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Un anno intenso e stimolante per la galleria Percorsi d’Arte di Casarano, che dimostra come lavorando con perseveranza nel proporre progetti di qualità, si possano ottenere risultati soddisfacenti per poter crescere al pari di altre realtà italiane. Far arte si può e si deve anche in un piccolo paese del Salento, anche in un anno contraddistinto da una forte incertezza, convinti che essa possa diventare un volano di crescita economica e di sviluppo per tutto il paese.

L’ultima mostra che conclude il ciclo espositivo del 2023 della galleria Percorsi d’Arte, vedrà la personale dell’artista milanese Silvio Sangiorgi, venerdì 1 Dicembre alle ore 19, in piazza San Giovanni 23 a Casarano (Le). L’originale mostra dal titolo “CIRCO CASARANO” a cura di Cinzia De Rocco e con l’intervento critico della storica e critica d’arte Azzurra Piattella, porterà in scena appunto i personaggi che popolano il mondo del circo e degli artisti di strada: acrobati, funamboli, prestigiatori, saltatori, giocolieri, danzatori, mimi, giullari, trampolieri, cantastorie e molti altri ancora. Un lavoro unico e particolare, di studio approfondito dedicato al mondo degli artisti che ha sempre suscitato curiosità ed emozione. “Ogni performer dipinto dall’artista si trova nell’attimo prima dell’esibizione o nel momento immediatamente successivo la rappresentazione. È in quei due istanti che si condensano tutte le emozioni, le speranze, le paure, le gioie dei tantissimi artisti che emergono dai quadri”. (A. Serena storico dello spettacolo circense e di strada).

Silvio Sangiorgi è nato a Sezze, in provincia di Latina, nel 1977, ma ormai da molti anni vive e lavora a Milano. Sangiorgi pittore autodidatta, è autore di libri di poesia, narrativa e saggistica. Espone le sue opere nella storica galleria Ponte rosso di Milano. Tra i numerosi premi vinti ricordiamo 1° Posto sezione poesia inedita nel Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa “Guido Gozzano”; 2° Premio nel Concorso delle arti figurative “L’Artista”; 1° Premio per la Tecnica nella Biennale d'Arte Sacra; Premio speciale per la grafica nella Quadriennale Omaggio alla Città di Roma. Le sue opere sono presenti in pinacoteche e collezioni private in Italia e all’estero. Azzurra Piattella dopo aver conseguito la laurea magistrale con lode in Conservazione dei Beni Culturali (tesi in Storia dell’Arte Contemporanea), ha condotto studi specialistici in Tutela e Valorizzazione del Patrimonio storico-artistico e ha effettuato un master presso la Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale. Ha collaborato con la Sovrintendenza ai Beni Culturali di Roma per la realizzazione di importanti eventi espositivi e, in qualità di consulente scientifico, ha curato o coadiuvato l’ideazione e la realizzazione di progetti artistici presso musei e gallerie. È autrice di saggi critici, di monografie e di cataloghi d’arte contemporanea. Dal 2007 collabora con la Fondazione Roffredo Caetani onlus. Dal 2013 è membro del Consiglio Generale di Fondazione e, dal 2023, della Consulta Onoraria. E’ scrittrice, svolge intensa attività didattica all’estero, tiene conferenze e presentazioni in ambito internazionale. Attualmente è membro di board presso International Women’s contact The Hague nei Paesi Bassi. Evento collaterale della mostra, martedì 5 dicembre, in galleria alle ore 18.00, ci sarà “Aperitivo con l’artista”, dove conosceremo meglio Silvio Sangiorgi, anche come abile scrittore di poesia, narrativa e saggistica. Appuntamento quindi con l’inaugurazione della mostra di Silvio Sangiorgi, alla presenza dell’artista, il 1 Dicembre alle ore 19.00 da Percorsi d’arte in piazza San Giovanni, 23 a Casarano (Le). La mostra proseguirà tutti i giorni compresa la domenica fino al 6 Gennaio 2024. Orari mostra: 10-12 / 17-20. Infotel. 328/3679819.

