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Lunedì, 05 Settembre 2022 10:47

OLEARIO, LA RASSEGNA DEGLI OLI CIOCIARI

 

 

Alla scoperta degli extravergini e dei prodotti della Ciociaria. Organizzato dal Capol (Centro assaggiatori produzioni olivicole di Latina) in collaborazione con l'Azienda agricola Antonio Genovesi di Boville Ernica  e il patrocinio dell'Acap (Associazione Capi panel  riconosciuti) si svolgerà, sabato 10 settembre,  a Boville Ernica, in provincia di Frosinone,  “Oleario”, la rassegna degli oli del territorio. A chiudere la mattinata dell'evento, sarà l'incontro “Un filo d'olio per la nostra salute” in cui il dottor Alessandro Rossi parlerà delle proprietà degli extravergini.  Evento che invece inizierà con la visita  al Museo dell'olio e dell'olivo. Seguirà  “Assaggiatore per un giorno”, un'iniziativa in cui verranno fatti degustare e conoscere gli oli delle varietà Moraiolo, Istrana, Ascolana tenera, Nocellara, Coratina,  Marina e Ciera. In pratica, si tratterà di un confronto fra tutti questi extravergini guidato da Luigi Centauri e Giulio Scatolini, due Capi panel. Alcuni di questi oli poi verranno abbinati  ai piatti del tipico pranzo che si terrà nel ristorante “Il frantoio”. Tornando al Museo dell'olio e delle olivo si trova nel frantoio  dell'Azienda agricola di Antonio Genovesi. Si tratta di una piccola struttura in cui vine custodito  un  vecchio frantoio del 1952 e alcuni manufatti della cultura olivicola ed agricola ciociara.  Ospita anche una a biblioteca agricola, liberamente consultabile, composti di testi che vanno dai primi anni del 1900 ai nostri giorni. Il frantoio di Genovesi si trova nel centro di Boville Ernica ed è l’unico visitabile dei sei frantoi un tempo attivi all'interno del perimetro delle mura del paese. L’attuale sito è stato costruito nei primi anni cinquanta del secolo scorso da Antonio, nonno del titolare dell’Azienda, con le sue sorelle ed il fratello. Dalle ricerche nell’archivio storico della famiglia ed anche in seguito al restauro dei locali, è emerso che esso è il frutto di un ampliamento di un precedente frantoio a trazione animale, già attivo nei primi decenni del millenovecento, con macina a terra e successivamente elettrificato negli anni trenta. L’attività di molitura è stata portata avanti fino ai primi anni Novanta del secolo scorso da Arcangelo, papà del titolare e quindi sospesa. Oggi la struttura è stata totalmente recuperata attraverso un impegnativo restauro conservativo. La rassegna si concluderà con la visita guidata dall'architetto Paola D'Arpino  nel centro storico di Boville Ernica. 

Pubblicato in Attualità
Lunedì, 05 Settembre 2022 06:13

Non sparate sul Reddito di Cittadinanza

 

 

Il Reddito di cittadinanza (RdC) è uno degli argomenti più dibattuti della campagna elettorale, talmente ideologizzato e divisivo da essere usato dalle forze politiche per dichiarare come si schierano, per lo più prescindendo da un’adeguata conoscenza dei dati empirici e dei meccanismi di funzionamento.
 
Il centrodestra nel suo programma ricorre ad una frase liquidatoria: “Sostituzione dell’attuale reddito di cittadinanza con misure più efficaci di inclusione sociale e di politiche attive di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro”. La parte destruens è chiara, quella construens è lasciata all’immaginazione.
 
Il M5s, sotto il titolo Rafforzamento del Reddito di cittadinanza, si limita a scrivere: “Misure per rendere più efficiente il sistema delle politiche attive. Monitoraggio delle misure antifrode”. Vengono ribadite la prevalente definizione del RdC come politica attiva del lavoro più che di contrasto alla povertà, ignorando che non sempre avere un lavoro significa uscire dall’indigenza, e l’idea che il problema nella sua attuazione, oltre alla mancanza di politiche attive, sia la tendenza all’imbroglio dei beneficiari.
 
