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COMUNICATO STAMPA CARABINIERI

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Nei giorni precedenti a Sezze (LT), I Carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Latina, coadiuvati dai colleghi della locale stazione Carabinieri, hanno effettuato un controllo ad un’attività di ristorazione del comune di Sezze (LT) nel corso del quale sono state rilevate numerose criticità. In particolare, il locale ispezionato, non era provvisto di un idoneo sistema di approvvigionamento idrico ovvero collegato direttamente alla rete idrica di distribuzione controllata da gestore autorizzato, bensì disponeva di due serbatoi per la raccolta di acqua potabile, rinvenuti con evidenti segni di carente manutenzione e con presenza di incrostazione e sporco sia all’esterno che all’interno degli stessi. L’acqua proveniente da tali serbatoi veniva utilizzata per le necessità del ristorante e per la preparazione e la manipolazione degli alimenti, con conseguente e potenziale pericolo per la salute degli avventori. Informato il dipartimento di prevenzione dell’A.S.L. di Latina, l’attività veniva immediatamente sospesa e sanzionata con una contravvenzione di euro 1.000,00.

Domenica, 05 Maggio 2024 05:38

Sezze tra illegalità e selfie

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Sezze è diventata la città dove tutto è possibile, dove ogni fantasia può avverarsi e trasformarsi nel peggiore degli incubi. Luoghi tradizionali di aggregazione sono divenuti zone franche, dove regnano l’illegalità, lo spaccio e l’abuso di alcol. Il controllo del territorio è inesistente e risse, pugni e perfino uso delle armi sono un modo per risolvere i conflitti, affermare chi comanda e convincere i riottosi.
 
Fa male al cuore la metamorfosi che Sezze ha avuto in poco tempo, dove è normalità  imbattersi in un cavallo “parcheggiato” all’ingresso del Parco della Rimembranza, il Monumento. Chissà se il proprietario avrà pagato il parchimetro. Ennesimo segnale che racconta una comunità smarrita. 
 
Imbellettarsi due tre volte l’anno, per la Sagra del Carciofo, la Notte Bianca o la Sacra Rappresentazione del Venerdì Santo, cercando di apparire altro, non basta. Quando le luci della ribalta si spengono, il trucco viene rimosso, le vesti della festa sono dismesse e si torna al terribile ordinario, la tristezza torna ad afferrare chi Sezze la vorrebbe bella, accogliente e sicura sempre.
 
In questi giorni la nostra città è assurta all’onore della cronaca, le sono stati riservati ampi spazi sui giornali, servizi nei notiziari e post sui social non per le sue eccellenze, la sua storia, i suoi monumenti, i personaggi passati e presenti prestigiosi per cultura, arte e scienza, ma per un atto di violenza inaudita e insensata, effetto del degrado culturale e sociale che ci assedia e rischia di soffocare speranze e voglia di futuro.
 
Subito alto si è levato il coro dei benpensanti, dei leoni da tastiera deploranti di professione, degli immancabili campioni di legge e ordine e delle soluzioni semplici a problemi complessi, dei professionisti del dito puntato che spaccano il capello in quattro, condannano gli altri e puntualmente si autoassolvono.          
 
La nostra città ha bisogno che venga ripristinato il rispetto delle regole. Non è questione di destra o di sinistra ma di civiltà.
 
La legalità tanti la invocano a casaccio, la confondono con una visione ideologica retriva e reazionaria, assai lontana dal sentire profondo della nostra comunità, da sempre aperta, tollerante e solidale.
 
La legalità è presidio irrinunciabile delle libertà e dei diritti delle persone, dei deboli, dei fragili, degli ultimi e dei diversi, non discrimina per il colore della pelle, la cultura, la religione e la nazionalità.
 
La legalità non è un maglio contro lo straniero. Tutti siamo stranieri e lo siamo rispetto a noi stessi, nel peregrinare nello spazio e nel tempo che abitiamo. Essere stranieri è essenza della nostra umanità che dobbiamo imparare a riconoscere, che ci contraddistingue, ci qualifica e definisce.
 
La legalità non è un concetto astratto, ma un percorso educativo su principi e valori che devono penetrare, permeare e trasformare il nostro agire individuale e collettivo. Non basta enunciare la regola, è necessario incarnarla rimettendo al centro la persona.
 
Illegalità e violenza non si sconfiggono con gli annunci mediatici, le parole contrite e le scorciatoie. La presenza delle forze dell’ordine è indispensabile e va bene anche la videosorveglianza, ma servono a poco senza l’impegno a ricucire il tessuto sociale lacerato.
 
