione collettiva ed è legato alla bassa produttività oltre che il pullulare di sindacati di comodo e contratti pirata. E' ora di una legge sulla rappresentanza. Il risultato è la continua caduta della quota dei SALARI sul pil (prodotto interno lordo) a fronte della crescita dei profitti che si attestano (40% contro 60% rispettivamente). Giudizio negativo anche sulle politiche di incentivazione, che non hanno portato alcun risultato sull’occupazione femminile: la percentuale di donne occupate resta bloccata al 40% a fronte del 60% degli uomini.
Il grosso macigno è l’INFLAZIONE, serve urgentemente il salario minimo. E’ stato un grande errore togliere il reddito di cittadinanza… certo andava corretto e migliorato nell’applicazione, come per esempio: utilizzare in lavori Socialmente utili i lavoratori in lista per aiutare i Comuni per il decoro la manutenzione e il recupero dei tributi e lavori amministrativi e non così come è oggi, con poche ore e solo con il salario della Naspi (come si faceva negli anni 80- 90 per l’utilizzo nei lavori socialmente utili dei cassaintegrati e la cassa integrazione in deroga). Esperienza questa, che garantiva personale agli Enti Locali e consentiva ai lavoratori di avere un salario più adeguato per combattere l’inflazione. Anche perché la questione salariale è stata perfino aggravata nell’ultimo triennio dall’incidere dell’inflazione- I salari reali sono addirittura calati rispetto al 2020, a fronte di incrementi sostanziali negli altri paesi.
Ecco perché potrebbe essere utile in questo contesto l’introduzione del SALARIO MINIMO legale. D’altra parte, non esistono ragioni né sul piano analitico né sul piano dell’evidenza pratica per escludere strumenti basati sull’imposizione di una soglia minima invalicabile. Si dice che sono sempre più lavoratori che pensano di lasciare il proprio lavoro : il 14,6% degli occupati tra i 18 e i 74 anni ( sono oltre 3,3 milioni di persone ha pensato di dimettersi , farebbe questa scelta solo se trovasse altre entrate economiche). Poi la poca formazione e la bassa produttività fa fatica a proteggere tutti i lavoratori che prevalentemente lavorano in piccole attività senza diritti o a conduzione familiare. Poi c’è un’altro elemento che minaccia e grava sul sistema produttivo italiano; la carenza di lavoratori, che si manifesta con la difficoltà dei datori di lavoro a coprire i posti vaganti. Anche perché l’andamento delle nascite implica che la forza lavoro in Italia invecchia rapidamente: se nel 2002 ogni 1.000 persone che avevano un’età compresa tra 19 e39 anni ce n’erano poco più di 900 aventi 40-64 anni, oggi questi ultimo sono 1.400 e i lavoratori più anziani sono quelli che operano nella pubblica amministrazione, dove si trovano ben 3,9 lavoratori anziani ogni lavoratore giovane e più di 191 mila giovani, ogni anno lasciano il nostro paese per andare all’estero.
Le guerre di Donald Trump
La guerra tra Israele e Iran sta assumendo sempre più un conflitto che può diventare mondiale e ancora una volta serve a Trump per dimostrare il suo potere; egli però non capisce che il mondo è cambiato e non è come pensa lui, con i cannoni della seconda guerra mondiale. Intanto cominciamo con il dire che sul panorama mondiale, oggi, tutti gli stati mondiali, anche quelli che oggi sono considerati più deboli negli armamenti sono in grado di reggere un confronto con il più potente, a meno che non si voglia utilizzare l'atomica. Sappiamo però che questo significherebbe la fine dell’essere umano. “Io non avevo dubbi l’ho anche scritto nei miei approfondimenti” , che la guerra tra Israele e Iran sarebbe esplosa, perché è parte integrante della politica di Trump di avere come gendarme del medio oriente (Netanyahu). Ma Trump si chiama fuori perché lui è per la pace e non per la guerra... e poi gli serve per spostare l’attenzione dell’opinione pubblica sul fallimento della pace tra Ucraina e Russia e sul cessate il fuoco nella striscia di Gaza (cosi si spiegano i 40 miliardi di Trump promessi a Zelensky e spostati in favore di Netanyahu in armamenti).
