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La Marina Militare Israeliana, come preannunciato dal criminale di guerra Benjamin Netanyahu e dai ministri del suo governo, in modo del tutto illegittimo ha abbordato in acque internazionali, a diverse miglia di distanza dal limite dichiarato del blocco navale imposto al territorio palestinese di Gaza, le imbarcazioni della Global Sumud Flotilla ed ha sequestrato e arrestato cittadini pacifici che trasportavano aiuti umanitari e avevano l’unico obiettivo di rompere l’assedio illegalmente imposto da Israele.
 
In base alla Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare attaccare o sequestrare imbarcazioni che trasportano materiale umanitario in acque internazionali è un’azione illegale, un atto di pirateria e di ostilità nei confronti del paese di cui le imbarcazioni battono bandiera.
 
Il diritto internazionale di guerra prevede la possibilità di imporre “blocchi navali” a condizione che non causi fame e sofferenze alla popolazione civile, impedisca l’arrivo di beni essenziali alla sua sopravvivenza e il danno provocato sia sproporzionato rispetto agli obiettivi militari. In ogni caso è vietato fermare le imbarcazioni che cercano di superarlo se trasportano materiale umanitario.
 
Gli attivisti ora sono detenuti illegalmente, prigionieri di un governo, guidato da un ricercato dalla Corte Penale Internazionale per crimini contro l’umanità, che calpesta il diritto internazionale, rifiuta di dare applicazione alle risoluzioni dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che gli impongono di ritirarsi dai territori palestinesi, si sta rendendo responsabile di un genocidio e ignora ben tre ordinanze della Corte Penale Internazionale con le quali gli è stato ingiunto di assicurare l’arrivo di aiuti a Gaza.
 
In occasione di altri conflitti, dai Balcani alla Siria, l’arrivo di aiuti ai civili è sempre stato assicurato anche grazie ai corridoi umanitari gestiti dalle Nazioni Unite e dai caschi blu, ma in questo caso ogni iniziativa del Consiglio di Sicurezza dell’Onu viene bloccata dal veto degli Stati Uniti e a Benjamin Netanyahu e al suo governo è garantita mano libera e impunità.
 
Il Governo italiano, sovranista e iperlegalitario solo per propaganda e convenienza, dinanzi alla palese violazione della legalità internazionale tace, è accondiscendente nei confronti del governo criminale dello stato di Israele e anzi se ne rende complice. La (il) Presidente del Consiglio, il ministro degli Esteri e il ministro della Difesa nulla hanno obiettato di fronte alla violazione della nostra sovranità nazionale, conseguente all’abbordaggio di imbarcazioni battenti bandiera italiana, da considerarsi territorio italiano quando si trovano in acque internazionali, e all’arresto illegittimo dei cittadini italiani che vi si trovavano a bordo, i quali non hanno commesso alcun reato, se non quello di voler restare umani, di condannare senza appello il genocidio del popolo palestinese e di voler prestare soccorso alle vittime di una azione militare brutale.
 
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani è arrivato ad affermare che il rispetto del Diritto Internazionale vale fino ad un certo punto. Si tratta di parole di gravità inaudita, che cancellano il lunghissimo cammino che ha portato la comunità internazionale a dotarsi di norme condivise per regolamentare i rapporti tra stati nazionali e aprono la porta alla legittimazione dell’abuso e dell’arbitrio.
 
Avremmo bisogno di un governo che avesse veramente a cuore la dignità e la sovranità del nostro Paese, che avesse il coraggio di alzare la voce di fronte ad un simile crimine, di mettere in campo un’azione diplomatica seria e forte, di tenere la schiena dritta e invece, a cominciare dalla (dal) Presidente del Consiglio, tutti i suoi componenti sono impegnati esclusivamente in una propaganda becera, diretta ad attaccare quanti hanno il coraggio e la dignità di invocare il rispetto dei diritti umani, condannando senza appello i tagliagole di Hamas e i responsabili dello sterminio del popolo palestinese.
 
Le parole sprezzanti, violente e piene di odio rivolte dagli esponenti del governo e della maggioranza contro le opposizioni, i cittadini, le cittadine, i sindacati, le organizzazioni della società civile, i movimenti, gli studenti, le studentesse, tutti coloro che per tutto il tempo in cui si è sviluppato il primo genocidio in diretta televisiva e social della storia si sono opposti al silenzio e all’ignavia e hanno respinto con forza l’idea di girarsi dall’altra parte e ignorare l'orrore, rivelano la natura vera di una classe politica indecente e indegna di rappresentare un grande Paese come l’Italia.
 
Dinanzi a questo scempio gridare il nostro no, scendere in piazza e manifestare apertamente e senza ipocrisie il nostro dissenso rispetto a scelte immorali è un dovere civile, significa schierarci dalla parte della verità e del diritto internazionale.
 
Senza le regole rimane in campo una sola regola: la legge del più forte. Se a prevalere è la legge del più forte non ci sarà sicurezza per il popolo israeliano, per il popolo palestinese e per nessun altro popolo, soprattutto per i più deboli e i più fragili.
 
