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In occasione della Giornata Nazionale del Made in Italy, il Comune di Sezze presenta un evento culturale di grande rilevanza che celebra il valore delle tradizioni artigianali italiane e, in particolare, quelle setine. Dal 24 aprile al 2 maggio 2025, presso il Museo Archeologico di Sezze, si terrà la mostra “Antichi Mestieri”, arricchita da dimostrazioni dal vivo a cura di numerose realtà locali tra cui Pro Loco APS Città di Sezze, Ecomuseo dell’Agro Pontino, CIF Sezze, Setia Plena Bonis, Antiqua Setia, Arcadia, Colli Tutto l’Anno, I Turapitto, Nemeo, Memoria Storica e RicordArt. Il momento clou dell’iniziativa sarà venerdì 2 maggio alle 17:00, con il convegno “Made in Italy, antichi mestieri setini”, che vedrà la partecipazione di relatori esperti, studiosi e rappresentanti del territorio, impegnati nella valorizzazione delle tradizioni e del patrimonio culturale locale. Un ricco parterre di relatori interverrà per offrire uno sguardo multidisciplinare sul valore storico, culturale ed economico dei mestieri tradizionali: Marco Miele e Manuela Ginevra Testa della Pro Loco Sezze, promotori delle attività di valorizzazione locale; Eros Ciotti, architetto e autore del volume “Paesaggi invisibili. Artigianato artistico nel territorio lepino-pontino”, che parlerà del legame tra arte, paesaggio e artigianato; Ernesto Migliori, rappresentante del Consiglio Nazionale del PRIN (Paesaggi Rurali di Interesse Storico), con un contributo sul valore scientifico e ambientale dei saperi antichi; Piero Formicuccia, esperto e cultore delle tradizioni setine, che condividerà aneddoti e testimonianze del passato; Luigi Zaccheo, storico e ricercatore, impegnato nello studio delle trasformazioni sociali legate all’artigianato; Roberto Vallecoccia dell’associazione Memoria Storica, che porterà un approfondimento sulla memoria orale e le tecniche artigianali tramandate. Tra le testimonianze d’eccezione, due figure simbolo dell’artigianato artistico del territorio: Franco Vitelli di Sezze, mosaicista, esporrà alcune delle sue opere più rappresentative, mentre Marco Castegini di Bassiano, liutaio, presenterà strumenti musicali realizzati a mano secondo tecniche antiche. Lola Fernandez, Assessore allo Sviluppo Locale, Innovazione e Attività Produttive, ha dichiarato: “Sezze partecipa con orgoglio alla Giornata Nazionale del Made in Italy, consapevole di quanto sia importante tutelare e far rivivere i nostri mestieri storici. L'artigianato non è solo eredità, ma anche opportunità: i saperi antichi possono diventare leve per un futuro innovativo e sostenibile, soprattutto se collegati a percorsi di formazione e valorizzazione turistica. Questo appuntamento rappresenta un’opportunità concreta per far conoscere e valorizzare le eccellenze del nostro territorio, in un’ottica di sviluppo sostenibile e identitario. Il Made in Italy non è solo un marchio, è un patrimonio di competenze, passione e creatività che si tramanda da generazioni. A Sezze, vogliamo che questi antichi mestieri diventino anche strumenti di innovazione e rilancio economico, soprattutto per i giovani”. La giornata si concluderà con la consegna degli attestati alle Botteghe Storiche di Sezze, riconosciute ufficialmente dalla Regione Lazio per la loro attività ultradecennale e il contributo alla conservazione dell’identità locale. Nella stessa giornata del convegno, fin dal mattino, si svolgerà la storica Fiera della Croce, anticipata al 2 maggio per consentire il regolare svolgimento del Mercato Settimanale nel sabato successivo

 

Per tanto tempo, la parola "disabilità" mi è sembrata una montagna da scalare. Pesante, spaventosa, piena di incognite. Oggi, dopo anni di cammino, so che non è così. La disabilità è una parte della persona, non la sua definizione. Non racconta tutto di lui: non racconta il suo sorriso contagioso, la sua ironia che sorprende, la sua capacità di vedere la bellezza dove gli altri passano distratti. Eppure ancora oggi, troppo spesso, quando si sente parlare di disabilità si abbassano gli sguardi, si cambia discorso, si sospira come se stessimo nominando qualcosa di tragico.
Non è così. La disabilità è una diversa normalità. Richiede adattamenti, certo. Richiede tempi diversi, spazi più larghi, cuori più aperti. Ma non deve essere un motivo di imbarazzo, di compassione forzata, o — peggio — di esclusione.