E poi diciamolo… sui dazi è stato un altro fallimento e Trump la butta in confusione facendo la guerra agli immigrati (perché oggi è l’argomento che produce più consensi in tutto il mondo, a quanto pare). La stessa operazione sta tentando di fare con l’Europa. L'attacco di Trump all’Europa è un modo per dire che la guerra con Ucraina e la Russia ce la dobbiamo sorbire noi europei a difesa della Ucraina (sapendo perfettamente che l’Europa in questo momento è debole).
E' il solito metodo americano: ti porta alle stelle e poi ti abbandona … mentre Trump con la Russia cerca di fare affari , perché questo gli può consentire il lascia passare sull’Iran e recuperare rapporti in medio oriente attraverso il gendarme di turno ( Netanyahu).
Infatti non tutti sanno che per tacitare le coscienze, la comunità internazionale continua a far giungere nei Territori palestinesi un fiume di aiuti umanitari, mentre le distruzioni della guerra a Gaza, le tragiche condizioni di vita delle popolazioni Palestinesi e la negazione del decantato principio del diritto rendono palese lo strabismo connivente della politica internazionale e minano l’auto sufficienza di un popolo alla ricerca di un proprio Stato.
Oramai è chiaro che l’Occidente sta commettendo un grave errore nel non pretendere il rispetto della risoluzione ONU, cioè il riconoscimento dello Stato palestinese così come lo Stato ebraico: due Stati e due popoli. La comunità internazionale continua a distinguere le due questioni “gli aiuti e la politica “. La cosa incredibile che non viene resa pubblica e che la Palestina ottiene i finanziamenti occidentali per costruire case strade ospedali e infrastrutture per il benessere della popolazione e puntualmente Israele per combattere Hamas o chi per loro invade la Palestina distruggendo tutto ciò che la comunità internazionale ha finanziato. Le spese per la ricostruzione spettano all’invasore, mentre per Israele spetta di nuovo alla comunità internazionale e in virtù di un privilegio internazionale, pur invadendo un paese “sovrano” non paga debito. Così come per la bomba atomica: pur non essendo direttamente possessore, non è dato sapere quante atomiche ha nell’ arsenale, sempre per accordi internazionali, paesi terzi possono intervenire in aiuto per l’utilizzo della atomica a difesa dello stato israeliano.
La dichiarazione sul diritto allo sviluppo del 1986 afferma che “il diritto allo sviluppo è un diritto umano inalienabile in virtù del quale ciascuna persona umana e tutti i popoli hanno il diritto di partecipare , a contribuire e a godere dello sviluppo economico, sociale, culturale e politico in cui tutti i diritti umani e le libertà fondamentali possano essere pienamente realizzati". Ecco perché l’Europa tutta deve prendere atto che l’America di Trump non c’è più, e anche l’Italia deve affermare il diritto dei palestinesi a esistere in un proprio Stato libero e autonomo, senza vincoli.
A Latina la maggioranza al consiglio Comunale, per il riconoscimento della Palestina slitta per l’assenza della maggioranza; hanno deciso di voltarsi dall’altra parte. Va assolutamente fermata la barbarie e la belligeranza di Netanyahu nei confronti di un popolo, sempre più ridotto alla fame. E va bloccato l’atto unilaterale di bombardare Iran, che rischia di portarci tutti verso la terza guerra mondiale o al dissolvimento dell’Iran che serve a Netanyahu per distogliere l’attenzione sulla striscia di Gaza ..ma aumenterà la destabilizzazione del medio oriente purtroppo.
Con 14 milioni di voti conti meno di chi ne prende 12
Credo che al punto che siamo e’ oramai chiaro a tutti che la sfiducia nella politica è nelle istituzioni è arrivata ad un punto di non ritorno , parlamentari e governanti che invitano al non voto e’ incredibile ,la giustificazione è…perché lo ha fatto anche chi ci ha preceduto. E non ci si rende conto che a furia di raccontare una società non corrispondente alla realtà, il cittadino si allontana sempre di più dal voto. Allora il referendum non ha raggiunto il previsto QUORUM ma comunque ha ottenuto 14 milioni di voti ( su 26 milioni di lavoratori dipendenti di cui 17 milioni nel privato) , più della Meloni ( 12 milioni) , ma per effetto delle regole che si è dato la politica , per il parlamento con 12 milioni di voti c’è un governo che ha la maggioranza assoluta , mentre i 14 milioni che hanno votato i quesiti referendari, sono considerati perdenti , anche se, molto probabilmente, essendo un referendum complicato forse era meglio affrontarlo diversamente e poi sono anni che i referendum non raggiungono il quorum, è tempo di riformarlo ! Troppe cose non vanno bene all’ aldilà del referendum i problemi restano tutti per l’attuale maggioranza da risolvere.