 

 

 

 

Domenica, 26 Novembre 2023 07:35

Il problema sono gli uomini

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Giulia Cecchettin è l’ennesima vittima di una serie spaventosa di femminicidi, un dramma che si ripete nel nostro Paese in media ogni tre giorni. In Italia il tasso degli omicidi volontari è tra i più bassi in Europa, ma un terzo delle vittime sono donne. Numeri sconvolgenti, scioccanti, scandalosi che raccontano la cruda realtà delle nostre istituzioni che cercano, con scarse probabilità di successo, di garantire la sicurezza inasprendo le pene e, nonostante le leggi avanzate approvate, a cominciare dal Codice Rosso che ha aperto corsie preferenziali nei tribunali, non riescono a fermare lo stillicidio quotidiano di violenze, vessazioni e soprusi contro le donne, a tutelarle all’interno delle relazioni familiari e sentimentali.
 
Le leggi e i tribunali da soli non ce la fanno se la cultura non avanza di pari passo.
 
Urgono interventi seri, serve la prevenzione, l’adozione di strumenti rapidi ed efficaci, ma soprattutto occorrono progetti concreti finalizzati ad educare alla dimensione affettiva e relazionale a partire dalla scuola.
 
La violenza di genere, che culmina nel femminicidio, racconta un tratto patologico della nostra civiltà contemporanea. È difficile dare una spiegazione esclusivamente racchiusa nelle biografie, spesso contorte, degli autori delle brutalità o nelle difficoltà di convivenza tra partner per i quali risulta impossibile lasciarsi senza rancore e senza atti di violenza. Analizzando i numerosi episodi consumati in questi anni emerge con nettezza che soltanto in casi numericamente marginali i responsabili sono affetti da disturbi psichiatrici o il gesto omicida è il risultato di raptus e violenze estemporanee, mentre nella stragrande maggioranza le situazioni sono prevedibili e contraddistinte da dinamiche tipiche ed identificabiliche si ripetono secondo modalità chiaramente riconoscibili, definite dagli esperti con linguaggio tecnico ciclo della violenza. Il femminicidio è il punto terminale di un percorso che nasce dalla violenza psicologica posta in essere da parte di maschi narcisi, i quali scambiano l’amore con il possesso, affonda le sue radici in relazioni tossiche che iniziano apparentemente come amore e ben presto si rivelano per quello che sono. Le dinamiche relazionali si dipanano sistematicamente secondo un circolo vizioso: periodi contrassegnati da episodi di violenza si alternano alla cosiddetta luna di miele, un intervallo apparentemente felice in cui l’uomo, dopo il gesto violento, porta fiori e cioccolatini, promette di non farlo più e il rapporto sembra riprendere serenamente, come se nulla fosse accaduto. In questa fase la donna spesso sminuisce la gravità della violenza subita e giustifica l’aggressore, persuadendosi che sia intervenuto un cambiamento profondo. In realtà si tratta di un’illusione. Basta poco, dei motivi futili e riprendono tensioni, insulti, botte, si reinnesca la spirale della violenza. Con il trascorrere del tempo i maltrattamenti tendono a divenire sempre più frequenti e gravi, l’uomo dalle parole con cui ne lede l’autostima passa agli atti di violenza fisica ed arriva fino all’omicidio, se la donna osa rompere unilateralmente la relazione, rivendica di essere pari a lui, di essere libera quanto luilo sopravanza negli studi, ha un lavoro fuori casa e una propria indipendenza economica. In particolare i soldi rappresentano una violenza subdola, uno strumento per umiliare la donna, per tenerla in una condizione di assoluta dipendenza, per negarle qualsiasi autonomia. L’uomo si oppone alla possibilità che possa trovare un lavoro e al contempo le lesina le risorse indispensabili per vivere in maniera dignitosa.
 
La violenza ha in genere radici antiche. Gli uomini violenti l’hanno quasi sempre imparata nelle famiglie d’origine, nelle quali si sono trovati ad essere spettatori di un clima relazionale avvelenato. Pertanto considerano il disprezzo, il dolore e le sofferenze inflitte alle donne una normalità, al punto di aver strutturato gravi disturbi della personalità che li inducono ad agire a loro volta secondo quelle identiche dinamiche. Questo accade però anche a tante donne, le quali considerano il subire vessazioni e umiliazioni la normalità e accettano supinamente di stare e sopportare uomini violenti, perpetuando nella loro vite modelli già sperimentati e familiari.
 
