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Con decreto sindacale n° 19 del 29 maggio scorso, il sindaco di Sezze Sergio Di Raimo, ha ratificato agli uffici comunali la revoca delle deleghe assessorili annunciata in sede di consiglio comunale il giorno prima. Pietro Ceccano, Antonio Di Prospero, Paola Di Veroli, Lucarini Vincenzo e Sabrina Pecorilli, fino a nuove disposizioni, restano assessori senza delega, tranne Di Prospero al quale non è stata revocata la delega di vice sindaco. Nelle motivazioni della revoca il primo cittadino afferma che “si rende necessario promuovere una riarticolazione delle deleghe conferite, per una migliore omogeneità delle stesse al fine di consentire un percorso più agile e incisivo”. L’idea di rilanciare l’azione della Giunta è stata confermata sempre da Di Raimo nel corso di una riunione del Pd, tenutasi nei giorni scorsi presso il centro sociale Ubaldo Calabresi. Da oggi il sindaco si è “preso” 10 giorni per riarticolare gli incarichi assessorili nell’ottica di una diversa assegnazione dei ruoli alla luce dell’insoddisfazione comunicata in più occasioni. Gli scenari che si possono aprire, a questo punto, sono tre: rimpasto di Giunta, rimescolamento delle deleghe ai medesimi assessori o nessun cambiamento. Nel primo caso il sindaco potrebbe nominare nuovi assessori, pensando di limare gli equilibri in maggioranza: non è escluso che qualche consigliere comunale della stessa maggioranza possa fare un passo indietro, dimettendosi e rientrando poi in Giunta comunale. Nel secondo caso, invece, Sergio Di Raimo potrebbe limitarsi ad assegnare deleghe diverse agli attuali assessori, mettendo in scena una farsa poco credibile agli occhi dell’opinione pubblica. Se, infine, non dovesse succedere nulla, cosa molto improbabile considerata la serietà e l’esperienza politica del sindaco, la città avrebbe assistito semplicemente ad un gioco con le istituzioni, ad una burla poco confacente con il periodo di difficoltà che sta vivendo la nostra comunità, in attesa di risposte concrete su molteplici settori che coinvolgono direttamente i cittadini. Nel caso in cui non avvenisse nulla sarebbe evidentemente un modo per allontanare di pochi mesi lo spettro delle dimissioni.

Pubblicato in In Evidenza