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Le parole sono importanti

Mar 25, 2021 Scritto da 
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Questa che segue vuole essere una riflessione personale esclusivamente sull’uso del linguaggio che in questi ultimi giorni ha riempito i nostri canali social, scatenati in seguito agli ultimi avvenimenti per i brutti fatti del cimitero e che hanno portato poi alla crisi amministrativa e alle dimissioni del Sindaco Di Raimo.

 “Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!”. Così Michele Apicella (Nanni Moretti) nel film Palombella Rossa (1989) rispondeva alla giornalista a bordo piscina, riprendendola di brutto per l’uso decisamente approssimativo e sgarbato di alcune forme linguistiche espresse in italiano. Ognuno di noi, quando decide di intervenire pubblicamente in un dibattito pubblico, in questo caso solo virtuale, dovrebbe avere sempre l’obiettivo di essere il più chiaro possibile e di usare parole cristalline, senza troppi giri di parole fumose e senza essere troppo offensivo delle posizioni o diritti altrui, usando al meglio la lingua italiana e la tempestività della comunicazione.

Per sintesi, ne è scaturita una pagella, un po’ semiseria (non sparate al tastierista da strapazzo), con tanto di voti che lasciano il tempo che trovano.

Per ulteriore chiarezza, non voglio con questo esprimere giudizi di merito sulle indagini, né sulla prassi amministrativa o sulle prese di posizione politiche dei diversi attori scesi in campo; è solo una riflessione sui diversi stili comunicativi, sulle parole più o meno controllate che sono state usate e per provare a non pensare alla drammaticità di altre parole, quelle scolpite nei provvedimenti della Procura della Repubblica.

  1. I commenti social incivili:

Leggendo i commenti alle notizie in questione condivise su Facebook dai locali giornali online o singoli cittadini, ci si imbatte troppo spesso in parole (non più di 4 o 5) in un italiano sgrammaticato e con epiteti irripetibili, offese personali dirette a destra e manca, quasi sempre oltre i limiti della decenza pubblica. Come se si fosse aperta la gara a chi la spara più grossa, senza controllo e filtro alcuno, anche da parte di persone che solitamente non commentano mai e non postano alcunché, leoni da tastiera per un giorno a rischio vero di querele della controparte offesa. Torna alla mente la frase di Umberto Eco: "I social network sono un fenomeno positivo ma danno diritto di parola anche a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Ora questi imbecilli hanno lo stesso diritto di parola dei Premi Nobel". Tutti hanno il diritto di commentare ed intervenire in un dibattito che si è aperto per questi fatti di Sezze, ma lo si faccia con decenza e riflettendo bene prima di scrivere, magari articolando meglio il pensiero con le giuste parole e senza pensare di essere immuni da peccati, ricordando che in quella gogna pubblica potremmo finirci tutti prima o poi. Voto 0 (zero)

 

  1. I comunicati di associazioni varie:

Diverse associazioni setine non hanno perso l’occasione per battere un colpo ed intervenire nel dibattito con interventi perlopiù ben scritti e composti, anche con riferimenti dotti e alti. Alcune di queste, più politicizzate, hanno approfittato per togliersi vecchi sassolini dalle scarpe e aprire in largo anticipo la campagna elettorale verso Palazzo De Magistris; altre associazioni con critiche inappuntabili su quanto accaduto tendono a sottolineare come la perdita dei valori etici della politica rappresenti una piaga costante della vita sociale e politica; altre ancora, solitamente afone, impegnate in un continuo letargico soliloquio nel proprio enclave, che invitano la cittadinanza alla riscoperta del valore della legalità pubblica, mentre in altre recenti occasioni in cui lo stesso alto valore della legalità era stato parimenti minacciato, si erano distinte per l’assenza, distratte o in conflitto intimo: Voto 4 (la media tra 6, 4 e 2).

 

  1. I quotidiani online

In genere hanno riportato le notizie nude e crude, quasi sempre asetticamente, senza commenti di redazione o riflessioni più approfondite sui dettagli più personali o sulla politica. Hanno dato spazio a tutti coloro che hanno avuto da dire sulla vicenda – anche persone singole senza organizzazioni strutturate alle spalle – quasi sempre virgolettando i comunicati ed evitando di scrivere corsivi dai toni giustizialisti. Qualche direttore più navigato, rifugiandosi nell’alveo del terreno favorito, ha preferito cavalcare lo stile ironico della satira, tra dialetto e citazioni di canzone d’autore. Un plauso sincero, in altri tempi pre-social saremmo stati tutti in attesa delle voci di corridoio o del quotidiano in edicola del giorno dopo, invece siamo stati aggiornati praticamente in tempo reale, come succede durante le crisi del Governo nazionale (sono mancate le dirette video, ma in tempo di Covid ci possiamo accontentare) Voto 7+.

 

  1. I comunicati dei gruppi consiliari e dei singoli consiglieri

Un po’ in ritardo rispetto ai tempi rapidi della comunicazione moderna e alle attese dei cittadini, sono arrivati anche i comunicati dei consiglieri comunali (non tutti a dire il vero). Sono stati scritti con calma a tavolino, riflettendo e pesando le parole, a tratti eleganti e senza traccia di rabbia, sono percepiti dal lettore medio quasi tutti simili però: un po’ a scusarsi di non aver saputo vigilare l’incresciosa situazione, poi a ricordare i princìpi ispiratori della propria illuminata azione e infine a rivendicare gli sforzi profusi, i successi e i risultati amministrativi ottenuti (?!?!). Tutti d’accordo (o quasi) nel ritenere ormai chiusa l’esperienza amministrativa iniziata nel 2017 con l’elezione del Sindaco Di Raimo (ringraziato, come dovere istituzionale da tutti). Una annotazione critica e cattivella: queste lettere pubbliche risultano confezionate con uno stile ed una chiarezza comunicativa molto ben superiore alla qualità media degli interventi in aula, quelli declamati a voce durante le sedute pubbliche del Consiglio comunale, spesso difficili da capire, disordinati, infarciti di frasi fatte in politichese, battute e cadute di stile fuori luogo. Voto 6.