Vorrei che imparassimo tutti a guardare oltre la parola. A vedere le persone, prima delle etichette. A parlare di disabilità come si parlerebbe di qualunque altra caratteristica umana: con rispetto, ma senza paura. Se potessi lasciare un messaggio oggi a chi mi legge sarebbe questo: "Non abbiate timore di avvicinarvi. Il rispetto non è distanza: è presenza." Non so se esiste un momento preciso in cui tutto cambia. Forse è un susseguirsi di piccoli scossoni, di notizie che scompaginano i piani, di sguardi che si interrogano senza avere ancora tutte le risposte. Quando è arrivata la disabilità nella mia vita — attraverso gli occhi di mio figlio - ho scoperto una verità semplice e potente: l’amore non chiede condizioni.

Non è stato facile. Non lo è nemmeno oggi, a distanza di anni. Le sfide si presentano puntuali: la scuola da conquistare ogni giorno, le barriere da abbattere una a una, i sogni da difendere anche quando sembrano troppo grandi. Eppure, in mezzo a tutto questo, ho imparato che la disabilità non è una tragedia. È un modo diverso di essere al mondo. Un modo che chiede più pazienza, più creatività, più forza. Ma che restituisce anche una gioia che a volte sfugge a chi vive inseguendo solo la "normalità". Attraverso questa rubrica, vorrei parlare seppur sinteticamente di tutto ciò che gira intorno a questa parola. Non parlerò di numeri o diagnosi: parlerò di vita concreta.

Spero che la rubrica possa aiutare chi, come me, sta camminando su una strada che, seppur diversa, può essere straordinariamente luminosa. Ho deciso di condividere con tutti voi una rubrica curata da me personalmente che affronterà diversi temi:

"La legge 104: un diritto, non un privilegio"
(Cos'è la Legge 104/92, cosa prevede: permessi lavorativi, diritto all'assistenza scolastica, vantaggi fiscali - spiegato in modo semplice)

"Inclusione scolastica: cosa dice davvero la legge"
(Il diritto allo studio per tutti, il ruolo degli insegnanti di sostegno, il PEI – piano educativo individualizzato.)

"Invalidità civile: riconoscimento e diritti connessi"
(Cos'è l'invalidità civile, come si richiede, cosa comporta.)

"Il mondo del lavoro e la legge 68/99"
(Collocamento mirato, categorie protette, possibilità di inserimento lavorativo.)

"Agevolazioni fiscali e contributi economici per le famiglie"
(Detrazioni, bonus, contributi per ausili, indennità.)

"Barriere architettoniche: i diritti per abbatterle"
(Contributi statali, cosa si può chiedere per rendere accessibili casa o luoghi pubblici.)

"Ausili e tecnologie: dove trovarli e come ottenerli"
(Centri specializzati, contributi ASL, ausili tecnologici moderni.)

"Dopo di noi: leggi e strumenti per il futuro"
(La legge 112/2016 sul “Dopo di noi”, trust, strumenti per garantire sicurezza a chi resterà solo.)

"Non siete soli: associazioni e reti di supporto"

Con affetto,
una mamma che continua a imparare.

Domenica, 27 Aprile 2025 05:58

Francesco, la carezza di Dio

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Niente ori, niente ermellini, solo una croce di ferro al collo e una sedia a rotelle negli ultimi anni della sua esistenza. Francesco non era un papa politico o curiale ma un’anomalia, non voleva vincere ma persuadere, non voleva comandare ma testimoniare lo “scandalo” del Vangelo, non voleva restaurare ma spogliare, non voleva una Chiesa chiusa ed autoreferenziale ma aperta ed umana. 
 
La sua lotta, a volte aspra e a volte stanca, dentro la Chiesa non era finalizzata ad assicurarsi il potere, ma a restituirle dignità e credibilità e lo ha fatto denunciando con durezza la "vecchiaia spirituale", gli "arrampicatori ecclesiastici" ed i "carrieristi mascherati da pastori".
 
Non si è preoccupato di compiacere i grandi ed i potenti della terra e tantomeno di assecondare la mentalità imperante incarnata dai rigurgiti nazionalisti, dal sovranismo e dalla logica perversa della guerra. Ha parlato di accoglienza e si è trovato davanti i muri, ha invocato la pace ed è stato silenziato dal fragore delle armi, ha teso la mano verso gli ultimi e gli sconfitti e si è ritrovato solo. È stato un profeta che ha gridato nel deserto e le sue parole sono risultate stonate e fuori luogo rispetto al coro globale.
 
I potenti lo hanno combattuto, i devoti lo hanno frainteso, i teologi lo hanno contestato, ma Francesco non ha cessato un istante di indicare la strada del Vangelo. Ha svolto fino allo sfinimento e alla donazione totale di sé il suo ministero non per vincere e trionfare, ma per servire e per ricordarci che perdere, a volte, è l’unico modo per restare fedeli. Il suo è stato un esempio straordinario.
 
