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redazione

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Mercoledì, 24 Novembre 2021 06:43

Paese mio, il breve racconto di Luisa Coluzzi

Riceviamo e pubblichiamo in anteprima il breve racconto su Sezze scritto da Luisa Coluzzi, selezionato per il concorso "Lazio segreto e sconosciuto" ed in via di pubblicazione da Historica edizione.

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PAESE MIO: “Setia plena bonis”


Il mio paese è molto antico, è seduto su una collina e si affaccia sul mare.
Da bambina, quando lo osservavo dalla pianura, mi sembrava un gigante addormentato, con la schiena poggiata sulla montagna, il Monte Semprevisa, spesso coperto di neve, sfidato da scalatori di tutte le generazioni e ricco di storia, fauna e flora di varie specie.
Ci divertivamo a salire sui tornanti ripidi e traboccanti di vegetazione, ancora attraversati dai carretti o dalle bici, quando il traffico non era intenso come oggi. Si coglievano lungo il bordo i fichi d’india e si intravedevano i terrazzamenti di orti con alberi da frutto e ulivi poggiati sulle rocce.
Poi arrivò il dissesto della cava, un rombo come un tuono che ha sventrato la collina, ha disperso le grotte rupestri, ma ha disvelato tracce di epoche più antiche, orme di dinosauri sul selciato.
Là ancora si incrocia un sentiero e una via romana, con una chiesetta, ormai come un rudere, dove si fermavano i contadini al ritorno dai campi di broccoletti e di carciofi. Quei campi allora si trovavano al confine con la Pianura Pontina, infestata dalla malaria, ma erano terreno fertile per ortaggi e verdure o per la pesca di rane, trote e anguille.
Da quei campi sono arrivate fino ad oggi leggende e canzoni popolari e tenere storie d’amore come quella di Cintruda e Pappino, che si amavano di nascosto, in attesa del matrimonio.
Io la immagino Cintruda, con il corpetto di velluto, il grembiule colorato e i lunghi capelli legati a crocchia, che si sedeva su quel sasso vicino alla chiesa e pregava di incontrare il promesso sposo, stringendo il cesto di ciliegie come un dono. E Pappino, che cercava il suo sguardo timido, legava il mulo e tentava una carezza o forse un bacio e le spiava il seno sotto la camicetta a fiori.
Me li immagino davanti al camino acceso, con quel gatto raggomitolato sulla sedia, a farsi promesse per il matrimonio e la futura famiglia, mentre i genitori raccontavano della campagna, del tempo passato e della guerra. Poi li vedo il giorno del matrimonio, lei col corpetto nuovo e il velo ricamato, lui con i pantaloni lunghi ed il gilet, il cappello in testa e quel carretto tirato a lucido e addobbato per la festa. E poi?
Chissà, cosa sia accaduto non lo sa nessuno: tanti figli e tanti sogni sfumati o la gioia che continua, tra i campi e le risate, tra i ricami e le canzoni, tra il vento e il sole e la pioggia sul sentiero, aspettando ancora domani: “Andiamo…” diceva lei “Io resto con te per sempre.” E lo prendeva per mano, senza avere paura. Salivano col carretto all’ingresso del paese e cominciavano una nuova vita nella casa di sassi vicino alla torre antica.
All’ingresso del paese ci sono ancora quattro porte, di cui restano mura poligonali incastrate alle torri, che si affacciano sui vicoli, una volta odorosi di mosto e di fiori, allietati dal vociare dei bambini che giocavano nelle piazze e nei crocicchi delle strade, oppure dalle chiacchiere delle vicine sedute insieme “in arollo” davanti ai portoni.
Oggi il centro storico è nel degrado: tra mura scalcinate e lastricati ricoperti di cemento, rifiuti lasciati con incuria negli angoli delle strade, si sente qualche voce straniera che chiama, qualche bambino immigrato che ancora gioca in cortile e il rintocco di una campana che suona come una volta, a richiamare la vita perduta. Le case abbandonate e la gente che è andata via, rimane soltanto il profumo del pane appena sfornato e il sapore dei dolci tradizionali o delle marmellate; qualche anziano che ancora si incontra per raccontare o giocare a carte, qualche famiglia venuta da lontano, in cerca di una vita migliore.
