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"Il noto problema di siccità che in questi anni si è sempre palesato ha colpito, tra gli altri, il fiume Ufente e sta mettendo in seria difficoltà numerose aziende agricole nel territorio di Sezze, le quali faticano a garantire l'approvvigionamento idrico necessario per le proprie coltivazioni". Così il consigliere comunale Orlando Santoro, presidente della commissione consiliare "Attività Produttive", il quale ha lanciato l’allarme chiedendo espressamente un intervento immediato: "È fondamentale realizzare due chiuse sul fiume Ufente per mantenere il livello dell'acqua costante a due metri e mezzo. Questo intervento permetterebbe di garantire un flusso idrico continuo alle aziende agricole locali, salvaguardando le produzioni e l'economia del nostro territorio".

Santoro ha inoltre lanciato un appello al Consorzio di Bonifica affinché si attivi prontamente per la realizzazione di queste opere: "Chiedo al Consorzio di Bonifica di intervenire con urgenza. Le nostre aziende non possono attendere oltre; è in gioco la sopravvivenza di molte realtà produttive e la sicurezza alimentare della nostra comunità". Per Santoro "la situazione attuale del fiume Ufente non solo minaccia le attività agricole, ma rischia anche di compromettere l'ecosistema locale" e per questo motivo Orlando Santoro consiglia anche di effettuare interventi di manutenzione sul greto del canale. "Un intervento tempestivo potrebbe quindi rappresentare una soluzione efficace per preservare sia l'ambiente che l'economia della zona. Le aziende agricole di Sezze, molte delle quali a conduzione familiare e con una lunga tradizione alle spalle, sono il cuore pulsante dell'economia locale. Garantire loro le risorse idriche necessarie è essenziale per mantenere viva questa tradizione e per sostenere l'intera comunità. La collaborazione tra istituzioni, enti competenti e comunità locali sarà determinante per superare questa sfida e assicurare un futuro sostenibile al territorio di Sezze”.

 

Nella foto il consigliere comunale Santoro

 

Sabato, 15 Febbraio 2025 19:46

La politica dei bau bau

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Politica è linguaggio, o meglio scelta tra linguaggi differenti. Le parole non sono suoni vuoti, ma posseggono significati immediati e ulteriori, svelano identità e valori, raccontano idee e progettualità.
 
In Italia la lingua della politica è molto cambiata e se in passato suonava spesso astrusa, compassata e perfino settoriale, al punto da infrangere le regole della geometria, basti pensare all’espressione coniata da Aldo Moro delle convergenze parallele, in questi ultimi anni si caratterizza per essere volgare e schietta, diretta e approssimativa. Il livello stilistico del linguaggio politico è sceso a quello medio-basso della lingua quotidiana. Segnale indiscutibile di questo livellamento verso il basso è la consolidata abitudine di chiamare i leader col nome proprio, un approccio che racconta non soltanto familiarità e vicinanza, ma assai spesso un atteggiamento di devozione e sudditanza.
 
Il mutamento intervenuto si manifesta poi sia nel lessico, con il ricorso a parole basse e volgari, sia nella sintassi con il ricorso a frasi con costrutti semplificati, nucleari, nel mutamento del significato di talune parole e nell’introduzione di nuove.
 
La mediocrità del linguaggio è indice rivelatore di un abbassamento generale del livello culturale del nostro Paese, che inevitabilmente ha una ricaduta anche nel campo della qualità della politica. È bene precisare che la valutazione negativa riguarda l’approssimazione e la banalizzazione dei contenuti e dello stile del discorso politico e non la schiettezza, che rappresenta un valore, da non confondere però con la volgarità, aspetto questo che sempre più spesso caratterizza purtroppo il dibattito quotidiano in televisione e sui social. Parimenti occorre evidenziare che bello stile non significa rapporto privilegiato con la verità e i valori etici, tanto che non c’è nulla che possa essere detto meglio del falso, ma il linguaggio della politica, oltre all’efficacia, dovrebbe badare alla sua proprietà e urbanità.
 
