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Statua al Belvedere, se ne parla ancora

Mag 03, 2020 Scritto da 
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I lavori sospesi a Santa Maria

 

 

 

In piena pandemia da Coronavirus, Anno Domini 2020, a quasi dodici mesi esatti dall’apertura in sordina del cantiere al Belvedere di S. Maria per posizionare una statua di S. Lidano, poi richiuso da un provvedimento sospensivo dell’Ufficio Tecnico comunale, ecco che si torna a parlare del “murodellatèra”.

Stavolta però non è il Sindaco ad intervenire, né il dipendente comunale Responsabile del procedimento - ancora affaccendato in una quadratura del cerchio da azzeccacarbugli -, né il Comitato spontaneo nato a difesa del belvedere libero (non contro la statua in sé), che da subito si è opposto al deturpamento del luogo.

Ad entrare a gamba tesa sull’annosa irrisolta questione del monumento al Santo patrono è adesso il massimo esperto setino di archeologia e di storia antica, colui che per decenni è stato il custode e narratore di ogni luogo o personaggio setino del passato, ideatore del museo comunale e delle numerose lapidi a memoria disseminate nel paese.

Il Prof. Luigi Zaccheo, in un articolo su Nuova informazione Anno XXIV- n. 1 di Gennaio 2020, rivista diretta editorialmente da suo figlio ma da sempre megafono della poliedrica attività dell’ex-preside, ha fatto sapere di essere favorevole al progetto dell’installazione della statua di S. Lidano al Belvedere.

Il professore, quale insigne studioso da sempre attento ad ogni argomento riferito alla storia di tutta la regione, in particolare alla conservazione di beni artistici, archeologici e paesaggistici del nostro paese, ha tutto il diritto di esprimere il proprio parere sulla diatriba che negli ultimi mesi ha suscitato l’interesse di molti concittadini. Però da lui ci si sarebbe aspettato un commento più tecnico, circostanziato e completo, oltre che ricordare, da bambino santamariano, anche i molti giochi d’infanzia e il tempo passato in quel belvedere libero (chissà come avrebbe giocato in quello stesso spazio se altri antichi amministratori non lo avessero preservato da monumenti od orpelli…).

Mi permetto di annotare qualche elemento che emerge, tra gli altri, nell’articolo citato.

  1. Tra gli argomenti portati a giustificazione della sua posizione (utilizzando perifrasi e termini molto simili a quelli utilizzati ufficialmente dal proponente/donatore della statua), il professore si lascia andare ad un consiglio, riportandolo tra parentesi: “Il realizzando monumento a S. Lidano (mi auguro che il Consiglio Comunale si esprima in modo favorevole) col passare degli anni diventerà un valore artistico per tutta la città di Sezze”.
  2. Poi en passant una riflessione molto personale: “Avevo in animo, unitamente ad alcuni amici, di finanziare un monumento (modesto per dimensioni) in onore del grande poeta latino Caio Valerio Flacco nativo di Sezze e vissuto nel I sec. d.C. da sistemare in una piazza del centro storico. La non edificante vicenda del realizzando monumento in onore di S. Lidano (occorre ripeterlo finanziato interamente da un cittadino di Sezze, pertanto senza oneri per la pubblica amministrazione) mi ha fatto ricredere e purtroppo ha gelato il mio entusiasmo iniziale e anche quello dei miei amici”.
  3. Infine, chiosando scrive ancora “Ho l’impressione che l’Amministrazione comunale di Sezze abbia verso il munifico cittadino donatore un atteggiamento di rifiuto preconcetto, facendo proprio il bellissimo verso di Virgilio: <Timeo Danaos et dona ferentes> (Temo i Danai – setini – anche quando mi portano i doni”. A parte che, rimanendo nella storica e dotta citazione, il cavallo donato dai Greci (con Ulisse e gli altri greci nascosti dentro) fu la vera rovina di Troia, la causa della sconfitta definitiva, ma il professore non ricorda bene che il munifico concittadino, risulta dagli atti presentati e motivo di un secondo passaggio correttivo in giunta, ha aperto il cantiere autonomamente e rimarrà l’unico proprietario della statua, non si tratta di un dono.