Francesco appare uno sconfitto secondo la logica umana, ma questa sua sconfitta è la prova della grandezza del messaggio di cui si è fatto voce ed interprete e della sua radicale e incrollabile fedeltà a Cristo e al Vangelo.
 
Pastore autentico del popolo di Dio, è stato tra le persone, tra il suo popolo.
 
Fatichiamo oggi a pensare di non poter ancora ascoltare le sue parole, capaci di scuotere le nostre coscienze addormentate ed assuefatte al sentire del mondo.
 
È importante in questo momento in cui soffriamo il distacco da lui, pur consapevoli come credenti che Francesco è vivo in Dio e sarà sempre accanto a noi, al popolo che Cristo gli ha affidato, fermarci a riflettere e meditare sugli insegnamenti che ci ha lasciato, sulle parole straordinarie che ha pronunciato negli anni di ministero alla guida della Chiesa. Alcune di queste mi hanno toccato e segnato profondamente e qui di seguito voglio condividerle con quanti avranno la pazienza di leggerle e lasciarle risuonare nel proprio cuore. 
 
  • "Perché mi chiamo Francesco? Perché lui ha incarnato la povertà. Io voglio una Chiesa povera per i poveri". 
  • Una persona che lavora dovrebbe avere anche il tempo per ritemprarsi, stare con la famiglia, divertirsi, leggere, ascoltare musica, praticare uno sport. Quando un’attività non lascia spazio a uno svago salutare, a un riposo riparatore, allora diventa una schiavitù”.
  • Dio non si stanca mai di perdonare, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere la sua misericordia”.
  • Il dialogo nasce da un atteggiamento di rispetto verso un’altra persona, dalla convinzione che l’altro abbia qualcosa di buono da dire; presuppone fare spazio, nel nostro cuore, al suo punto di vista, alla sua opinione e alle sue proposte. Dialogare significa un’accoglienza cordiale e non una condanna preventiva. Per dialogare bisogna sapere abbassare le difese, aprire le porte di casa e offrire calore umano”.
  • Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio. Bisogna custodire la gente, aver cura di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore”.
  • Dobbiamo essere costruttori di pace e le nostre comunità devono essere scuole di rispetto e di dialogo con quelle di altri gruppi etnici o religiosi, luoghi in cui si impara a superare le tensioni, a promuovere rapporti equi e pacifici tra i popoli e i gruppi sociali e a costruire un futuro migliore per le generazioni a venire”.
  • Dio ci giudica amandoci. Se accolgo il suo amore sono salvato, se lo rifiuto sono condannato, non da Lui, ma da me stesso, perché Dio non condanna, Lui solo ama e salva”.
  • Un cristiano se non è rivoluzionario, non è un cristiano. Non capisco le comunità cristiane che sono chiuse in parrocchia. Uscire per annunziare il Vangelo. [...] A noi cristiani il Signore ci vuole pastori e non pettinatori di pecorelle”.
  • La fede è un dono gratuito di Dio che chiede l’umiltà e il coraggio di fidarsi e affidarsi, per vedere il luminoso cammino dell’incontro tra Dio e gli uomini, la storia della salvezza”.
  • L’uomo non è un fattore economico in più, o un bene scartabile, ma qualcosa che ha una natura ed una dignità non riducibili a semplici calcoli economici”.
  • Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla?".
  • "Alcune vittime di pedofilia si sono alla fine addirittura tolte la vita. Questi morti pesano sul mio cuore come sulla mia coscienza e sull'intera Chiesa".
  • I migranti sono nostri fratelli e sorelle che cercano una vita migliore lontano dalla povertà, dalla fame, dallo sfruttamento e dall’ingiusta distribuzione delle risorse del pianeta, che equamente dovrebbero essere divise tra tutti”.
Ad Deum, Francesco!

 

Riceviamo e pubblichiamo una riflessione sul femminicidio da parte del segretario dei Giovani Democratici di Sezze Giovanni Sorano.

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Negli ultimi 20 anni, gli omicidi sono diminuiti, i femminicidi no, dati Istat alla mano. Femminicidi che avvengono da parte del partner, dell’ex o da un familiare. Tra le vittime di sesso femminile, infatti, ad essere uccise da persone a loro vicine sono il 58%, e ciò accade nonostante il numero totale di omicidi sia in calo. Le storie di queste donne sono quasi sempre svalutate/derise da "victim blaming”, vittimizzazione secondaria e addirittura creazione di tragiche storie di amori non corrisposti, una sorta di romantizzazione creata ad arte dai giornalisti.