Insomma non è questione di buone maniere, di formalismo e tantomeno di preferenza per i discorsi involuti, le frasi incomprensibili e la vuota retorica. Il tema è politico. L’abbassamento del linguaggio politico non è come pretendono i populisti un modo per parlare, comportarsi, essere come il popolo, perché non è affatto vero che approssimazione, arroganza, scontro siano più popolari di serietà, rispetto e confronto. Affrontare i problemi e dare risposte richiedono intelligenza e competenza e non inventarsi nemici immaginari, spingere con un certo linguaggio ad essere contro, a riconoscersi in un’identità che si contrappone ad altre, a dividere la società in aree inconciliabili, a separarne una parte, più o meno grande e non coincidente con l’insieme, e ad esaltarla come il vero popolo contro le élites dirigenti, gli immigrati, l’avversario politico, chi usa parole per comunicare e non per inquinare. Tanto più che i nemici cambiano a seconda dei contesti e delle fasi storiche e conta solo che ci sia sempre qualcuno contro cui scagliarsi.
 
Il ricorso a questo tipo di linguaggio poi non è mai innocuo e innocente, ma possiede sempre un legame con la violenza. Ciò non significa che quanti lo usano compiono atti di violenza, ma di certo provocano lo scontro, teorizzando la superiorità dell’uno sull’altro e perseguendo l’esclusione di questo o di quella. Pur autodefinendosi politica, in realtà questa è la forma più esasperata di antipolitica, che logora la democrazia, la svuota di valori e di risorse, non va mai oltre la propaganda, non costruisce alternative o cambia le cose e alimenta potentemente l’astensionismo.
 
In un quadro purtroppo così desolante non suscita meraviglia Augusta Montaruli, esponente di Fratelli d’Italia, condannata con sentenza definitiva per aver acquistato con i fondi regionali, quando era consigliere regionale del Piemonte, borse, Swarovski, libri e gadget sexy, che abbaia in diretta tv. La scena del bau bau sicuramente è entrata ringhiando nella storia della politica e della televisione. Potremmo sorriderne, considerarla solo un teatrino di bassa lega, ma francamente significherebbe non dare il giusto rilievo al livello di degrado che rappresenta. Ha ragione Aldo Grasso, il critico del Corriere della Sera, quando scrive: “Il grado zero del talk show, ovvero quando la parola si umilia per lasciare posto a borborigmi lessicali, a fedifraghe alleanze gergali, a oscillazioni fra la bipedità dell’uomo e della donna e la quadrupedità del cane. Prima o poi doveva succedere, è successo…”. E poi prosegue: “Ora, è vero che il Parlamento italiano è diventata la più fervente palestra dell’insulto, l’università dell’ingiuria, la salda tradizione della volgarità, ma al latrare, all’ululare, al ringhiare non eravamo ancora giunti. È la nullificazione della parola e, con essa, del pensiero, è la pienezza del declino”.
 
La democrazia è oggi un bene in pericolo che richiede vigilanza e impegno attivo per impedirne lo svuotamento, l’annichilimento e la riduzione a mero formalismo senza anima. Occorre restituire alla politica dignità e valore, profondità di pensiero e serietà di impegno.

 

Comunicato stampa Carabinieri di Sezze.

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Nei giorni scorsi, i Carabinieri delle Stazione di Sezze (LT) unitamente al personale dei Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro e dell’I.T.L. di Latina, nell’ambito di un servizio per prevenire il fenomeno del “caporalato”, hanno effettuato un accesso ispettivo presso un’azienda agricola esercente l’attività di coltivazione di ortaggi con sede legale a Sezze (LT). All’esito delle necessarie verifiche svolte dai Carabinieri, il titolare dell’azienda, un uomo di 62 anni del posto, è stato deferito in stato di libertà per la mancata redazione del documento di valutazione dei rischi. Durante il controllo, i Carabinieri hanno identificato e vagliato la posizione di un lavoratore di nazionalità rumena per il quale non era stata inoltrata la comunicazione di assunzione, violazione per le quale è prevista l’applicazione della maxi sanzione per il titolare e la sospensione dell’attività. I Carabinieri altresì adottavano il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale per gravi violazioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e per l’indagato vale il principio di non colpevolezza sino alla sentenza definitiva, ai sensi dell’art. 27 della Costituzione. 

