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di

Pierino Ricci

Per Latina 2032

 

Le costituzioni democratiche regolano l’organizzazione e la vita di società in continua trasformazione. Esse assicurano, in primo luogo, che queste trasformazioni non travalicano o intacchino principi e diritti che hanno valore universale (o che comunque sono stati ritenuti irrinunciabili dai costituenti). Tra questi, la democrazia, l’uguaglianza, la dignità umana, i diritti e le libertà costituzionali (dei singoli e delle loro comunità o associazioni). Non fa il bene del paese chi propone riforme senza valutarne la rispondenza alle trasformazioni socio-politiche-economiche in atto.

Questa riflessione vale per la forma di governo (il cosiddetto Premierato e  autonomia differenziata). Nel primo caso si sottovaluta il fatto che la crescente complessità delle società attuali e la crescente polarizzazione e radicalizzazione delle opinioni politiche e culturali non suggeriscono il ricorso a modelli presidenziali o semi presidenziali, anche se dotati di tutti i necessari freni e contrappesi. Altrettanto vale, però, per l’attuazione dell’autonomia differenziata. Con essa si daranno alle Regioni nuovi poteri esclusivi in materie dove oggi la competenza è concorrente fra Regioni e Stato.

Ma siamo sicuri che l’attuale ripartizione di competenze non sia stata pensata per un mondo che non c’è più? In effetti, nel mondo globalizzato di oggi, in molte di quelle materie (come l’energia , commercio estero, rapporti internazionali, la sanità, la scuola e ricerca, il cambiamento climatico, infrastrutture strategiche, telecomunicazioni) le competenze più che concorrenti fra Roma e Bologna o Bari e Potenza, dovrebbero essere concorrenti fra Roma e Bruxelles, e di fatto lo sono già.

Non ha senso dunque pensare di dare alle Regioni competenze esclusive in queste materie, per le quali già gli attuali loro poteri sono oggi eccessivi. Sono aumentati i costi con i centri di spesa (oggi ne sono 21 a livello Regionale) con risultati deludenti alle esigenze dei cittadini (in particolare la sanità e la scuola, materie queste che non andrebbero regionalizzate). Anche se bisogna dire che la riforma dell’articolo V del 2001 ha introdotto alcune innovazioni positive, come l’autonomia e la responsabilizzazione finanziaria delle regioni ed enti locali, ma non ha valutato a sufficienza come il mondo e l’Italia erano cambiati.

Ecco, occorre farlo ora evitando di proseguire su una strada sbagliata. Ma costruire una repubblica delle autonomie ben funzionanti. Farlo non è ritornare al centralismo. Va fatto per riavvicinare i giovani e tutti coloro che, oggi, si allontanano e sono sempre più sfiduciati dalla politica, riportando la politica e le risorse nei territori  laddove sostanzialmente ci sono i problemi irrisolti.

 

 

 

Dal 2018 l’UNPLI – Unione Nazionale delle Pro Loco d’Italia -  ha attivato una certificazione per attribuire un marchio di qualità “che identifica in maniera univoca le sagre tradizionali e di qualità, ovvero le manifestazioni che vantano un passato di legame con il territorio e che abbiano come obiettivo la promozione e creazione di sinergie con le attività economiche locali.”  Nel lungo elenco delle Sagre che verranno premiate il prossimo 10 marzo presso il Senato della Repubblica per gli eventi del 2024, purtroppo, la Sagra del Carciofo di Sezze non compare, mentre ci sono quelle di Ladispoli e di Masainas. Nel regolamento per l’attribuzione del marchio di qualità sono stati fissati criteri molto importanti che considerano requisiti di tipo storico-culturale, organizzativi, igienico sanitari ed anche di ridotto impatto ambientale. Vogliamo pensare che Sezze non compaia nel virtuoso elenco degli eletti solo perché non abbia presentato ancora la propria candidatura a questa iniziativa. Esiste la nuova Pro-loco e si spera (o si consiglia) che quest’anno o nei prossimi possa almeno candidare la Sagra del Carciofo di Sezze giunta alla 54° edizione. Credo che con le dovute accortezze e con un'organizzazione ben definita la Sagra del Carciofo di Sezze possa rientrare a pieno titolo tra le città premiate e la Sagra essere un evento tra i più meritevoli per tradizione e storia. Va sottolineato che per tale iniziativa l’UNPLI ha ottenuto il riconoscimento da parte della Commissione nazionale per l’UNESCO quale Associazione che persegue con forte impegno la promozione, la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale immateriale. Nel frattempo, ci prepariamo tutti ad organizzare il nostro evento che si terrà il 12 e il 13 aprile. Ogni associazione culturale e di volontariato ed ogni cittadino può e deve dare il proprio contributo.

Sabato, 01 Marzo 2025 19:25

La politica tra tacco 12 e borse taroccate

Scritto da

 

 

La (il) Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ogni qualvolta nubi minacciose si addensano sul suo governo sguscia via, si eclissa e tace. Imbarazzo o ipocrisia, la sostanza non cambia. Ultima in ordine di tempo è la sua brillante assenza in occasione del dibattito e del voto del Parlamento sulla mozione di sfiducia presentata contro la Ministra del Turismo, Daniela Santanchè. Presa dagli innumerevoli e pressanti impegni legati al proprio ruolo istituzionale, Giorgia Meloni considera la sua presenza in Parlamento un’inutile orpello, una perdita di tempo o nella migliore delle ipotesi superflua, con buona pace di chi ancora considera la Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica luoghi essenziali della nostra democrazia.    
 
La mozione di sfiducia, come era prevedibile, non è passata. La maggioranza ha fatto quadrato intorno alla ministra e ha salvato le apparenze, evitando che le molte contraddizioni di una coalizione tutt’altro che coesa potessero trasformarsi in una voragine politica.
 