Queste donne non sono state uccise per il troppo amore, non sono state uccise perché troppo indipendenti o perché il loro partner era in preda a un raptus di rabbia, sono state uccise perché donne. Questi titoli mirano a distogliere l'attenzione dal problema principale, che vede nel femminicidio la punta dell’icerberg di un sistema culturale oppressivo e discriminatorio come il Patriarcato. Un sistema che esiste anche a causa della mancata condanna dei comportamenti tossici, di sopraffazione, possesso e controllo degli uomini sulle donne in quanto donne, e quindi oggettificate, sminuite, sessualizzate, annullate come soggetto.

L'Italia registra uno dei più alti tassi di femminicidi in Europa, ma nonostante ciò non solo non ha ancora introdotto nessun tipo di educazione sessuale ed affettiva obbligatoria nelle scuole, ma sembra non aver ancora imparato a parlare di questi crimini, usando solamente una legislazione panpenalista inefficace contro un fenomeno che unisce istanze sociali, economiche e affettive Siamo stanchi della solita narrazione squallida che il governo persiste nel suo disimpegno verso un'educazione sessuo-affettiva sempre più necessaria; siamo stufi di chiamare tragedie quelle che sono diventate fenomeni sistemici, prevedibili e socialmente consolidati anche a causa di chi continua a voltare le spalle, di chi persevera nell'utilizzare un linguaggio sbagliato, di chi non riconosce la gravità di ciò che le donne vivono ogni giorno. Ogni 8 del mese l'osservatorio di Non Una Di Meno pubblica il numero totale di femminicidi, lesbicidi, transicidi in Italia, L’aggiornamento dell'8 Marzo 2025 registra 13 casi da inizio anno. Da quel giorno secondo l'ANSA ci sono stati altri 5 femminicidi. Siamo stanche di contare, siamo stanche di aspettare di vedere chi sarà la prossima.

Come diceva Pietro Ingrao: “indignarci non ci basta”. Servono leggi e quindi una volontà politica che porti all’uguaglianza formale e sostanziale che è recitata nell’articolo 3 della costituzione. Una volontà politica che riesca a prevenire i femminicidi e a porre la donna allo stesso piano dell’uomo da un punto di vista di politiche salariale, dell’affettività, del carico di cura nella famiglia e in ogni aspetto politico - sociale - culturale delle istanze transfemministe.

Sabato, 26 Aprile 2025 06:59

FORSE LA CINA NON E' COSÌ LONTANA

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I dazi e le politiche di Tramp stanno determinando uno sconvolgimento mondiale che sta mettendo a rischio tutti gli equilibri socio economico e politici di tutti i paesi costruiti dal dopoguerra a oggi.

I dazi nella storia mondiale sono sempre stati propedeutici oltre che di guerre commerciali anche di guerre mondiali.

 La narrazione della politica di Tramp di oggi è finalizzata a risolvere il debito pubblico dell’America e allontanare la Cina dalla Russia di Putin e ridisegnare nuovi equilibri mondiali.

 Ma tutto questo sta determinando una incertezza sulla credibilità dell’America nei futuri equilibri mondiali e tanti nel mondo e anche in Europa cominciano a chiedersi se l’America sia in grado di continuare a garantire il ruolo di superpotenza e affidabilità. I super poteri statunitensi hanno sempre garantito vantaggi economici dalle guerre in Europa.

Addirittura fu con la prima guerra mondiale che l’America da potenza industriale divenne Super Potenza industriale. In generale i Super Poteri che si interfacciano tramite i presidenti USA, tra essi le super banche riassicuratrici i petrolieri i proprietari delle fabbriche di armi… è nei dissesti e nelle catastrofi europee che i Super guadagnano.

 Oggigiorno non possiamo pensare che dietro i 4 anni di amministrazione Biden non ci fosse l’assenso dei Super Poteri USA, diversamente Biden non sarebbe durato fino alla fine del suo mandato.

Ora Tramp è l’altra faccia della medaglia dei Super Poteri USA, quella che impone un “costo” che mercanteggia che presenta i conti agli “amici” agli “alleati” per le elargizioni fatte da Biden, di miliardi di dollari dei quali ad esempio solo un terzo è arrivato in Ucraina, mentre i rimanenti sarebbero stati spesi dal Governo americano in America.

Tramp è colui che si “arruffiana i nemici”, che riscrive la storia con la visione del Gangster e priva di ogni valore morale e strumentalizzando la pace per la tasca Statunitense.

Ecco ci risiamo, si parla di pace e si spera nella nuova distruzione dell’Europa perché fare così fa cassetta per gli USA e per il dollaro che perde sempre più potere e credibilità.

In molte cose Tramp è simile a Putin … Putin è stato inquisito dalla Corte Internazionale del ‘ Aija come “criminale”. Tutto questo dimostra che l’Europa ha bisogno di una Superpotenza di riferimento che i fatti di Riad insegnano che non può essere né la Russia di Putin e né gli USA di Tramp.

