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Si riportano le dichiarazioni del capogruppo del Pd di Sezze Armando Uscimenti, in merito alla notizia dell'apertura del centro antiviolenza pubblicata dalla Giunta Lucidi ieri sui social. 

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"Apprendo con piacere che a giorni riaprirà il centro antiviolenza per la tutela e la protezione delle donne vittime di violenza e dei loro figli. Tutto ciò nasce grazie a contributi dati dalla giunta regionale Zingaretti a fine 2020 e che ha permesso l'attivazione di diversi centri nella nostra provincia e che finalmente anche il comune di Sezze ha utilizzato. È bene ricordare che dal 2015 al 2018 è stato presente un centro antiviolenza presso la casa della salute voluto dall'amministrazione Campoli, assessore Eramo, in sinergia con l'ex assessore regionale Rita Visini. Il centro era gestito, ieri come oggi, dal Centro Donna Lilith di Latina. Come capogruppo del Pd mi auguro che questi centri siano finalmente istituzionalizzati in maniera permanente, anziché essere soggetti a finanziamenti che non assicurano una continuità che è più che mai indispensabile alla luce dei gravi fatti che accadano quotidianamente".

 

La locandina dell'inaugurazione del centro nel 2015

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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del Movimento Libero di Iniziativa Sociale a firma di Luigi Gioacchini.

 

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A Sezze non si può parlare di criminalità organizzata perché, almeno fino a quando le autorità non chiariscono con precisione da chi e come questa criminalità sarebbe stata organizzata, la "storia" apparirebbe solo come un pretestuoso e depistante alibi. Quello stesso alibi che senza soluzione di continuità ha consentito, nel corso di decenni, che la situazione degenerasse nonostante i preoccupanti, inequivocabili e devastanti segnali che arrivavano.

Discorso diverso, invece, se si parlasse di un ben rodato "Sistema". È questo il punto che il ministro della polizia, Piantedosi, dovrebbe chiarire. Ma non lo farà mai, né lui né altri, perché è risaputo che qui a Sezze, di sicuro non nella politica politicante e per quanto strano possa apparire, troverebbero interlocutori dalle carte in regola pronti a rimarcare ogni eventuale incongruenza, contraddizione o omissione.


Sezze, "la Stalingrado dei Lepini", infatti, fra le "ingombranti" presenze che nel corso del tempo l'hanno caratterizzata, va inquadrata come la città che fra una serie infinita di immensi scandali nazionali e problemi di ordine pubblico di ogni tipo, è il luogo dove è nata la famigerata coop Karibu. Quella, per intenderci, dei 62milioni di euro, capeggiata dalla suocera del deputato Soumahoro la cui moglie, Liliane Murekatete, altro non era che la "rappresentante personale per l'Italia in Africa della Presidenza del Consiglio dei ministri", nel governo Berlusconi. Governo nel quale la attuale presidente del consiglio, Giorgia Meloni, era ministro.


Tornando all'attualità, un tessuto sociale, quello setino, drogato dalla anomala presenza di un numero imponente di stranieri ed al quale nessuno, in termini di verifica della sostenibilità ambientale tesa a prevenire, ha inteso dare un po' di respiro nonostante, come si ripete da più parti, le forze di polizia fossero fortemente sotto organico.

Con la rapidità di un fulmine, infatti, è favorita da un atteggiamento totalmente accondiscendente del sindaco Lucidi e della sua Amministrazione, un'altra coop, dedita all'accoglienza, ha preso il posto di Karibu usufruendo, tramite il Comune di Sezze, di nuovi milionari finanziamenti. Con un sindaco, sempre quello attuale, che nonostante tutto, nel tentativo di chiamarsi fuori, oggi fa pure la vittima dimenticando perfino che per la sua carica è lautamente pagato dai sezzesi. Oltre al fatto che, se non è capace di esprimere autorevolezza e capacità, nessuno lo sta obbligando a restare su quella poltrona. Ed i fatti, come i fallimenti, sono sotto gli occhi di tutti. L'ultimo, solo in ordine di tempo, quello di Martina, attinta da un "proiettile vagante", alla quale va tutto l'affetto, la solidarietà e la vicinanza di tutti i sezzesi perbene.

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