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Pierino Ricci

Pierino Ricci

Sabato, 26 Aprile 2025 06:59

FORSE LA CINA NON E' COSÌ LONTANA

 

I dazi e le politiche di Tramp stanno determinando uno sconvolgimento mondiale che sta mettendo a rischio tutti gli equilibri socio economico e politici di tutti i paesi costruiti dal dopoguerra a oggi.

I dazi nella storia mondiale sono sempre stati propedeutici oltre che di guerre commerciali anche di guerre mondiali.

 La narrazione della politica di Tramp di oggi è finalizzata a risolvere il debito pubblico dell’America e allontanare la Cina dalla Russia di Putin e ridisegnare nuovi equilibri mondiali.

 Ma tutto questo sta determinando una incertezza sulla credibilità dell’America nei futuri equilibri mondiali e tanti nel mondo e anche in Europa cominciano a chiedersi se l’America sia in grado di continuare a garantire il ruolo di superpotenza e affidabilità. I super poteri statunitensi hanno sempre garantito vantaggi economici dalle guerre in Europa.

Addirittura fu con la prima guerra mondiale che l’America da potenza industriale divenne Super Potenza industriale. In generale i Super Poteri che si interfacciano tramite i presidenti USA, tra essi le super banche riassicuratrici i petrolieri i proprietari delle fabbriche di armi… è nei dissesti e nelle catastrofi europee che i Super guadagnano.

 Oggigiorno non possiamo pensare che dietro i 4 anni di amministrazione Biden non ci fosse l’assenso dei Super Poteri USA, diversamente Biden non sarebbe durato fino alla fine del suo mandato.

Ora Tramp è l’altra faccia della medaglia dei Super Poteri USA, quella che impone un “costo” che mercanteggia che presenta i conti agli “amici” agli “alleati” per le elargizioni fatte da Biden, di miliardi di dollari dei quali ad esempio solo un terzo è arrivato in Ucraina, mentre i rimanenti sarebbero stati spesi dal Governo americano in America.

Tramp è colui che si “arruffiana i nemici”, che riscrive la storia con la visione del Gangster e priva di ogni valore morale e strumentalizzando la pace per la tasca Statunitense.

Ecco ci risiamo, si parla di pace e si spera nella nuova distruzione dell’Europa perché fare così fa cassetta per gli USA e per il dollaro che perde sempre più potere e credibilità.

In molte cose Tramp è simile a Putin … Putin è stato inquisito dalla Corte Internazionale del ‘ Aija come “criminale”. Tutto questo dimostra che l’Europa ha bisogno di una Superpotenza di riferimento che i fatti di Riad insegnano che non può essere né la Russia di Putin e né gli USA di Tramp.

Un tempo nel 1500 la Potenza europea di riferimento è stata prima la Spagna, quindi nel 1900 la Germania e l’Inghilterra. Oggi sarebbe interessante scoprire se la Cina, che notoriamente è stata sempre una potenza commerciale, possa sostituire la sua “alleanza con la Russia di Putin” con “un’alleanza con la Ue di Von Der Leyen” in funzione globale anti Russia e anti americana.

Possibile solo se la leader Von Der Leyen riuscisse a superare la sua classica impostazione che le impone di considerare gli Stati Uniti d’America come unico partner a Super Potenza strategica di riferimento per l’Europa.

Un’Ue filo-cinese farebbe blocco Euro-Asiatico con una Cina sempre meno comunista e più capitalista …Tramp rimarrebbe con i suoi Stati Uniti d’America sempre più in bancarotta con il suo gas liquido inacquistato fuori dai mercati vittima lui stesso dei suoi dazi.