 

  1. Comunicati degli Assessori, vice Sindaco escluso.

Non pervenuti, d’habitude… S.V.

 

  1. Comunicato del partito del Sindaco

Chi lo ha visto? Nonostante le molte penne in servizio permanente effettivo, ben avvezze a comunicare e commentare sui social con costanza bulgara anche il minimo spostamento d’aria dalle parti della Pisana, non risulta finora pervenuto alcun commento ufficiale scritto; solo voci di corridoio e tanti si dice. Voto: N.V.

 

  1. Comunicati del Sindaco

Tre (o quattro, cinque) in tutto: il primo neutro, di prassi, senza anima, subito dopo gli arresti dichiarando di essere come Autorità a disposizione della magistratura (e vorrei vedere…). Il secondo, tardivo e improprio, arrivato solo per comunicare non le sue ma le dimissioni del vice Sindaco; poi quello in cui era annunciata la volontà di dimettersi, invitando anche tutti i consiglieri a fare altrettanto: insolito nella sostanza oltre che nella forma, troppo sibillina per un Sindaco nel guado di un passaggio cruciale (dimissioni sì o no?). Tanto che subito dopo, quando tutto il paese parlava ormai di dimissioni del Sindaco come un dato assodato, c’è stato bisogno di una precisazione, non equivalendo sostanzialmente la prima lettera a vere e proprie dimissioni. Infine, con l’aumento del numero delle dimissioni ufficializzate dai singoli consiglieri, la lettera di dimissioni vera e propria, una resa incondizionata, con il linguaggio povero e freddo degli armistizi di guerra. In questo ultimo atto – ancora sub judice per 20 giorni - non si è percepita la stessa forza espressiva usata verbalmente in altri momenti della sua azione politica amministrativa, quando era sembrato un retore di altri tempi in difesa di un’operazione non andata poi a buon fine: Voto: 5, aumentato per il ruolo istituzionale rivestito.

 

  1. L’orologio della piazza

Profilo anonimo Facebook, diventato col tempo una vera e propria spina nel fianco dell’Amministrazione Di Raimo – a volte con toni e modalità espressive riprovevoli ai limiti dell’offesa personale – ha percorso costantemente il sentiero della critica irriverente più feroce - un po’ come le vignette di Charlie Hebdo – presentando video-animazioni artigianali di famose scene cinematografiche (quasi sempre di autori e pellicole ben scelte) riadattandole al contesto politico attuale e ai relativi protagonisti. In questi ultimi giorni ha regalato piccoli gioielli minori che hanno fatto sorridere un po’ il pubblico dei social, molto meno i diretti interessati spesso indignati e furibondi per l’anonimato dietro cui si nascondono gli autori. Sulla scia dello slogan sessantottesco “La fantasia distruggerà il potere ed una risata vi seppellirà!”, questa profilo ha rappresentato, comunque la si pensi, una novità assoluta per coerenza di stile e sintesi comunicativa: Voto 8.

 

P.S.

6 bis – Comunicato del Partito del Sindaco, circolo di Sezze, segretario provinciale e segretario regionale.

Nel pomeriggio del 24 marzo, dopo che questo articolo era stato inviato per la pubblicazione il giorno successivo, è arrivato (siglato con 3 firme) il tanto atteso comunicato del partito che impone un’appendice a quanto già scritto. Nel lungo comunicato si evidenzia che nessun esponente né amministratore del partito sia coinvolto nelle indagini in corso. La linea sembra quella di sempre in casi di inchieste di questo tipo: non cercate i colpevoli tra di noi. Poi i ringraziamenti di rito per lavoro, impegno e sensibilità al Sindaco uscente, ai loro assessori, al Presidente del Consiglio comunale, alle loro consigliere e ai loro consiglieri che pur non essendo in alcun modo coinvolti nelle indagini (repetita iuvant) hanno responsabilmente rimesso il loro mandato istituzionale. Poi anche un plauso di sfuggita agli altri consiglieri di maggioranza che hanno sostenuto sempre (o quasi) la giunta setina, senza nessun accenno all’assessore coinvolto nelle indagini che per 4 anni è stato il vice sindaco, unico sempre presente in giunta insieme a Di Raimo dal 2017. Passano gli anni, i giorni e se li conti anche i minuti ma lo stile sembra quello già letto e sentito altrove, sì c’è stato qualche problema ma ripartiamo più forti e coesi che pria, Sezze ha bisogno della nostra presenza. Francamente non aggiunge nulla se non una difesa di parte, autocritica di facciata e sembra scritto rimirando il proprio ombelico, più che guardando alla Comunità e prospettando un’alternativa diversa.

Voto: insufficiente.

 

Finale

Merito anch’io un voto basso – datelo voi -, non ce l’ho fatta a far finta di niente, non riesco a perdere il vizio di dire sempre e comunque la mia dall’alto della sicumera che mi rimproverano anche i miei amici più cari: Excusez-moi, si vous pouvez.

Etichettato sotto Franco abbenda    lanotiziacondivisa    scandalocimitero di sezze   
Pubblicato in Attualità
Ultima modifica il Sabato, 27 Marzo 2021 12:46 Letto 1800 volte

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