Daniela Santanchè si è difesa da sola e lo ha fatto in maniera colorita, com’è nel suo stile, e senza tanti riguardi per la sede istituzionale dove stava pronunciando il suo discorso. Aspettarsi sobrietà forse era troppo, ma che potesse spingersi fino a tal punto neanche i più pessimisti se lo aspettavano.
 
La ministra di rosso scuro vestita, dettaglio niente affatto meramente cromatico, ha incentrato gran parte del suo intervento sul suo modo di vestire, di porsi e di apparire e non ha mancato di ricorrere alla chiave vittimistica, cifra caratterizzante invero lo stile del governo di cui fa parte. Rivolta ai banchi dell’opposizione ha affermato: “Per voi sono l’emblema di tutto ciò che detestate, porto i tacchi di 12 centimetri, ci tengo al mio fisico, amo vestire bene, sono quella del Twiga e del Billionaire”. E poi ricorrendo ad una iperbole a dir poco imbarazzante ha chiosato: “Rappresento il male assoluto per voi”. Cita perfino le ormai famose borse, probabilmente sperando di neutralizzare la prevedibile ironia dell’opposizione su quelle false che avrebbe regalato a Francesca Pascale per ingraziarsi Silvio Berlusconi. Insomma Daniela Santanchè è intervenuta nell’aula di Montecitorio non tanto per difendere se stessa, dare spiegazioni sul proprio operato personale e politico e sostenere l’azione del governo di cui è parte, ma per promuovere il suo brand.
 
E così alternando attacchi al centrosinistra con toni allusivi e arroganti a momenti di autocommiserazione, come quando ha affermato di sentirsi vittima di un “ergastolo mediatico”, è riuscita a trovare un po’ di tempo anche per esaltare la sua straordinaria opera al ministero del Turismo e per rivendicare la solidale vicinanza della maggioranza e del governo. In effetti i posti del governo in aula in questa occasione non erano vuoti, accanto a lei c’erano diversi ministri e sottosegretari ma nessuno dei leader della maggioranza. Segnale tutt’altro che trascurabile politicamente, non solo perché si associa alla ormai reiterata fuga della (del) Presidente del Consiglio dal confronto in Parlamento sui disastri politici del suo governo, ma soprattutto perché si accompagna alle parole di Massimo Ruspandini, vicepresidente di Fratelli d’Italia alla Camera, il quale agli apprezzamenti per l’intervento ha aggiunto i ringraziamenti “per quello che ha detto al termine e cioè che, qualora venga malauguratamente rinviata a giudizio per la vicenda Inps, lascerebbe il suo incarico governativo”. A Ruspandini, in buona sostanza, è stato affidato il compito di accompagnarla alla porta al posto della (del) Presidente del Consiglio, la quale sulla questione, a differenza di quanto accaduto con Delmastro, non ha voluto o forse non ha potuto metterci la faccia. Metamorfosi straordinaria quella di Giorgia Meloni, che da campionessa mondiale della richiesta di dimissioni degli avversari politici quando era all’opposizione, oggi al governo si è scoperta ipergarantisca, sebbene esclusivamente con i propri sodali.
 
Attraverso la sguaiataggine di talune affermazioni, la rivendicazione di cattivo gusto della sua ricchezza e l’arroganza di ritenersi intoccabile e sopra la legge, la ministra del Turismo ha  cercato di distogliere l’attenzione dagli aspetti sostanziali che hanno spinto le opposizioni a presentare la mozione di sfiducia.
 
Probabilmente a Daniela Santanchè non è chiaro che ai cittadini italiani non importa nulla se porta il tacco 12, magari anche sulla sabbia del Twiga o in Tribunale dove è già comparsa e presto dovrà di nuovo comparire, o delle sue borse Hermes. Piuttosto dovrebbe chiarire come ha gestito le sue società quotate in Borsa, se i bilanci presentati sono corretti o sono stati taroccati, se ha pagato dipendenti e fornitori, se ha fatto lavorare i propri dipendenti nonostante fossero in Cassa integrazione COVID, frodando l’INPS. Di fronte a questioni di tale portata etica, buttarla sull’invidia sociale è decisamente indecoroso soprattutto per il ruolo ricoperto. Senza contare che simili argomentazioni nelle aule di giustizia non sono spendibili e dovrà portare elementi più solidi e convincenti se vorrà dimostrare la propria innocenza e provare di essere quella imprenditrice e manager di successo che sostiene di essere, immagine di sé questa che stride non poco con quanto accaduto in questi anni, con il fatto che alcune società da lei amministrate o sono state salvate dalla decozione grazie ad un commissario nominato dal tribunale o sono finite in liquidazione.
 
In definitiva Daniela Santanchè si compri tutte le borse, i vestiti e le scarpe che vuole, basta che dimostri che lo fa con i soldi suoi e non a spese di creditori, azionisti, lavoratori e INPS.

 

di

Pierino Ricci

Per Latina 2032

 

Tutti i giorni veniamo bombardati da cifre e dati, che l’economia va bene, l’inflazione  diminuisce, l’occupazione  aumenta e i servizi sono al top. Allora cominciamo con il fare un approfondimento dei dati in un modo più reale e serio; è noto a tutti che il tasso di occupazione è dato dal rapporto tra popolazione attiva tra i 15 anni ai 64 anni e quella totale. In questo dato, l’invecchiamento è di 14 milioni oltre i 64 anni e la diminuzione delle nascite porta a 10 milioni di adolescenti. La popolazione è in diminuzione da anni e ciò incide sul tasso di occupazione. Le ore lavorate sono oggi inferiori a quelle del 2007-2008, da oltre 15 mesi la produzione industriale è in calo e la cassa integrazione registra oltre 460 milioni di ore in più contro le 260 milioni del 2019. I dati rilevati mese per mese e quelli del periodo  estivo, l’occupazione aumenta sempre specie nel settore turismo e dei servizi .