Sono trascorsi i tempi del vino e delle osterie, delle tradizioni orali, filastrocche in dialetto e storie antiche, quando l’odore dei mestieri artigiani permeava l’aria, insieme a quello della terra e del sudore; le donne
ricamavano tra i vicoli e sgranellavano il rosario con i pettegolezzi di quartiere; le “cariadore” portavano sulla testa il pane e le ricotte fresche, gli anziani si sedevano a spiare la vita dietro alla finestra.
Le storie dei fantasmi che apparivano di notte; la leggenda mitica di Ercole che sconfisse a mani nude il leone Nemeo e fondò la città, i racconti e le preghiere dei vescovi e dei prelati che avevano portato la cultura e la conoscenza, oltre che l’arte e la fede già dal Medioevo; le gesta di eroi e di famiglie nobili che avevano fondato accademie, scuole e biblioteche; le poesie e i racconti di scrittori e la tradizione musicale o pittorica di tanti personaggi illustri del paese; i miracoli di santi e la generosità di persone comuni che hanno salvato, guarito e accolto tante povertà.
Tutto questo passava alle nuove generazioni come una ricchezza, fino ai tempi moderni, quando la dittatura e la guerra annientò la forza creativa del paese, la bonifica liberò dalla malaria, le bombe distrussero le chiese e la bandiera rossa venne alzata dalla resistenza, mentre qualcuno di nascosto rischiava la vita per salvare quella degli ebrei ed altri emigravano dal paese in cerca di fortuna.
Poi la pace portò le fabbriche ed una nuova migrazione di lavoro nelle città, la ricchezza e il benessere attraversò il paese, scoperte, conquiste sociali e cultura, palazzi e costruzioni moderne. Rimase nel parco la statua del milite ignoto, la lapide alla memoria delle vittime senza nome delle bombe, gli alberi piantati per i caduti, che oggi lasciano il posto ad uno spazio di teatro e di divertimento.
Si parlava di progresso e di emancipazione, tra ville moderne, attività commerciali e nuovi quartieri di periferia e nuove vie di comunicazione; associazioni culturali che riproponevano antiche sagre e eventi, musei aperti, una prima ludoteca, spettacoli e concerti nell’anfiteatro oggi diventato un ecomostro.
Dal mondo contadino alla realtà operaia e al ceto borghese intellettuale che gestiva il centro del paese.
Poi venne la contestazione, negli anni ‘70 i giovani divennero i nuovi protagonisti, con le strade piene per le manifestazioni: la volontà di cambiare il mondo, di stravolgere la tradizione e la storia per un mondo migliore. Uno sparo nel buio e resta una statua di bronzo a conservare la memoria di un ragazzo che ha perso la vita per quella rivoluzione.
E adesso che il silenzio attraversa le strade e le piazze e i giovani se ne sono andati e la pandemia ha svuotato ogni iniziativa e divertimento, ci resta qualche canzone, qualche ricordo ricco di emozioni e di rimpianto. Molti non riescono a guardare al domani, ma forse c’è un nuovo cambiamento.
Il nostro paese, che dal ’90 ad oggi ha aperto le porte all’accoglienza a quanti cercavano lavoro e libertà o che fuggivano dalle guerre e dalla povertà, rinasce di nuovi profumi e nuovi odori, di altre voci di bambini che giocano nelle strade, di tanti colori e lingue diverse. Nel degrado di questi anni si apre lo spiraglio di un nuovo tempo multietnico e interculturale, con la speranza di costruire un periodo migliore.
Guardo dal balcone e vedo la bambina che ero, affacciata alla finestra, con la lunga treccia a cantare una canzone, immagini e suggestioni che mi tornano alla mente: le feste, le sagre e le processioni, i teatri all’aperto, i giochi nella Piazza del Duomo e le manifestazioni, il dialetto, le poesie e i racconti antichi, le scalate in montagna e le corse con la bici, le grotte esplorate, il tramonto sul mare e le corse sul prato…