 

 

 

Dal vile attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 dopo 15 mesi di guerra, i morti palestinesi sono 46 mila di cui tanti bambini con meno 14 anni, i soldati israeliani uccisi 800 e poi vanno aggiunti 1200 vittime del 7 ottobre 2023. Ecco perché bisogna tornare ai fondamentali. Va fatta una riflessione più seria e fuori dalle tifoserie di parte sul Medio Oriente. Questo radicalismo del conflitto è in modo trasversale, da destra e sinistra …complicato e complesso ma vale la pena farla, anche alla luce del bombardamento dell’ultimo ospedale di Gaza da parte di Netanyahu. Le cosiddette primavere arabe non hanno avuto il risultato” sperato” verso la democrazia pur avendo rimesso in discussione i vecchi sistemi non sono state in grado di risolvere la questione sociale e quelle economiche, mancando anche un sistema geopolitico internazionale che ne garantiscono le soluzioni, mentre le ineguaglianze si sono ulteriormente ampliate e si sono create delle teocrazie fatte di tribù di regioni, clan, etnie. Ma è altrettanto vero che la democrazia non si conquista con le armi. I popoli si sono spogliati di pezzi di storia comune nel tentativo di recuperarne altre solo apparentemente archiviate.

La mancanza di identità nazionali radicate e la persistenza al potere di leadership tollerate da una parte della popolazione con forzata quiescenza, hanno portato alla decomposizione delle identità all’interno dei confini statali e alla loro ricomposizione sulle linee per-esistenti alla creazione degli Stati (tribù, regioni, clan, etnie) dando vita a una ristrutturazione sociale radicata su poteri a forte base localistica. E così è stato per i giovani che dieci anni fa erano scesi in piazza sperando che da quelle rivolte potesse nascere una grande rivoluzione per il mondo arabo. Hamas non è l’OLP e non è interessato a una pace perché è per la distruzione di Israele. Inoltre, la povertà e le disuguaglianze hanno contribuito a radicalizzare di più le lotte tra i vari paesi.

 Dalla Tunisia, Erdogan contro i Curdi, alla Libia all’ Afghanistan, alla Siria, all’Iraq, anche in Egitto, la repressione di Sisi (presidente dell’Egitto) è un elemento della radicalizzazione di organizzazioni come fratelli mussulmani. Oggi purtroppo, anche il governo Netanyahu e la presidenza Tramp in America non aiutano per fermare lo sterminio di tanti civili inermi e porre fine al conflitto, il 40% delle vittime sono bambini sotto i 14 anni.

Ecco Israele deve stare attenta all' autogol politico a non cadere nella trappola di Hamas e Iran, perché colpire Gaza, è inevitabile colpire civili e soprattutto bambini. Non aiuta tra l’altro la decisione di Tramp con la deportazione dei palestinesi in Cisgiordania e Egitto e fare di Gaza un luogo di vacanza dando a Netanyahu carta bianca , armi per continuare a bombardare , anzi tutto questo sta determinando sempre più un allargamento del conflitto verso la Cisgiordania il Libano e non ultimo lo Yemen con il bombardamento degli Huthi a difesa del mar rosso mettendo in discussione i rapporti con l’ Iran che proprio in questi giorni si sta avviando un primo confronto sul nucleare a Muscat capitale di Oman, altro elemento da non trascurare. Tutto questo, mentre rispetto a quanto sta accadendo sotto i bombardamenti indiscriminati, come denunciato dall’Onu, e l’ incriminazione di genocidio nei confronti di Netanyahu, alla popolazione civile di Gaza, restano, solo alcune voci , tra cui quella della sinistra israeliana e di Haaretz e le manifestazioni per la liberazione degli ostaggi ancora oggi nelle mani di Hamas… in particolare, giustamente sottolineano come una democrazia non agisca secondo il criterio della vendetta ma per la necessità della sicurezza. Bene ha fatto la Francia e la Spagna a riconoscere lo Stato palestinese e altrettanto dovrebbe fare tutta l’Europa, compresa l’Italia.

Solo questo potrà aiutare il processo di pace e non costruendo un mondo a rovescio dove l’aggressore ha ragione sull’ aggredito o con la logica del conflitto, bisogna coniugare le ragioni della pace con quelle di un laicismo che riesca a ritornare protagonista al di là della tragedia degli eventi di questi giorni.

