Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalita' illustrate nella cookie policy. Chiudendo questo banner o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie, per migliorare la tua esperienza di navigazione e rispetta la tua privacy in ottemperanza al Regolamento UE 2016/679 (GDPR)

Mercoledì, 23 Dicembre 2020 08:32

Natale ancora, la lettera di Don Anselmo Mazzer

 

Pubblichiamo con piacere la lettera inviataci dal caro Rev.do Anselmo Mazzer, parroco per ben 27 anni della Cattedrale Santa Maria di Sezze, oggi parroco presso Santa Maria Goretti di Latina, assistente ecclesiastico presso l'Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti nonché Assessore presso Tribunale Ecclesiastico diocesano.

________________

 

Il Natale ci richiama ad una presenza: la continua presenza di Dio che ci attira in una meravigliosa comunione con Lui e tra di noi.

In questo periodo non dovremmo vedere le luci, non dovremmo vedere la cultura del consumismo, per giungere a questa essenzialità: accogliere la Parola che si fa carne per entrare nel respiro di Dio. Se entreremo in questo itinerario, gusteremo una Presenza nel cui confronto le luci della storia sono ben poca cosa.

L’abbiamo evidenziato ultimamente nella giornata dedicata al femminicidio. L’uomo, voluto da Dio signore dell’universo, con le capacità dategli da Dio, ci sta facendo uscire da questo problema sanitario, come ha fatto tante altre volte. Ma il grande disastro crescente che riguarda la famiglia (e il femminicidio è un sintomo), il dilagare del bullismo (non se ne parla perché praticamente le scuole sono chiuse da marzo), l’aumento del consumo di alcol e di droghe, anche negli adolescenti, sono il risultato, non di mancanza di leggi, ma di una mentalità, dove Gesù Cristo è il grande assente.

Si tocca concretamente cosa vuol dire essere pieni di Cristo (e vivere con la sua mentalità) o vuoti di Cristo. Basta guardare in giro.

Ci sono genitori che ancora credono che il catechismo serva per la festa della Comunione o della Cresima. Grande illusione! Non abbiamo bisogno di comunicati o di cresimati. Abbiamo bisogno di cristiani veri che imparano, guardando i loro genitori, a crescere, vivendo la Comunione e la Cresima, nella abituale e gioiosa relazione con Gesù, attraverso il catechismo permanente e la liturgia.

La liturgia cristiana non sono cerimonie o riti, ma è l’esperienza del Signore nella gioia dell’oggi: oggi Gesù ci ama, oggi Gesù ci attira, oggi senza di Lui non possiamo vivere, oggi stabiliamo un linguaggio di amore con Lui, scelto come il criterio portante della nostra esistenza.

Carlo Acutis dovrebbe dirci qualcosa.

I Divini Misteri, celebrati come si deve, sono come fessure di luce in ogni tunnel feriale, per non essere schiacciati dalle pesantezze di ogni giorno.

Uno dei drammi che si sta vivendo è che, davanti al Natale, il criterio sono i doni, non il Dono. Questo vuol dire che non desideriamo il donarsi di Dio. Ci leghiamo troppo ad un innocuo Gesù Bambino, ma non al donarsi di Dio.

AUGURO a tutti la cosa più bella che ci sia: costruire ogni giornata partendo da Dio che ne è la sorgente, vivendo Dio che è l’anima del presente, per giungere a contemplare Dio, meta della nostra  storia.

Da questo viene la gioia di vivere.

Pubblicato in Attualità