Un tempo nel 1500 la Potenza europea di riferimento è stata prima la Spagna, quindi nel 1900 la Germania e l’Inghilterra. Oggi sarebbe interessante scoprire se la Cina, che notoriamente è stata sempre una potenza commerciale, possa sostituire la sua “alleanza con la Russia di Putin” con “un’alleanza con la Ue di Von Der Leyen” in funzione globale anti Russia e anti americana.

Possibile solo se la leader Von Der Leyen riuscisse a superare la sua classica impostazione che le impone di considerare gli Stati Uniti d’America come unico partner a Super Potenza strategica di riferimento per l’Europa.

Un’Ue filo-cinese farebbe blocco Euro-Asiatico con una Cina sempre meno comunista e più capitalista …Tramp rimarrebbe con i suoi Stati Uniti d’America sempre più in bancarotta con il suo gas liquido inacquistato fuori dai mercati vittima lui stesso dei suoi dazi.

Sabato, 19 Aprile 2025 19:24

Pasqua è la speranza che fa la differenza

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 In un tempo così difficile, in cui non riusciamo spesso a comprendere quanto accade intorno a noi, in cui ogni giorno contiamo le vittime delle guerre e delle violenze che si consumano incessanti in ogni angolo del mondo, in cui a livello internazionale dominano perplessità e sfiducia, in cui le relazioni personali mancano della limpidezza degli sguardi e dell’immediatezza amorevole delle parole e dei gesti e i semi di pace e di speranza faticano a germogliare, la Pasqua ci sollecita a non essere semplici spettatori della storicità in cui siamo immersi, a non subirla passivamente, ma ad assumerla nelle nostre esistenze, a farcene carico, a trasformarla con la forza mite, paziente e tenace dell’artigiano e il coraggio instancabile del visionario.

 
Pasqua è la resurrezione di Cristo, la sua vittoria sulla morte, evento centrale della fede cristiana, è una Via di Vita pressante che ci invita a renderci protagonisti di un nuovo inizio, di una realtà che deve ancora accadere e non assomiglia in nulla al passato che abbiamo conosciuto e sperimentato.
 
Se crediamo che Cristo è risorto, non possiamo restare inerti e indifferenti e tantomeno continuare a fare le sentinelle di un sepolcro vuoto, immobili e apatici rispetto agli eventi che si susseguono a ritmo incalzante.
 
Pasqua non è un balsamo o una carezza per le coscienze assonnate, ma un sussulto destabilizzante, in grado di mettere radicalmente in discussione il piccolo mondo delle nostre convenienze.
 
Al di là delle singole fedi, dei credi e anche delle insofferenze superficiali o ragionate, Pasqua è scegliere da che parte stare, è una sfida aperta alla logica antiumana che divora i corpi, annichilisce la dignità, soffoca i pensieri, avvelena legami e relazioni e sgretola ogni valore.
 
Pasqua è speranza di rinnovare il mondo, nonostante tutto, ma richiede la disponibilità ad impegnarci, a dare il nostro contributo. Rimboccarci le maniche, fare volontariato, aiutare un vicino di casa, andare a trovare un ammalato, facilitare il confronto e il dialogo fra le persone significa cambiare in meglio la realtà a partire dal nostro piccolo, dalle nostre azioni, dalla nostra vita di tutti i giorni, è migliorare “dal basso” noi stessi e gli altri ed è tutt’altro che velleitarismo o sentimentalismo buonista a prezzi stracciati.
 
La passività, il ripiegarsi nella logica della semplice attesa, l’inerzia rappresentano una condizione a cui non possiamo e non dobbiamo adattarci e rassegnarci, altrimenti il mondo resterà immerso nella penombra e non riuscirà a rivedere la luce non solo della resurrezione ma neanche della speranza.
 
La speranza fa la differenza, significa essere fiduciosi nel domani, nei giorni che verranno. Non avere speranza è rannicchiarci come tartarughe nel coriaceo guscio dell’indifferenza, è chiuderci a riccio a protezione dei nostri privilegi, illudendoci che l’egoismo sia la dimensione migliore del vivere, dimenticando quanti vivono accanto a noi, trascurando le loro esigenze ed omettendo tutti quei piccoli gesti di amore che ci rendono persone migliori e costano solo una briciola del nostro tempo.
 
Dobbiamo alimentare dentro di noi la tensione all’idealità, alla giustizia, alla legalità, alla pace e alla libertà. Questi temi si scontrano con la vita quotidiana che certamente è fatta di arranchi, errori, impotenza ma anche di strade che si possono intraprendere, vie libere e luminose che aspettano soltanto di essere percorse. Dobbiamo renderci protagonisti di un rinnovamento culturale e di mentalità, avere la forza di vedere oltre, di guardare in alto e non abbassare gli occhi e soprattutto di non stancarci, di non demordere anche se le difficoltà sono tantissime.
 