 L’unica strada rimane, quella due popoli due Stati, ma per costruire questo c’è la necessità che l’ONU veramente sia un organismo riconosciuto da tutti e che conti soprattutto con il consenso di tutte le superpotenze detentrici di arsenali nucleari che pongono fine ad armare le parti in conflitto e all’ usurpazione di territori altrui, ecco perché bisogna tornare ai fondamentali del diritto internazionale e no alla legge del più forte. Coraggio Europa! Il mondo ha bisogno di voi!

 

 

 Ecco perché lo stillicidio della mancanza dell’acqua e le bollette sono così care; in Italia gli acquedotti disperdono il 40% dell’acqua che trasportano…Frosinone con punte al 70% e Latina nella scia. Ma non c’è stato un referendum popolare che ha decretato l’acqua deve essere pubblica? Purtroppo, non è andata così, oggi tutti i comuni si trovano a fare i conti con le cosiddette partecipate, le quali stentano a fare investimenti e tariffe calmierate pur avendo degli utili alti ( Acqua latina , chiude il bilancio del 2023, con un utile di 7,3 milioni e 11,2 sul bilancio 2024 ), ma le perdite dell’acqua le pagano le famiglie, i Sindaci debbono incalzare Acqualatina per investire più sulle condotte, nuova tecnologia e abbattimento delle tariffe, anziché fare utili …non basta votare contro il bilancio.

I motivi del triste primato è da ricondurre ad un buco nero che per circa un trentennio ha avvolto la rete idrica. Pochissimi investimenti, lavori di manutenzione ordinaria ridotti al minimo e quasi nessuno di ammodernamento. Questo fenomeno non ha una spiegazione univoca. Alcune analisi lo riconducono alle difficoltà economiche del nostro paese, alle crisi fiscali e del debito, a una gestione frammentata del servizio idrico locali, regionali e nazionali con competenze spesso sovrapposte tra i vari livelli di competenza. Fatto sta che a partire dai primi anni Ottanta e fino agli anni Dieci del nuovo millennio gli acquedotti italiani sono rimasti immobili e il tempo non è stato galantuomo. Ancora oggi, secondo l’ISTAT, le reti idriche italiane pagano lo scotto di quegli anni di immobilismo. Molte di esse sono state costruite più di cinquanta anni fa e hanno subito scarsi interventi di manutenzione e ammodernamento. Il problema non è solo che le condutture sono vecchie e malmesse, ma che l’assenza di Sensori rende molto complicato determinare dove avvengono le perdite e quindi intervenire in maniera mirata: si interviene “quando” arriva la telefonata del cittadino.

Mediamente le perdite più alte per chilometro di rete avvengono nei centri urbani, dove c’è un numero maggiore di deviazioni dalla conduttura principale, la pressione dell’acqua è maggiore e la rete è più capillare e complessa. Si dice che le cose stanno cambiando, ma per le cosiddette “partecipate” servono investimenti pubblici. Con l’istituzione dell’Autorità di Regolazione per l’Energia Reti e Ambiente (ARERA) nel 2011 e con la crescente attenzione ai problemi delle perdite e dell’efficienza delle reti, sono stati fatti progressi per cercare di invertire la tendenza. Tuttavia, il divario creato dai tre decenni di scarso investimento richiede sforzi massicci e continui per essere colmato. Oggi, anche grazie all’Europa e al PNRR si possono ridurre queste gravi inefficienze che ci porti in linea con gli standard dei paesi industrializzati. Secondo la banca mondiale, le perdite idriche nelle reti dei paesi ad alto reddito nel mondo si aggirano tra il 10 e il 20%. In Italia il dato è del 40%. Due quinti dell’acqua immessa nella rete finisce nel terreno prima di raggiungere i consumatori finali. La Regione Lazio ha una perdita che in molti casi supera il 50% e ironia della sorte Frosinone e Latina sono i fanalini di coda con le loro perdite che arrivano fino al 70%. Ecco, AcquaLatina ... A quando una tranquillità all’erogazione dell’acqua e si metta fine allo stillicidio settimanale per la mancanza del bene prezioso e una tariffa più economica per le famiglie? E’ ora che i nostri sindaci si diano una mossa a tutela delle famiglie e non sempre schierati a favore della partecipata.