L’ ISTAT, dobbiamo sapere, non conteggia le persone che non lavorano ma il numero dei contratti. E’ noto specialmente per i contratti part-time che ci possono essere più contratti per la stessa persona. Inoltre, ogni anno più di 100 mila giovani lasciano il nostro paese per andare all’estero, ci troviamo ad avere più emigrati che immigrati. Dobbiamo dircelo con chiarezza: in Italia i disoccupati non sono il 7% ma arrivano a 4 milioni, inattivi disponibili scoraggiati ma che vorrebbero un lavoro , così come il tasso del precariato è del 7,3%,in 5 milioni di lavoratori autonomi si contano centinaia di migliaia di partite iva finte e 300 mila collaboratori... “ della serie..  vuoi lavorare? Apriti una partita iva”.

Le donne inattive per motivi familiari sono 2,7 milioni, gli uomini 104 mila. Abbiamo 2,6 milioni di lavoratori a tempo indeterminato, ma a part-time. Gli stranieri in Italia sono il 2,4 milioni pari 8,7% , ma negli infortuni sono circa il 20%. Il tasso di occupazione in Europa è del 75,4% in Italia il 62,1%, il Nord 69,9% il Sud 49,1%. Abbiamo 4,6 milioni di lavoratori con i contratti da lavoro ( CCNL) scaduti da anni e 170 mila lavoratori in crisi aziendali. I salari italiani, sono i più bassi d’Europa , eccetto la Grecia , l’inflazione complessiva attuale più quella degli ultimi due anni , arriva al 17,3%. Il salario minimo in Italia non esiste, ma viene combattuto in un modo vergognoso 9 euro l’ora ovvero 1.200 euro al mese, quando in Germania oggi è di 15 euro l’ora. Le condizioni di vita , in Italia ,sempre più difficili i pensionati sono il bancomat di ogni finanziaria, solo la spesa sanitaria riduce il loro potere di acquisto da anni. Se facciamo le debite proporzioni, la nostra provincia, con il Lazio non è da meno.

Se a questo aggiungiamo le problematiche delle nostre città, dove c’è una decrescita che fa paura, ecco perché 3 giovani su dieci vanno via (11 mila in meno solo su Latina e provincia) non intravedono il loro futuro e quelli che restano lamentano piazze poco sicure , fenomeni sempre più in crescita di baby gang e delinquenza comune, così come la criminalità informatica e la sicurezza economica , la proprietà della casa è sempre più fuori portata dei giovani.

Scelte scellerate da parte delle nostre amministrazioni e della Regione Lazio e del governo sulla mancanza di politiche per il  lavoro e dell’inclusione sociale, della scuola lavoro, luoghi e spazi culturali di aggregazione, strutture per giovani, quando si regalano  quei pochi edifici pubblici a privati e niente si fa per lo stato sociale per i giovani , minando sempre più la fiducia nelle istituzioni e lo scollamento tra giovani e politica.

 

 

 

di

Francesco Petrianni

 

Perché stupirsi o dolersi se circolano idee su un bene architettonico storico del nostro patrimonio, l’ex monastero di Santa Chiara? Forse perché non collimano con quelle degli amministratori? O forse perché avanzare ipotesi e ragionare è una prerogativa di chi pro tempore, ripetiamo pro tempore, si trova a reggere il governo della città? 

Polemizzare con le forze politiche intervenute recentemente sull’argomento Clarisse forse fa parte del gioco. Ci sta. Additare singoli cittadini, per nome e cognome, sebbene pubblicamente attenti e sensibili ai problemi pubblici cittadini, lo è un po' meno.

Ma attaccare smodatamente un’associazione benemerita, come il FAI, è inopportuno e fuori luogo. Ciò non vuol dire che tutto ciò che fa e dice è Vangelo. Ma certo non si può disconoscere che quell’Associazione ha tra i suoi meriti quello di aver posto all’attenzione pubblica e, in particolare, dei sezzesi il tema della valorizzazione del centro storico della Città di Sezze attraverso uno dei suoi più emblematici edifici, l’ex Monastero delle Clarisse, facendolo diventare un Luogo del Cuore, del cuore dei Sezzesi. Sia sufficiente ricordare che migliaia di cittadini sottoscrissero quell’idea. Solo per questo il Galateo non scritto di una pubblica amministrazione suggerirebbe di premettere i ringraziamenti ogni volta che la si tiri in ballo.

L’idea di una sede degli studi di livello universitario è stata ripresa, anche da me. So bene che è solo un’idea e che la realtà è ben più complessa; che una qualunque idea progettuale necessita di confronti con altre idee, di verifiche, di energie, di impegni e di risorse, umane e finanziarie. Mi fermo qui, anche se è giusto ricordare che tra le  motivazioni addotte dal Comune di Sezze nel chiedere alla provincia la cessione della struttura veniva indicata la possibilità di destinarla “a sede di una facoltà ad indirizzo agrario e/o veterinario con la finalità di riscoprire e valorizzare l’ampio territorio collinare e di  montagna della provincia pontina che oggi appare come la vera frontiera della sostenibilità, non solo ambientale, ma anche economica, territoriale, sociale e culturale”. E’ bene pure non dimenticare le risorse finanziarie impiegate per l’acquisizione dell’ex Monastero al patrimonio pubblico, comprandolo dalla Chiesa, e le ingenti somme spese per il consolidamento della struttura, né i successivi finanziamenti arrivati e fatti arrivare con l’impegno di qualche consigliere regionale.

Delle Clarisse si parla e si discute da tempo, anche nei modi in cui le associazioni e i semplici cittadini hanno possibilità di discutere, coscienti della dimensione che gli argomenti hanno. E liquidare quelli che intervengono sui temi come disturbatori del guidatore è segno di insofferenza e di intolleranza anche perché non è dato conoscere la traiettoria del guidatore. L’ascolto non è una qualità dell’istituzione comunale. Il patrimonio culturale architettonico invece è proprietà della cittadinanza alla stregua dell’aria che respiriamo.