È indispensabile abbattere queste dinamiche perverse, rompere il segreto e il silenzio che circonda quasi sempre simili situazioni, aiutare le donne a trovare il coraggio di parlarne in famiglia, con le amiche, con i colleghi di lavoro, con gli specialisti del pronto soccorso e dei centri antiviolenza, intervenire in maniera decisa ed efficace per costruire un’alternativa e creare una rete di aiuto, per tutelarle e scongiurare che possa accadere l’irreparabile. La paura e l’isolamento sono i principali alleati del mantenimento e della perpetuazione della violenza e di tutte le forme di maltrattamenti, da quelle visibili a quelle subdole e striscianti.
 
Tuttavia per affrontare seriamente il problema della violenza sulle donne è necessario intervenire sugli uomini, sulla loro cultura, sul loro modo di agire e di vedere se stessi e le relazioni. Quando le donne subiscono violenza, il problema non è loro, lo diventa poiché nasce da chi usa la violenza, cioè dagli uomini. Dietro quanti maltrattano le donne c’è il mondo degli uomini inerti, c’è un tema culturale, di ruoli, dell’agito delle donne nei confronti degli uomini, c’è una difficoltà collettiva ad ammettere la responsabilità maschile sulla violenza, a capirne l’inizio e la natura.
 
Sul punto illuminanti sono le parole di Giuliano Amato, Presidente Emerito della Corte Costituzionale: “Il problema non è la donna, ma l’uomo. Il dramma di oggi è il suo gigantesco disadattamento. La storia dell’umanità è segnata dal maschio che vuole dominare, nonostante la sua dipendenza dalla donna. Oggi, invece, si trova di fronte all’emancipazione femminile, quindi, al fatto che la donna non sia più un animale mansueto, a disposizione, anche sessualmente, del maschio, ma un pari. Il modello di macho, gli è di conforto, gli restituisce apparente sicurezza”.
 
Anche se la condanna della violenza è formalmente condivisa, tanti uomini non sono in grado di avere un giudizio critico e riflessivo sulle impostazioni culturali che stanno alla base delle relazioni e dei cambiamenti intervenuti in questi anni, che hanno costretto a ripensare il ruolo della donna all’interno delle famiglie e della società, effetto della sua emancipazione ed affermazione in tutti gli ambiti sociali.
 
È su questo terreno che si consuma la sfida decisiva per un cambiamento radicale di prospettiva e un salto qualitativo nel campo delle relazioni di genere.

Riceviamo e pubblichiamo una nota dei consiglieri comunali di opposizione Di Raimo, Di Palma, Uscimenti e Quattrini, in merito agli ultimi fatti di cronaca

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Le poche parole pronunciate da Lidano Lucidi su quanto accaduto in questi giorni sono l’ennesima dimostrazione del fatto che qualcuno dovrebbe dirgli che il Sindaco è lui e che con la sua maggioranza “governa” (si fa per dire) da oltre due anni; Chi non conosce il paese, e le dinamiche che lo hanno riguardato in questi anni, leggendo quelle frasi potrebbe pensare che il Dott. Lucidi sia un normale cittadino che ha sempre sollecitato un paese più sicuro e che invece le sue sollecitazioni siano rimaste sempre inascoltate. Ma se ci si sveglia dal sogno, inizia il vero incubo, perché dovrebbe spiegare cosa ha fatto di veramente importante e decisivo a favore della sicurezza. Ad aprile di quest’ anno , precisamente il giorno 21, con delibera numero 15 il consiglio comunale ha dato mandato e impegnato Sindaco e Giunta a:

- potenziare l’ organico della Polizia Municipale; 

-  ad attivarsi con gli organi competenti per il potenziamento della Caserma dei Carabinieri;

- a promuovere la creazione di una “Consulta permanente per la Sicurezza”, con il compito di fungere da collettore delle esigenze e dei problemi della collettività ed elaborare le risposte più appropriate in tema di prevenzione della sicurezza urbana; 

- a implementare il sistema di videosorveglianza. 

- a creare un Comitato dei Sindaci dei Lepini con Sezze capofila, che possa farsi portavoce di un’unica istanza dell’intero territorio.