Quanti hanno responsabilità politiche e amministrative la smettano di trastullarsi con i selfie, di sprecare il tempo in ridicole trame per conquistare posizioni di potere dentro e fuori i partiti, di escogitare modi e forme per garantire a sé e ai propri sodali laute prebende. Gli incarichi pubblici sono un servizio ai cittadini e non un modo per appagare le proprie ambizioni e il proprio narcisismo.     
 
La legalità richiede buoni amministratori della cosa pubblica, esperti non nell’arte dello scaricabarile, nella retorica stucchevole per cui è sempre colpa di quelli di prima, nonostante ricoprano ormai da tempo responsabilità importanti, nella querula e immatura ricerca del capro espiatorio a cui dare la colpa delle proprie incapacità e inadeguatezze, ma nel realizzare il bene comune.
 
La legalità va costruita concretamente e non bastano gli incontri con il Prefetto o un paio di pattuglie di Carabinieri, rigorosamente in divisa, che vagano per il paese qualche giorno e poi se ne perdono le tracce. I cittadini sono stanchi di belle parole scritte nel vento a cui non seguono i fatti.     
 
Se veramente vogliamo essere solidali con Martina, vittima innocente di un assurdo atto di violenza, dobbiamo impegnarci a cambiare Sezze radicalmente, pretendendo il controllo del territorio, senza alzare muri, richiuderci in una fortezza inespugnabile, ma coniugando legalità e accoglienza, rispetto delle regole e integrazione.
 
Non è più il tempo delle promesse, dell’indignazione estemporanea, delle inutili strumentalizzazioni e ancor meno dei biechi desideri di vendetta.
 
Serve altro, soprattutto servono politici attenti e lungimiranti.
 
Una merce sempre più rara, purtroppo.
 

Si riportano le dichiarazioni del capogruppo del Pd di Sezze Armando Uscimenti, in merito alla notizia dell'apertura del centro antiviolenza pubblicata dalla Giunta Lucidi ieri sui social. 

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"Apprendo con piacere che a giorni riaprirà il centro antiviolenza per la tutela e la protezione delle donne vittime di violenza e dei loro figli. Tutto ciò nasce grazie a contributi dati dalla giunta regionale Zingaretti a fine 2020 e che ha permesso l'attivazione di diversi centri nella nostra provincia e che finalmente anche il comune di Sezze ha utilizzato. È bene ricordare che dal 2015 al 2018 è stato presente un centro antiviolenza presso la casa della salute voluto dall'amministrazione Campoli, assessore Eramo, in sinergia con l'ex assessore regionale Rita Visini. Il centro era gestito, ieri come oggi, dal Centro Donna Lilith di Latina. Come capogruppo del Pd mi auguro che questi centri siano finalmente istituzionalizzati in maniera permanente, anziché essere soggetti a finanziamenti che non assicurano una continuità che è più che mai indispensabile alla luce dei gravi fatti che accadano quotidianamente".

 

La locandina dell'inaugurazione del centro nel 2015

 

 

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del Movimento Libero di Iniziativa Sociale a firma di Luigi Gioacchini.

 

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A Sezze non si può parlare di criminalità organizzata perché, almeno fino a quando le autorità non chiariscono con precisione da chi e come questa criminalità sarebbe stata organizzata, la "storia" apparirebbe solo come un pretestuoso e depistante alibi. Quello stesso alibi che senza soluzione di continuità ha consentito, nel corso di decenni, che la situazione degenerasse nonostante i preoccupanti, inequivocabili e devastanti segnali che arrivavano.

Discorso diverso, invece, se si parlasse di un ben rodato "Sistema". È questo il punto che il ministro della polizia, Piantedosi, dovrebbe chiarire. Ma non lo farà mai, né lui né altri, perché è risaputo che qui a Sezze, di sicuro non nella politica politicante e per quanto strano possa apparire, troverebbero interlocutori dalle carte in regola pronti a rimarcare ogni eventuale incongruenza, contraddizione o omissione.


Sezze, "la Stalingrado dei Lepini", infatti, fra le "ingombranti" presenze che nel corso del tempo l'hanno caratterizzata, va inquadrata come la città che fra una serie infinita di immensi scandali nazionali e problemi di ordine pubblico di ogni tipo, è il luogo dove è nata la famigerata coop Karibu. Quella, per intenderci, dei 62milioni di euro, capeggiata dalla suocera del deputato Soumahoro la cui moglie, Liliane Murekatete, altro non era che la "rappresentante personale per l'Italia in Africa della Presidenza del Consiglio dei ministri", nel governo Berlusconi. Governo nel quale la attuale presidente del consiglio, Giorgia Meloni, era ministro.