La coalizione Italia Viva - Azione, abbandonato il vecchio progetto di Renzi di referendum abrogativo, intende proseguire nell’azione restrittiva già messa in atto dal governo Draghi e prevedere la sospensione del RdC in seguito al primo (non più al secondo) rifiuto di una proposta di lavoro, l’introduzione di una soglia massima di due anni per trovare un’occupazione, dopo di che applicare delle decurtazioni, a prescindere se sia stata o meno ricevuta una proposta di lavoro e se i beneficiari siano stati affidati ai servizi sociali comunali.
 
Il Pd e il centrosinistra propongono di eliminare la penalizzazione dei minori e delle famiglie con minori, di ridurre la durata del requisito di residenza per gli stranieri e, seguendo l’indicazione della Commissione sul lavoro povero, di introdurre, accanto al salario minimo, un’integrazione per lavoratori e lavoratrici a basso reddito, trasformando in questo senso anche il RdC, per non scoraggiare l’accettazione di una occupazione anche a tempo parziale.
 
Idee precostituite, generalizzazioni, informazioni parziali e infondate dominano il dibattito politico. L’obiettivo è orientare il voto dei cittadini con messaggi semplificati e accattivanti al di là del merito, dei contenuti e della fattibilità delle proposte.
 
Pur essendo politicamente distante dal M5s ritengo l’introduzione del Reddito di Cittadinanza, una misura invero analoga ad altre già esistenti da tempo in Europa, un passo importante per la tutela dei diritti dei cittadini. Negli anni della pandemia si è rivelato fondamentale per evitare la caduta in povertà assoluta di oltre un milione di persone e sicuramente continuerà ad esserlo nella situazione attuale di incertezza economica per la crisi energetica, la rapida crescita dell’inflazione e il perdurare della guerra tra Russia ed Ucraina. Questo non significa che non sono necessari interventi migliorativi per renderlo più equo ed efficace e chiarirne compito e funzione.
 
Nelle intenzioni del legislatore il RdC doveva essere sia una misura di contrasto alla povertà che una politica attiva del lavoro. Tuttavia, dato che come politica attiva del lavoro si rivolge solo agli indigenti, è nei fatti una misura di contrasto alla povertà. Le politiche attive del lavoro, rivolte a quanti sono considerati occupabili e vincolati a firmare un patto per il lavoro, svolgono principalmente l’attività di lotta alla povertà, tenendo conto delle specificità e creando le condizioni affinché i Centri per l’Impiego assolvano concretamente e non sporadicamente una funzione attiva per l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.
 
Questione assai dibattuta è se il RdC scoraggi dall’accettare un lavoro regolare e/o incentivi il lavoro nero. Secondo gli ultimi dati messi a disposizione da ANPAL (Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro), meno della metà dei fruitori, tenuti al patto per il lavoro, è definibile vicino al mercato del lavoro e spesso si tratta di persone con qualifiche molto basse. La stragrande maggioranza ha avuto esperienze lavorative in costanza di recezione del RdC, anche se non sempre come esito del patto per il lavoro sottoscritto e della presa in carico da parte di un Centro per l’Impiego. Parte rilevante dei beneficiari erano occupati al momento del riconoscimento del beneficio, ma non percepivano salari sufficienti per uscire dalla povertà, ancor più poi perché in possesso di basse qualifiche e prevalendo i contratti a termine, spesso brevissimi: quasi il 69% non superava i 3 mesi e più di 1/3 1 mese. Gli elementi acquisiti dimostrano che il RdC non disincentiva dal cercare e accettare un’occupazione, anche molto temporanea, ancor più poi che l’importo medio di cui beneficia una famiglia (non una persona sola) è di € 570,00 al mese, abbastanza poco da rendere allettante un lavoro a tempo pieno remunerato con salario legale, che garantisca un’autosufficienza accettabile sia sul piano remunerativo che su quello dell’orizzonte temporale.
 
Sui giornali, sui social e in televisione assistiamo quotidianamente al coro unanime di tanti imprenditori che lamentano la difficoltà di reperire personale per colpa del RdC, in particolare per i lavori stagionali. Hanno facile gioco ad aizzare populisticamente le folle contro gli sfaccendati che rifiutano un lavoro sicuro, ancorché stagionale, a fronte del divano di casa propria. Tuttavia sarebbe opportuno e meno demagogico sostituire all’indignazione la riflessione su cosa sia diventato o stia diventando il lavoro, con i diritti acquisiti in decenni di battaglie e oggi riportati al livello di due secoli fa, non solo per i lavoratori temporanei ingaggiati per 2 o 3 euro all’ora, ma anche per quanti sono regolarmente contrattualizzati.
 
