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Il punto di vista di Giuda

Apr 04, 2021 Scritto da 

 

 

 

È notte. Le strade e i vicoli di Gerusalemme sono deserti. Il richiamo di un animale notturno lacera il silenzio che avvolge la città, per poi smorire in lontananza. Giuda mi ha dato appuntamento in uno slargo male illuminato, delimitato da edifici vetusti e malandati, a pochi passi dalla porta di Damasco. Un blindato di soldati israeliani percorre lento la strada principale e poi sparisce dalla vista. Mille pensieri affollano la mia mente, le molte domande che vorrei rivolgergli. Improvvisamente in una delle stradine laterali un’ombra si materializza, prende corpo e si avvicina a passi rapidi verso di me. È Giuda. I lineamenti del suo viso si confondono nella penombra, non riesco a distinguerli con nettezza.

- Non amo farmi vedere in giro – dice a giustificarsi per quest’incontro nel cuore della notte - Giuda è per tutti sinonimo di tradimento, un insulto –. Mi scruta con i suoi occhi scuri per qualche istante e poi mi domanda: - Perché mi hai cercato?-.

- Vorrei che mi parlassi di Gesù – rispondo prontamente – del tuo rapporto con lui e delle ragioni del tuo abbandono –.  

– E’ complicato….– . La sua voce è poco più di un sussurro. –  Gesù sapeva toccare il cuore delle persone e i suoi insegnamenti erano rivoluzionari. Ne rimasi anch’io affascinato e, quando mi propose di seguirlo, lasciai tutto e mi unii agli altri. Credevo fosse il Messia, colui che ci avrebbe guidati nella rivolta contro i romani e che sarebbe salito sul trono di Davide, restaurando il regno di Israele e invece fu solo una grande illusione -.

- Pensavi fosse un Messia politico quindi….-.

- Era il sogno di tanti, di Pietro, Giacomo, Giovanni e anche il mio. Fantasticavamo spesso tra noi sull’insurrezione, sul ruolo che avremmo avuto nel nuovo regno e anche su come ridimensionare il potere dei sommi sacerdoti -.

- Gesù lo aveva ripetuto molte volte e in modo chiaro che il suo Regno non era di questo mondo e che non avrebbe guidato nessun esercito contro i romani -.

- Pensavamo lo dicesse per tenerci buoni, in attesa che i tempi fossero maturi per la rivolta, ma lui continuava a parlare solamente di amore e di perdono. Dopo un po’ capii che effettivamente il regno di cui vagheggiava non era quello che credevamo e non avrebbe portato né gloria né potenza a nessuno di noi che lo seguivamo -. 

- Avresti potuto semplicemente andartene, senza vendere Gesù ai sommi sacerdoti -.

- I suoi insegnamenti li infastidivano e, pur temendo la reazione della folla, da tempo cercavano una scusa per arrestarlo. Rimuginai a lungo sul da farsi e alla fine decisi di giocare un azzardo. In città c’erano moltissime persone arrivate per la festa di Pesach, il suo arresto poteva essere la scintilla per scatenare la rivolta, considerato anche come era stato accolto dalla folla al suo arrivo a Gerusalemme -.

- Volevi usare il suo arresto per raggiungere i tuoi obiettivi rivoluzionari -.

- Esatto. La cosa più importante era cacciare i romani dalla nostra terra -.

- I sommi sacerdoti ti dissero che avevano intenzione di ucciderlo?–.

– Eravamo d’accordo che si sarebbero limitati ad arrestarlo e che non gli avrebbero torto un capello. Sbagliai a fidarmi. Io non volevo la morte di Gesù –.

– E i soldi? Te li offrirono loro o fosti tu a stabilire il prezzo del tradimento?–.  

– Che importanza ha? Dovevano servire per la rivolta. Se poi le cose non fossero andate bene, sarei tornato a casa, al lavoro che avevo lasciato per seguirlo e li avrei usati per me – scuote la testa – Beati i poveri in spirito…. Belle parole, ma la vita di ogni giorno è un’altra cosa -.

- Banalizzi gli insegnamenti di Gesù per giustificare il tuo tradimento - sottolineo.

- Mi sembra che i suoi seguaci, a iniziare dai capi, non hanno imparato molto da lui. Non vorrai negarlo?-.

- Il punto non è questo. Tutti commettiamo errori, anche…..-.

– Beh, meno male! Allora non sono l’unico traditore!– mi interrompe, mentre un sorriso sarcastico si disegna sul suo viso. 

- E’ vero che rubavi dalla cassa comune?-.

– Pensi che Gesù mi avrebbe consentito di continuare a tenerla sapendo che rubavo? Gli altri mi hanno sempre guardato con sospetto, disprezzato e hanno cercato di screditarmi. Lui invece è sempre stato buono con me ed io credevo in lui. Durante la cena di Pesach diede a me il primo boccone intinto nel piatto comune. Mi riservò un gesto di grande amicizia e intimità, anche se sapeva che lo avevo tradito -.

- Tu comunque non avesti ripensamenti -.

- Ero offuscato dalla rabbia e dal risentimento. Tutto era perduto ormai. Quella sera, prima di metterci a tavola, Gesù ci lavò addirittura i piedi come l’ultimo dei servi. Diventare il re di Israele non rientrava nei suoi progetti e non aveva senso continuare a stare con lui. Scappai via dal cenacolo e raggiunsi i sommi sacerdoti per farmi consegnare il denaro e concordare gli ultimi dettagli del piano, compreso il bacio con cui, nel buio del Getsemani, avrei indicato alle guardie del Tempio la persona da arrestare -.

- Gesù si lasciò catturare senza opporre resistenza. Non considerasti che i discepoli avrebbero potuto reagire?-.

- Ero sicuro che Gesù li avrebbe fermati, ma se fosse accaduto tanto meglio. Tuttavia vedendolo così inerme, attorniato dalle guardie e incatenato, mi resi conto che avevo commesso un errore grandissimo. I sommi sacerdoti poi aizzarono la folla, la istigarono ad ottenere da Pilato la liberazione di Barabba e la condanna a morte di Gesù. Corsi allora al Tempio, gettai le monete ricevute nella cassa delle offerte e usci fuori città per farla finita. Non potevo sopportare il peso di quella colpa -.

- Se per te contavano solo la rivolta e i soldi, cosa te ne importava di Gesù?-    

- Lo amavo, anche se in me c’è qualcosa di oscuro che non riesco a controllare -.

- Hai mai pensato di essere stato solo una pedina nella mani di altri?-.

- Una pedina?- sorride – Non ho mai avuto padroni e mai li avrò -.

- Gesù avrebbe potuto perdonarti come fece con Pietro -.

- Non ci può essere pentimento e perdono per uno come me – ribatte e poi soggiunge perentorio: - Il nostro incontro finisce qui e non cercarmi mai più -. Senza aggiungere altro si allontana e la sua ombra torna a dissolversi nell’oscurità della notte.

Nello slargo silenzioso e mal illuminato vicino alla Porta di Damasco restano a farmi compagnia il senso di vuoto e il silenzio di tante parole non pronunciate.

Pubblicato in Riflessioni

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