Il paese è come un gigante che si risveglia pigramente per abbracciare il mare, con la schiena appoggiata alla montagna da cui vedo sorgere il sole. All’alba mi incammino tra i vicoli e conto le chiese, guardo lo stemma con il leone e la ricchezza della sua cornucopia traboccante di frutti, il colore rosso dei tetti baciati dal sole e le case e le torri di sassi che si alzano al cielo; il verde intenso di uliveti e vigneti, che si stendono ordinati ai piedi della montagna; la croce illuminata sulla collina, che dall’alto benedice il paese e si china sulla pianura. Per un attimo dimentico il degrado e ritrovo le radici:
“Venite a Sezze, venite signori, è bona l’aria e la Primavera sta sempre adecco”. (1) Canto sottovoce e sorrido con la stessa passione nel cuore di quand’ero bambina. (1) Canzone popolare setina

 

Luisa Coluzzi, autrice del racconto su Sezze

 

 

 

Si è svolto il 19 novembre scorso il consiglio comunale di Roccagorga, con all’ordine del giorno, oltre ad alcune variazioni di bilancio, due punti salienti quali l’approvazione del rendiconto 2019 dell’Azienda Speciale Vola, ente strumentale del Comune di Roccagorga, e il piano di riequilibrio finanziario pluriennale dovuto ad alcune criticità emerse dalla delibera 46/2021 della Sezione Regionale di Controllo della Corte dei Conti.  

In particolare, le criticità riguardavano un’anomalia nel riaccertamento straordinario dei residui al 1 gennaio 2015, annosi contenziosi legali nonché  una perdita di esercizio dell’Azienda Speciale Vola pari a 1.342.170,00 imputata nel rendiconto 2019 ma risalente ai precedenti 10 anni di gestione.  

Nello specifico, la ricognizione debitoria dell’azienda speciale ha richiesto all’attuale amministrazione un lungo lavoro stante innumerevoli situazioni controverse che si sono susseguite a partire dal pignoramento dei conti correnti bancari dell’azienda, avvenuto nel dicembre 2019 a causa di un mancato pagamento, o rateizzazione, da parte della precedente amministrazione, di una cartella dell’agenzia delle entrate derivante da mancati versamenti pregressi di tributi, tra cui contributi spettanti ai lavoratori.  

Singolare la posizione dell’opposizione che, in sede di Consiglio Comunale, ha sostenuto l’improbabile tesi che tale perdita fosse stata “costruita ad arte” da questa Amministrazione: peccato per loro però che in aula la maggioranza abbia prodotto tutte le copie delle ricevute che risultavano regolarmente saldate da tempo all’azienda e che invece venivano negli anni riportate sempre a credito nei bilanci.  

Forse si trattava di sviste, di distrazioni? Di fatto l’attuale amministrazione ha lavorato ad un’operazione verità, invertendo l’azione amministrativa al fine di riportare chiarezza e trasparenza nei conti dell’Azienda Speciale, tutelando la comunità da tracolli ben più gravi qualora la gestione avesse continuato a percorre la strada intrapresa negli anni precedenti.  

Anche l’adesione al piano di riequilibrio finanziario pluriennale ha seguito un percorso il più possibile virtuoso, si è optato infatti di non ricorrere al Fondo di Rotazione, che avrebbe generato un ulteriore indebitamento per l’Ente, ma di lavorare sull’ottimizzazione  delle risorse attraverso la razionalizzazione delle spese comunali, un minimo adeguamento tributario, il potenziamento del contrasto all’evasione tributaria e miglioramento della attività di riscossione, l’adozione  di un regolamento per l’applicazione dell’Isee ai servizi a domanda individuale introducendo così anche un sistema di equità fiscale mai adottato in precedenza in quanto, finora, le tariffe dei servizi a domanda individuale erano sempre state uguali per tutti. 

“Ringrazio tutta l’amministrazione comunale e gli uffici preposti che hanno lavorato per lungo tempo al fine di trovare la soluzione ottimale per ammortizzare la situazione debitoria emersa cercando di impattare meno possibile sulla popolazione - dichiara il sindaco, Annunziata Piccaro – Anche questo ulteriore passo è un segno evidente di buona amministrazione in netto contrasto con la gestione precedente della macchina comunale e con l’obiettivo  di tutelare gli interessi dei cittadini e rispondere, nella maniera migliore, alle loro esigenze”.               