La sanità Regionale, secondo il presidente Rocca e Tiero è una delle regioni più virtuose e meglio di chi c’era prima . Gli ospedali funzionano meglio di quelli che c’erano prima , i pronto soccorsi hanno, sempre secondo Rocca e Tiero, ridotto i tempi di attesa , meglio di quelli di prima . Però ci dovrebbero spiegare, questi signori, dove vivono. L’economia , come ci ricorda la Meloni , va’ alla grande , gli occupati aumentano, i redditi e i salari aumentano più di quelli di prima i pensionati hanno uno stato sociale meglio di quelli di prima , anche il deficit pubblico ( oramai oltre i tre milioni di miliardi ) ma è meglio più di quelli che c’erano prima , la lettura dei dati , del reting dati istat istituti bancari spread ecc..che vanno bene per la finanza , ma non è l’economia reale che vive la gente quotidianamente, il decreto sicurezza grida vendetta , restringimento dei diritti per chi manifesta le proprie idee ma salvacondotti per i colletti bianchi che rubano. Sulla politica estera, sempre secondo la Meloni , contiamo più di quelli di prima, ma non è dato sapere quale politica sia. Una politica basata sul io sono più bravo di quelli di prima e di te …a secondo dal versante politico ( sia maggioranza che opposizione) …a questo aggiungiamo la cosiddetta stampa e Mas media di comodo ( che noi paghiamo ) che pilota l’informazione per non dire la disinformazione.. basta gossip. Immaginate quando si applicherà a pieno l’autonomia differenziata i Lep ( livelli essenziali per la sanità che costeranno l’ira di Dio per livellare i servizi minimali tra Regioni ) il regionalismo porterà uno stillicidio tra Regioni che creeranno ulteriori problemi per la sanità per la scuola l’occupazione e l’inflazione con l’aumento del deficit pubblico e clientele mentre sarebbe stato interessante se il referendum sull’autonomia regionale non fosse stata tolta dalla consulta ( tirata per la giacca sui Lep dalla regione di Reggio Emilia e la Campania ), forse poteva essere il quesito che aggregava più cittadini.
Ecco perché, la politica tutta , si deve dare una regolata lo vediamo già oggi , si eleggono i governatori regionali e sindaci con meno del 50% degli aventi diritto al voto e poi diciamocelo, le regioni con i loro centri di spesa sono un fallimento , in particolare per La sanità e la scuola. Finché il linguaggio in politica i raffronti sono quelli che io sono stato più bravo di quello che c’ era prima e non si riporta la politica VERA nei territori e nei comuni ( questa è la vera autonomia ) coinvolgendo i giovani …oltre 160 mila l’anno lasciano il nostro paese perché non intravedono un futuro e vanno via all’estero, natività sotto zero , i salari sono i più bassi d’Europa ( più di 5 milioni di persone non cercano più il lavoro e non si curano perché sfiduciati ) . Ecco è da queste tante cose che i 14 milioni di persone hanno dato un mandato chiaro al sindacato ( CGIL in particolare) e alle forze politiche di opposizione per aprire una stagione contrattuale, sul salario e i diritti che oggi sono al palo.E poi a noi tutti, non interessa assolutamente se chi governa fa’ il paragone con chi lo ha preceduto, la politica signori , e’ una cosa seria …e non come la volete rappresentare voi… siete state eletti per governare il paese e risolvere i problemi e non per fare i raffronti con chi vi ha preceduto o denigrare i 14 milioni di voti espressi nei quesiti referendari . Una volta la Meloni esultava per i risultati delle elezioni oggi e’ costretta a rifugiarsi nell’astensione.
Tanti motivi per votare sì al Referendum
Un governo che si rispetti non può dire di andare al mare o astenersi, ancora peggio la presidente del consiglio, che dichiara di andare a votare ma non ritira le schede. Così prende in giro chi lavora e ha paura di esprimersi sui problemi del lavoro e la cittadinanza, lei vuole semplicemente consolidare il proprio elettorato avendo paura che ci siano tanti voti, con la furbata di non fare raggiungere il quorum del 50 + 1: l’importante che il referendum non superi i loro 12 Milioni di voti che gli permettono di governare il paese con la maggioranza assoluta.