 

Fare comunità! Saper collaborare! Saper dare senso ad un evento! Unire le forze e le idee. E’ tutto questo ed altro che ha spinto la frazione di Sezze Scalo ad organizzare l’iniziativa “Sezze Scalo in maschera” in programma per Domenica 2 marzo. In questi mesi un gruppo di associazioni e artigiani di Sezze Scalo ha lavorato sodo per promuovere un evento che ricorda quelli che venivano organizzati negli anni '80 e ’90 a Sezze e Sezze Scalo in collaborazione con la Ludoteca Orso Rosso ed il Comune di Sezze, quando tutta la città festeggiava insieme il Carnevale Setino, quando ad animare le sfilate vi era soprattutto il senso di appartenenza ad una comunità, la passione, il voler divertirsi gratuitamente, appassionatamente senza divisioni, tutti insieme per il bene di una comunità. In questi mesi tanta organizzazione, tanto impegno e tanti sacrifici per dare vita ad una festa che potrebbe essere considerata un nuovo punto di partenza per rilanciare il ruolo e la cooperazione tra associazioni culturali locali e cittadini.

L’evento che si terrà a Sezze scalo è stato organizzato dall’associazione Culturale Arcadia, dal  Comitato Gli Amici di Francesco Sagnelli, dal Gruppo di Azione Cattolica della Parrocchia San Carlo da Sezze, dal Trenino dei Piccoli, dagli artigiani della carta, da ASD Iris Majorettes e ASD Butterfly Majorettes.

 

Un carro allegorico degli anni Novanta. 

 

A febbraio 2025 si è svolta la seconda campagna di ricognizione urbana nell’ambito del progetto “Setia e il suo territorio” portato avanti dal Dipartimento di Scienze dell’antichità di Sapienza Università di Roma sotto la direzione di Laura Ebanista. Le attività, mirate alla ricostruzione della topografia urbana della colonia di Setia, sono stata intraprese nell’ambito di un protocollo di intesa con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Frosinone e Latina e di un accordo di collaborazione con l’amministrazione comunale di Sezze che ha messo a disposizione l’alloggio per gli studenti di laurea triennale, magistrale e scuola di specializzazione che hanno preso parte alle attività di ricerca.
I lavori hanno previsto l’uso di droni per realizzazione di fotogrammetrie e 3D delle strutture conservate opportunamente localizzate per mezzo di sistema GPS.
"La ricerca - afferma il sindaco Lidano Lucidi -  ha come obiettivo la ricostruzione della topografia urbana dell’antica Setia con particolare interesse per il periodo tardo repubblicano in cui è attestata un’importante fase edilizia.
Fondamentale è stato l’aiuto della comunità cittadina che ha messo a disposizione con grandissimo entusiasmo le strutture spesso preservate all’interno delle loro abitazioni, permettendoci di reperire una serie di informazioni ad oggi ancora non note, fondamentali al fine di ricostruire le fasi di occupazione della città.  È già prevista la prosecuzione delle attività con una successiva campagna di ricognizione al fine di comprendere ancor meglio la topografia della città in un contesto complesso tipico dei centri a continuità di vita". 

 

 

I consiglieri comunali di Sezze, Serafino Di Palma, Armando Uscimenti e Sergio Di Raimo, hanno firmato e protocollato una richiesta di convocazione di consiglio comunale avente per oggetto il trasferimento del Centro per l’Impiego di Sezze presso l’ex Monastero della Clarisse di Sezze. Nella richiesta si richiedono le motivazioni che avrebbero spinto il sindaco di Sezze Lucidi a questa decisione. “Il trasferimento del centro per l’Impiego presso l’ex convento delle Clarisse rappresenta una decisione rilevante per il territorio con particolari ripercussioni per la frazione di Sezze Scalo, già interessata dall’imminente demolizione del centro sociale per anziani. Tale trasferimento – si legge nella richiesta – comporterebbe la perdita di un ulteriore servizio per Sezze Scalo”. Per questa ed altre motivazioni i consiglieri comunali di opposizione chiedono un confronto su diversi punti: valutazione e illustrazione del progetto di trasferimento; rispetto dei requisiti di agibilità e accessibilità dell’immobile; conformità urbanistica; impatto della dismissione della sede attuale del centro per impiego e valutazione e illustrazione del potenziamento dei servizi.