La domanda è: COSA E’ STATO FATTO DI TUTTO QUESTO ? La risposta è NULLA.

Ebbene, l’opposizione consiliare non ha mai speculato sui fatti di cronaca che si sono verificati in questi due anni, RISSE, SPARI, COLTELLATE, VANDALISMO,FURTI e chi segue sa che ce ne sono stati tanti, anzi in modo maturo e consapevole ha contribuito a formulare gli indirizzi per cercare di arginare il fenomeno. Quindi, non sappiamo cosa il Sindaco, intenda dire e a chi si rivolge quando usa frasi con cui sembra voler dire che lui è consapevole del problema mentre altri non lo sono tanto che "E’ QUASI DERISO" , ma sappiamo con certezza una cosa:

IL SINDACO E’ LUI, E’ LUI CHE GUIDA LA MAGGIORANZA ED E LUI CHE DEVE DARE SOLUZIONE ALLE CRITICITA’ LEGATE ALLA SICUREZZA DEL PAESE.

 

 

 

 

Il 21 novembre 2023, i militari della Stazione Carabinieri di Sezze, coadiuvati dai Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Latina, nell’ambito di mirati controlli finalizzati al verificare la reale sussistenza dei requisiti da parte dei percettori del reddito di cittadinanza, hanno denunciato in stato di libertà all’ A.G., una cittadina di nazionalità rumena, resasi responsabile della violazione di indebita percezione del reddito di cittadinanza, poiché sprovvista del requisito della residenza sul territorio nazionale da almeno dieci anni, necessario per la percezione del citato sostegno. Gli esiti dei controlli sono stati comunicati all’A.G. ed all’Inps per l’interruzione dell’elargizione del beneficio ed il recupero delle somme indebitamente percepite. Continueranno i monitoraggi da parte dei Carabinieri finalizzati a contrastare gli abusi registrati nel corso del tempo da parte di soggetti che non solo percepiscono indebitamente il sussidio ma che sviliscono anche la ratio dell’istituto giuridico.

 

 

Con apposita ordinanza (n.55 del 9 novembre 2023) il sindaco del Comune di Maenza Claudio Sperduti ha vietato l’utilizzo di “nastri colorati e palloncini in gomma o materiale similare e riempiti con gas più leggeri dell’aria senza qualsiasi apposizione di un oggetto di peso sufficiente o alla relativa dotazione per contrastare la capacità di sollevamento del palloncino”. Questo, al fine di evitare che gli stessi palloncini possano ricadere sul suolo terrestre e lacustre sotto forma di rifiuto e vengano ingeriti eventualmente dagli animali causandone la morte. Soddisfatti di questa saggia e giusta decisione i referenti di Plastic Free GIANFRANCO IAGNOCCO e ELEONORA ROSSI. “Siamo entrambi molto entusiasti per questo ulteriore passo fatto qui a Maenza, grazie all’appoggio dell’amministrazione comunale e soprattutto del Sindaco Claudio Sperduti siamo riusciti anche noi ad avere un’ordinanza che vieta il lancio di palloncini e lanterne! Di certo - affermano -  non è nostro interesse andare a colpire chi ne fa frequentemente uso di questa pratica per festeggiare nascite, unioni o per ricordare i propri cari,  la nostra è solo una richiesta di presa di coscienza da parte dei cittadini che le cose dannose (per l’ambiente e anche per noi) sono anche queste, il semplice lancio in aria di un palloncino potrebbe costare caro ai nostri amici animali e indirettamente anche a noi che mangiamo animali che hanno ingerito microplastiche. Ci sono tanti modi per festeggiare o per ricordare chi non c’è più, facciamo qualcosa di utile piantiamo piante, fiori ed alberi invece di abbandonare nel cielo plastica che ritorna a noi!”. I volontari ogni giorno lavorano per cambiare rotta in un mondo sempre più PlasticFree. “Nella nostra provincia  - chiude la nota dell’associazione - siamo il secondo comune dopo Sperlonga ad aver varato tale ordinanza e ci aspettiamo che tanto altre amministrazioni e sindaci facciano altrettanto”.

