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Nicola Schiavone: un destino comune

Nov 06, 2020 Scritto da 
Nicola Schiavone

 

 

Certe storie umane, a volte, camminano in parallelo, si assomigliano. E’ quello che il destino, o meglio la natura, ha riservato a Nicola Schiavone e ad altri che, come lui, hanno avuto la vita segnata da un figlio disabile fin dalla nascita. All’apparenza può sembrare che questa immane tragedia sia il frutto di un crudele destino, cinico e baro, di una sventura inconsolabile e irrimediabile. In effetti, una vita interamente vissuta accanto al figlio malato, momento per momento, senza un attimo di pausa, senza la possibilità di programmare il domani, con la mente sempre rivolta a lui che dipende interamente da te, nel corpo e nell’anima, può apparire umanamente una disgrazia infinita, un tunnel senza luce. All’inizio è così, ma poi, piano piano, accanto a lui, si riscopre il senso e l’essenza della vita. Ti accorgi che l’esistenza del figlio disabile è intimamente legata a te, che lui non può fare a meno di te e che tu non puoi fare a meno di lui. Si tratta veramente di un amore infinito e indescrivibile, due anime in un solo corpo! Lui vive solo se ci sei tu. Ti aspetta per mangiare, per bere, per andare a dormire, per tutte le sue necessità corporali. Poi, quando sventuratamente egli ti viene a mancare, allora il mondo ti casca addosso. Che senso ha più la vita? Il tempo si ferma, un silenzio assordante ti oscura la mente. Ti accorgi che era lui/lei a dare un significato alla tua esistenza, che era lui/lei a darti la forza di vivere, di sperare, di lavorare, di amare, di aspettare l’alba di un nuovo giorno. Quante volte, incontrando l’amico Nicola, ci siamo scambiate queste emozioni, queste sensazioni, queste sofferenze nascoste dentro ma anche tante speranze e a volte…le attese di un miracolo, di un evento straordinario. Ci parlavamo senza parole! Ci guardavamo intensamente negli occhi che, immediatamente, si illuminavano e si inumidivano di lacrime. Ora Nicola riposa in pace. La malattia lo ha sconfitto, lui che non si è mai arreso. Non ce l’ha fatta: anche questa volta, per l’ultima volta, il crudele destino ha infierito contro di lui. Ma questa volta la sua speranza diventa certezza, diventa realtà. Non so dove ma i suoi due figli, Emanuele e Raffaele, lo potranno riabbracciare e stringere fortemente, per sempre! Un abbraccio a Santina e Natascia.

 

Pubblicato in La Terza Pagina
Vincenzo Mattei

 

Dirigente scolastico e pubblica amministrazione

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