Gesti irresponsabili che allontanerà sempre di più il cittadino dal voto. E' inammissibile da un governo e dal suo presidente del Consiglio invitare al non voto. Anche per coloro che vanno al mare un appello, prima di andare al mare passate al seggio per votare.
Allora cominciamo con il fare un approfondimento dei dati in un modo più reale e serio.
1- E’ noto che il tasso di occupazione è dato dal rapporto tra popolazione attiva dai 15 anni ai 64 e quella totale. In questo dato, l’invecchiamento (di 14 milioni oltre i 64 anni) e la diminuzione delle nascite porta a 10 milioni di adolescenti. La popolazione è in diminuzione da anni e ciò incide sul tasso di occupazione.
2- Le ore lavorate sono oggi inferiori a quelle del 2007 - 2008.
3- da oltre 26 mesi la produzione industriale è in calo.
4- La cassa integrazione registra più di 460 milioni di ore del 2019.
5- I dati relegati mese per mese e quelli del periodo estivo, l’occupazione aumenta sempre specie nel settore del turismo e dei servizi. Una mistificazione.
6- L’ ISTAT non conteggia le persone che lavorano, ma il numero dei contratti depositati. E’ noto che specie per i part-time ci possono essere più contratti per la stessa persona.
7- Ogni anno oltre 160 mila giovani lasciano il paese e tanti sono diplomati e laureati. Oggi ci sono più emigrati che immigrati. I disoccupati in Italia non sono il 7% ma arrivano a circa 5 milioni, inattivi disponibili scoraggiati ma vorrebbero un lavoro. Il tasso di precariato rimane al 17,3%. 8- In 5 milioni di lavoratori autonomi contiamo centinaia dì migliaia di partite IVA finte e 300 mila collaboratori “Vuoi lavorare ? Apriti una partita IVA “.
9- Le donne( sempre più penalizzate) inattive per motivi familiari sono 2,7 milioni. Gli uomini 104 mila.
10- 2,6 milioni di lavoratori a tempo indeterminato ma a part-time.
11- Gli stranieri in Italia sono 2,3 milioni pari all’ 8,7%, che in Italia lavorano regolarmente lasciando nelle casse dello Stato 8 miliardi l’anno (dati Inps) a fronte di 3 miliardi che ritornano agli immigrati in servizi e pensioni . Negli infortuni sono il 20 % ( dati INAIL ).
12- Tasso di occupazione in Europa è 75,4%, in Italia 62,1 % ( ma non siamo i primi ). Il nord 69,9 % , il sud 49,1 %.
13- 4,6 milioni i lavoratori con contratti scaduti, mentre 170 mila in crisi aziendali.
14- I salari più bassi d’Europa, eccetto la Grecia. Inflazione complessiva, attuale più quella degli ultimi 2 anni , arriva al 17,3%, il salario minimo è presente in 22 paesi dell’Europa, viene combattuto in modo vergognoso, 9 euro l’ora lorde ovvero 1200 euro al mese, quando in Germania, oggi è di 15 euro l’ora.
15- le condizioni di vita sempre più difficili. I pensionati sono il bancomat di ogni finanziaria. Solo la spesa sanitaria , di cui un anziano ha bisogno, riduce il loro potere di acquisto da anni, tutto a pagamento ( chi può ), altrimenti lunghe liste di attesa e 5 milioni di persone hanno rinunciato a curarsi , per non parlare delle bollette.
Basta, caro governo, raccontare favole, basta stampa e propaganda. Questi sono i veri motivi che il governo Meloni dovrebbe affrontare e dare delle risposte di merito e non predicare e praticare il non voto. E’ per questi motivi che l’ 8-9 giugno dobbiamo votare convinta mente per i 5 SI , non si può rimanere a guardare senza partecipare.
Le guerre di Trump e la crisi delle democrazie
È chiaro che la speranza è sempre l’ultima a morire, ma Trump ha capito o no che c’è un aggressore e un aggredito sulla guerra Ucraina? All‘aldilà delle chiacchiere, ma veramente pensate che per fare una tregua di trenta giorni c’è bisogno di una trattativa o di un memorandum. Per fare una trattativa bisogna fermare i bombardamenti che quotidianamente Putin fa sui civili all’Ucraina, altrimenti si parla di aria fritta.