 

 

Pubblicato da Edizioni Ensemble, è uscito il nuovo libro di Maurizio Valtieri, drammaturgo e scrittore di Nettuno. Intitolato “Cerchi Concentrici”, è una raccolta di poesie, intime, che affondano nelle profondità dell'animo umano, partendo dalla sua esperienza personale per toccare corde universali con cui ciascun lettore potrà identificarsi. In particolare, ogni poesia, con le sue riflessioni sulla vita, la morte, la natura, la solitudine e il distacco, è come un riflesso di un'esperienza condivisa, un'opportunità per i lettori di connettersi con le sfumature più profonde della propria esistenza. “I suoi versi - si legge nella prefazione di Bruno Forzan - seguono un movimento ondivago, andando avanti e indietro con un ritmo incalzante, incantando l’anima e catturando l’attenzione, con parole che s’intrecciano e volutamente si ripetono. Le sue poesie, a volte brevi e scarne come frammenti di pensiero, a volte più lunghe e liriche, ci conducono lungo itinerari emotivi densi di significato. La loro bellezza risiede nella capacità di evocare immagini vivide che si propagano nella nostra mente come anelli di acqua increspata. E come le onde del mare che si infrangono sulla riva, i suoi ritmi ripetitivi ci cullano e ci sussurrano segreti antichi, riportando alla mente i flussi e riflussi della nostra esistenza, le gioie e le tristezze che si alternano come i passi di un’eterna danza”. Valtieri eccelle per la sua capacità di esplorare la psiche umana attraverso la parola scritta. “Cerchi concentrici” segna un'evoluzione naturale della sua carriera artistica, un ritorno alle radici della propria espressione creativa. La bellezza di questa raccolta risiede nella sua capacità di evocare immagini vivide e sentimenti universali. Lui utilizza una lingua ricca e potente che cattura l'attenzione del lettore sin dalla prima pagina, invitandolo in un viaggio poetico che affonda nelle profondità dell'animo umano. Gli amanti della poesia, così come coloro che cercano una lettura profonda e coinvolgente, non possono perdere questa interessante raccolta. Maurizio Valtieri è docente presso il Pantheon Institute in Rome - Architecture and Liberal Arts. Inizia a scrivere in qualità di autore teatrale. L’opera più significativa rappresentata è “Solitudini, Luigi Tenco e Dalida”, a Roma presso il Tetro Greco. Nel 2007 pubblica il suo primo romanzo “120”, nel 2013 il romanzo “L’albero dei rosari”, nel 2017 la raccolta di racconti “Confini di pelle”, nel 2019 il romanzo “La conversione dell’arcobaleno” e nel 2022 “La signora M - Ercole Luigi Morselli nei ricordi della moglie Bianca”.  Suoi racconti sono presenti in varie antologie.

 

 

La Stazione Carabinieri di Sezze ha il nuovo Comandante titolare, è il Luogotenente c.s. Gaetano Borrelli, 58enne, originario di Torre del Greco, in provincia di Napoli. Il Luogotenente dell’Arma vanta un notevole bagaglio professionale, frutto dell’esperienza ultratrentennale di servizio attivo nell’Arma dei Carabinieri. Dopo aver frequentato il corso nell’anno 1986 presso la Scuola Allievi Carabinieri di Campobasso, presta servizio come Carabiniere, prima presso la Stazione CC di S. Vittorino Romano e poi presso quella di Tivoli, in provincia di Roma. Nell’anno 1988 risulta vincitore del concorso per l’ammissione al corso biennale di Sottufficiale dei Carabinieri, frequentando la Scuola Sottufficiali Carabinieri di Velletri e poi quella di Firenze, al termine della quale viene destinato nella Capitale ove presta servizio prima presso la Stazione di Roma Eur e successivamente presso il Reparto Operativo CC di Roma di Via Inselci. Finalmente nell’anno 1993 approda in provincia di Latina, al Reparto Operativo di questo Comando Provinciale, ove conduce numerose brillanti attività investigative, riscuotendo il plauso delle varie autorità giudiziarie. Il valido militare nell’anno 2003 va a ricoprire il Comando della Stazione CC di Sonnino ove rimane per circa venti anni, ricordato dalla cittadinanza e dalle Autorità tutte per la sua vicinanza al cittadino e per la sua autorevolezza. Dal 6 novembre u.s. è il nuovo Comandante della Stazione Carabinieri di Sezze.  