Tornando all'attualità, un tessuto sociale, quello setino, drogato dalla anomala presenza di un numero imponente di stranieri ed al quale nessuno, in termini di verifica della sostenibilità ambientale tesa a prevenire, ha inteso dare un po' di respiro nonostante, come si ripete da più parti, le forze di polizia fossero fortemente sotto organico.

Con la rapidità di un fulmine, infatti, è favorita da un atteggiamento totalmente accondiscendente del sindaco Lucidi e della sua Amministrazione, un'altra coop, dedita all'accoglienza, ha preso il posto di Karibu usufruendo, tramite il Comune di Sezze, di nuovi milionari finanziamenti. Con un sindaco, sempre quello attuale, che nonostante tutto, nel tentativo di chiamarsi fuori, oggi fa pure la vittima dimenticando perfino che per la sua carica è lautamente pagato dai sezzesi. Oltre al fatto che, se non è capace di esprimere autorevolezza e capacità, nessuno lo sta obbligando a restare su quella poltrona. Ed i fatti, come i fallimenti, sono sotto gli occhi di tutti. L'ultimo, solo in ordine di tempo, quello di Martina, attinta da un "proiettile vagante", alla quale va tutto l'affetto, la solidarietà e la vicinanza di tutti i sezzesi perbene.

 

 


Nella serata di ieri 30 aprile 2024 i Carabinieri del Comando Provinciale di Latina attuavano un dispositivo di controllo straordinario sul territorio di Sezze, finalizzato alla prevenzione ed al contrasto dei reati. In tale contesto i Carabinieri arrestavano, in flagranza del reato di detenzione ai fini dello spaccio, un soggetto romeno di 44 anni che, a seguito di perquisizione domiciliare, veniva trovato in possesso di 84 grammi di marijuana suddivisa in involucri, nonché di un bilancino di precisione. Il tutto veniva sottoposto a sequestro. Il soggetto tratto in arresto, dopo le formalità di rito, veniva sottoposto agli arresti domiciliari, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, in attesa di rito direttissimo che si terrà in data odierna. L'uomo arrestato è il fratello del 37enne sospettato di avere esploso il colpo di pistola a Ferro di Cavallo sabato scorso, ferendo la ragazza di 19 anni di Sezze. Il 37enne noto alle forze dell'ordine per altri reati ed è tuttora ricercato.

 

 

 

Il Circolo Fratelli d'Italia di Sezze, tramite il suo consigliere comunale Serafino Di Palma, ha protocollato una richiesta urgente di convocazione di consiglio comunale per affrontare seriamente il tema sicurezza in città. 

" Tra la popolazione è diffusa la preoccupazione per la questione sicurezza del paese, tale preoccupazione  - si legge nella richiesta - è determinata anche a causa di una mancanza di iniziative per la prevenzione ed il contrasto dei fenomeni criminali; in più occasioni il sottoscritto, unitamente anche ad altri consiglieri comunali, ha presentato interrogazioni e sollecitato l’amministrazione a tal fine senza, tuttavia, ottenere significative risposte; non possono essere più accettati episodi come quello accaduto in questi giorni; la sicurezza deve essere una priorità assoluta ed è necessario intervenire per proteggere la nostra comunità; considerato, inoltre, che il diritto alla sicurezza ed alla qualità della vita urbana costituisce una priorità che richiede, a fronte di problematiche complesse, l’azione compiuta e sinergica di tutte le forze politiche, le istituzioni e le autorità preposte. E' essenziale - prosegue la nota di Fdi - elaborare e adottare, pertanto, un piano condiviso di sicurezza e controllo del territorio, coinvolgendo tutte le forze politiche e le autorità competenti in un dialogo costruttivo e aperto ai cittadini. Ciò esposto, si chiede la convocazione urgente di un consiglio comunale avente ad oggetto la questione sicurezza e nel quale sia esteso l’invito a partecipare al Prefetto di Latina, al Presidente della Provincia di Latina e ai rappresentanti politici regionali nonché alle forze dell’ordine locali e provinciali preposte alla sicurezza del territorio".

 

Nella foto il consigliere comunale Di Palma, firmatario della richiesta 

 

Si riporta l'intervento di Luigi Gioacchini del Movimento Libero di Iniziativa Sociale in merito agli sviluppi e alle dichiarazioni post sparatoria avvenuta a Sezze sabato scorso.