Gli attacchi missilistici e le bombe le sta prendendo il popolo Ucraino mentre Trump fa discutere tutto il mondo dei suoi affari e dei dazi. Trump fa finta di non capire che Putin ( legittimato da lui stesso ) più allunga la trattativa più bombarda l’ Ucraina e più conquista territori che poi nelle trattative divide con Trump a spese del popolo inerme dell’Ucraina-
Perché nel frattempo Trump non manda armi per difendersi; l’America purtroppo con Trump si manifesta sempre più inaffidabile. Ma che cosa gli è successo a Putin, ma quali prove di pace! Il popolo Ucraino è stato venduto da Trump, basta con questa barzelletta che Trump e Putin vogliono la pace. Putin vuole l’ Ucraina e Trump le terre rare, nonostante che l’ucraina ha firmato l’accordo per l’utilizzo delle terre con l’America… con un piccolo particolare: le terre in questione per 80% sono occupate da Putin.
L’Europa sgangherata con i volenterosi, gli va dato atto, sono gli unici che tentano di mantenere il punto sul diritto internazionale e il sostegno all’ucraina, mentre tanti filosofi continuano a trovare giustificazioni o consigli sulla pelle dei più deboli, consigliando ad un popolo invaso da un tecnocrate, che dovrebbe arrendersi. Ma l’invasore non rispetta i principi del diritto internazionale, e più grave è che una nazione che si reputa democratica e civile come gli USA acconsente una tale barbarie. Prima ti porta alle stelle con armamenti, poi alle stalle i soliti metodi dell’America (vedi Vietnam, Irak, Afganistan ecc..). Anzi per acconsentire ciò, Trump fuoriesce da tutti gli organismi internazionali e disdice tutti gli accordi di coesione e multilaterali mondiali pur di affermare la legge del più forte.
Bene fa l’ Europa e i volenterosi a mantenere il punto, altrimenti veramente tutto l’occidente e il mondo sarebbe senza regole e avremmo un mondo alla mercé del più forte. Ecco, l’occidente deve decidere se sostenere l’auto determinazione dei popoli oppure sottostare alla legge del più forte, così come è stato in questi Ottant’anni che ci separano dal secondo conflitto mondiale, anche se, al momento, l’Europa non può prescindere dall’America.
Certo per l’Europa è difficile immaginare un conflitto, che solo al pensiero di una guerra; ha paura anche di affermare chi ha ragione e chi ha torto, chi ha infranto il diritto internazionale e chi sta subendo una aggressione militare, fuori da ogni logica, tutta questa situazione così complessa sta portando sempre più l’opinione pubblica verso l’indifferenza e il silenzio di Trump e del mondo incoraggia Putin a bombardare l’ucraina.
Putin rifiuta anche la mediazione della Santa Sede di Papa leone XIV e sostiene che è meglio predisporre un memorandum che stabilisce i principi per una pace duratura e non un cessate il fuoco di 30 giorni senza condizioni chiesti da tutta la comunità internazionale. Non si può assistere a questa mostruosità nel cuore dell’Europa e non possiamo avallare che chi ha armamenti più potenti: e’ il padrone del mondo o pretende di sottomettere un popolo sovrano e democratico.
Trump, con il suo fare, sta determinando in tutto il mondo la fine delle democrazie che per 80 anni hanno permesso all’Occidente pace serenità e opulenza senza guerre e sta mettendo a rischio il ruolo di superpotenza americana anche con l’Europa, partner storico degli USA. Oggi purtroppo, anche Trump si sta infatuando dei poteri tecnocratici si va sempre più verso la persona unica al potere.
Questo disegno va assolutamente contrastato dall’Europa perché l’uomo solo al potere ha sempre generato guerre e distruzioni e la storia insegna. La democrazia è in crisi di valori e partecipazione del cittadino e dei giovani, vanno nuovamente rinvigorite con riforme istituzionali e valori come per esempio. L’Europa degli Stati Uniti e l’Europa con un proprio parlamento eletto dal popolo e che legifera avendo anche una difesa comune. Non possiamo assistere alla disgregazione del mondo attraverso guerre mondiali a pezzi dove viene rimesso in discussione l’ordine mondiale e il rispetto dell’umanità e la radicalizzazione del linguaggio in politica.