 

Domenica, 19 Novembre 2023 07:41

Sezze e la politica che non c'è

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Sezze, sotto il profilo politico, non vive uno stato di eccezione rispetto alle dinamiche generali del nostro Paese, anzi ne è lo specchio fedele.
 
In passato è accaduto che la politica setina si muovesse secondo logiche altre, fosse luogo autentico di ascolto, di promozione della partecipazione, di confronto aperto e condivisione delle scelte da parte dei cittadini, grazie ad una classe dirigente capace di dare rappresentanza all'intera comunità , a prescindere dall'essere maggioranza o opposizione nell'assise comunale. L'obiettivo di tutti era il perseguimento del bene comune, mediante una politica virtuosa, ispirata a idealità forti e mossa da rigore etico e coerenza personale. 
 
Il venir meno delle grandi appartenenze ideologiche, il sostanziale disinteresse per la ricerca di sistemi valoriali cui ispirarsi e l'affermarsi di un pragmatismo sganciato da riferimenti ideali, per cui esistono soltanto soluzioni giuste o sbagliate ai problemi ed i concetti di destra e sinistra sono inutili e residui, orpelli di stagioni politiche ormai tramontate, hanno determinato un progressivo scadimento della politica e dell'agire dei suoi protagonisti. L'elemento più preoccupante è l'appiattimento acritico su tale condizione, la sostanziale rinuncia ad intraprendere una rifondazione ideale e pratica della politica e al contemporaneo l'usare tale critica come giustificazione, tra il rassegnato e il compiaciuto, di tutto quanto non va nella giusta direzione.
 
Voltarsi indietro, richiamarsi con nostalgica superficialità a un passato che non potrà più essere è inutile e non funzionale a restituire dignità all'impegno politico. Piuttosto occorre lottare per liberarlo dalle catene insopportabili delle convenienze personali, dal desiderio spasmodico di occupare ruoli per la mera soddisfazione delle proprie ambizioni, puntando alla realizzazione di un progetto politico di portata generale e finalizzato al bene comune, e non a vedersi unicamente riconosciuti protagonisti, mattatori al centro della scena. Troppo spesso la politica è un deserto arido, nel quale troneggia l'io ipertrofico di qualcuno che si bea nell'autoreferenziale contemplazione di se stesso.      
 
Queste dinamiche sono divenute la molla motivazionale dell'impegno in politica di tanti anche nella nostra città. Abbiamo assistito in questi anni ad una sorta di corsa a posizionarsi in bella vista a suon di preferenze, raccolte e consolidate nel tempo non in forza di un'identità politica ma per puro clientelismo, considerato una sorta di sacra unzione, conferente divina onniscienza anche al più digiuno di conoscenze e competenze. Conta soltanto occupare uno scranno, anche piccolo o marginale, da cui poter esercitare un ruolo di comando, uno straccio di potere all'interno delle istituzioni e in quei residui simulacri di partecipazione costituiti da alcuni partiti, pronti a qualsiasi compromesso, a mettersi supinamente al servizio del potente di turno, ad accettare di divenirne la claque plaudente.      
 
La nostra politica cittadina è purtroppo impastata di qualunquismo figlio anche ma non solo della lettura semplificata e semplicistica tipica dei social, di una valutazione imbarazzante per superficialità della realtà sociale, economica e culturale che ci identifica come comunità. Il collante che unisce i molti frammenti sparsi e trasversali di parte della politica locale è il mantenimento dello  status quo , è l'ostacolare l'inserimento di elementi di dinamicità nel pantano imperante, è il rifiuto di aprirsi ad espressioni di critica avanzata e di messa in discussione di un quadro pietrificato, ricorrendo anche al trucco di rivestirsi di panni inediti pur di apparire nuovi per non cambiare nulla, fingendo di cambiare tutto. È la metamorfosi effimera e menzognera di chi non rinuncia neppure ad un pezzetto di privilegio e di potere, accettando al limite di giocare dietro le quinte con pacchetti di tessere, voti e conoscenze ma comunque indisponibile a passi indietro ea lasciare spazio al vero rinnovamento. 
 