Il paesaggio storico è un tema politico di interesse generale, perché contribuisce in maniera molto rilevante al benessere dei cittadini che non possono accettare di subire i loro paesaggi. Il paesaggio è una questione che interessa tutti i cittadini e deve venir trattato in modo democratico, soprattutto a livello locale e non può essere deciso senza la loro consultazione.

“Perché persone che amano Sezze non possono dialogare e dare un contributo alla crescita del paese?” E’ questa la domanda che si poneva il sindaco di Sezze nel candidarsi alla guida del comune. Le risposte che, una volta sindaco, si dà e dà vanno in tutt’altra direzione.

 

 

 

 

Caos al mercato settimanale di Sezze. Il Pd di Sezze interviene in merito ad una problematica che sta generando disagi a non finire da oltre 5 mesi, e cioè da quando l’area del mercato settimanale di Sezze è stata parzialmente interdetta per dei lavori che poi sono stati sospesi. Problemi e disagi arrecati ai residenti (circa 500 persone) dovuta alla viabilità provvisoria decisa, alle mancate comunicazioni e anche alla difficoltà per gli stessi commercianti del mercato. Non si capisce, infatti, perché in via Vivaldi, via Frescobaldi e via Donizetti i residenti, per entrare ed uscire, debbano fare la gimcana tra macchine parcheggiate, bancarelle e avventori. Non si capisce perché nell’area antistante il cantiere aperto e poi sospeso ci siano delle macchine parcheggiate e non le bancarelle, mentre quest’ultime sono state posizionate in zone scosesce e difficilmente raggiungibili come lamentato dagli stessi commercianti in una riunione tenutasi nei giorni scorsi.

 Il Pd nella nota afferma: “Con un comunicato del  3 ottobre 2024 , il sindaco Lidano Lucidi aveva annunciato l’inizio dei lavori di riqualificazione dell’area destinata al mercato settimanale in località Anfiteatro. Oggi, a distanza di 5 mesi, l’area è tutta un cantiere e, da settimane, cittadini e ambulanti vivono una situazione di grave disagio. L’attuale maggioranza non ha mai spiegato i motivi del ritardo cosa che sarebbe stata doverosa e giusta sia per l’obbligo di trasparenza amministrativa sia per il rispetto degli avventori e degli ambulanti. Non va dimenticato che a breve, a sezze si terrà l’annuale Sagra del Carciofo, evento per il quale la nostra città ospiterà, come sempre, un gran numero di persone. La zona di Anfiteatro sarà destinata a diventare un’area parcheggio e il punto di partenza delle navette che dovranno trasportare gli ospiti verso il centro storico. In tali condizioni – chiude la nota -ci si chiede come la zona interessata dai lavori possa essere utilizzata per tale scopo qualora i lavori non fossero ultimati  in tempo. Per tutto quanto sopra indicato, come PD, riteniamo opportuno e necessario che chi di competenza spieghi i motivi del ritardo nell’inizio dei lavori”.

 

di

Pierino Ricci

Per Latina 2032

Credo che l’America con Tramp stia commettendo un clamoroso errore pensando di risolvere la crisi di guerra e americana rompendo con l’Europa e senza l’ UCRAINA , i paesi occidentali , in sostanza , con l’Europa più di tutti ,mantiene il benessere americano, però è anche vero che l’Europa siccome è stato il maggior finanziatore in Ucraina dovrebbe svegliarsi da questo torpore e non aspettare che l’America risolvi il problema della guerra in UCRAINA, rimettendo in discussione un diritto internazionale, costruito con tanti sacrifici… così come la politica dei dazi. Ci vuole una politica con la P Maiuscola europea e non una politica mondiale che corre dietro gli umori dei social, anche se, si vuole far governare il mondo con i social, con cui siamo chiamati a farci i conti.

Un mondo senza strumenti multilaterali da contrappeso ai sistemi di populismo e autoritarismo porteranno soltanto disgregazione e guerre nel mondo. Ecco perché, ora, l’Europa deve dotarsi di una politica mondiale propria, che sia basata sul multilateralismo e la socializzazione economica aiutando, anche, i paesi sottosviluppati che oggi vengono sfruttati dalle multinazionali e dalle superpotenze mondiali. Credo che non sia più il momento di dividerci tra americani e antiamericani, così come russi e antirussi.

Oggi più che mai c’è la possibilità, come Europa , di costruire un mondo basato sulla pace uguaglianza e giustizia , sembrano parole vuote o retoriche , ma non ci sono altre alternative , se non sottostare al volere delle superpotenze fuori dal multilateralismo e il rispetto delle regole, per tanto gli organismi internazionali come OMS , l’ ONU e l’Europa unita sono organismi essenziali per garantire mantenere un minimo di comune denominatore tra tutti gli Stati… la risoluzione del conflitto UCRAINA deve passare nel rispetto della carta dei diritti (ONU) così come, il conflitto in medio ORIENTALE… la soluzione non è quella di trasferire i palestinesi fuori dalla striscia di Gaza. Pertanto, in un mondo solidale e di pace e di cooperazione non può esserci spazio a egoismi personali e nazionali o ancora peggio, una spartizione mondiale… l’Europa deve intervenire come unico stato.

 

 

 

 

 

Il Carnevale Setino 2025 si preannuncia come un'esplosione di colori, tradizione e divertimento. Il Comune di Sezze ha ufficializzato il programma delle celebrazioni, che si articoleranno in tre giornate di festa all'insegna della maschera e delle tradizioni locali. La manifestazione vedrà sfilate, musica, balli e il tradizionale rogo di Peppalacchio, simbolo indiscusso del carnevale setino.
 
Michela Capuccilli, vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune di Sezze, ha espresso grande entusiasmo per l'edizione 2025 del Carnevale: "Ogni anno il Carnevale Setino rappresenta un momento di aggregazione e festa per la nostra comunità. Vedere le scuole, le associazioni e le famiglie coinvolte in questa grande celebrazione è un segnale della vitalità culturale e sociale del nostro paese. Quest'anno abbiamo lavorato per offrire un programma che valorizzi sia la tradizione che il coinvolgimento attivo dei cittadini, con particolare attenzione ai più piccoli e alle famiglie". 
 