Il mondo in cui viviamo non è puro, ma pieno di avversità, malvagità e scelte scellerate, che qualcuno ha fatto e altri purtroppo si accingono a fare. Passare all’azione è fondamentale. Forte è chi combatte, debole e inutile è chi invece, per paura o per calcolo, rinuncia all’idealità.
 
L’ideale di suo è irrealizzabile, ma l’agire concreto si nutre della sua linfa e l’utopia diviene percorribile e possibile come operatività imperfetta. L’imperfezione è una caratteristica di questo mondo, ciò che lo rende così come lo conosciamo. Rinunciare agli ideali lo impoverisce e uccide, mentre l’approssimarci ad essi, comprendere che esiste il piano dell’assoluto e quello del fattibile è il meglio che possiamo fare.
 
Pasqua è uno stimolo a riflettere sul senso del nostro vivere, è aprirci alla vita nuova che Cristo ci ha donato, è sperare in un futuro dove possono trovare realizzazione le nostre idee più belle, in una vita migliore sulla terra e nell’aldilà.
 
Buona Pasqua!

 

 


Il Comune di Sezze ha annunciato con entusiasmo la partecipazione al progetto Nextown II – 2024/25, un’iniziativa promossa da Geosmartcampus in collaborazione con partner di rilievo nazionale come il Gruppo Enercom, rivolta a tutti coloro che vogliono contribuire con idee, progetti e soluzioni innovative allo sviluppo sostenibile e intelligente delle città. «Per Sezze si tratta di un’occasione concreta per valorizzare i talenti locali, attrarre nuove competenze e sperimentare soluzioni smart che possano migliorare la qualità della vita dei cittadini», ha dichiarato Lola Fernandez, Assessore alle Attività Produttive e Sviluppo Locale. «Nextown è molto più di un bando: è una visione condivisa che punta su innovazione, sostenibilità e partecipazione attiva». Il bando, aperto a startup, imprese, enti di ricerca, giovani innovatori e realtà del territorio, prevede la scadenza per la presentazione delle candidature il prossimo 24 aprile 2025. Un’opportunità che l’amministrazione comunale invita a cogliere con prontezza e spirito propositivo. L’iniziativa è stata presentata e approfondita nel corso di un AperiTalk che si è svolto sabato 12 aprile, durante la tradizionale Sagra del Carciofo di Sezze, evento che ha visto una grande partecipazione di pubblico. All’incontro erano presenti, oltre all’Assessore Fernandez, anche Guido Fabbri di Geosmartcampus e Paolo Magni del Gruppo Enercom, che hanno illustrato nel dettaglio finalità, strumenti e potenzialità del progetto Nextown, ponendo l’accento sull’importanza della sinergia tra pubblico e privato per costruire città più inclusive e sostenibili. «Abbiamo scelto di presentare Nextown in un momento simbolico per la nostra comunità, come la Sagra del Carciofo, per ribadire quanto le tradizioni possano andare di pari passo con l’innovazione», ha aggiunto l’Assessore Fernandez. «L’energia delle nostre radici deve incontrare il futuro: è da questa unione che può nascere un vero sviluppo locale».

 

Archiviata la 54' Sagra del Carciofo si tirano i bilanci del più grande evento della città. Luci e ombre per il presidente dell'associazione Setina Civitas Ignazio Romano,che in una nota pubblicata sul sito dell'associazione setino.it, sottolinea alcuni aspetti negativi della manifestazione.

 

"Quest'anno si è scelto di chiudere il centro storico dal sabato, interpretando questo come la Sagra estesa a due giorni. In effetti, come documentato sulle pagine di setino.it in Aspettando la Sagra  tra il 2005 e il 2013 gli eventi del tradizionale appuntamento, pur senza la chiusura del centro storico, si estendevano a quattro giornate partendo dal giovedì, con il coinvolgimento delle scuole e degli altri soggetti culturali. Soggetti quest'anno rilegati alla sola giornata di sabato e, con l'eccezione della scuola alberghiera ISISS Pacifici e De Magistris, a poco altro. L'assenza di un impegno particolarmente rilevante delle scuole, a cui eravamo abituati - afferma Romano - non è l'unica cosa che salta all'occhio in questa 54° edizione della Sagra. Infatti, da porta Pascibella a via Guglielmo Marconi era evidente l'assenza dei gazebo gialli della Coldiretti, di cui ha fatto onorevolmente parte il compianto Vittorio Del Duca. E quì è da sottolineare in negativo proprio la cerimonia della seconda edizione del premio intitolato a "Del Duca" condotta a porta Pascibella in maniera poco ortodossa. Le foto restano i soli documenti incontrovertibili, e quelle pubblicate in queste pagine lo sono". 