Se veramente amiamo Israele, se vogliamo che la spirale orrenda dell’antisemitismo non torni ad alimentarsi, dobbiamo condannare l’azione genocida portata avanti dal criminale di guerra Benjamin Netanyahu e dal suo governo e al contempo chiedere con forza che venga estirpato definitivamente il cancro costituito dai terroristi di Hamas e che gli ostaggi israeliani ancora prigionieri vengano restituiti alle loro famiglie, senza infliggere indicibili sofferenze alla popolazione inerme di Gaza e della Cisgiordania, nel rispetto del diritto internazionale ed umanitario.
Pubblicato in Riflessioni

 

Comunicato stampa Identità Setina.

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Un importante momento di confronto sul presente ed il futuro dell'ex ospedale San Carlo da Sezze. Questo doveva essere l'appuntamento con la Commissione Sanità al comune di Sezze, tenutasi giovedì scorso, anche se non sono mancati importanti spunti di stampo politico.

Il capogruppo di Identità Setina in consiglio comunale, Luigi Rieti, nonché Presidente della Commissione Socio Sanitaria e della Commissione Urbanistica, ha definito l’incontro del 2 ottobre “un momento politico importante per la comunità setina e per l’intero Distretto dei Monti Lepini”.

Alla riunione, aperta a tutte le forze politiche, erano presenti esponenti della maggioranza e il sindaco, mentre nessun rappresentante del PD ha preso parte ai lavori, nonostante nei giorni precedenti il partito avesse diffuso un comunicato “allarmistico e privo di fondamento” sulla presunta chiusura della degenza infermieristica della Casa della Salute.

“Durante la commissione – spiega Rieti – il Direttore di Distretto Lucarini ha chiarito con precisione la futura offerta sanitaria del territorio: Sezze sarà città capofila per l’apertura dell’Ospedale di Comunità, della COT e per il potenziamento della Casa della Salute. È stato inoltre annunciato l’avvio dell’infermiere di comunità, di un ambulatorio per le cure palliative e la presenza medica H24 all’interno della struttura”. Il capogruppo ha ricordato infine che l’Amministrazione ha già richiesto l’attivazione di una seconda postazione 118 con automedica, per rafforzare il servizio di emergenza-urgenza sull’area dei Monti Lepini.

Nello stesso giorno, si è tenuta anche la Commissione Urbanistica, per parlare dell'importante riforma del Piano Regolatore comunale ma, come sottolineato dall'altro consigliere di Identità Setina, Gianluca Calvano, le assenze hanno fatto più rumore delle presenze: “Si trattava di un punto importante – ha spiegato – ma anche in questa occasione i consiglieri del PD erano assenti, nonostante in passato avessero accusato l’amministrazione di mancanza di confronto. Come maggioranza abbiamo condiviso la necessità di ritirare la delibera n°18 del 16 marzo 2012 – variante urbanistica generale del PRG perché la documentazione risultava incompleta, anacronistica e superata. Vogliamo aprire una fase nuova di pianificazione, concentrata sulla ferrovia, le principali direttrici stradali e una visione di sviluppo sostenibile e partecipato”.

I consiglieri di Identità Setina hanno ribadito la volontà di proseguire con un metodo basato su trasparenza, partecipazione e concretezza, per garantire a Sezze servizi moderni e uno sviluppo urbano coerente con le reali esigenze della comunità.

Pubblicato in Politica

Giovedì 2 ottobre scorso si è riunita la Commissione Sanità del Comune di Sezze per fare il punto sullo stato della Casa della Salute, sul percorso di realizzazione dell’Ospedale di Comunità e sull’intera rete sanitaria territoriale.

Alla seduta hanno preso parte alcuni i consiglieri comunali componenti della commissione, gli assessori competenti, il Sindaco e il Direttore del Distretto ASL, dott. Vincenzo Lucarini, che ha illustrato con chiarezza i lavori in corso presso l’ex ospedale San Carlo.

 Il Direttore ha spiegato che, grazie al PNRR – Missione 6 Salute e al DM 77, il sistema sanitario locale è oggetto di una profonda riorganizzazione basata su tre pilastri:

  • COT – Centrale Operativa Territoriale, che coordinerà i servizi e le cure domiciliari;

  • Casa della Comunità, che sostituirà l’attuale Casa della Salute con servizi medici integrati e continuità assistenziale H24;

  • Ospedale di Comunità, la cui apertura è prevista entro il 31 marzo 2026, con un investimento complessivo di 5 milioni di euro.

 Il nuovo ospedale disporrà di 20 posti letto di degenza (16 già attivi), una palestra riabilitativa, nuovi ambulatori specialistici e spazi rinnovati. È già stata avviata l’assunzione di infermieri, molti dei quali provenienti da Sezze, e a breve sarà attivato anche un ambulatorio oncologico, così da evitare spostamenti verso Latina o Aprilia.

 Il Presidente Luigi Rieti ha concluso la commissione sottolineando che: “Ci preme davvero conservare quel poco che rimane dei Monti Lepini: il nostro vecchio ospedale è un tesoro che va tutelato. Grazie all’impegno delle persone e all’opportunità del PNRR possiamo parlare di rilancio, non di chiusure.

Apprendere oggi dell’attivazione di ambulatorio dedicato nel 2026 ai malati oncologici è motivo di grande orgoglio. Ogni polemica è sterile: ciò che conta è che dal 31 marzo avremo nuovi servizi, strutture rinnovate e una sanità più vicina ai cittadini. E voglio sottolineare - ha concluso - l’importanza dell’ambulanza medicalizzata, presidio indispensabile per la sicurezza della nostra comunità e risorsa che dobbiamo difendere con forza”.

Pubblicato in Attualità