I festeggiamenti inizieranno giovedì 27 febbraio con una giornata ricca di eventi. Già dalle 10:30 il centro storico si animerà con la presenza di Peppalacchio e Peppa sposi, due figure tradizionali che faranno da protagonisti lungo le vie del paese. Gli alunni delle scuole di Sezze sfileranno in maschera, portando allegria e colori tra le strade cittadine. In Piazza De Magistris si svolgerà il tradizionale "Matrimonio di Peppalacchio e Peppa", un momento simbolico e folkloristico che ogni anno affascina grandi e piccini. Queste due maschere tipiche del carnevale setino rappresentano simbolicamente il ciclo della vita e della fertilità della terra: Peppalacchio, il contadino dal volto burlone, e Peppa, la sua sposa festosa e riccamente vestita, incarnano la tradizione contadina locale e il passaggio alle nuove stagioni. Il loro matrimonio, che si svolgerà in Piazza De Magistris, è un momento atteso da tutta la comunità. Questa cerimonia simbolica, condita da gag, musica e scherzi, rievoca antichi riti propiziatori e segna ufficialmente l'inizio delle celebrazioni. La presenza degli alunni delle scuole di Sezze, che sfileranno in maschera, contribuirà a rendere l'evento ancora più vivace e coinvolgente.
 
Domenica 2 marzo, organizzata interamente da alcune associazioni culturali e patrocinata dal Comune di Sezze, ci sarà la giornata dedicata alla grande sfilata in maschera, con partenza alle 14:30 dal Piazzale della Stazione. Il corteo attraverserà Corso della Repubblica e Via Sicilia, fino a raggiungere il Piazzale delle Poste, dove tutti i partecipanti potranno godersi una grande festa finale. Musica, spettacoli e intrattenimento coinvolgeranno persone di tutte le età, rendendo questa giornata un'esperienza unica e indimenticabile.
 
Infine, martedì 4 marzo, alle ore 15:00, la manifestazione culminerà con l'ultima grande sfilata, che partirà da Porta Pascibella e arriverà in Piazza IV Novembre. Qui avranno luogo animazioni, balli e il suggestivo rogo di Peppalacchio, il momento simbolico che segna la fine del Carnevale e il passaggio alla Quaresima.
 
"Abbiamo pensato a un Carnevale che possa divertire tutti, dai bambini agli anziani, mantenendo vive le nostre tradizioni. Ringrazio le associazioni, le scuole e tutti coloro che hanno collaborato all'organizzazione. Vi aspettiamo numerosi per vivere insieme la magia del Carnevale Setino 2025", conclude Capuccilli. Il Carnevale Setino si conferma, ancora una volta, un appuntamento imperdibile per il territorio, capace di mescolare folklore, storia e innovazione in un'atmosfera di gioia e condivisione.

 

 

Giunto alla ventesima edizione, il concorso “L'Olio delle Colline”  si è tenuto all’Abbazia di Fossanova,  sabato 22 febbraio, presso l’Auditorium “Infermeria dei Conversi” 

 

ORGANIZZATORI

 

Organizzato dal Capol (Centro assaggiatori produzioni olivicole Latina) con il contributo del Comune di Minturno, è patrocinato dalla Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentate e delle Foreste, della Sovranità Alimentate e delle Foreste, Regione Lazio, Consiglio Regionale del Lazio, Arsial, Provincia di Latina, Comune di Priverno, Comune di Sonnino, Camera di Commercio Frosinone Latina, Azienda Speciale della Cciaa “Informare”, Associazione “Città dell’Olio”, XIII Comunità Montana di Priverno, Compagnia dei Lepini, Biodistretto “Colline dell’Amaseno”, Coldiretti Latina, Confagricoltura Latina, Cia Latina, Ecomuseo dell’Agro Pontino, Consorzio Industriale del Lazio, Lilt (Lega Italiana della Lotta contro i Tumori) - Sezione di Latina, Pro Loco Priverno, Condotta Slow Food di Latina, Slow Food Travel, Isiss “Teodosio Rossi” di Priverno, Isiss  “Pacifici e De Magistris - Istituto Alberghiero” di  Sezze, Consorzio di Tutela delle Olive Dop Gaeta, ACAP (Associazione Capi Panel Riconosciuti).

 

OBIETTIVI DEL CONCORSO “L'OLIO DELLE COLLINE”

 

Scopo del Concorso è promuovere e valorizzare l’olio extra vergine di oliva e diffondere la cultura dell’assaggio professionale.  Oltre a premiare i migliori oli della provincia di Latina, si propone di valorizzare tutti gli extravergini di oliva prodotti nel territorio dei monti Lepini, Ausoni e Aurunci; stimolare gli olivicoltori e frantoiani al miglioramento della qualità; contribuire alla diffusione e valorizzazione a livello provinciale della professionalità degli assaggiatori d'olio d’oliva;  favorire il consumo consapevole dell’olio extravergine di oliva ed evidenziare la funzione dell’olivicoltura nella tutela e nella conservazione dell’ambiente rurale delle colline pontine.  Per meglio selezionare gli oli in gara, sono state organizzate nei mesi scorsi preselezioni presso le aree interessate dallo stesso Concorso (Lepini, Ausoni, Aurunci).

 

Giuria di assaggio oli (Panel)

Capo panel: Luigi Centauri (Coordinatore del Concorso) e Capo panel: Giulio Scatolini

Assaggiatori iscritti nell’Elenco Nazionale: Pietro Antetomaso, Francesco D’Ambrosio, Igina De Santis, Liberata Diloni, Marina Ficaccio, Francesco Le Donne, Catullo Manciocchi, Rocco Parisella, Damiano Pasciuto, Marisa Pietrosanti, Antonella Simonetti, Isabella Spatolisano, Vittorio Zaottini.