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Ci risiamo: domani un nuovo "Comitato per l'ordine e la sicurezza". Prima di questo ce ne erano stati altri, altri ce ne saranno dopo.
La minoranza invoca un Consiglio comunale straordinario, ma per far capire cosa a chi non lo dice. Appare chiaro, in casi del genere, a coloro che masticano un po' di politica, che le "mura" oltre le quali non si deve andare devono essere quelle "amiche" che fino ad ora hanno garantito lo "status quo". Diversamente, anche perché siamo di fronte a forze politiche, sia di maggioranza che di minoranza, che dispongono di rappresentanti istituzionali a tutti i livelli, deputati, senatori, parlamentari europei, ecc. che tra l'altro non è difficile incontrare per le vie di Sezze in compagnia del signor sindaco, viene da chiedersi: perché costoro non hanno mai sollecitato cotanto "codazzo parlamentare" ad interrogare il ministro della polizia, prefetto, on. dott. Matteo Piantedosi affinché ci illumini se, girando il mondo, gli è mai capitata una realtà (Circa 23mila abitanti) come quella setina, con decenni di scandali nazionali a ripetizione e gravi problemi di ordine pubblico come Sezze? e, come intende agire per il futuro?
Invece fanno parlare, ma solo sulla stampa locale garantiti così che la sua voce non arrivi in "cielo", la deputata Giovanna Miele che non aveva mai profferito parola ma lo fa, manco a farlo apposta, solo ora a ridosso delle europee facendoci sapere che "è importante quindi dotare le forze dell'ordine dei necessari strumenti". Viene da chiedersi, al di là delle vulgate e dei luoghi comuni, quali sarebbero questi strumenti dei quali fino ad oggi le forze di polizia non sarebbero dotate?
E si perché il senso di questa richiesta, a meno che non sia spicciola retorica di campagna elettorale, sfugge.
Nel contempo è giusto precisare che non sono certo le radici antiche del problema a preoccupare ma il suo perpetuarsi ultradecennale, senza soluzione di continuità, il vero preoccupante "bubbone". Altro che storie!

 

 

Svolta sulla vicenda dell’incompiuta di Sezze, e del riacceso caso dopo che la Corte dei Conti ha ingiunto l’ex sindaco Andrea Campoli a pagare una somma di 508 mila euro e i restanti del 1,3 milioni di euro ai componenti dell’allora Giunta comunale. Il Giudice designato della camera di consiglio della Corte dei Conti, dott. Giovanni Guida, ha infatti evidenziato la necessita “di delineare meglio il grado di responsabilità e l’apporto causale nella determinazione del danno in esame” in quanto dalle audizioni personali è “emerso che sia il finanziamento del lotto I, sia quello del lotto II, furono richiesti dalla Giunta del Sindaco Zarra, sebbene l’atto di impegno relativo al II lotto – dato il prolungamento dei tempi della relativa procedura – sia stato sottoscritto, a lavori già progettati affidati e consegnati, dalla nuova Giunta del Sindaco Campoli”. Forse non considerando questo aspetto perchè non ancora noto, le ingiunzioni di pagamento erano arrivate solo a chi aveva deciso di tentare di completare l’opera e l’eredità incompiuta, e non a chi aveva dato il via al progetto e ai lavori di distruzione del vecchio Anfiteratro di Sezze. Oggi la Corte dei Conti però chiede che vengano inviati proprio quei documenti relativi al 2005 per delineare al meglio maggiori responsabilità del caso.

Ecco il commento a caldo dell’ex sindaco Andrea Campoli : “Ho sempre pensato che c'è un Giudice a Berlino" e le nostre sacrosante ragioni verranno piano piano riconosciute. Nella vita ci vuole pazienza. Attendo che le cose diventeranno sempre più chiare, anche in relazione al debito riconosciuto verso la regione, che paradossalmente, è l'attuale proprietario dell'opera, oltre ad essere stato il soggetto protagonista di quell'opera. Insomma, questo Consiglio Comunale ha reso il Comune di Sezze doppiamente penalizzato e la regione doppiamente arricchita. Qualcuno pagherà e ricordo sempre di tenere in caldo i popcorn...”.

Si ricorda che i lavori presso l'ex Anfiteatro di sezze iniziarono nel  giugno 2005 con la Giunta Zarra senza essere mai conclusi e nel febbraio del 2022 la sentenza del Tribunale Civile di Roma condannò l’Ente comunale a restituire i fondi regionali ottenuti per i lavori mai realizzati. L’amministrazione comunale guidata dall’attuale sindaco Lidano Lucidi decise di votare a maggioranza la rateizzazione del debito di 1,3 milioni di euro, derivante dalla medesima sentenza a cui il Comune decise di non appellarsi. Da qui le richieste della Procura contabile a Campoli, ai componenti della Giunta e tecnici comunali.