 

 

 

Nei giorni scorsi Acqualatina ha provveduto a riparare un guasto sulla rete idrica nel centro storico di Sezze, più precisamente in via San Carlo. Dalle foto inviate da diversi residenti però, il rispristino dello stato dei luoghi, al momento, lascia a desiderare. Infatti la società che gestisce anche la fornitura di rete idrica e fognaria del Comune di Sezze, una volta riparato il guasto, ha sostituto momentaneamente il lastrico di basalto con cemento e ghiaia che con le prime piogge è già saltato. Insomma oltre al pericolo per i pedoni per le buche presenti in strada, anche la scarsa attenzione per il decoro solleva polemiche. Si spera che sia solo una provvisoria sistemazione in attesa della messa a dimora di nuovi sampietrini e lastre in basalto pre-esistenti. Si spera. 

 

 

Il presidente del consiglio comunale di Sezze, Pietro Del Duca, ha convocato per domani alle ore 16 (seconda convocazione per il giorno 22 novembre) una nuova seduta consiliare. All’ordine del giorno la nomina del collegio dei revisori e la costituzione delle commissioni consiliari permanenti. Il consiglio comunale in seduta ordinaria per ragioni di sicurezza legata all’emergenza epidemiologica, non prevede l’accesso al pubblico ma verrà trasmessa in streaming sul portale  del Comune di Sezze.   

 

 

ROCCAGORGA - Il sindaco di Roccagorga, Nancy Piccaro, interviene sulla triste vicenda di cronaca che nei giorni scorsi ha scosso il piccolo paese.  

Una madre coraggio che denuncia il marito per maltrattamenti in famiglia e comportamenti a sfondo sessuale nei confronti dei figli minori.  

“Una giovane donna originaria del Marocco che vive in Italia da moltissimi anni con la sua famiglia di origine ha trovato la forza di reagire alla violenza per amore dei figli, per il bisogno di tutelarli e permettere loro di crescere serenamente, al riparo da ogni forma di sopruso. Un comportamento forte e ammirevole ancor più perché proveniente da un’ambiente culturale e sociale che non riconosce alle donne la possibilità di ribellarsi di fronte a qualsiasi cosa il marito possa decidere o fare – afferma il sindaco Piccaro - La ragazza si è rivolta con fiducia alle istituzioni locali ed è stata subito accolta da me personalmente, da tutti coloro che si occupano di servizi sociali nell’ente comunale, dalla polizia locale e dalle forze dell’ordine.  

Tutti insieme stiamo costruendo una rete di sostegno intorno a lei ed ai suoi figli per aiutarli a ritrovare la serenità perduta, per questo ringrazio le associazioni che si sono messe a disposizione per sostenere questa famiglia in ogni modo possibile. La violenza va condannata, sempre e comunque, ancor più quando rivolta verso i minori e Roccagorga, paese accogliente e solidale, saprà adoperarsi per dare sostegno e protezione ai bambini ed alla loro mamma”, conclude il primo cittadino di Roccagorga.  

 

 

 