 

Giuria Migliore Confezione ed etichetta

Giornalisti: Roberto Campagna (coordinatore) e Tiziana Briguglio

Ispettori ICQRF MASAF: Raffaele Mondini, Francesco Allegrini

Arsial (Regione Lazio): Miriam Catta

Istituto Agrario San Benedetto Latina: Marisa Pietrosanti

Grafici pubblicitari: Katia Spitaleri

Agronomo: Alberto Bono

Consulente giurista sicurezza alimentare: Michele Stocola

 

Giuria Paesaggi dell’Extravergine 

LEPINI: Mario Pio Battisti, Antonio Perci, Marisa Pietrosanti, Gianfranco La Rosa, Giuseppe Persi, Antonella Simonetti, Isabella Spatolisano.

AUSONI: Pietro Antetomaso, Alberto Bono, Tommaso Iacoacci, Ernesto Migliori, Fabio Mirabella, Rocco Parisella, Damiano Pasciuto, Regina Scattola.

AURUNCI: Celestino Buonamano, Andrea Cerrito, Marco Del Bene, Daniele Mandarello, Maria Minolfi.

 

DEGUSTAZIONI FINALI

 

Il Concorso si chiuso con la degustazione degli oli in gara curata dagli assaggiatori del Capol e l’assaggio di prodotti tipici locali curata dall’Istituto alberghiero “Pacifici e De Magistris” di Sezze, accompagnati dai vini offerti dell’Azienda agricola Casale del Giglio de Le Ferriere.  

 

VINCITORI

CATEGORIA AZIENDA

Fruttato “INTENSO”

1° Classificato: Azienda Agricola Cosmo Di Russo Verde Mare;- Gaeta

2° Classificato: Americo Quattrociocchi Bio - Terracina

 

Gran Menzione:

Azienda Agricola Paola Orsini Riserva Bio - Priverno

Azienda Agricola “La Macérà” di Michele Costantini – Sezze

Azienda Agricola Alessandro Scanavini Bio - Priverno

Azienda Agricola Alfredo Cetrone – Sonnino

Mater Olea Srl Agricola – Prossedi

 

Menzione di Merito:

Azienda Agricola Adria Misiti Bio – Sonnino

Società Agricola “Terre Del Sovescio” - Itri

Azienda Agricola Giovanna Coriddi – Cori

Società Agricola “I Lori” Bio – Cori

Diamante Verde di Antonio Tombolillo Inviridis - Norma

 

Fruttato “MEDIO”

1° Classificato: Cantina Sant’Andrea - Terracina

2° Classificato: Masseria Francesco Zenobio DOP Bio - Minturno

 

 

Gran Menzione:

 

Società Agricola Masseria Raino Domus Bio - Itri

Società Agricola “La Valle dell’Usignolo” Bio - Sermoneta

“Villa Pontina” di Lucio Pontecorvi DOP Bio - Sonnino

“Colle Siola” Bio Azienda Agricola Luisa Di Bello Castelforte

Azienda Agricola Daniele Mandarello – Itri

 

Menzione di merito:

“Palmerini 1931” Società Agricola - Sermoneta

Azienda Giuseppe Rossetti - Sonnino

Azienda Agricola “Agresti 1902” DOP - Itri

 

Fruttato “LEGGERO”

1° Classificato: Società Genesio Mancini Srl - Itri

2° Classificato: Azienda Agricola “Diamante Verde” di Antonio Tombolillo - Sermoneta

 

Gran Menzione:

Azienda Agricola Silvae di Silvia Ialongo - Itri

Azienda Agricola Riccardo Palombelli - Cori

Società Agricola Gentile Srl - Sermoneta

Cincinnato Cooperativa Agricola Arl Bio - Cori

 

Menzione di Merito:

Castello Santa Margherita - Cori

Colle Sant’Oliva Azienda Agricola Manlio Milita - Cori

Azienda Gregorio De Gregoris Punto G - Sonnino

 

Per le Aziende che imbottigliano, etichettano l’olio e risultano iscritte alla Camera di Commercio, la Commissione di assaggio ha designato i primi due classificati di ogni categoria di fruttato (intenso, medio e leggero).

 

PREMIO DOP “COLLINE PONTINE”

1° Classificato: Azienda Agricola Alfredo Cetrone DOP - Sonnino

2° Classificato: Azienda Agricola Paola Orsini DOP Bio - Priverno

 

Gran Menzione:

Azienda Agricola Cosmo Di Russo DOP - Itri

Masseria Francesco Zenobio DOP Bio - Minturno

“Villa Pontina” di Lucio Pontecorvi DOP Bio - Sonnino

Azienda Agricola “Agresti 1902” DOP - Itri

 

Menzione di Merito:

Azienda Agricola Silvae di Silvia Ialongo - Itri

Azienda Agricola “Casino Re” di Filomena Coletta DOP Sonnino

 

Il premio è assegnato alle aziende che producono un olio extravergine certificato DOP Colline Pontine secondo il disciplinare ed il piano dei controlli.

 

PREMIO OLIO “BIOLOGICO”

1° Classificato: Azienda Agricola Paola Orsini DOP Bio - Priverno

2° Classificato: Società Agricola Masseria Raino Domus Bio - Itri

 

Gran Menzione:

Società Agricola “La Valle dell’Usignolo” Bio - Sermoneta

Villa Pontina di Lucio Pontecorvi DOP Bio - Sonnino

“Colle Siola” Bio Azienda Agricola Luisa Di Bello - Castelforte

Azienda Agricola Adria Misiti Bio - Sonnino

Azienda Agricola Alessandro Scanavini Bio - Priverno

Cincinnato Cooperativa Agricola Arl Bio - Cori

Società Agricola “I Lori” Bio - Cori

 

Il premio “Olio Biologico” è assegnato alle aziende che producono un olio extravergine secondo la disciplina prevista dal Regolamento CE 2092/91, che mira a mantenere e valorizzare la biodiversità e l'attività biologica del suolo, con lo specifico obiettivo di ridurre le forme di inquinamento.