 

Nella foto il consigliere comunale di FdI Serafino Di Palma

 

Credo che sul caso ALMASRI vada fatto un approfondimento più serio, anche da un’altra angolazione. Oltre al problema di fondo, se ha ragione Nordio, Piantedosi, il governo Italiano o la corte internazionale…comunque è stato rimesso in libertà con gli onori di Stato un torturatore è criminale di esseri umani ricercato dalla corte internazionale. Secondo me, si sta sottovalutando quello che succede a livello internazionale e in particolare negli Stati Uniti d’America, con l’avvento di Tramp , il quale a livello mondiale con le scelte sui dazi e le dichiarazioni su Gaza , Panama il Canada e Messico a seguire ci sarà anche l’Europa e di conseguenza coinvolgerà inevitabilmente anche l’Italia . Ecco tutte queste cose , ci dicono in modo chiaro che Tramp vuole ridisegnare gli equilibri mondiali e per fare questo vanno cancellati tutti quelli organismi soprannazionali che regolamentano la convivenza internazionale tra tutti i popoli e i poteri di controllo ( vedi L’ONU , la corte internazionale, l’ OMS ecc.. ) tutto questo, per ridisegnare accordi con la Cina e la Russia. Infatti, non è un caso che Mattarella nel suo intervento a Marsiglia ha pronunciato parole dure e chiare su Putin.. sull’invasione russa in UCRAINA ( parole mai pronunciate, da Mattarella, così chiare e dure ) parole contro gli usurpatori dei diritti e delle democrazie che in Italia e Occidente non si riconoscono più negli organismi istituzionali democratici e organismi soprannazionali, e’ un monito chiaro a Tramp e a tutta l’Europa , che è chiamata a decidere se condividere il progetto Tramp oppure una Europa e un Occidente multilaterale … un mondo fatto di diritti internazionali per non tornare alla politica dei blocchi… la Meloni che fa’ scimmiotta Tramp o vuole svolgere un ruolo in Europa? Il nostro governo deve stare molto attento a non farsi fagocitare dalle politiche Trampiane, ma rafforzare il ruolo dell’Europa attraverso la costituzione di una Europa fatta di Stati Uniti federali per contrastare il monopolio delle superpotenze attraverso la costruzione di politiche comunitarie. Purtroppo, le scelte, che questo governo sta facendo sulla giustizia e la polemica sulla corte internazionale e le scelte economiche e la cancellazione di alcuni diritti la dice lunga sulle politiche comunitarie della Meloni.

Per Latina 2032

Pierino Ricci

Sabato, 08 Febbraio 2025 19:22

Bugie, latinorum e azzeccagarbugli

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Potrete ingannare tutti per un po’, potrete ingannare qualcuno per sempre, ma non potrete ingannare tutti per sempre”.
Abramo Lincoln
 
Mercoledì scorso, in diretta televisiva, nelle aule di Montecitorio e Palazzo Madama si è consumata una commedia stucchevole. I banchi del governo e dei sottosegretari erano stracolmi, così come gli scranni dei parlamentari, ma ad essere vuota era la poltrona della (del) Presidente del Consiglio.
 
Giorgia Meloni ha scelto di non assumersi la responsabilità di spiegare al Parlamento e ai cittadini la scelta di liberare e far riaccompagnare a Tripoli con un volo di Stato il torturatore e stupratore di bambini Almasri, anziché consegnarlo alla Corte Penale Internazionale. Ha mandato avanti i ministri Nordio e Piantedosi, i quali hanno fornito una ricostruzione inverosimile dei fatti e raccontato bugie, contraddicendosi tra loro, smentendo quanto dichiarato nei giorni precedenti e riproponendo con querula insistenza la litania di un assurdo quanto inesistente grande complotto, ordito dalla Corte Penale Internazionale, dalla sinistra e dalle toghe rosse e finalizzato a colpire Giorgia Meloni e il suo governo. Uno spettacolo ridicolo, uno schiaffo alla giustizia e un ulteriore oltraggio alle vittime del torturatore libico.
 
Carlo Nordio si è presentato in Parlamento e, anziché spiegare le ragioni dell’omessa trasmissione degli atti alla Procura Generale di Roma ai fini dell’applicazione della misura cautelare ad Almasri, si è comportato come l’avvocato che cerca di sottrarre il proprio assistito alla giustizia, dimenticandosi di essere invece il rappresentante di uno Stato che ha ceduto, al pari degli altri che hanno aderito allo Statuto di Roma, una sia pur ridotta quota di giurisdizione penale alla Corte dell’Aja.
 
Nel tentativo di giustificare le proprie scelte il Ministro della Giustizia ha riempito la sua informativa di errori grossolani, che l’opposizione non ha avuto l’accortezza e la prontezza di rilevare e contestargli.
 