Un incontro per valutare i profili organolettici e sensoriali degli oli nuovi della provincia di Latina. Organizzato dal Capol (Centro assaggiatori produzioni olivicole Latina), si terrà venerdì prossimo dalle 17,30 alle 20,00  presso la Sala conferenze del Consorzio per lo sviluppo industriale Roma-Latina (via Carrara, 12/A, Latina Scalo), al cui interno è ospitata la sede dello stesso Capol. L’incontro si svolge nell’ambito dell’aggiornamento che ogni fine anno lo stesso Centro assaggiatori promuove per i suoi soci. Inoltre è aperto alla partecipazione di coloro che sono coinvolti a vario titolo all'interno della filiera olivicola pontina: produttori, frantoiani, assaggiatori, agronomi, agrotecnici. Ma anche consumatori e appassionati. In particolare, l’obiettivo dell’incontro è esaminare i pregi e i difetti degli stessi oli. A farlo saranno gli assaggiatori del Panel del Capol, coordinati da Luigi Centauri, capo Panel e presidente dello stesso Capol.  “La conoscenza organolettica e sensoriale - afferma Centauri  - è di importanza strategica soprattutto in stagioni difficili dal punto di vista quantitativo e solo un controllo analitico accurato può dare indicazioni certe sulla qualità del prodotto. Anche quest’anno infatti è previsto un calo della produzione, anche se molto meno rispetto all’anno passato in cui raggiunse il 40%. In pratica, si dovrebbero raccogliere 150 mila quintali di olive.  Sarà una produzione distribuita sul territorio a macchia di leopardo, con alcune zone con una buona caricativa e altre con uno scarso raccolto”. Dalle prime analisi, gli oli nuovi dell’Agro Pontino risultano essere di grande pregio. “A conferma - precisa il presidente del Capol – delle straordinarie qualità delle cultivar autoctone, in particolare dell’Itrana, capace di regalare un olio dal sapore inconfondibile, con note mediamente piccanti e amare, e dall’intenso sentore fruttato di foglia di pomodoro ed erba verde, con un buon quantitativo di polifenoli bioattivi. Polifenoli, da ricordare, ricchi di proprietà salutistiche”. Circa l’aggiornamento dei soci, durante l’anno il Capol promuove diversi incontri, che sono una tappa del più ampio progetto di valorizzazione della qualità degli stessi oli. Inoltre, organizza concorsi, corsi di formazione, degustazione ed educazione al gusto. Con queste ed altre sue attività, punta a favorire il consumo consapevole degli oli extravergini di oliva e ad aiutare gli olivicoltori ad ottimizzare la loro produzione.

 

 

Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta del comitato spontaneo di quartiere Santa Maria - Aringo - Vaccareccia

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Siamo tutti consapevoli dell’esigenza di regolamentare i parcheggi nel centro storico, nelle piazze della città e nei vicoli di Sezze. C’è differenza però tra un parcheggio regolamentato e un parcheggio selvaggio e irrispettoso come spesso accade in Piazza del Duomo. Dal giorno in cui sono terminati i lavori di ripristino sul belvedere, non del tutto completati per l’assenza ancora di un paletto dissuasorio e delle panchine pre esistenti, per qualcuno il belvedere sta diventando luogo esclusivo di sosta. Capita sempre più spesso, infatti, di vedere auto parcheggiate direttamente dentro il belvedere o altre macchine e pulmini ostacolare del tutto la piazza. In attesa che venga trovata al più presto una soluzione per tutti i residenti del centro storico, torniamo a chiedere all’amministrazione comunale di completare definitivamente il ripristino dello stato dei luoghi al belvedere, per evitare così soste selvagge dentro il Belvedere,  e che i parcheggi in Piazza di Santa Maria  vengano regolamentati e disciplinati quantomeno per i residenti. Non è più tollerabile che a tutte le ore questo luogo meraviglioso diventi quasi un deposito di auto, pulmini e camion senza alcun rispetto. Alleghiamo alla presente richiesta alcune foto di auto in sosta sul belvedere.

Il comitato spontaneo Santa Maria – Aringo – Vaccareccia

 

 

Il capogruppo del Pd di Sezze Armando Uscimenti, contestualmente ai consigliere Sergio Di Raimo (Pd) e Alessandro Ferrazzoli e Briciu Dorin della lista Sezze Futura, hanno inviato una nota al sindaco Lucidi e al presidente del consiglio comunale Del Duca, per chiedere un monumento commemorativo per le vittime del covid19. “A Sezze come in altri paese – si legge nella nota – il covid 19 ha strappato tanti affetti, giovani e meno giovani, lasciandoci sgomenti, tristi e senza la possibilità di un ultimo abbraccio e saluto. Riteniamo doveroso dedicare un monumento commemorativo in omaggio a tutti i nostri concittadini vittime del covid affinché possano essere ricordati sempre”. I consiglieri propongono un monumento tridimensionale “le cui caratteristiche e collocazione potranno essere oggetto di trattazione in sede di commissione consiliare”.