 

PREMIO “MIGLIORE CONFEZIONE ED ETICHETTA”

1° Classificato: Progetto Inviridis  - Norma

2° Classificato: Società Agricola “Masseria Raino” Bio - Itri

 

Gran Menzione:

Società Agricola “Terre Del Sovescio” - Itri

Alle aziende olivicole iscritte alla Camera di Commercio che confezionano solo ed esclusivamente secondo la normativa europea per la categoria merceologiche olio extra vergine di oliva. Una Commissione di esperti ha valutato le confezioni con particolare riferimento alla completezza e contenuto delle informazioni portate nell’etichetta e retroetichetta; funzionalità e design della bottiglia nonché l’etichetta dal punto di vista grafico dei materiali impiegato per la confezione che valorizzano le qualità e l’origine del prodotto.

 

 

 

 

PER ENTRAMBE LE CATEGORIE: “AZIENDA” E “PICCOLE PRODUZIONI”

 

PREMIO “GIOVANE OLIVICOLTORE”

Azienda Agricola Silvae di Silvia Ialongo - Itri

Il titolare rappresentante dell’Azienda con età fino a 40 anni ed iscritto alla Camera di Commercio, che hanno ottenuto il punteggio più alto tra tutti gli oli delle aziende partecipanti.

 

PREMIO “OLIVICOLTORE VETERANO”

Antonio Cerrato – Fondi

Riconoscimento al produttore partecipante con l’olio extra vergine di oliva di qualità che esercita l’attività di olivicoltore da più anni.

 

PREMIO “VERDE IN ROSA”

“Colle Siola Bio” Azienda Agricola Luisa Di Bello - Castelforte

Loreta Pestillo - Fondi

Premio all’Azienda produttrice condotta al femminile.

 

CATEGORIA PICCOLE PRODUZIONI

 

PREMIO MIGLIORE “EXTRAVERGINE DI OLIVA”

1° Classificato: Massimiliano Di Girolamo - Sonnino

2° Classificato: Ettore Manzo - Itri

 

Gran Menzione:

Kateryna Makarova Inviridis - Norma

Giulio Cetrone - Sonnino

Rosario Moroni - Cori

Vladimir Cariddi - Priverno

Giuseppe Dragonetti - Itri

Giuseppe Gabrielli - Prossedi

 

Menzione di Merito:

“Olio della Torretta” Edoardo Di Lenola - Sermoneta

Fabrizio Grecco - Sezze

Giuseppe Di Cicco - Lenola

Elisa Feudi - Sonnino

Veronica Lana - Cori

Francesca Rossi - Roccagorga

 

I produttori che non confezionano con etichetta il prodotto (anche coloro che pur confezionando il prodotto non sono iscritti alla Camera di Commercio). Sono premiati in una unica categoria i primi due oli classificati: premio “piccole produzioni”. Inoltre sono state assegnate menzioni speciale agli oli partecipanti che avranno superato un punteggio soglia particolarmente alto stabilito di anno in anno in relazione alle caratteristiche proprie dell’annata. La valutazione è stata eseguita sulla base dei criteri di equilibrio, armonia e complessità degli oli extra vergine d’oliva in concorso.

 

Sono assegnati al primo classificato dei produttori (piccole produzioni), i premi Monti “Lepini”, “Ausoni” e “Aurunci”.

PREMIO “MONTI LEPINI”

Kateryna Makarova Invirdis-Norma

 

PREMIO “MONTI AUSONI”

Giuseppe Di Cicco - Lenola

 

PREMIO “MONTI AURUNCI”

Giuseppe Dragonetti - Itri

 

 

PREMIO “CITTA’ DI PRIVERNO”

 

E’ all’azienda che produce un olio extravergine da olive del Comune di Priverno che ha ospitato l’evento.

Azienda Agricola Alessandro Scanavini Bio – Priverno

 

Riconoscimenti: PAESAGGI DELL’EXTRAVERGINE DEI

MONTI: LEPINI, AUSONI E AURUNCI

Tre commissioni, costituite da tecnici agronomi ed esperti del settore olivicolo, hanno individuato nove aziende, tre per ogni comprensorio, le quali, producendo olio di qualità secondo corrette tecniche agronomiche ed ambientali, mantengono l’efficienza delle sistemazioni idrauliche agrarie e dei terrazzamenti.

LEPINI:

Luigi Paniccia - Priverno

Società Agricola Luca Priori – Rocca Massima

Azienda Agricola Carmela Parisi - Sermoneta

 

AUSONI:

Gigliola Magliocco - Sonnino

Roberta Mirabella - Fondi

Nazareno Carroccia - Lenola

 

AURUNCI:

Benedetto Spinosa - Gaeta

Ramona Claudia Raica - Formia

Azienda Agricola Silvae di Silvia Ialongo - Itri

 

CONCORSO  “ASSAGGIATORI A CONFRONTO”

 

Medaglia d’oro: Cosimo  Pastore di Latina

Medaglia d’argento: Elisabetta Germondari  di Siena

Medaglia di bronzo: Mattia Garritano  di Latina

 

CONCORSO “ASSAGGIATORE PER UN GIORNO…”

 

Medaglia d’oro: Fiorella Boccia di Priverno

Medaglia d’argento: Maria Teresa D’Orso di Anzio

Medaglia di bronzo: Mattia Garritano di Sezze

 

Domenica, 23 Febbraio 2025 07:00

Il mondo capovolto di J.D. Vance

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La rielezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti non rappresenta semplicemente un normale avvicendamento alla guida del Paese, un ricambio fisiologico tra forze politiche alternative, utile a garantire il corretto funzionamento delle istituzioni, ma un passaggio gravido di incognite e di rischi per la democrazia.
 
