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Il Pd partito autoreferenziale, senza presa sulla realtà

Nov 13, 2024 Scritto da 

 

 

Come una barchetta in mezzo al mare, che spesso si fa tempesta, il Pd di Sezze nel corso dell’ultimo decennio di rotte e di occasioni ne ha perse tante, anche se la bussola, per qualcuno, è sempre stata perfetta, a piombo, per seguire le correnti giuste e per approdare su mete ambiziose o per garantirsi posti al sole. Negli ultimi anni i tentativi di cambiare comandante e mozzo non è ha sortito grandi risultati, anche se va premiato il merito di chi ci ha messo sempre la faccia. Sta di fatto però che il Pd di Sezze è diventato un partito che fa difficoltà ad essere se stesso, a fare politica e in questo momento opposizione all’attuale amministrazione comunale. E’ un partito che pensa ancora alla grande ma poi è costretto a misurarsi con piccoli numeri, con risultati deludenti e avvilenti. E’ un partito che rappresenta l’ombra di quello che per poco è stato e ha rappresentato. Oggi il partito è stato rimodulato e ritoccato nei suoi organismi direttivi e con alcune presenze che rimangono da sempre, mentre altri storici rappresentanti sono andati via a causa di scelte non condivise, soprattutto dopo l’ultima debacle elettorale.

L’avvocato Luigi De Angelis è uno di quelli che, pur rimanendo un tesserato del Pd, è uscito dal direttivo insieme ad altri storici componenti che hanno aderito da tempo concretamente e pubblicamente alla corrente di Elly Schlein, vincitrice anche a Sezze delle primarie, rispetto ad altri che ne hanno preso le distanze perché non si riconoscevano nell’attuale segretaria nazionale. De Angelis è stato presidente del Pd lo scorso anno per circa un anno e mezzo, è stato segretario della Margherita di Sezze e uno dei fondatori del Pd setino e resta convinto che “la politica è servizio, non uno strumento per l’affermazione personale e per l’appagamento del proprio ego.”  

Acque fortemente agitate nel Pd a tutti i livelli da quanto emerge dalle dichiarazioni dei vertici, a partire da quello che sta accadendo a Frosinone. Si ritorna a parlare di resa dei conti e di correnti che chiedono conto sulle composizioni di commissioni e altro. Sezze sembra aver anticipato i tempi rispetto alle direzioni regionali e provinciali. E’ così?

“Molto sinceramente sono sempre stato sempre estraneo a queste logiche che, secondo me, non hanno nulla a che fare con una politica attenta ai problemi delle persone, che si misurano quotidianamente con un sistema sanitario che non garantisce il diritto alla salute, con una crescente precarizzazione del mondo del lavoro, con l’allargamento della platea dei poveri. Le persone sono prese da questi problemi e si aspetterebbero altro dalla politica. Le rese dei conti tra cacicchi cui assistiamo, servono soltanto ad allontanare le persone dalla politica, che viene percepita come funzionale solo agli interessi personali di alcuni. Il fenomeno dell’astensionismo che cresce ad ogni tornata elettorale lo dimostra. Non so se Sezze abbia anticipato questi fenomeni, ma sicuramente non ne è esente: basti pensare al livello di astensionismo nella nostra città nelle ultime tornate elettorali, ben superiore alle medie nazionali”.

Il gioco delle carte e delle tessere torna sempre di moda quando c’è da dividere il potere. Le correnti nel Pd come in altri partiti ci sono sempre state, hanno generato carriere, eppure a Sezze qualcuno aveva definito la corrente di Elly Schlein addirittura fantomatica. Oggi gli stessi sosterrebbero il contrario?

“Le correnti in un grande partito democratico sono fisiologiche e rappresentano una ricchezza politica e culturale, se contribuiscono a costruire la linea politica. I problemi cominciano quando si trasformano in meri strumenti di controllo del partito, funzionali alle ambizioni personali dei capibastone, e impediscono lo sviluppo di un dibattito aperto e plurale. I pacchetti di tessere, il pesarsi sulla base delle truppe cammellate è un giochino un po’ infantile politicamente parlando. Un partito serio dovrebbe preoccuparsi di allagare la propria base di partecipazione, cercando di essere inclusivo. Personalmente ho sostenuto alle primarie nazionali Elly Schlein come candidata alla segreteria nazionale e sono convinto che è stata la scelta più giusta per il PD, non ultimo perché è stata percepita come una ventata di novità e di cambiamento. Anche a Sezze Elly Schlein ha vinto ampiamente, nonostante fossimo in pochi a sostenerla. È stato un segnale forte che non è stato raccolto a mio modesto avviso e si è scelto di andare avanti senza tenerne conto. È innegabile che dentro il PD ci sono personalità, anche di spessore, che hanno costruito le proprie carriere politiche, anche di alto profilo, grazie alla capacità di barcamenarsi tra una corrente e l’altra, spesso anche piccole, ma in grado di garantire loro ruoli e posizioni negli organismi di partito e in parlamento. Prendo atto, ma è una logica che mi è estranea. Probabilmente è un mio limite personale. Fantomatica la corrente di Elly Schlein? I fatti di queste ultime settimane dimostrano che non è affatto fantomatica. Forse qualcuno avrebbe desiderato che lo fosse, ma tra desiderio e realtà a volte c’è uno scarto notevole. Registro che, e non solo all’interno del PD, l’esistenza di questa area ha creato qualche apprensione, probabilmente perché qualcuno è poco avvezzo al dibattito politico aperto e libero da vincoli di qualsiasi genere. Prima o poi se ne farà una ragione”. 

Cosa è mancato e cosa manca nel Pd di Sezze?

“È dal congresso cittadino del PD di alcuni mesi fa che ho deciso di fare un passo indietro, di stare fuori dagli organismi dirigenti del partito. La mia non è stata una decisione personale e unilaterale, insomma un colpo di testa, ma l’ho condivisa con altri amici e compagni. Non abbiamo lasciato il PD e non intendiamo farlo. Il PD è casa nostra, politicamente parlando, e molti di quelli che hanno fatto questa scelta rappresentano un pezzo importante della storia della sinistra setina. Abbiamo constatato purtroppo che non c’erano le condizioni per la nostra partecipazione. Dopo la pesantissima sconfitta alle ultime elezioni comunali c’era bisogno di un cambio di passo, di costruire un progetto politico serio, capace di proporsi come alternativa alle destre e all’attuale amministrazione. Si è preferito continuare lungo una strada politicamente sbagliata, chiudendo alla possibilità di aprire un confronto serio con il popolo della sinistra sulla linea politica e sul tipo di opposizione da mettere in campo. Non abbiamo mai fatto questioni personali contro nessuno degli attuali dirigenti, ma soltanto di contenuto politico e di progettualità. Un partito non può essere strutturato in maniera autoreferenziale e personalistica. Il PD di Sezze ha perso la presa sul territorio, non è un punto di riferimento per i gruppi e le categorie sociali ed economiche, per i giovani, per le donne, per i lavoratori, per i disoccupati e per le fasce più povere. La credibilità della classe dirigente di un partito come il PD passa attraverso la capacità di dare rappresentanza al tessuto vivo della nostra città. Bisogna ripartire dalla concretezza dei problemi e delle aspettative dei cittadini di Sezze. Serve insomma la politica”.

Pubblicato in Cum Grano Salis
Ultima modifica il Giovedì, 14 Novembre 2024 07:00 Letto 388 volte
Alessandro Mattei

Direttore Responsabile

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