In uno stato di diritto internazionale va sempre affermato il rispetto reciproco e questo dovrebbe essere sempre la regola valida per tutti e va riaffermato con forza il ruolo degli organismi multilaterali e soprattutto il ruolo delle nazioni unite.
La sanità va ricondotta a livello centrale
Sono oltre 20 anni che la sanità pubblica subisce tagli e perdita di posti letto negli ospedali , sempre più in favore del privato , che dal 26% di qualche anno fa oggi è passato a oltre il 48,6% e sempre meno medicina territoriale i pronto soccorsi gridano vendetta sempre più medici a gettone o personale medico e paramedico precario o assunto da cooperative ed è chiaro che il personale medico e specializzato, con questa situazione, va’ via dal pubblico per andare al privato e anche il cittadino spesso rinuncia ad andare al pronto soccorso perché è una via crucis.
Non si vuole capire, che il ruolo delle Regioni non è gestire i centri spesa, le regioni devono fare programmazione, salvo poi criticarle quando lo Stato centrale non è in grado di dialogare con loro o che vogliono travalicare i ruoli. Purtroppo anche la sinistra, continua a non capire che la sanità va ricondotta a livello centrale va modificato l’art. V. Bisogna prendere atto che è stato un fallimento far gestire la sanità alle Regioni in base all’art. V voluto in costituzione (da D’Alema).
La destra e la Meloni sul’ art. V pontificano i loro successi e la sinistra oltre al dire di mettere più soldi nella sanità non riesce a proporre altro. Il centro sinistra non comprende che c’è la necessità di ridisegnare un progetto politico e istituzionale che tenga conto dal rivedere l’art. V per quanto riguarda alcuni centri di spesa Regionali ( come la sanità e la scuola ) e puntare a riportare la politica e le risorse a livello territoriale , puntando anche, a una riforma elettorale e costituzionale che tenga sempre più conto dei territori con i loro rappresentanti e riportare le Regioni al loro ruolo di programmazione , fermando l’ulteriore scempio dell’autonomia differenziata che non sarà altro che inflazione , spesa pubblica in aumento , clientelismo, sprechi e disservizi per i cittadini e aumenterà il divario tra nord e sud.
Come andrebbe gestita la sanità
Il governo Meloni ha ridotto notevolmente gli obiettivi previsti dal PNRR (anche ANAC denuncia un ritardo) le case di comunità stentano a decollare si continua a tagliare reparti di medicina intensiva ne ha già tagliato 1.800 reparti di medicina intensiva in favore dei privati convenzionati, posti letto sempre di meno e la lista ricoveri si allunga. Quelle poche case di comunità, di salute o RSA che ci sono non riescono a dare una risposta seria alle problematiche, strutture inadeguate o sottoutilizzate con personale altamente specializzato ma sempre più precario, mal pagato e con poche attrezzature e strumenti a disposizione e lunghe liste di attesa. Servono finanziamenti per l’assistenza domiciliare integrata e finanziamenti per gli anziani over 65, così come per i disabili… servizi, oggi, a pagamento in base al reddito. La sanità pubblica nel 2019 era in grado di offrire 228 milioni di prestazioni tra visite ed esami, numero crollato nel 2022 a 206 milioni. Il dato più eloquente è quello dei ricoveri; Nel quadriennio 2019- 2022, gli ospedali pubblici ne hanno perso 740.788, il triplo rispetto al privato convenzionato, un ricovero su quattro avviene in strutture private accreditate.
Ecco… le strutture private convenzionate devono essere riportate a funzioni integrative all’interno di un mandato pubblico universale e non in competizione con il pubblico , non è più tollerabile avere 21 centri di spesa con 21 sanità Regionali che ci costano ben 170 miliardi, quando abbiamo i vecchi presidi ospedalieri con personale da anni assunti da fantomatiche cooperative o con contratti precari a tempo, strutture sottoutilizzate ( vedi Sezze -Cori -Priverno ecc.) non si può mercificare la salute, va fatta prevenzione nei territori . Cresce l’aspettativa di vita ma aumentano le esigenze degli anziani cresce sempre più la spesa per i ticket dei farmaci e il ricorso per le liste di attesa ai privati e aumenta la popolazione che per i costi della sanità non si cura più (sono oltre i 4,5 milioni di cittadini). L’autonomia differenziata e i LEP (livelli essenziali di prestazioni) mineranno ulteriormente la coesione sociale e aumenteranno i costi per il cittadino e il deficit pubblico (oggi oltre i 3,2 mila miliardi) certo che la scelta del governo italiano di astenersi nell’ assemblea OMS (Organizzazione mondiale della Sanità) sul patto pandemico è da irresponsabili. Serve urgentemente un piano straordinario per la coesione sociale prima che sia troppo tardi, salviamo il servizio sanitario nazionale e bisogna avere il coraggio politico da parte dei partiti nel fare le riforme.