 

 

Anche i rifiuti possono essere una risorsa oltre che una opportunità di lavoro, i nuovi giacimenti del terzo millennio (anziché guerre per le terre rare). Gli scarti che produciamo tutti i giorni possono infatti essere riutilizzati direttamente in cucina o negli oggetti d’arredo o nelle campagne. La parola giacimenti non è casuale, le nostre materie prime sono sempre più scarse, mentre i rifiuti che accumuliamo sono tanti…perché non trasformarli in una risorsa?

Si d’obbligo, cominciare a vedere gli scarti non più, come problema ambientale, ma come una opportunità di impresa e di occupazione. Dobbiamo pensare diversamente al concetto di proprietà privata per cercare di estendere la durata di utilizzo di un bene … il riuso del bene. È un tema importante soprattutto nel nostro paese dove ognuno di noi produce 504 kg di rifiuti all’anno con notevoli spese di smaltimento. Creandone meno, ci guadagnerebbero anche le nostre finanze pubbliche e soprattutto toglieremo il business, sempre più in aumento, dalle mani della criminalità organizzata. Sono tante le professioni legate a questo settore. Anche avviare un’attività in proprio può diventare redditizia. Non solo i potenziali clienti sono infiniti (in quanto sia privati che aziende ed enti producono scarti di ogni genere), ma è anche possibile lavorare con diversi materiali come plastica, carta, alluminio, rifiuti elettronici, meccanici e tecnologici, rifiuti organici, scorie pericolose e tanti altri. Infatti sarebbe interessante, anche nei nostri Comuni, sperimentare e far nascere dei modelli business davvero innovativi e convenienti capaci di attrarre e incuriosire anche i consumatori più scettici. Si tratta, in sostanza, di negozi convenzionati, in cui il cliente entra con un certo numero di rifiuti già differenziati (carta, plastica, vetro, alluminio ecc..) e ne esce con olio, pasta, piantine aromatiche o altri generi alimentari, anche biologici. L’imprenditore guadagna grazie alla rivendita dei rifiuti e il consumatore ha in cambio un premio.

In Italia già esiste un format originale per recuperare e riutilizzare i materiali di scarto (pensiamo a tutti gli scarti dei prodotti elettronici), basta che i nostri Comuni si informino per potersi attivare. Rifiuti che vengono trasformati in oggetti e creazioni artistiche, con il recupero della plastica del vetro o quant’altro. Oltre al negozio si possono creare stazioni ecologiche. Si tratta di istallazioni in alcune zone strategiche della città in cui l’ente finale deposita i più disparati materiali e rifiuti, in cambio l’utente riceverà buoni sconto e buoni spesa da utilizzare in punti vendita e supermercati convenzionati, mentre l’imprenditore guadagnerà rivendendo i materiali raccolti. Poi ci potrebbero essere anche istallazioni, che oltre a raccogliere i rifiuti li compattano anche, comprimendo i materiali già all’Interno della stazione.

In Italia il numero di smartphone, ma anche di tablet e altri dispositivi elettronici, è elevatissimo e i rifiuti elettronici sono destinati ad aumentare. Avviare una attività di riciclo e recupero dei materiali elettronici può essere un’idea imprenditoriale. Si potrebbero installare, anche, distributori automatici nei nostri Comuni. L’utente inserisce nella macchina i suoi vecchi apparecchi elettronici e in cambio riceve un corrispettivo in denaro. È chiaro che per realizzare questi progetti c’è bisogno dei Comuni che insieme alla Regione mettano in campo risorse strumenti, strutture e mezzi per costruire progetti e idee anche attraverso la formazione con le imprese e i sindacati di categorie… attivarsi per formare e responsabilizzare le nuove generazioni su temi fondamentali come l’economia circolare e le nuove sfide del futuro formativo e lavorativo.

