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Chi l'ha vista? C'era una volta la Provincia. Domenica 31 Marzo i sindaci e i consiglieri provinciali di Latina si recheranno alle urne per eleggere il nuovo Consiglio Provinciale. Elezioni di secondo grado, in quanto la legge in vigore non prevede l'elezione diretta da parte dei cittadini. Fino a qualche anno fa, la Provincia rivestiva un ruolo centrale nella amministrazione e nella gestione del territorio pontino. Strade, scuole superiori, formazione professionale, distretti socio-sanitari, ambiti territoriali, localizzazione delle discariche e gestione dei rifiuti, coordinamento dei Comuni, interlocuzione primaria con Prefettura, Questura, Vigili del fuoco, etc. Un insieme di competenze e funzioni di primo livello che incidevano fortemente sulla vita e sullo sviluppo del territorio qualificando il Presidente della Provincia quale interlocutore privilegiato di tutta la società pontina. Oggi, dopo il decreto legge del ministro Graziano Delrio del 7/4/2014, le cose sono cambiate. Nonostante una certa semplificazione e un'importante riduzione delle spese, a causa  del ridimensionamento del numero dei consiglieri e del taglio degli emolumenti e indennità in vigore fino ad allora, la riforma si è fermata a metà, in stand by,  e non ha prodotto i frutti sperati. Le Province non sono state soppresse e non sono mai decollate come enti intermedi tra i Comuni e le Regioni, come era negli auspici della  Riforma. Esse, certamente, andavano snellite e rese meno onerose ma non declassificate e impoverite. I tagli ai bilanci provinciali sono stati via via sempre più pesanti  e la gestione delle competenze (strade e scuole, soprattutto!) sono in progressivo deterioramento per carenza di fondi. Occorre, pertanto, completare la Riforma restituendo alle Province il potere  di continuare a svolgere il ruolo essenziale previsto dalla Costituzione,  di coordinamento e di gestione dei servizi e dello sviluppo del territorio. Altrimenti restano due soluzioni: cancellarle assegnando ai Comuni tutte le competenze e le relative risorse umane, finanziarie ed economiche, o ritornare allo status quo ante. La Provincia non può restare a mezz'aria, come il vaso di coccio di manzoniana memoria in mezzo a vasi di ferro, ne va di mezzo il benessere dei cittadini, lo sviluppo del territorio e lo stesso ordinamento istituzionale. La storia della Provincia  e di tutti coloro che hanno lavorato per farla crescere e sviluppare non lo merita. Sarebbe un peccato azzerare un patrimonio d’idee e di conquiste, realizzate sempre sotto il segno del rispetto delle istituzioni ... Un augurio di buon lavoro, dunque,  al nuovo Consiglio provinciale e al Presidente ing. Carlo Medici.

Pubblicato in La Terza Pagina