Il Guardasigilli è partito dall’assunto che lui e gli altri ministri avrebbero un margine di discrezionalità politica nel dare esecuzione a un mandato d’arresto e a una richiesta di consegna della Corte Penale Internazionale. Affermazione destituita di fondamento giuridico. L’articolo 2 comma 2 dello Statuto della CPI prevede la possibilità che il Ministro della Giustizia possa concertarsi con gli altri ministri al solo fine di eseguire il mandato di arresto e consegnare l’imputato, non per sindacare nel merito la richiesta e tantomeno per qualificarla “nulla” e “completamente sballata”. Sotto questo profilo Carlo Nordio ha travalicato i limiti delle proprie competenze, ergendosi d’ufficio a giudice d’appello di un atto giudiziario, violando una legge della Repubblica, la n. 237 del 2012, che gli imponeva di eseguire l’ordine di arresto senza sindacarlo, in ragione dell’obbligo assunto dal nostro Paese con la ratifica dello Statuto della Corte Penale dell’Aja.
 
Il Ministro della Giustizia ha poi lamentato che il mandato era scritto in lingua inglese e senza traduzione. Una doglianza che non trova appigli normativi né nella legge di esecuzione dello Statuto della CPI, né nella legge di adeguamento n. 237 del 2012, il cui art. 16 contiene un riferimento all’uso della lingua italiana solo nell’eventualità di una sentenza della Corte che disponga l’espiazione della pena nel nostro Paese. Pertanto l’atto redatto in inglese non contrasta con i principi fondamentali dell’ordinamento italiano, basta leggere l’art. 3 par. 2 della citata legge.
 
Ad ogni buon conto il Guardasigilli come pensa che dovrebbe comunicare la Corte dell’Aja, in dialetto trevigiano? La prossima volta, prima di trasmettere qualsiasi atto, questi giudici screanzati dovrebbero forse avere l’accortezza di chiedergli in quale lingua vuole riceverne la copia?
 
Carlo Nordio ha poi lamentato la presunta incompletezza del mandato di arresto, in quanto mancante del riferimento al periodo in cui Almasri avrebbe commesso i reati contestategli. Niente di più falso, visto che nel mandato era espressamente indicato il lasso temporale di commissione dei crimini. Tuttavia, ammesso pure che ci fosse, la lamentata lacuna poteva e doveva essere colmata mediante l’interlocuzione con la Corte dell’Aja, secondo quanto previsto dall’art. 91 comma 4 dello Statuto, che non lascia al riguardo margini di discrezionalità.
 
Relativamente poi alla censura di "illogicità" del mandato sostenuta dal Guardasigilli, la stessa ove esistente avrebbe dovuto essere sollevata e fatta valere da Almasry innanzi alla Corte Penale Internazionale nel processo, come stabilito dall’art. 81 dello Statuto. Dunque tale valutazione non compete allo Stato richiesto, e nello specifico al suo Ministro della Giustizia, e tantomeno può essere usata come motivo per sottrarsi all’obbligo di consegnare il ricercato.
 
Carlo Nordio cita poi gli articoli dello Statuto della Corte in modo parziale e unicamente funzionale a dimostrare la fondatezza giuridica del suo ragionamento, omettendo ogni riferimento a quelle norme o parti di esse che sconfessano e demoliscono la sua artificiosa ricostruzione. Un esempio lampante è quando il Ministro della Giustizia richiama l’art. 91 comma 2 in forza del quale i mandati devono avere requisiti formali equiparabili a quelli richiesti per le estradizioni, ma poi dimentica di citare il comma 4, che lo obbliga a interloquire con la CPI ove sussistano tali difetti al fine di sanarli.
 
Il governo e nello specifico il Guardasigilli fingono di non sapere che nel momento in cui il nostro Paese ha ratificato lo Statuto, gli ha dato esecuzione e ha dettato le norme di attuazione, si è vincolato a cedere una quota della propria potestà punitiva alla Corte dell’Aja, relativamente a limitate e specifiche fattispecie criminose. Ne consegue  che non è possibile ragionare come se la Corte non fosse sovraordinata rispetto allo Stato, come se fosse insomma un altro Stato che avanza una domanda di estradizione, in una relazione orizzontale. Non è così, lo dice la legge! Lo Stato italiano si è subordinato liberamente alla CPI e oggi il governo scegliendo di depotenziarne il ruolo di fatto se ne mette fuori e viola il diritto internazionale e le leggi della Repubblica italiana.
 

 

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del Partito Democratico di Sezze.