 

Il reddito reale delle famiglie italiane diminuisce, ampliando così il divario con la media dei redditi Ue. A certificarlo è Eurostat indicando il calo del reddito disponibile reale lordo delle famiglie nel 2023: la flessione è dovuta in particolare alla corsa dei prezzi di beni e servizi, tanto che il dato italiano si attesta oltre sei punti sotto quello registrato nel 2008.

Secondo l’istituto di statistica europeo la media di guadagno delle famiglie (fatto 100 il 2008) scende da 94,15 a 93,7, mentre il resto dei paesi Ue nel complesso cresce da 110,12 a 110,82; rispetto alla media europea il reddito disponibile reale in Italia risulta inferiore di oltre 17 punti e aumentano i poveri in Italia e aumenta sempre più la spesa sanitaria per ogni famiglia per curarsi.

Dalle tabelle Eurostat sul ”quadro di valutazioni sociale” emerge che solo la Grecia risulta avere un andamento dei redditi peggiore dell’Italia. Anche gli imprenditori, così come i sindacati, sono intervenuti per rimarcare come sui redditi abbiamo perso 20 anni. Giustamente le organizzazioni sindacali rivendicano i rinnovi contrattuali e la rivalutazione Istat sulle pensioni per il caro vita e le bollette + 24% luce e + 28% gas, che bloccano anche i consumi interni Ecco perché va recuperato immediatamente un confronto con le parti sociali, anche alla luce dell’errore sull’Irpef commesso dal governo sulle aliquote che comporterebbe, se non corretto, un aumento medio di 250 euro da pagare sui salari e sulle pensioni.  I salari reali in Italia sono inferiori del 8,7% punti sul 2008, mentre in Germania crescono del 15%. Ma il più 2,3% sul 2024 è anche il risultato peggiore dei paesi del G 20: la crescita nel 2024 non è stata sufficiente a recuperare il divario con gli altri paesi e a compensare le perdite.

Anche se per la prima volta le statistiche riportano un aumento sull’occupazione che passa dal 64,8 % al 66,3 %, va detto che nei primi quattro mesi del 2024 su 2,7 milioni di contratti di lavoro firmati, solo 497 mila sono a tempo indeterminato, più altri 108 mila in apprendistato. Tutti gli altri sono a tempo determinato, stagionali, interinali o intermittenti. Distanze dagli altri paesi europei, in particolare per l’occupazione femminile. Così come sulla produttività, la formazione, la ricerca, l’innovazione, gli investimenti e la crescita il nostro paese lascia a desiderare e ci troviamo in fondo alla classifica Europea e nel mondo occidentale. Ecco perché i dazi di Tramp saranno un altro duro colpo per la nostra economia,  “per la pace nel mondo e per il vantaggio delle popolazioni , occorre avere mercati aperti, e questa è una regola di civiltà e di progresso”.

Sabato, 22 Marzo 2025 06:22

Il lavoro è un valore che non c'è più

di

Pierino Ricci

Per Latina 2032 

 

Con l’abolizione del reddito di cittadinanza e il salario minimo al palo si è persa una grande occasione per sperimentare forme di lavoro (come i lavori socialmente utili), sia per gli enti locali, che per i percettori di reddito, avrebbero potuto dare delle risposte sul lavoro.

