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Domenica, 06 Dicembre 2020 06:42

Il gran ballo dell'ipocrisia

 

 

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità” (Matteo 23, 27 – 28).

I più feroci censori dei costumi altrui sono gli ipocriti, i quali si ammantano di una moralità ostentata, di una probità inesistente, si rivestono di apparenza, nascondono la propria incoerenza e indecenza dietro l’altisonanza di principi assoluti e verità inderogabili in cui affermano di credere, di cui sbandierano una condivisione mendace, verso cui nutrono invero cinica indifferenza e si rapportano con assoluta strumentalità. I paladini di questa moralità bugiarda si scandalizzano per l’agire degli altri, cui negano quanto però riservano a loro stessi e praticano abitualmente e con aria compunta e indignata, alzano inflessibili il dito accusatore contro chiunque capiti loro a tiro, li segnalano al pubblico ludibrio e biasimano quanto, a proprio giudizio insindacabile, considerano sviante ed errato nelle vite altrui. Moralisti senza morale, sepolcri imbiancati che celano coscienze come verminai, tiratori professionisti di strali infuocati elargiscono condanne senza misericordia e sentenze senza appello per comprovata dissolutezza e assolvono se stessi da ogni nefandezza.  

Gli ipocriti finiscono sempre per cadere vittime di loro stessi, per essere travolti dalla loro doppiezza morale, dal coltivare unicamente interessi e convenienze, per essere soffocati e sommersi dal marciume delle loro coscienze e dallo squallore della loro falsità. Questa sì è una legge inderogabile, a ben vedere.

È notizia di questi giorni che la polizia di Bruxelles ha fatto irruzione qualche sera fa in un appartamento, ubicato sopra un bar nel centro della capitale europea, a pochi passi dalla Grand Place, su segnalazione di alcuni vicini infastiditi dagli schiamazzi e indispettiti per la violazione delle norme che vietano raduni e assembramenti per via della pandemia in corso. La polizia belga ha scoperto che nell’appartamento era in corso un festino a base di alcool, droga e sesso, cui partecipavano più di una ventina di persone, un’orgia per soli uomini. I partecipanti sono stati multati per violazione delle disposizioni anti Covid-19. Orbene in condizioni di normalità, la vicenda di sicuro si sarebbe conclusa con una dura reprimenda da parte della polizia per via del fastidio procurato ai vicini e con le inevitabili denunce per il rinvenimento di sostanze stupefacenti, fermo restando che per il resto alla legge nulla interessa delle pratiche sessuali messe in atto tra adulti consenzienti. Probabilmente sui giornali locali sarebbe apparso qualche trafiletto sbattuto in fondo alle ultime pagine di cronaca, qualche sparuto lettore appassionato di notiziole di poco conto avrebbe soffermato la sua attenzione, condita da un sorrisetto ironico e nulla più. Visti i tempi particolari che stiamo attraversando a causa del Covid-19, la questione ha assunto altra rilevanza e la notizia è rimbalzata sui siti in un batter d’occhio non solo per la violazione della legge che vieta incontri conviviali con più persone al fine di contenere i contagi, ma soprattutto perché tra i partecipanti identificati e denunciati vi erano diplomatici e un eurodeputato. È partita immediatamente la caccia al misterioso europarlamentare e i risultati non si non fatti attendere. È bastato poco per scoprire che il deputato europeo in questione era Jòzsef Szàjer, tra i fondatori di Fidesz, il partito del primo ministro dell’Ungheria, Viktor Orbàn, teorico della democrazia illiberale, di cui è un fedelissimo e anzi viene da tutti considerato il braccio destro. La conferma è arrivata dallo stesso Jòzsef Szàjer, il quale ha ammesso di essere l’eurodeputato coinvolto e ha rassegnato le dimissioni dal Parlamento Europeo nelle mani del Presidente David Sassoli. Epilogo inevitabile vista la violazione della norma antiassembramenti, ma soprattutto per la condotta dall’eurodeputato che, come spiegato dall’ufficio del Pubblico Ministero, quanto la polizia ha fatto irruzione, ha cercato di fuggire dall’appartamento calandosi da una grondaia e ferendosi alle mani. Una volta fermato ha rivendicato l’immunità parlamentare e, sottoposto a perquisizione, è stato trovato in possesso di sostanze stupefacenti. Memore di certa tradizione italica Jòzsef Szàjer ha dichiarato alla polizia che le droghe si trovavano nel suo zaino a propria insaputa e non erano sue.

Una vicenda squallida certamente. Perché prenderla in considerazione, farla oggetto di riflessione? L’interesse evidentemente e ovviamente non è per il fatto in sé, quanto piuttosto perché emblematico di quella ipocrisia innanzi stigmatizzata e condannata. L’ungherese Fidesz, nelle cui liste Jòzsef Szàjer è stato eletto al Parlamento Europeo, è affiliato ai Popolari Europei (enorme ipocrisia giustificata da ragioni di opportunismo politico o meglio di consistenza numerica dei gruppi parlamentari), ma è un partito di estrema destra, sovranista e illiberale. Il primo ministro Viktor Orbàn governa il proprio paese con pugno di ferro, ha promosso e fatto approvare dal parlamento ungherese numerose leggi palesemente antidemocratiche, che violano i diritti fondamentali e le libertà dei cittadini. L’Unione Europea ha aperto nei confronti dell’Ungheria una procedura per violazione dello Stato di Diritto e per politiche discriminatorie nei confronti delle minoranze, in particolare delle persone omosessuali e delle donne. Viktor Orbàn, Jòzsef Szàjer e gli altri esponenti di Fidesz in questi anni hanno strumentalizzato i valori cristiani, brandito il vessillo della tradizione, della famiglia fondata sull’unione esclusiva uomo - donna, della condanna dell’omosessualità, della contrarietà all’aborto, hanno fomentato l’islamofobia, si sono opposti alle politiche di accoglienza di profughi e migranti, hanno colpito, perseguitato ferocemente e ridotto al silenzio gli oppositori politici. Un governo insomma agli antipodi della democrazia.

Quanto accaduto ha fatto emergere il vero volto di personaggi squallidi, incarnazione del peggiore populismo, i quali hanno nella doppia morale il tratto distintivo della propria identità. Principi e valori, gridati ai quattro venti con le loro bocche ingannatrici, hanno il suono intollerabile delle bestemmie e sono unicamente funzionali alla conservazione del potere, all’oppressione dell’altro e del diverso. Dovremmo tutti quanti riflettere e interrogarci sul consenso riservato nel nostro paese ad ammiratori, alleati ed imitatori di costoro, accorgerci che anch’essi indossano solo maschere di idealità che invero disprezzano e contraddicono continuamente con il loro vivere e il loro agire.

Pubblicato in Riflessioni