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Con Delibera del Consiglio Comunale n. 8 del 04.03.20022, l’attuale maggioranza dell’ amministrazione del Comune di Sezze ha aggiornato il Regolamento dei Servizi Mortuari e di Gestione del Cimitero anche con riguardo al differimento dei termini di presentazione delle istanze sino alla data del 31.12.2023. Occorre innanzitutto rilevare come la suddetta scadenza, ormai abbondantemente superata, non è mai stata oggetto di proroga, cosa questa che sarebbe opportuna e necessaria. Fatta questa doverosa premessa, come Partito Democratico di Sezze ci sentiamo in dovere di evidenziare che la soluzione adottata dall’Amministrazione Comunale per la sanatoria delle situazioni di irregolarità, sta comportando gravi disagi, umani ed economici, per i familiari del defunto perché, come previsto dall’art. 58 ter, comma 10, del suddetto regolamento “Il mancato riconoscimento della titolarità del diritto d’uso del monumento funerario, preclude la possibilità di tumulare nello stesso nuove salme, resti mortali, cassettine ossario o urne cinerarie”. Pertanto, la mancata autorizzazione alla tumulazione, va a ledere il diritto alla sepoltura, determinando una sistemazione provvisoria del deceduto nella camera mortuaria, o nei posti messi gratuitamente a disposizione da parenti e/o amici, oppure nei loculi “Zona 4 Damiano Lombardini” (questi ultimi, tra l’altro, richiedono una manutenzione oltremodo urgente), con conseguente ulteriore disagio e aggravio di spesa per il successivo spostamento della salma. E’ disumano far rivivere ai familiari il dramma di una nuova sepoltura. Ove non bastasse, la sanatoria come applicata dall’Amministrazione Comunale, prevede degli oneri amministrativi a carico dei cittadini ai quali si debbono aggiungere i compensi dovuti ai professionisti abilitati per la predisposizione del progetto richiesto.

E’ bene sottolineare che, in molte situazioni, i cittadini sono in possesso della sola concessione demaniale (la sola ad essere stata richiesta dagli uffici comunali per la tumulazione negli anni pregressi sino alla delibera in premessa riportata) e non della concessione edilizia. Il mancato rilascio della stessa, non è in alcun modo attribuibile ai cittadini che hanno sempre seguito le direttive che gli venivano date per l’istruttoria della pratica, semmai agli uffici comunali preposti. Tra l’altro, le istanze presentate dai cittadini non sono tempestivamente evase dall’ufficio a ciò demandato. Pertanto, alla luce di quanto sopra evidenziato, come Partito Democratico di Sezze, chiediamo all’attuale Amministrazione:

1) Ridefinire i termini per la presentazione delle istanze di regolarizzazione. 2) Modificare il comma 10 dell’art. 58 ter, prevedendo la possibilità di tumulare e successivamente presentare l’eventuale istanza di sanatoria entro e non oltre il termine di 30 giorni, con applicazione di sanzioni nei casi di assoluta mancanza di documentazione. 3) Intervenire con una manutenzione urgente nella “Zona 4 Damiano Lombardini” non idonea per una degna sepoltura sebbene provvisoria. 4) Mettere a disposizione dei cittadini un gruppo di tecnici, retribuiti con appositi capitoli comunali, per elaborare le istanze di regolarizzazione. 5) Ad applicare le sanzioni amministrative solo nei casi di assoluta irregolarità dovuta alla totale mancanza di documentazione e alla accertata condotta illecita dei cittadini. 6) Sollecitare l’Ufficio Tecnico del Comune al rilascio delle autorizzazioni alla tumulazione in brevissimo tempo per assicurare una rapida sepoltura. Non possiamo che auspicarci una vera soluzione del problema che garantisca una drastica riduzione dei disagi per i nostri concittadini che debbono provvedere alla sepoltura dei propri cari. 

 

 

Nel corso della mattinata di ieri, i Carabinieri di Sezze (LT) hanno arrestato un uomo di 67 anni del luogo, già noto alle forze di polizia, in esecuzione ad un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Latina – Ufficio Esecuzioni Penali, per l’espiazione della pena della reclusione per anni 1, mesi 7 e giorni 19, in regime di detenzione domiciliare, per i reati di detenzione illegale di armi e munizioni, detenzione di arma clandestina e ricettazione, commessi nell’anno 2014 nel Comune di Sezze. L’arrestato, espletate le formalità di rito, è stato condotto presso la sua abitazione a disposizione dell’Autorità Giudiziaria mandante.

 

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