Tuttavia è ingiusto e sbagliato accumulare l'intera classe politica in questo indistinto, un'operazione che favorirebbe solo furbetti, furboni e opportunisti. Tante donne e uomini profondino un impegno quotidiano per far emergere il bagliore della speranza nel grigiore della mediocrità prevalente. Lo fanno con alterne fortune, consapevoli che spesso da tanti è preferito il vecchio rassicurante all'imprevedibilità del nuovo. Sicuramente poi fanno più notizia le grandi mosse strategiche dei manovratori di professione, di quanti rincorrono garanzie per le proprie carriere, mirano a mantenere privilegi e prebende e fanno del trasversalismo la cifra del loro impegno. Si affermano di una parte ma nei fatti la loro è solo apparenza. Sono pronti a scendere a patti perfino con il demonio pur di trovare una nicchia di confort, a concludere accordi sottobanco per vedersi riconosciuto quel minimo di agibilità che consente loro di saltellare da uno schieramento all'altro e perennemente riciclarsi. I cambi di casacca dei mestieranti della politica, convinti assertori del  tanto sono tutti uguali , sono odiosi tanto quanto il tentativo di rifarsi la verginità politica dopo aver fatto danni, confidando nella memoria corta dei cittadini.
 
All'interno di questo quadro in cui si alternano luci ed ombre e prevalgono purtroppo logiche perverse, c'è una città che langue ingovernata, in cui strade e parchi sono in abbandono, la qualità della vita è ai minimi termini così come le prospettive di futuro per i giovani. E intanto le orchestrine suonano, i fiumi di alcool scorrono e quanti dovrebbero preoccuparsi di amministrare sono intenti a tirarsi pacche sulle spalle, ad applaudirsi reciprocamente, a fare scorribande inconcludenti nelle sedi istituzionali ad ogni livello, a farsi foto da postare sui social in uno scollamento onirico con la realtà. È colpa di quelli di prima, si sente ripetere, ed in parte è anche vero. Nessuno è esente da errori, ma sicuramente quelli di adesso non brillano particolarmente e si sono resi protagonisti di due anni di nulla.
 
Forse è arrivato il momento di riappropriarci dei destini di Sezze, di non lasciare nella disponibilità di chi si è già reso protagonista di dimostrare non brillanti l'incombenza di ricostruire un tessuto di partecipazione, di rimettere al centro la nostra comunità, le sue eccellenze nei diversi campi, troppo spesso mortificati, di consentire alle donne di essere pienamente protagoniste del futuro comune, cancellando i rimasugli di un maschilismo duro a morire.

 

 

La Cooperativa Utopia 2000 conquista il Premio “Bandiera Verde Agricoltura” nella sezione “Agriwelfare”. Lo ha ricevuto nei giorni scorsi a Roma, nella splendida cornice del Tempio di Adriano. Promosso dalla Cia (Confederazione nazionale agricoltori), viene assegnato ogni anno ad aziende, enti e organizzazioni che si sono distinte per il loro impegno a favore del settore agricolo, dello sviluppo rurale e della valorizzazione del patrimonio enogastronomico, paesaggistico e ambientale. Premia in particolare quei progetti, come nel caso della Cooperativa Utopia 2000, che coniugano natura, ambiente e innovazione sociale. Cooperativa che nasce da un'esperienza di lavoro integrato e dall'esigenza di creare nuove forme di occupazione sui territori in cui opera. Attualmente, si occupa di servizi educativi per l'infanzia e l'adolescenza, servizi residenziali per minori in situazioni di disagio, servizi per nuclei di genitore con bambino e servizi per la terza età, Il tutto mettendo al centro dell'offerta l'agricoltura e il turismo sociale. A Bevagna, in località Madonna delle Grazie, la Cooperativa gestisce l'Agriturismo etico “Le Grazie” e un'azienda agricola olivicola con oltre mille piante di olivo. Tra le sue tante iniziative, da ricordare il Girasoli Tour, un viaggio di 3500 chilometri fatto interamente in bicicletta da Massimiliano Porcelli, presidente della stessa Cooperativa, e da Dennis, un giovane ospite in una della comunità educative gestite dalla stessa Cooperativa. Viaggio lungo la penisola alla scoperta di alcune realtà, grandi e piccole, che realizzano filiere virtuose di economia sociale e/o circolare, da cui è stato realizzato il documentario “Tutto quello che sarà”, che sta ricevendo apprezzamenti e riconoscimenti sia a livello nazionale sia a livello europeo. Sono state 33 le tappe di questo tour. Proprio grazie al Girasoli Tour e alla stessa azienda agricola olivicola che Utopia 2000 ha conquistato questo premio, diventando così uno dei dieci “Campioni dell'Agricoltura”. “Siamo molto orgogliosi - hanno affermato i suoi dirigenti - di aver ricevuto questo premio prestigioso perché è dovuto al frutto di un lavoro costante e appassionato che portiamo avanti da molti anni. Ringraziamo che ci ha seguito e sostenuto nei percorsi che ci hanno portato alla realizzazione delle progettualità che stanno alla base delle motivazioni dello stesso premio. Questo riconoscimento ci dà la forza di continuare a lavorare per creare un futuro migliore per le persone e per il territorio”. Queste le altre sezioni del Premio: “Agri Young”, “Agri Woman”, “Agri Innovation”, “Agri Web”, “Agri Family”, “Agri Ig”, “Agri Ecology”, “Agri Farmhouse” e “Agri Med ”. Premio infine che ha attribuito sei riconoscimenti speciali ad alcune iniziative strategiche extra aziendali, Eccoli: “Agri Park”, “Agri School”, “Agri Folk”, “Agri Culture”, “Agripress” (assegnato ad “Agricoltura Oggi”,