Comunque non si è scelta questa strada e si continua a fare filosofia e a propinare cifre sull’occupazione che va’ tutto bene, dati, sempre più non corrispondenti alla situazione reale. Immaginate quanto lavoro inespresso abbiamo nei nostri Comuni, si continua a non valorizzare le nostre ricchezze locali. Così come, il turismo, che nelle nostre città, andrebbe valorizzato di più la costa Marina le nostre colline i nostri centri storici e puntare ad un turismo d’élite o di massa, risolvendo gli annosi problemi della ricettività, problemi strutturali, va creata una cultura sul turismo, creando, così, nuove imprese e nuova occupazione, per vincere la competizione europea; la valorizzazione dell’ambiente e il mantenimento del decoro urbano (che le nostre città ne hanno tanto bisogno); sulla assistenza domiciliare per gli anziani, disabili e le famiglie in stato di difficoltà socio economica, attraverso progetti mirati.

La raccolta e la lavorazione dei rifiuti, facendo la differenziata, che stenta a decollare per non dire che è ferma, i rifiuti possono essere una risorsa, si possono costituire delle cooperative o aziende per giovani che riciclando i rifiuti, cosiddetti pregiati, come per esempio vecchi telefonini, vecchi computer, vecchi accessori tecnologici e elettronici ecc. che oggi vengono buttati nella indifferenziata per il più dei casi… se riciclati ( alcuni componenti )  e rivenduti  a ditte specializzate , possono creare reddito. I rifiuti, è un settore che potrebbero creare nuove imprese e nuova occupazione, mentre si spendono milioni o miliardi per lo smaltimento, che spesso e volentieri va’ a finire nelle mani della criminalità organizzata, che ci fanno affari, rivendendo il prodotto ad altri Stati europei e non, che trasformano l’immondizia in prodotti per il benessere comune. Così come, la digitalizzazione (finanziamenti PNRR), che potrebbe aprire nuove frontiere ai nostri ragazzi neo diplomati o neo laureti, l’intelligenza artificiale che non può essere vista soltanto sostitutiva dell’essere umano, ma le sfide saranno su come saremmo in grado di rispondere al valore umano.

Questi alcuni esempi per dire che, se vogliamo fermare l’emorragia dei nostri giovani che vanno via, sarebbe interessante, con il Comune capoluogo della provincia di Latina, sperimentare un organismo permanente che affronti e sperimenti forme di lavoro e formazione? Coinvolgendo, la Regione, l’università, i centri di ricerca, le organizzazioni sindacali (sia imprenditoriali, che dei lavoratori), così come i vari enti o associazioni, che fanno formazione o che possono produrre idee per la ricerca di nuova tecnologia, dove vediamo che anche il nostro paese arranca.

Per fare questo, bisogna dare un valore in assoluto al Lavoro e il Comune di Latina, deve dotarsi di un assessorato specifico, che segua queste situazioni, per rimettere al centro, questi valori (sul lavoro) che purtroppo, vanno sempre più messi ai margini dell’agenda politica ed è chiaro che, più si dà un valore al lavoro regolare e al salario, più è credibile dare una risposta ai nostri ragazzi (che vanno via) e ai disoccupati espulsi dai processi produttivi.

Argomento questo che potrebbe assumere un grande valore se inserito in un contesto sperimentale per la nostra provincia, nel centenario della nostra città, cercando cooperazione tra tutti gli enti e soggetti interessati a misurarsi in tale progettualità.

 

Sabato, 15 Marzo 2025 07:17

Quanto ci costa la spesa sanitaria?

 

di

Pierino Ricci

Per Latina 2032

 

Quanto ci costa la spesa sanitaria?