I referendum nel dimenticatoio tra oscurantismo e astensionismo
I referendum del 2025 hanno riacceso un forte dibattito pubblico. Da un lato, le forze promotrici li presentano come strumenti di giustizia sociale. Dall’altro, alcuni esponenti politici e associazioni di categoria esprimono preoccupazione per gli effetti economici e normativi che l’eventuale abrogazione di certe leggi potrebbe comportare. In particolare, il quesito sulla cittadinanza ha aperto uno scontro più ideologico che tecnico e reale. Per alcuni, la riduzione del tempo di attesa è un segnale di apertura e civiltà. Per altri, rischia di diventare una sanatoria di fatto, con implicazioni politiche e sociali delicate. Anche il quesito sul reintegro dei lavoratori licenziati divide profondamente: c’è chi lo considera una tutela irrinunciabile e chi, invece, teme possa scoraggiare le assunzioni. Anche la responsabilità delle imprese negli appalti è un tema controverso: si confrontano visioni diverse su cosa significhi davvero garantire sicurezza senza bloccare il mercato.
Quesito 1- Reintegro nel Posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo.
Se approvato, il referendum comporterebbe l’abrogazione totale del decreto legislativo n.23/2015 (Job Act) eliminando le tutele crescenti e consentendo di applicare a tutti i lavoratori il sistema di tutele precedenti, basato sulla valutazione del giudice, se il licenziamento è illegittimo, c’è il reintegro nel posto di lavoro, mentre oggi c’è semplicemente un indennizzo economico predeterminato.
Quesito 2 - Maggiore tutela nei licenziamenti delle piccole imprese.
Se approvato, il referendum eliminerebbe i vincoli normativi al risarcimento, aumentando potenzialmente le tutele economiche per chi lavora nelle piccole imprese, in caso di licenziamento senza giusta causa, dando così, libertà al giudice di determinare l’entità del risarcimento in base alle circostanze specifiche del caso, come già avviene in altri settori del diritto del lavoro.
Quesito 3 - limiti ai contratti a termine e ritorno all’obbligo della causale.
Se il quesito sarà approvato, si tornerà a un sistema in cui ogni contratto a termine dovrà essere giustificato da esigenze concrete, aumentando la tutela dei lavoratori contro la precarizzazione.
Quesito 4 -Responsabilità negli appalti e sicurezza sul lavoro.
Se il referendum avrà esito positivo, la responsabilità del committente sarà rafforzata con l’intento di aumentare la sicurezza dei lavoratori, spingendo le imprese a esercitare un maggiore controllo sull’operato di chi viene incaricato attraverso appalti o subappalti.
Quesito 5 - Cittadinanza italiana dopo 5 anni di residenza legale.
Se approvato il referendum ridurrebbe da 10 a 5 anni il periodo di residenza necessario per fare richiesta di cittadinanza, favorendo l’integrazione degli stranieri che vivono stabilmente in Italia e garantendo automaticamente il diritto ai figli minorenni.
Questa riforma risponderebbe meglio alla realtà sociale di oggi, riconoscendo il ruolo attivo degli immigrati nella vita economica e culturale del nostro paese. Per concludere, votare è un diritto e un dovere civile e di democrazia previsto dalla nostra costituzione, problema questo che sta dividendo le forze politiche del nostro paese, perché affinché i vari quesiti e il referendum siano validi ha bisogno di raggiungere Il quorum del 50% più 1 degli aventi diritto al voto, problema questo, da non sottovalutare, anche se, il quorum andrebbe abolito o modificato, attraverso una modifica costituzionale, e conteggiare i voti a favore e contrari. L’ 8 e il 9 giugno o per il SÌ o per il NO è giusto esercitare il voto, no all’astensione … può essere l’occasione per riavvicinare i cittadini che sempre più, in questi ultimi anni si sono allontanati dall’esercizio del voto, ma potrebbe essere il riscatto dei più giovani per il bene e la costruzione del loro futuro attraverso l’affermazione dei diritti.