Andreottianamente, a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca.

Sembrerebbe infatti più un articolo “sollecitato”, quasi un parere di parte a sostegno dello sblocco dei lavori, più che una libera riflessione fondata su argomenti storici e tecnico-urbanistici. Nessun cenno dell’esperto studioso sul valore paesaggistico del Belvedere libero così com’è sempre stato, fin dalla sua infanzia ed anche prima, né sul mancato rispetto del progetto nei confronti della Legge Regionale, il Piano Regolatore per il centro storico, lo stesso habitat storicamente preservato. Neanche un riferimento al fatto che il donatore aveva aperto un cantiere senza che fosse stato autorizzato ad occupare (e trasformare) un luogo pubblico così caro a tutti i sezzesi, proprio adiacente all’antico Duomo (deturpato anch’esso, in altri tempi). E poi, il prof. Zaccheo sa già che il Consiglio comunale sta per essere chiamato ad esprimersi su una prossima delibera risolutiva? E questa sarebbe già una notizia, visto il silenzio ufficiale dell’Amministrazione sulla presunta delibera in lavorazione più volte annunciata che arriverebbe proprio nel bel mezzo della tempesta pandemica.  

La legalità del percorso urbanistico amministrativo è taciuta, una dimenticanza sospetta sacrificata sull’altare della presunta bellezza che avvolgerebbe la piazzetta (il murodellatèra pare bello solo se ci sarà la statua) posizionando non una statua antica recuperata in qualche scavo archeologico, ma una statua moderna. Eppure il professore da ex consigliere comunale con ruolo attivo – oltre che da chairman e relatore protagonista nelle innumerevoli occasioni pubbliche ed editoriali dedicate ai Santi Patroni - chissà quante volte si sarà opposto in passato a progetti urbanistici farlocchi ed abusivismi vari durante la sua esperienza tra gli scranni di Palazzo Diaz.

E ancora, il prof. Zaccheo ci tiene a far sapere ai suoi lettori che aveva in animo di donare egli stesso (con amici) un altro monumento a Sezze, per abbellire/deturpare un’altra piazza del centro storico e ricordare un setinus illustre.

Come a dire “Se passa Lillo, passa puro Caio”. Sicuramente, per il dichiarato dono della statua a Caio Valerio Flacco (setinus ?), si sarebbe attivato un percorso più legale, più partecipato e con i doverosi preliminari passaggi nelle commissioni consiliari competenti e più coerenti col Piano Regolatore...

Adesso però l’imperativo è quello di trovare la soluzione al pastrocchio di progetto e del cantiere di ruggine e monnezza che da Maggio 2019 ha stravolto il murodellatèra negando ancora oggi l’affaccio verso la pianura Pontina di tutti noi sezzesi, ex-santamariani e non. Questa statua s’ha da mettere, Zaccheo dixit.

Così va il mondo, sempre più spesso in politica si decide nelle stanze segrete e si marcia compatti; poi, di fronte a disarmoniche scorrettezze amministrative acclarate dagli stessi uffici tecnici del Comune, si invoca l’aiuto dei senatores e si chiamano in battaglia opliti e companeros di prima linea, per votare compatti e salvare capra e cavoli. In nome del sempre potente connubio di potere tra politica e religiosità di facciata che ha sempre guidato il paese, si prova l’indicibile, il salto mortale triplo carpiato all’indietro, per provare a togliere le castagne dal fuoco all’Amministrazione, benedire il tutto con un voto in Consiglio (mai interessato ufficialmente della questione finora) e inaugurare l’ennesimo monumento, non richiesto vox populi ma “donato” perché ritenuto necessario a rinnovare la bellezza del luogo e alla maggior gloria di qualcuno, non certo di San Lidano che in gloria Dei ci dovrebbe esser già.

Pubblicato in In Evidenza

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