Nel 2002 c’erano 1.286 ospedali. Ventidue anni dopo sono diventati 996, sempre nel 2002, c’erano cinque posti letto ogni mille abitanti, oggi sono 3,8. Tutto certificato dall’ annuario statistico del servizio sanitario nazionale. Così come la statistica redatta dal ministero della salute delle Regioni, che sono al di sotto dei livelli essenziali di assistenza ( i cosiddetti Lea o Lep ) sono otto le Regioni bocciate in sanità e al di sotto di tali livelli su 21, tra cui anche alcune Regioni del nord ( Prov.aut.Bolzano e Val D’Aosta). Il Lazio si trova al 12 posto (non bene)  ai primi posti vediamo il Veneto e la Toscana e agli ultimi  posti c’è la Val D’Aosta e la Calabria. Queste riduzioni sono anche l’effetto della riorganizzazione degli ospedali e della tendenza ad accorciare i tempi di degenza dei pazienti, ma la domanda è: dove ci porterà l’arretramento della sanità pubblica? Per fare un esempio, nel 2002, il 59 per cento degli Istituti di cura era pubblico e il 41 per cento in capo alle cliniche private accreditate; nel 2023 , la sanità privata è salita al 48,6 per cento. Meno Ospedali e minore offerta di visite specialistiche ed esami diagnostici nel sistema sanitario nazionale. E se il pubblico spende di meno chi paga sono i cittadini. La Corte dei Conti nella sua relazione al parlamento fa un’ analisi impietosa: " Il contenimento della spesa pubblica e il fenomeno delle liste di attesa hanno una spesa sanitaria privata assai elevata, crescente e molto superiore a quella dei paesi europei ".

La spesa diretta a carico delle famiglie è ormai quasi un quarto di quella totale, per un valore di 624 euro a persona. Gli Italiani, spiegano i giudici contabili, tirano fuori di tasca propria molto più del doppio dei Francesi e dei Tedeschi pur avendo un reddito inferiore. Il risultato è l’aumento del numero di persone che per, ragioni economiche, rinunciano alle terapie, ai trattamenti delle malattie croniche, malati oncologici o alla prevenzione ( sono1,6 milioni di malati oncologici e cronici … infatti anche a Latina al nosocomio Santa Maria Goretti sono costretti a fare delle lunghe file sotto l’acqua al freddo per l’assurda scelta fatta dalla Regione Lazio per ritirare i farmaci presso la farmacia comunale dell’ospedale). 

Assistiamo a un vero e proprio cambiamento delle abitudini sanitarie delle famiglie, che tirano la cinghia e limitano visite mediche e accertamenti ( il 4,2 per cento dei nuclei familiari ). Per il sesto anno consecutivo la spesa dei farmaci è aumentata. Nel 2023 ,tutte le famiglie, anche quelle povere, hanno dovuto spendere il 7,6 per cento in più, rispetto all’anno precedente per i ticket e i farmaci non rimborsabili. Se è vero che 473 mila persone, nel 2022, hanno dovuto ricorrere all’aiuto di enti non profit , per 5 milioni di poveri in senso assoluto, il costo di alcune prestazioni sanitarie è proibitivo. E si capisce meglio se si prendono in considerazione le cure odontoiatriche. Le famiglie indigenti spendono per il dentista appena il 2,19 euro al mese, contro i 31,16 euro del resto della popolazione.

Ecco, i nostri politici dovrebbero riflettere e attuare politiche per salvare il servizio sanitario nazionale, la sanità, pubblica, non può più attendere è l’appello anche di 14 personalità del mondo scientifico e della ricerca sanitaria italiana che sono (Ottavio Davin, Enrico D’Alleva, Luca Defiore, Paola Di Giulio, Nerina Dirindin, Silvio Garattin, Franco Locatelli, Francesco Longo, Luca Alberto Mantovani, Giorgio Parisi, Carlo Patrono, Francesco Perrone, Paolo Vineis) tra l’altro sostengono che più fondi al sistema sanitario, tutela anche la coesione sociale… altro che’ l’autonomia differenziata.