 

Dichiarazioni del sindaco di Sezze Lidano Lucidi dopo i fatti di cronaca di sabato scorso

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“Quanto accaduto nella notte tra sabato e domenica è stato un vero e proprio trauma per la città, un episodio che ci deve far riflettere rispetto ad un problema, quello della sicurezza a Sezze, che questa amministrazione e il sottoscritto in primis non hanno mai tenuto in scarsa considerazione. Vedere nuovamente Sezze sulle pagine nazionali e sui tg è stato l’ennesimo schiaffo per una città che merita altro. Ma quella di sabato è anche l’occasione per tornare a ribadire con forza che come ente siamo impegnati quotidianamente con i problemi legati alla sicurezza. Che in città, a causa dell’estensione territoriale e della popolosità, ci siano problemi legati alla sicurezza è un fattore che nessuno di noi ha mai ridimensionato. Il problema della sicurezza c’è e come amministrazione stiamo mettendo in campo ogni azione volta ad arginarlo. Abbiamo investito tanto negli impianti di videosorveglianza, siamo in contatto con le comunità straniere che si occupano dell’accoglienza e non abbiamo mai negato il problema o cercato, come spesso accaduto in passato, di mettere la polvere sotto al tappeto. Quindi – prosegue il sindaco di Sezze – non ci sto a subire attacchi da chi fino a poco tempo fa raccontava di una città modello per integrazione e, sostanzialmente, isola felice. Così come non accetto gli attacchi da parte di chi cavalca l’onda emotiva, mentre invece, probabilmente, potrebbe incidere diversamente se si considera chi occupa incarichi dove si può decidere la sorte del Paese. Come Comune vogliamo far valere le nostre esigenze sul fronte della sicurezza urbana, e siamo consapevoli che in una provincia così vasta le forze a disposizione siano comunque esigue. Quella che non accettiamo, però, è la semplice presa d’atto di questi problemi. Servono soluzioni, perché l’episodio di sabato notte non si è trasformato in vera e propria tragedia solo per una circostanza fortuita, che la prossima volta potrebbe non ricapitare. Servono azioni concrete, servono militari e agenti, serve comprendere che un paese di 25mila anime e con un’estensione territoriale come quella di Sezze merita un’attenzione maggiore, una considerazione maggiore. Mi auguro e continuerò personalmente e come rappresentante di una comunità – ha concluso il primo cittadino di Sezze – a sollevare questioni agli organi preposti e a cercare di far comprendere a tutti che i problemi non si risolvono da soli, ma vanno affrontati con serietà e capacità”.

 

Comunicato stampa Anpi sezione di Sezze

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L’ennesimo episodio di violenza verificatosi a Sezze sabato 27 aprile 2024 costituisce una seria occasione di riflessione sul modo in cui il nostro paese, ormai da anni, si è trasformato. Problematiche già presenti da tempo, come lo spaccio di droga e la conseguente violenza, si sono amplificate con il consolidarsi di gruppi giovanili provenienti da paesi comunitari ed extracomunitari. Che fare? Quando problematiche così complesse e diffuse giungono a produrre situazioni così estreme è facile, e anche comprensibile, invocare soluzioni immediate e unidirezionali. Con la volontà di continuare a contribuire, con le nostre iniziative e con l’impegno di ognuno di noi, a costruire un paese vivibile e solidale, ci permettiamo di chiedere:


1. all’amministrazione e alle forze dell’ordine, di garantire un controllo puntuale e continuato del territorio, affinché esso non sia sottratto alla fruizione delle famiglie, dei giovani e di tutti i cittadini;
2. alla scuola, alle associazioni, ai partiti politici, ai sindacati, di potenziare l’impegno pedagogico-culturale per formare le nuove generazioni al rispetto pieno della propria e altrui dignità.

L’impegno sul primo punto, senza il secondo, condurrebbe, se pure, alla gestione della sola emergenza. L’impegno sul secondo punto, senza il primo, rinvierebbe le soluzioni a un futuro non meglio individuabile. Soltanto l’impegno per entrambe le prospettive potrà sollevarci da una situazione che, se resterà identica dopo il bagno mediatico del momento, non potrà che peggiorare. Un pensiero particolare di solidarietà, infine, per la ragazza rimasta ferita nel grave episodio e per la sua famiglia a cui ci stringiamo insieme all’intera comunità setina.



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