Il programma politico del tycoon mira a spostare gli USA nel campo degli stati illiberali, a svuotarne la democrazia attraverso riforme improntate all’autoritarismo, alla limitazione progressiva dei diritti e delle libertà, a distorcere, limitare ed asservire al potere l’informazione, a garantire sempre maggiori profitti alla cerchia di imprenditori delle nuove tecnologie che lo hanno sostenuto in campagna elettorale e a cui ha anche affidato posizioni rilevanti all’interno della nuova amministrazione, e nel campo delle relazioni internazionali ad improntare la sua azione all’insegna di un pericoloso neoimperialismo, disconoscendo ruolo e funzione degli organismi sopranazionali e abbandonando la strada del multilateralismo, affermatosi dopo la disgregazione dell’Unione Sovietica e la fine della contrapposizione tra il blocco occidentale e quello comunista.   
 
È all’interno di questa prospettiva che si colloca il discorso tenuto qualche giorno fa alla Conferenza di Monaco sulla sicurezza dal vicepresidente degli USA J. D. Vance.
 
Il vice di Trump si è detto “profondamente preoccupato”, come tutta l’amministrazione americana, per il fatto che l’Europa si stia allontanando dai valori democratici. I nemici più pericolosi del nostro continente non sarebbero esterni, le autocrazie e il terrorismo, ma la sempre più diffusa tendenza illiberale che impedirebbe ai cittadini europei di esprimere le proprie opinioni e perfino di vedere riconosciuto il proprio voto, principi sempre considerati sacri sia in Europa che negli USA. Esempio emblematico di questa supposta deriva illiberale sarebbe la Romania, incapace di riconoscere l’esito di una tornata elettorale. Vance dimentica che l’ultima volta in cui qualcuno ha disconosciuto l’esito del voto democratico, ciò è avvenuto non in Europa ma nel suo Paese. È stato il presidente di cui è vice a rifiutarsi quattro anni fa di cedere il proprio ruolo al successore, democraticamente eletto, sobillando per di più i cittadini a una rivolta violenta. In Romania la sospensione del primo turno elettorale è avvenuta in seguito ad una sentenza della Corte Costituzionale, quindi all’interno della normale dialettica istituzionale e senza sovvertire alcun esito elettorale definitivo.
 
A riprova della deriva illiberale che attraversa l’Europa Vance ha portato ad esempio il caso del signor Adam Smith-Conner, arrestato e multato per “aver pregato tre minuti davanti a una clinica abortista in Inghilterra, senza disturbare nessuno”, sorvolando  sul fatto che il signore in questione ha fatto irruzione in una zona protetta della clinica (e non era neanche la prima volta) e, solo dopo aver cercato per 100 minuti di convincerlo inutilmente ad andarsene, è stato giustamente portato via e multato. Davvero singolare questa sua preoccupazione, dato che l’amministrazione di cui è esponente autorevole pratica la deportazione in catene e in massa dei migranti e cerca di impedire alle persone di definirsi non-binarie, cosa questa che non offende o danneggia nessuno.
 
Il vicepresidente USA ha evidenziato che in Europa c’è una “carenza o grave inesattezza dell'informazione, spesso dovuta a una precisa volontà fuorviante” ed ha definito “agghiaccianti” le parole del giudice svedese che, condannando un uomo che ha ripetutamente bruciato il Corano, ha affermato: “La libertà di espressione non costituisce un lasciapassare per fare e dire qualunque cosa”. Insomma, secondo Vance, ci sarebbe carenza o disinformazione tutte le volte in cui vengono riportate notizie sgradite a lui e alla sua parte politica e comunque la libertà di parola significa poter dire qualunque falsità o ingiuria o fare qualsiasi cosa passi per la testa. Piuttosto dovrebbe spiegare perché il suo governo ha reso non più disponibili migliaia di studi clinici, essenziali per la ricerca scientifica, solo perché contenevano parole come transgenderLGBT e persino persona incinta ed ha vietato migliaia di libri nelle scuole per i figli di militari statunitensi. In questi casi la libertà di parola non vale?
 
Considerata la deriva ideologica e politica imboccata dalla nuova amministrazione americana, siamo noi europei ad avere ottimi motivi per essere preoccupati per lo stato della democrazia e della libertà negli USA e non solo, visto che il presidente Donald Trump tra i suoi primi atti ha telefonato a Vladimir Putin ed ha avviato una trattativa per il cessate il fuoco in Ucraina, legittimando la violenta e ingiustificata aggressione militare a un Paese democratico e pensando di poter decidere lui il destino del popolo ucraino secondo una logica padronale ed economica.
 
Ad inquietare non poco è che Vance ha pronunciato quest’assurdo discorso proprio a Monaco, città che evoca alla memoria un’altra conferenza in cui i potenti del tempo decisero di chiudere più di un occhio di fronte a un’aggressione militare violenta e ingiustificata, di scendere a patti con chi contemplava solo la misura della forza e metteva la sua nazione prima, davanti a tutto. La loro pavidità di fronte ai regimi nazista e fascista produsse esiti drammatici per l’intera umanità, i campi di sterminio e la seconda guerra mondiale. La propaganda, la disinformazione, il nazionalismo e la volontà di rivalsa, usate allora sono identiche a quelle impiegate oggi dall’estrema destra in Europa e negli USA.   
 
Noi europei abbiamo vissuto sulla nostra pelle totalitarismi e genocidi e sappiamo bene che la libertà non può mai voler dire assenza di norme e limiti, il volere popolare porta a volte ad imboccare direzioni deleterie e drammatiche (nazismo e fascismo sono arrivati al potere attraverso il voto popolare) e la democrazia è una strada da percorrere, va guidata con responsabilità, giudizio e coscienza storica.
 
La (il) Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha applaudito alle farneticazioni di Vance e ha affermato di condividerle in pieno.
 
Ogni commento è inutile.
 
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