Tuttavia, anche per Setina Civitas, non sono mancati eventi di pregio. " Sempre grazie ai cittadini e alla associazioni culturali - afferma Romano - sono da sottolineare le esposizioni di foto, oggetti e messa in scena di momenti della tradizione, mentre nella giornata di sabato, spiccano il Convegno su San Carlo da Sezze, tenuto dall'omonimo Centro Studi e dalla Confraternita del Sacro Cuore, e la Lettura delle poesie di Antonio Campoli, grazie all'associazione Tibbo Tabbo. In serata e nella giornata di domenica i grandi attrattori di giovani, e non solo, sono stati i concerti al Parco della Rimembranza. La 54° edizione della Sagra è stata completata dai vari gruppi folkloristici e dalla degustazione e la ristorazione fatta dagli esercenti, ma anche dalle associazioni culturali di Sezze, così come accade oramai dagli anni novanta, ovvero da quando l'evento è stato spostato nel centro storico". 

In conclusione la Setina Civitas, sottolinea un aspetto a dir poco centrale, e cioè il carciofo, sempre meno presente. "La produzione del carciofo va sempre più diminuendo, mentre per migliorare l'evento fieristico, tra il 2007 e il 2009, un coordinamento di soggetti che partecipano alla Sagra ha avanzato alcune proposte per migliorare concretamente la manifestazione, che si possono riassumere in tre punti cardini: Un disciplinare che descrive e regolamenta tutte le attività da svolgere; un logo tipico che ne contraddistingue l'origine; e l'iscrizione all'albo regionale degli eventi tipici e delle fiere. Troppo ingombrante e troppo astringente per le abitudini locali che da sempre mettono le pastoie allo sviluppo locale". 

 

 

 

La sera del Venerdì Santo, il 18 aprile 2025, le strade del centro storico di Sezze torneranno a trasformarsi in un grande palcoscenico a cielo aperto per la Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo, uno degli eventi più sentiti e partecipati del panorama culturale e religioso del Lazio. Con una tradizione che affonda le radici nei secoli, la Passione di Sezze non è solo uno spettacolo, ma un vero e proprio rito collettivo, capace di unire generazioni e comunità in un’esperienza intensa, commovente e profondamente identitaria. I quadri viventi, le scene della Via Crucis, i costumi, le musiche e la partecipazione di centinaia di figuranti coinvolgono ogni anno cittadini e visitatori in una narrazione emozionante degli ultimi momenti della vita di Gesù Cristo.

A sottolineare il valore di questo appuntamento è Michela Capuccilli, assessore alla Cultura e vicesindaco di Sezze, che con orgoglio racconta l’impegno dell’amministrazione comunale a sostegno della manifestazione, non solo con il doveroso e convinto patrocinio all’evento: “Come amministrazione ci sentiamo in dovere di supportare il lavoro dell’associazione – dichiara Capuccilli – e non solo perché è una manifestazione inserita nello statuto comunale, ma perché è conosciuta in tutto il mondo, è unica nel suo genere e sfila per le strade e i vicoli coinvolgendo tantissime persone. La cittadinanza esce di casa per vederla e per vivere questo momento insieme ai figuranti, che già da settimane prima del Venerdì Santo si adoperano, lavorano e si preparano per offrirci questo spettacolo”. L’evento, infatti, non si limita alla sola rappresentazione scenica, ma diventa un catalizzatore sociale, culturale e identitario: “La Passione – prosegue il vicesindaco – lega tantissime persone da anni: come un rito si ripete ed è bello vedere come anno dopo anno i bambini crescono, cambiano di quadro e coltivano questo amore profondo che mostra segno di appartenenza ed orgoglio”. Non a caso, Sezze è attivamente coinvolta in un percorso di riconoscimento UNESCO per il patrimonio immateriale delle Sacre Rappresentazioni, attraverso l’adesione alla Europassione per l’Italia e alla Rete dei Sindaci. “Un vero patrimonio culturale – conclude Capuccilli – di cui dobbiamo sempre avere massima cura e che dobbiamo tramandare alle future generazioni con impegno. Molte persone vengono a vederla da fuori e per Sezze è una vetrina che porta movimento, visibilità e indotto”. La Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo è quindi molto più di un evento religioso: è una manifestazione dell’anima collettiva di Sezze, una tradizione che continua a vivere e a rinnovarsi, ogni anno, nel cuore della sua comunità.

