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Meglio un giorno da Leoni...

Giu 15, 2025 Scritto da 

 

Nel vuoto frastuono della retorica politica che regna sovrana nel nostro Paese, sono bastate le parole pronunciate da un giovane, Simone Leoni, da sempre militante in Forza Italia, per smuovere le acque stagnanti e squarciare il velo dell’ipocrisia, per far emergere con nettezza una verità evidente ed innegabile: il governo dell’Italia è nelle mani di una destra estrema, radicale e intollerante, allergica ad ogni forma di pluralismo culturale, refrattaria al dialogo e al confronto con le diversità sociali, insomma una destra ideologica e chiusa su se stessa, prigioniera di schemi di ragionamento e di lettura della realtà fondati su un sistema valoriale desueto, ammuffito e ampiamente fuori dalla storia, animata soltanto da un furente spirito di rivalsa e da una arroganza insostenibile.

 
In questo strano passaggio storico che siamo chiamati a vivere, in cui assistiamo al costante rovesciamento della verità e alla distorsione sistematica dei fatti, il rivendicare orgogliosamente una definita e coerente identità liberale e democratica è considerato dalle destre estremiste guidate da Giorgia Meloni un atto ardimentoso, una sfida aperta e inammissibile al conformismo imposto da chi ritiene un pericolo mortale per sé e il proprio giro di strettissimi e fedelissimi sodali chiunque osi esercitare un minimo di pensiero critico e mettere in discussione certi assetti sclerotizzati e il sistema di potere che stanno meticolosamente costruendo mediante l’occupazione scientifica e sistematica di ogni ambito della struttura dello Stato.
 
Simone Leoni con il suo discorso di esordio come neosegretario dei giovani di Forza Italia, al termine di un congresso in cui è stato eletto per acclamazione, è riuscito a terremotare il quartier generale delle destre al governo. Si è trattato di un intervento durissimo nella sostanza, anche se assolutamente garbato nei modi e nei toni, con il quale ha preso nettamente le distanze dalle posizioni estremiste e dal linguaggio greve ed offensivo che caratterizzano gli interventi di molti esponenti della coalizione di governo ed ha rivendicato la propria appartenenza ad una cultura moderata, liberale e democratica. Colpisce sicuramente che questa presa di posizione lucidissima e le aspre critiche che l’anno caratterizzata vengano non da un esponente dei partiti di opposizione, ma da un rappresentante di una forza politica che fa parte della maggioranza di governo.  
 
Senza mai citarli direttamente Simone Leoni ha stigmatizzato quanti strumentalizzano temi sensibili come disabilità, razza e orientamento sessuale per fini politici e mediatici, quanti sostengono che i bambini disabili vadano separati dagli altri, che chi ha la pelle nera non è italiano, che chi è gay non è normale ed ha ricordato che ci sono ragazzi e ragazze che per certe parole violente arrivano a togliersi la vita. Il riferimento all’ex generale Roberto Vannacci era assolutamente voluto…..
 
La reazione furente che è seguita da parte di molti importanti leader della maggioranza, Matteo Salvini e Roberto Vannacci tra tutti, e il tentativo di screditare, silenziare e marginalizzare Simone Leoni, facendo scendere in campo addirittura il padre, un genitore che ha brillato per la totale assenza e l’assoluto disinteresse verso il proprio figlio (a proposito di Dio, Patria e Famiglia…….), raccontano che quelle parole hanno colto nel segno, hanno toccato nervi scoperti e sensibili e che in assenza di argomenti per controbattere a quelle prese di posizione, le destre come sempre utilizzano la strada dello screditamento e della denigrazione personale. La gogna mediatica cui Simone Leoni è stato sottoposto dà la misura morale di questa destra e l’aver usato un genitore inesistente è uno dei punti più bassi e miserabili mai toccati in un dibattito pubblico.
 
Sicuramente le parole di Simone Leoni segnano una frattura simbolica nel centrodestra, una frattura culturale e politica tra chi guarda ai valori della destra liberale, garantista e liberista, e chi invece cavalca una identità conservatrice, muscolare e nazionalista.
 
Il neosegretario dei giovani di Forza Italia può rappresentare, nel bene e nel male, il volto nuovo della destra italiana, un seme di speranza per una proposta moderata e democratica che faccia propri i temi civili e la promozione dei diritti delle persone, unitamente alla sinistra e al mondo progressista, nella convinzione che questi fanno parte di un substrato condiviso, un’appartenenza ideale e valoriale che prescinde dagli schieramenti e dagli interessi di parte delle singole forze politiche.
 
Se è vero che la politica oggi premia per lo più quanti gridano più forte, questa vicenda dimostra però che anche la sobrietà e il coraggio possono fare rumore e mettere in discussione stereotipi e sistemi di potere consolidati.  
Pubblicato in Riflessioni

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