 

 

 

 

Per ciò che concerne la disaffezione dei giovani alla politica, a preoccuparci non dovrebbe essere il dato sul loro astensionismo, quanto il loro allontanarsi dalla politica attiva. Tutto il processo empirico dettato dall’esperienza in cui si sono formate associazioni giovanili, partiti, comitati elettorali e istituzioni locali sembra interessargli sempre meno, nonostante le piazze siano sempre gremite di ragazzi che manifestano per ambiente, parità di genere, scuola, salario minimo. In una società sana il ruolo dei giovani è cercare di cambiare il mondo, ma l’impressione è che codesti si attivino solo su modalità specifiche definite principalmente dall’urgenza di rispondere a problemi contingenti. I movimenti giovanili praticamente si formano velocemente, ma altrettanto velocemente, qualora non vi sia più l’urgenza, si sfaldano. Perché allora questo impegno non si tramuta in militanza? Perché non si trasforma in una vera cultura politica? Per formare una cultura politica sono necessari due elementi: quell’insieme di valori e di visioni attraverso cui immaginiamo e progettiamo il nostro futuro insieme e il “metodo”, in grado di tradurre immaginazione e progettualità in agende concrete, capace di andare incontro alle necessità dei cittadini. Entrambi possono esistere singolarmente, ma solo insieme sono realmente funzionali alla costruzione di una società.  L’immaginazione collettiva, unita all’urgenza, è un propellente formidabile per superare una crisi, molto più di una molotov o di un sanpietrino. Con la globalizzazione ed il neoliberismo si è consolidata l’idea che tecnica e progresso avrebbero risolto ogni problema. Oggi nella società liquida Baumaniana questo processo ha rafforzato una cultura dell’iper-individualismo, quasi a sfociare in una sorta di solipsismo, dove è sempre più facile fermarsi al senso comune, ed è sempre più difficile sviluppare un immaginario collettivo. Se la politica non attrae i giovani è perché l’ideologia che contiene è percepita come ostacolo alla risoluzione dei loro problemi individuali piuttosto che come aiuto. Non è un caso infatti che nell’ultimo voto la loro preferenza sia andata a forze che privilegiano il “metodo”, rispetto ad una cultura politica facilmente identificabile. La sfida per i leader di domani sarà ridare all’impegno dei giovani una visione collettiva. Servono in primo luogo spazi di partecipazione, luoghi fisici e spazi di confronto, dove idee e identità diverse possano convivere senza paura delle complessità dei tanti problemi sul tavolo.  

Martedì, 18 Ottobre 2022 07:09

Le due Camerate!

 

 

Le seconde due camerate, ehmh scusateci, le due Camere hanno i rispettivi presidenti. Il primo in ordine di prestigio è l'On. Igrazio BENITO Maria La Russa, settantacinquenne già filofascista missino e collezionista di busti mussoliniani che non si vergogna di mostrare, così come si vergogno' di aver scherzato su Twitter con l'invito ad usare il saluto romano in pieno lockdown pandemico, nonché assertore dell'essere noi, popolo italiano del secondo dopoguerra, figli del duce (noi che beneficiamo della Costituzione nata dalla Resistenza...)! Il secondo coniglio estratto dal cilindro è stato Lorenzo Fontana, un quarantaduenne leghista nostalgico addirittura della Restaurazione dell'Ancien Regime! Il cui mentore è un parroco fautore della Chiesa lefebvriana, cioè la minoranza dell'ultradestra cattolica sostenente che l'omosessualità è manifestazione del diavolo e che bisognerebbe tornare in occidente al vecchio connubio politico fra Chiesa e monarchia! Da qui si capisce il perché dell'Onorevole circa la sua 'guerra' pro-cristianità dai presunti attacchi degli immigrati infedeli, dalla comunità LGBT, dal diritto della donna emancipata (per loro 'corrotta') di poter abortire, dalla presunta e paranoica entrata (inesistente) dei valori pro-gender nei programmi ministeriali della scuola pubblica, dall'avanzata di Peppa Pig!Adesso una domanda di buon senso politico rivolto alla presidente Meloni: ma se hai vinto le elezioni col solo 26% a causa di sta sciagurata legge elettorale, non conveniva 'moderare' il primo governo dell'estrema destra della nostra Repubblica con due presidenti delle Camere più scialbi, un po' democristani e rassicuranti tipo Toti, Fitto, Lupi e via discorrendo?

 

A cura di Sandro D'Onofrio

resp. Sinistra Italiana Latina