Martedì, 09 Novembre 2021 07:58

L'ANPI di Sezze va a congresso

 

 

E’ convocato, per venerdì 19 novembre 2021 alle ore 21.00 presso l’Auditorium San Michele Arcangelo di Sezze, il Congresso della sezione ANPI di Sezze con il seguente ordine del giorno: 1. Elezione di: Presidente del Congresso, Segretario/a del Congresso, Commissione elettorale; 2. Relazione del Presidente uscente; 3. Bilancio economico consuntivo; 4. Eventuali saluti di autorità e associazioni presenti; 5. Dibattito; 6. Votazione di eventuali emendamenti al Documento congressuale nazionale; 7. Elezione del nuovo Comitato esecutivo di sezione; 8. Nomina, da parte del nuovo Comitato esecutivo, degli incarichi dirigenziali della sezione; 9. Elezione dei delegati al Congresso provinciale; 10. Discorso programmatico del nuovo Presidente della sezione.

 

 

 

Riceviamo e pubblichiamo un intervento politico di Vittorio Accapezzato, ex amministratore comunale di Sezze.

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Nei giorni scorsi, presso l’aula consiliare Alessandro Di Trapano, si è insediato il nuovo consiglio Comunale. L’eletto Lidano Lucidi ha prestato giuramento alla Costituzione Italiana assumendo a pieno titolo la funzione di Sindaco. L’etimologia della parola “sindaco” rimanda al greco Sýndikos, che significa “amministratore di giustizia”. Di conseguenza, il primo compito del Sindaco è di amministrare in modo giusto per garantire equità a tutti i suoi concittadini. Questo vuol dire mettere da parte favoritismi e gestione personalistica dei servizi. E’ compiere scelte che sappiano andare nella direzione del bene comune e della cura di chi è più debole. In pratica si tratta di mettere in essere il criterio comportamentale della “diligenza del buon padre di famiglia”. Un buon padre si preoccupa di dare una vita serena, agiata alla propria famiglia, di dare educazione e istruzione ai figli proteggendone la loro salute e sviluppando il loro futuro senza fare differenze e tutelando i più deboli. Nel caso specifico Il Comune con il territorio è la casa di tutti i cittadini. Amministrare un territorio è costruire e promuovere il "bene comune", che va tutelato e difeso. La nostra cittadinanza, consapevole dell’inesperienza di gran parte degli eletti sa attendere speranzosa che un nuovo sindaco e una moderna maggioranza impari le leggi, regole, faccia pratica, apprenda a conoscere i meccanismi della burocrazia, trovi un suo equilibrio e riparta velocemente ad amministrare. I cittadini chiedono in primis la vivibilità della cittadina, di non essere ulteriormente tartassati, di non avere sorprese, cioè aumenti di Imu e Tari, che non si accrescano i costi dei servizi comunali e di avere tutti conti del loro Comune in ordine e chiari. In particolare, si potranno intervenire subito, al risanamento e alla scarsa igiene delle strade cittadine e al rispetto e decoro dell’ambiente al degrado intollerante dei giardini; alla situazione caotica del traffico urbano, più attenzione e maggiore controllo alla tutela del territorio. Per rilanciare la nostra comunità bisogna conoscere a fondo i problemi che la travagliano e saper trovare i nodi scioglierli con delle scelte saggie. Bisogna saper capire e convincersi che con la vittoria elettorale non si diventa padroni o proprietari della Città: se ne diventa, piuttosto, servitori umili e si applicano le regole della meritocrazia e non scambi di voti. Si dovrà prefiggersi che ogni obiettivo può essere raggiunto con un grande rigore nel controllo della spesa e applicare massima attenzione nel praticare il risparmio. Risparmiare vuol dire anche fare di più e meglio in minor tempo e soddisfare i cittadini offrendo servizi migliori e risposte più celeri. Bisognerà rivolgere maggior impegno ai bisogni di chi vive in difficoltà e mirare al sostegno di quelle categorie appartenenti alle attività produttive che si trovano in disagio economico. Così operando Sezze potrà divenire la città dei diritti, una città sicura, una città intelligente, una città attenta alle spese, una città trasparente, una città per i giovani, dei bambini dei vecchi .

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