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La spiritualità di Aldo Moro

Set 10, 2023 Scritto da 

 

 

“Se posso permettermi di dire una parola, perché bisogna stare molto attenti a parlare di Moro, io credo che tutta la sua cultura non sia altro che una ricerca di quell’Assoluto, di quell’Eterno, di quella Verità che egli aveva in sé: qui non c’è che una rilettura del Vangelo. Sulla specie di chi? No, mi rifiuto, sulla falsa riga di chi? Mi rifiuto! Sulla sua personale concezione! Non è possibile rivedere in lui modelli o tipi o orientamenti o anche categorie, o anche filoni di pensiero; direi che non può neppure vedersi qui solo il cristiano, se per cristiano intendiamo solo una posizione del pensiero metafisico. No! Ancora di più, è il cristiano che non vuole perdere la realtà del mondo, che vuole ricondurlo ad una unità che è quel valore, quella verità che è in sé. Quasi direi che Moro ha superato lo stesso Cristianesimo, come noi lo intendiamo quotidianamente, per cogliere tutto ciò che è vero in chiunque” (Renato Dell’Andro).
 
Aldo Moro rappresenta una figura importantissima nella storia del nostro Paese.
 
In questi anni molto è stato scritto sullo statista democristiano, in particolare sul suo sequestro avvenuto in via Fani il 16 marzo 1978, nel quale furono trucidati gli agenti della scorta, sui 55 giorni della sua prigionia nelle mani degli uomini delle Brigate Rosse, sulla sua esecuzione nel covo di Via Montalcini e sulla sua attività politica all’interno della DC e nelle istituzioni democratiche. Nonostante gli sforzi compiuti, la ricostruzione di quanto accaduto è ancora per larghi tratti lacunosa, avvolta nel buio delle motivazioni politiche, delle quali sono stati strumento più o meno consapevole i terroristi, e condizionata da un omertoso silenzio da parte anche di tanti che hanno ricoperto ruoli di primo piano all’interno degli organi dello Stato. Il lavoro delle Commissioni parlamentari e i processi celebrati hanno prodotto montagne cartacee di documentazione, insufficienti però a scrivere una parola definitiva e a stabilire in modo netto le responsabilità.
 
Uno degli aspetti della personalità di Aldo Moro sicuramente meno indagati è la centralità della fede cristiana nella sua vita, intesa come dimensione insostituibile della sua quotidianità. Eppure basta avvicinarsi alla sua persona e ai suoi scritti per accorgersi come la profonda adesione a Cristo abbia rappresentato il filo conduttore che ha orientato il suo pensiero e innervato le sue relazioni personali e familiari, la sua attività di docente universitario e il suo impegno politico, pragmatico e aperto al dialogo paziente e pacato, sempre rigorosamente rispettoso della laicità delle istituzioni, del pluralismo, della libertà personale e caratterizzato dal rifiuto di ogni integralismo e fondamentalismo. È per questa ragione che il libro di Giancarlo Loffarelli, La spiritualità di Aldo Moro nelle lettere dalla prigionia, costituisce un contributo prezioso che ci restituisce lo statista democristiano nella sua integralità, ci consente di comprendere appieno i valori che hanno modellato la sua persona e hanno costituito il substrato etico del suo agire concreto, attraverso cui ha lungamente influenzato e indirizzato i processi di sviluppo sociale, politico e culturale dell’Italia, contribuendo in modo decisivo ad individuare soluzioni condivise ai problemi.
 
L’angolo visuale da cui Giancarlo Loffarelli parte nella sua ricerca è certamente particolare, ma tutt’altro che limitato e limitante. Infatti le lettere dalla prigionia di Aldo Moro ci consentono di cogliere in pieno il suo percorso di formazione e maturazione spirituale, di comprendere la complessità e la peculiarità della sua persona, di scoprire un uomo in continua ricerca dell’ulteriore e mai appagato, consapevole che la fede è relazionalità che unisce, è lasciarsi mettere in discussione dalla Parola, è coscienza del proprio limite e della propria inadeguatezza, è rimettersi alla volontà di Dio pur avvertendo l’estrema fatica nel compiere una simile scelta.
 
Aldo Moro era convinto che ogni azione, personale e collettiva, dovesse essere sempre illuminata dalla fede. Nella sua visione la persona umana è un bene supremo, che possiede in sé valori assoluti e li esprime nel pensiero e nell’azione,  incarnandoli concretamente e aderendovi integralmente con intelligenza e dinamicità nel divenire della storia. La caratteristica peculiare dell’essere umano è l’io che si sente proiettato radicalmente verso la pienezza dell’essere, che anela alla realizzazione di sé mediante una spiritualità che lo innalza verso la verità suprema, pur operando nel mondo dell’immanenza e realizzandosi nella continua vicenda del suo divenire, come intelligenza operante, come verità che si fa storia. La distinzione tra i piani spirituale e temporale non costituisce per Moro una separazione tra mondi tra loro autonomi e incomunicabili, ma un distinguere per unire, un cercare di realizzare in modo coerente sia la vocazione intellettuale e temporale, facendo uso laicamente dei metodi propri della sua disciplina, sia la vocazione spirituale di credente. La dimensione politica fa parte del quotidiano peregrinare dell’uomo nella storia e pertanto anche tale aspetto per Aldo Moro deve essere illuminato e vivificato dallo spirito, dal colloquio intimo nel profondo del cuore, anzi della coscienza, con Dio, che si estende e si dilata nella comunicazione e nella responsabilità verso gli altri, nella disponibilità a recepirne il valore e mai nella violenza, nella sopraffazione e nel consapevole rifiuto della legge morale. Al riguardo Norberto Bobbio scrive che Moro si è sempre preoccupato di “trasfondere nell’azione politica quotidiana alcuni principi generali e direttivi di cui si era nutrito nella sua formazione religiosa ed etica giovanile, e a cui rimase fedele nella sua lunga milizia” (Bobbio N. (2016). Diritto e Stato nell’opera giovanile di Aldo Moro, in F. Mastroberti, A. F. Uricchio, eds. Il pensiero e l’opera di Aldo Moro).
 
Il libro di Giancarlo Loffarelli ci guida in modo originale e sapiente in questo viaggio nella spiritualità di Aldo Moro, facendoci comprendere che essa costituisce un tutt’uno con la sua persona, si manifesta ad un livello assai vasto e profondo e rende il suo pensiero massimamente vivo e attuale. Grazie al suo esemplare percorso di vita, nel quale la fede dà luce ed illumina ogni esperienza, vediamo in lui veramente l’uomo che nella ricerca della verità ha sempre messo in discussione se stesso e per questa verità ha cercato e ha saputo realizzare scelte etiche decisamente coerenti, incarnando quei valori supremi che sfidano il tempo e fanno dell’uomo l’imago Dei.
Pubblicato in Riflessioni

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