 
COMUNICATO STAMPA

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Arrivano due belle notizie dalla Regione Lazio per il Comune di Sezze. L'amministrazione comunale setina ha ricevuto due finanziamenti regionali per un importo totale pari a 346.389 euro che le permetteranno di consolidare un partenariato pubblico privato utile ad attuare, in collaborazione con altri Comuni pontini, politiche di sviluppo locale, occupazione e digitalizzazione. La Regione ha finanziato con 186.864 euro del PNRR il progetto Digi-Facile,che vede Sezze capofila e coinvolge anche i Comuni di Bassiano, Rocca Massima, Cori e Sermoneta, che si è posizionato al secondo posto della graduatoria regionale. Il progetto prevede la creazione di una Rete di Centri di Facilitazione Digitale nei 5 Comuni, comprensiva di 6 spazi completamente attrezzati tecnologicamente e accessibili a cittadini e aziende, utili a supportare gli utenti nel miglioramento delle competenze digitalie aiutare loro a superare il digital divide. La rete dei centri di facilitazione digitale metterà a disposizione dei cittadini e aziende un pacchetto coordinato di servizi di facilitazione digitale individuale o in piccoli gruppi, incontri collettivi tematici di informazione e sensibilizzazione, minicorsi su tematiche specifiche, webinar e approfondimenti tematici, minisessioni intergenerazionali, predisposizione e diffusione di video-pillole. Il secondo progetto, finanziato dalla Regione Lazio con 159.525 euro del Fondo Sociale Europeo, servirà a creare il Comitato Locale per l'Occupazione “Il Cibo nella Terra del Mito”. Si tratta di un partenariato pubblico privato, con capofila ancora il Comune di Sezze, composto da 8 comuni e 16 portatori di interesse. In questo caso i comuni coinvolti insieme a Sezze sono Maenza, Sermoneta, Cori, Rocca Massima, Sabaudia, San Felice Circeo e Cisterna di Latina. Tra i partner anche l'ISISS Pacifici e de Magistris di Sezze, la XIII° Comunità Montana Monti Lepini e l'Università di Roma La Sapienza: “La visione di sviluppo alla base del Comitato – hanno spiegato in una nota il sindaco di Sezze, Lidano Lucidi, e l'assessore Lola Fernandez – punta a valorizzare il cibo di qualità quale principale attrattore turistico per promuovere l'intera filiera verde, agroalimentare e turistico-sostenibile che caratterizza il comprensorio territoriale del sistema Mare-Monti, rappresentato dagli 8 Comuni del partenariato. Il Comune di Sezze aveva già avviato la creazione di questo partenariato con la I° Manifestazione di Prodotti da Forno e Vicoli della Nonna. Con il progetto finanziato dalla Regione, raggiunge ora un primo traguardo importante per consolidare la collaborazione territoriale che aveva avviato lo scorso mese di febbraio”.
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