A difendere il RdC sono oggi soprattutto la società civile organizzata, dalla Caritas ad Alleanza contro la povertà, insomma quanti si occupano concretamente di temi come indigenza e disuguaglianze. Un segnale inequivocabile ed ulteriormente preoccupante del distacco della politica, soprattutto quella che dovrebbe stare dalla parte dei più deboli.
Pubblicato in Riflessioni
Lunedì, 05 Settembre 2022 05:53

Una rete ospedaliera in Provincia di Latina

 

 

Ha ragione il consigliere regionale Enrico Forte ad esprimere profonda soddisfazione per il risultato ottenuto, insieme agli altri rappresentanti pontini, per lo stanziamento delle somme necessarie alla realizzazione del Nuovo Ospedale di Latina e per l'attivazione di un nuovo modello socio-sanitario nel  territorio pontino. Nella delibera Regionale si fa riferimento, infatti, alla costruzione di un Ospedale di eccellenza nel capoluogo ma anche di una rete ospedaliera territoriale di prossimità. Gli ospedali di prossimità sono strutture intermedie che si integrano e si completano con gli ospedali. La pandemia ha messo in evidenza come ci sia urgente bisogno di un sistema socio-sanitario integrato, più vicino alla gente, più adatto ad affrontare con piccoli e medi interventi la guarigione e la cura dei malati. L'Ospedale di prossimità offre un servizio per i ricoveri brevi e destinati a pazienti che necessitano di interventi di media intensità clinica e per degenze di breve durata. Sono strutture ospedaliere in grado di ospitare fino a un massimo di 40 posti letto e che consentono una riduzione di accessi impropri alle prestazioni specialistiche e ai ricoveri di lunga durata. L'Ospedale di prossimità deve facilitare la transizione del paziente dall'ospedale al proprio domicilio, consentendo alla famiglia di stare vicino al paziente e farlo sentire a suo agio. Questa Delibera regionale andrà incontro agli Ospedali di Sezze e di Priverno che, in questo modo, potranno riacquistare una funzione strategica e prestigiosa sul territorio, con le funzioni di filtro e di complementarità con quelli di Latina e di Terracina. I due Ospedali di Sezze e Priverno hanno, perciò, urgenza di dotarsi del Pronto Soccorso h24. L'esperienza negativa dei due Ospedali Lepini, negli anni recenti, dovuta al loro ridimensionamento per esigenze di risparmio e di razionalizzazione della spesa, devono indurre tutte le persone di buon senso a una radicale revisione delle scelte compiute nel recente passato. Bisogna essere fortunati a non sentirsi male ed evitare di incappare in dolorose esperienze. Sentirsi male, venire trasportati d'urgenza al Pronto soccorso del Goretti; aspettare per giorni di essere assegnati a un reparto che è sempre strapieno; ascoltare gemiti e urla di pazienti gravi; ritrovarsi accanto a persone ferite, nude, senza alcuna protezione, uomini e donne, gli uni accanto alle altre; consumare il pranzo sopra le lenzuola in assenza dell'armadietto; trovare il bagno sempre occupato, avere speranza (inutilmente) nei bravissimi medici e nelle infermiere che lavorano senza un attimo di riposo. Sentirsi, infine, stremato e costretto a firmare l'uscita senza aver combinato niente: credetemi, è avvilente. Ecco perché questi finanziamenti regionali sono la manna dal cielo e possono servire a restituire dignità e efficienza alle Comunità locali e territoriali. Il D.L. 229/99 istituisce i PAT (Piani attività territoriali) per poter localizzare i servizi ed effettuare l'integrazione socio-sanitaria. Due cardini essenziali per l'attivazione del Distretto socio-sanitario. Non basta costruire Ospedali di eccellenza se non sono collegati con il territorio. La suddivisione del territorio in aree omogenee (Sezze e Priverno), di adeguate dimensioni, sono il presupposto per un'analisi epidemiologica della realtà ambientale, clinica e sociale, e per effettuare puntuali attività di prevenzi0one. Ora più che mai occorre il sostegno e l'intervento attivo della popolazione, dei partiti, delle Amministrazioni comunali ai rappresentanti pontini.

Pubblicato in La Terza Pagina