Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalita' illustrate nella cookie policy. Chiudendo questo banner o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie, per migliorare la tua esperienza di navigazione e rispetta la tua privacy in ottemperanza al Regolamento UE 2016/679 (GDPR)

Sabato, 27 Marzo 2021 12:43

La ferita del cimitero di Sezze

 

 

Il duro colpo che si è abbattuto sulla città di Sezze, causato dalle dolorose e inaudite vicende del Cimitero, ha provocato sgomento e sdegno e ferito profondamente la memoria dei nostri cari defunti.  Il guscio della moralità che come sezzesi indossavamo come una corazza e che ci faceva orgogliosamente considerare inattaccabili e diversi dagli altri ha subìto una grave ferita.  Si sta diffondendo tra la gente un sentimento di scoramento e di delegittimazione. Un malessere e una sfiducia di cui da diverso tempo si avvertivano i sintomi. Adesso si parla apertamente di tradimento della tradizione e delle storie del paese.  In questo clima torbido si potrebbe logorare e spezzare ulteriormente il rapporto di fiducia e di stima reciproca tra le istituzioni e la cittadinanza. A vantaggio dei garantisti a fasi alterne e degli opportunisti disfattisti che finalmente possono sguazzare nel loro brodo, ovviamente completamente ignari della triste vicenda! La ferita, in verità, ancora sanguina e ci vorrà del tempo per rimarginarla. Bisogna, però, reagire! I cittadini democratici e perbene devono mobilitarsi. La prima cosa da fare, dopo una attenta riflessione sui fatti, è informare l’opinione pubblica, nella maniera più chiara, più esauriente e documentata su quanto è accaduto, senza fare come lo struzzo, individuando possibilmente (se ci sono) eventuali responsabilità politiche e morali. Sì, civili e morali, perché a quelle giudiziarie ci pensano i giudici!Tutto quello che si fa come Amministrazione pubblica appartiene anche agli altri. “Noi siamo inevitabilmente ed esistenzialmente esseri morali”, afferma Z. Bauman. L’etica pubblica tradizionale obbligava ad obbedire alle regole scritte; oggi, in più, si richiede ad ognuno di assumersi la responsabilità che deriva non solo dalle norme ma anche e soprattutto dal proprio comportamento e dalla propria coscienza. Si può anche sbagliare non ascoltando la propria coscienza, ma ciò non vuol dire necessariamente essere correi e complici. Con la drammatica vicenda del cimitero, si è toccato con mano l’insufficienza di una concezione minimalista di un vecchio modo di amministrare a fronte delle novità sconvolgenti nei comportamenti e nelle abitudini della gente. Occorre fare un passo in più, allora, e chiedersi se sono ancora sufficienti i comportamenti e i fondamenti etici sui quali si è retta fino ad ora la buona amministrazione. Occorre elaborare un nuovo codice di etica pubblica e di prassi amministrativa per poter continuare ad essere all’altezza della situazione. La parentesi del Commissariamento prefettizio ci deve spingere a fornire la massima collaborazione, a rielaborare il lutto e a fornire alla città un progetto, una nuova prospettiva di crescita e di sviluppo. Senza rinnegare il passato ma adeguandolo alla situazione presente. Nel merito ciò vuol dire che non serve più affidarsi alle buone intenzioni degli uni e degli altri; che non servono più le paccate confidenziali sulle spalle; che non si può più lasciar correre qualunque irregolarità, anche la più piccola; che si deve promuovere solo il merito e non la clientela; che occorre avere sempre gli occhi aperti. Oggi è difficile amministrare una comunità  perché occorre equilibrio, duttilità e saggezza. Ma la questione morale deve costituire un atto fondativo intorno al quale realizzare un’alleanza di forze e di movimenti democratici e di sinistra, ambientalisti e riformisti, affidando alle giovani generazioni il compito di governare la città.

Pubblicato in In Evidenza

 

 

Questa mattina, alle ore 9, tutti i parroci di Sezze si recheranno presso il cimitero di Sezze per pregare e per benedire il camposanto. Padre Damiano, Don Raffaele, Padre Gregorio, Don Pierluigi e Don Giammarco, il vicario foraneo, hanno preso questa iniziativa dopo i fatti di cronaca accaduti all’interno del camposanto setino e balzati nelle cronache nazionali. La comunità religiosa setina è scossa per quanto avvenuto, dopo aver letto delle profanazioni di tombe e di quel “mischiare le ossa” per fare soldi. I parroci invitano la comunità a pregare per tutti i defunti in un momento così doloroso per tutta la nostra città.

Pubblicato in Attualità

 

 

Il sindaco di Sezze, Sergio Di Raimo, rompe il silenzio in merito alla vicenda del cimitero setino, su un presunto "giro" di baby squillo che vede indagato il custode. In una nota di pochi minuti fa l'amministrazione comunale afferma: "L'amministrazione comunale esprime tutto il proprio disappunto sulla vicenda del cimitero perché Sezze e i propri cittadini non meritano di finire sui giornali per simili presunte vicende; chi ha la responsabilità della guida di un paese non ha bisogno e non deve cercare visibilità e facile consenso, ma deve avere a cuore la verità, in rispetto delle leggi, della Costituzione e dei diritti delle persone. Esprimiamo massima fiducia nel lavoro della magistratura, l'Ente seguirà gli sviluppi del caso e adotterà i provvedimenti conseguenti". Proprio oggi della vicenda se ne è occupata anche Rai 1 in diretta con la trasmissione televisiva "La vita in diretta". 

Pubblicato in In Evidenza

 

Le consigliere comunali di Sezze Bene Comune, Rita Palombi e Eleonora Contento, intervengono sulla vicenda giudiziaria che vede indagato il custode del cimitero di Sezze. Nel comunicato stampa  affermano: “Sono trascorsi già sei giorni dalla notizia pubblicata sulla stampa e da tutti i network regionali riguardante le ipotesi di reato consumate all'interno del cimitero comunale, senza che l'amministrazione sia intervenuta con una presa posizione sulla vicenda. Le notizie diffuse ci lasciano basiti e nello stesso tempo sconvolti. Ognuno di noi è legato a quel luogo sacro dove riposa in pace almeno una persona cara ai nostri affetti e proprio in virtù di questo sentimento e per il rispetto dei defunti e di tutti i cittadini, la politica ha l’obbligo di assumere una presa di posizione chiara ed inequivocabile sulla vicenda. Gli scorsi mesi – aggiungono - sull'episodio della piscina e sui conseguenti strascichi alla richiesta di rimozione è stato minimizzato il tutto, lasciando correre senza assumere provvedimenti disciplinari nei confronti del dipendente comunale”. La Palombi e la Contento non vogliono sostituirsi a chi ha il compito di “accertare eventuali reati” ma come esponenti del consiglio comunale, sentono “il dovere di non volgere lo sguardo altrove perché troppe volte i cittadini si sono trovati da soli ad affrontare questioni che non appartenevano alla loro sfera ma a quella istituzionale. Ci auguriamo e confidiamo nel lavoro degli inquirenti - chiudono - affinché possano celermente far chiarezza su questa ombrosa ed inquietante storia e parallelamente l’amministrazione comunale deve intervenire quanto prima adottando necessari ed urgenti provvedimenti del caso".

Pubblicato in Attualità