 

 

 

Dal vile attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 dopo 15 mesi di guerra, i morti palestinesi sono 46 mila di cui tanti bambini con meno 14 anni, i soldati israeliani uccisi 800 e poi vanno aggiunti 1200 vittime del 7 ottobre 2023. Ecco perché bisogna tornare ai fondamentali. Va fatta una riflessione più seria e fuori dalle tifoserie di parte sul Medio Oriente. Questo radicalismo del conflitto è in modo trasversale, da destra e sinistra …complicato e complesso ma vale la pena farla, anche alla luce del bombardamento dell’ultimo ospedale di Gaza da parte di Netanyahu. Le cosiddette primavere arabe non hanno avuto il risultato” sperato” verso la democrazia pur avendo rimesso in discussione i vecchi sistemi non sono state in grado di risolvere la questione sociale e quelle economiche, mancando anche un sistema geopolitico internazionale che ne garantiscono le soluzioni, mentre le ineguaglianze si sono ulteriormente ampliate e si sono create delle teocrazie fatte di tribù di regioni, clan, etnie. Ma è altrettanto vero che la democrazia non si conquista con le armi. I popoli si sono spogliati di pezzi di storia comune nel tentativo di recuperarne altre solo apparentemente archiviate.

La mancanza di identità nazionali radicate e la persistenza al potere di leadership tollerate da una parte della popolazione con forzata quiescenza, hanno portato alla decomposizione delle identità all’interno dei confini statali e alla loro ricomposizione sulle linee per-esistenti alla creazione degli Stati (tribù, regioni, clan, etnie) dando vita a una ristrutturazione sociale radicata su poteri a forte base localistica. E così è stato per i giovani che dieci anni fa erano scesi in piazza sperando che da quelle rivolte potesse nascere una grande rivoluzione per il mondo arabo. Hamas non è l’OLP e non è interessato a una pace perché è per la distruzione di Israele. Inoltre, la povertà e le disuguaglianze hanno contribuito a radicalizzare di più le lotte tra i vari paesi.

 Dalla Tunisia, Erdogan contro i Curdi, alla Libia all’ Afghanistan, alla Siria, all’Iraq, anche in Egitto, la repressione di Sisi (presidente dell’Egitto) è un elemento della radicalizzazione di organizzazioni come fratelli mussulmani. Oggi purtroppo, anche il governo Netanyahu e la presidenza Tramp in America non aiutano per fermare lo sterminio di tanti civili inermi e porre fine al conflitto, il 40% delle vittime sono bambini sotto i 14 anni.

Ecco Israele deve stare attenta all' autogol politico a non cadere nella trappola di Hamas e Iran, perché colpire Gaza, è inevitabile colpire civili e soprattutto bambini. Non aiuta tra l’altro la decisione di Tramp con la deportazione dei palestinesi in Cisgiordania e Egitto e fare di Gaza un luogo di vacanza dando a Netanyahu carta bianca , armi per continuare a bombardare , anzi tutto questo sta determinando sempre più un allargamento del conflitto verso la Cisgiordania il Libano e non ultimo lo Yemen con il bombardamento degli Huthi a difesa del mar rosso mettendo in discussione i rapporti con l’ Iran che proprio in questi giorni si sta avviando un primo confronto sul nucleare a Muscat capitale di Oman, altro elemento da non trascurare. Tutto questo, mentre rispetto a quanto sta accadendo sotto i bombardamenti indiscriminati, come denunciato dall’Onu, e l’ incriminazione di genocidio nei confronti di Netanyahu, alla popolazione civile di Gaza, restano, solo alcune voci , tra cui quella della sinistra israeliana e di Haaretz e le manifestazioni per la liberazione degli ostaggi ancora oggi nelle mani di Hamas… in particolare, giustamente sottolineano come una democrazia non agisca secondo il criterio della vendetta ma per la necessità della sicurezza. Bene ha fatto la Francia e la Spagna a riconoscere lo Stato palestinese e altrettanto dovrebbe fare tutta l’Europa, compresa l’Italia.

Solo questo potrà aiutare il processo di pace e non costruendo un mondo a rovescio dove l’aggressore ha ragione sull’ aggredito o con la logica del conflitto, bisogna coniugare le ragioni della pace con quelle di un laicismo che riesca a ritornare protagonista al di là della tragedia degli eventi di questi giorni.

 L’unica strada rimane, quella due popoli due Stati, ma per costruire questo c’è la necessità che l’ONU veramente sia un organismo riconosciuto da tutti e che conti soprattutto con il consenso di tutte le superpotenze detentrici di arsenali nucleari che pongono fine ad armare le parti in conflitto e all’ usurpazione di territori altrui, ecco perché bisogna tornare ai fondamentali del diritto internazionale e no alla legge del più forte. Coraggio Europa! Il mondo ha bisogno di voi!

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