Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalita' illustrate nella cookie policy. Chiudendo questo banner o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie, per migliorare la tua esperienza di navigazione e rispetta la tua privacy in ottemperanza al Regolamento UE 2016/679 (GDPR)

 

 

Il 2’ memorial Linda Grassucci  -Coppa Karate CSEN, campionessa mondiale di arti marziali, in ricordo anche del Maestro Gianpaolo Grassucci, si terrà il 21 maggio presso il Palazzetto dello sport di Cori, in via Madonna delle Grazie, dalle ore 9 alle ore 19. Gli organizzatori hanno dovuto optare per una struttura sportiva fuori dal territorio comunale perché nessuna delle strutture esistenti – stando a quanto riferito dal Comune di Sezze – non è in grado di ospitare un evento in cui è prevista grande partecipazione (anche se - in realtà - le gare sono spalmate nella giornata). E’ sicuramente con grande amarezza per tutti registrare che Sezze, oggi, non è in grado di ospitare un evento sportivo dedicato a due grandissime figure sportive che hanno segnato generazioni di atleti setini e che in città non ci siano strutture agibili per eventi simili; suscita altresì stupore che  - a quanto sembra - non sia stato fatto un tentativo, da parte dei responsabili, di trovare soluzioni al problema. Lo scorso anno lo stesso evento venne svolto regolarmente nel tensostatico di via Roccagorga.

___________________

Per smentite o rettifiche contattare la redazione.

 

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del sindaco di Sezze Lidano Lucidi

________________________

 

“Quelle relative al cimitero comunale erano e sono problematiche molto complesse ed articolate, non soltanto a causa delle note vicende giudiziarie che l’hanno coinvolto, ma anche perché, essendo un cimitero molto antico, ogni singolo problema fa caso a sé, tanto da non riuscire a fare un unico ragionamento, ma doversi confrontare con diverse fattispecie”. A sostenerlo è il Sindaco di Sezze Lidano Lucidi, che è intervenuto a margine della riunione della commissione “Cimitero” che si è riunita nella mattinata di lunedì 15 maggio, arrivando a quelle proposte di soluzioni che in tanti aspettavano da mesi: “È stato un periodo di duro confronto che ci ha permesso di proporre in commissione consiliare il piano di recupero della situazione esistente al 1997 del cimitero comunale, che poi dovrà essere approvato in consiglio se la massima assise cittadina stessa riterrà che questa è la strada giusta da seguire. Con questo piano – ha proseguito il primo cittadino di Sezze – si imposta il recupero del cimitero in modo diverso, agevolando soprattutto la messa in regola dello stato dei fatti, mettendosi dalla parte dei cittadini e venendo loro incontro, tanto che gli stessi, nella maggioranza dei casi, non dovranno produrre alcun documento”. L’impostazione dell’amministrazione comunale di Sezze non è stata quella di partire dal regolamento cimiteriale del 2008, bensì dalla delibera di consiglio n.18 del 1997 avente ad oggetto l’approvazione del piano regolatore del cimitero comunale: “Da questo lavoro è stato stabilito che tutto ciò che è stato costruito prima del 1997 non abbisogna di documentazione probatoria, in quanto sarà il Comune, che già sta lavorando da mesi all’analisi delle tombe una ad una, ad occuparsi di eventuali difformità che verranno analizzate caso per caso. Stesso discorso – ha spiegato ancora Lidano Lucidi – vale anche per le tombe costruite dopo il 1997, ma queste sono fuori dal piano di recupero cimiteriale che andrà in consiglio comunale e saranno affrontate caso per caso. Nell’analisi di migliaia e migliaia di casi sono emerse anche delle irregolarità commesse negli scorsi decenni dai cittadini, ma anche in questo caso sarà possibile arrivare a una soluzione analizzando la singola fattispecie. I prossimi mesi saranno di duro lavoro in quanto oltre alla sanatoria occorre di nuovo andare in consiglio comunale per togliere gli usi civici che gravano sul cimitero, usi civici rilevati nel 2018, e che non permettono la costruzione di nuovi loculi. Anche qui siamo pronti ad andare in consiglio comunale in tempi brevi per dare una risoluzione definitiva della problematica”. Il Sindaco, che ha tenuto per sé la delega al cimitero, ha confermato che presto indicherà i giorni di ricevimento al pubblico per spiegare questa proposta ai cittadini, ricevendo sia a Sezze che a Sezze Scalo.

 

Il Pd di Sezze cade e poi ricade, ma ha la volontà (bisogna vedere se ha la forza, ndr) di rialzarsi sempre. Il prossimo 20 maggio, alle ore 18 presso il centro sociale Calabresi, è stata organizzata una assemblea pubblica dal titolo “Sezze Domani, le tue idee per la nostra città con il partito democratico”. L’incontro è aperto ai tesserati, a chi ha votato per le primarie e ai simpatizzanti dem. La segreteria dimissionaria (ad un anno dal congresso smart svolto presso i campi da tennis) sta a dimostrare l’inconsistenza di quella proposta politica che non è riuscita a fare breccia dopo la batosta delle ultime amministrative, sta a dimostrare il disorientamento della maggior parte degli iscritti e degli stessi dirigenti dem, e sta a dimostrare che le scelte calate dall’alto lasciano il tempo che trovano. La nuova sfida del Pd era partita, quindi, mezza zoppa, con storici dirigenti che poco dopo avevano fatto le valigie dal direttivo e altrettanti che erano ancor più demotivati. Al presidente del partito setino, Luigi De Angelis, promotore e organizzatore dell’assemblea in questione, oggi le redini del partito e il ruolo di rimettere insieme i cocci dopo le dimissioni di Francesca Barbati, a cui va dato comunque il merito di essersi messa in gioco e il coraggio di averci messo la faccia rispetto a chi non lo ha mai fatto.

Ecco cosa pensa Luigi De Angelis del Pd di oggi e del Pd che si vuole ricostruire per domani.

Ad un anno di distanza dalla sconfitta elettorale cosa è cambiato dentro il partito?

“Il PD ha subito una sconfitta dura alle ultime elezioni comunali e questi sono stati mesi difficili. I cittadini hanno scelto di affidare la guida della nostra amministrazione ad una coalizione civica. Il partito ha faticato un po’ a metabolizzare la sconfitta e a prendere consapevolezza del proprio ruolo di opposizione. Ora serve un cambio di passo e l’abbandono definitivo di certe posizioni cristallizzate che si sono rivelate deleterie”.    

Perché questa assemblea pubblica? Che importanza ha per il PD?

“L’assemblea pubblica del 20 maggio è una occasione importantissima per segnare una ripartenza del Partito Democratico di Sezze. Abbiamo bisogno di energie nuove, del contributo di idee ed impegno concreto di quanti finora sono rimasti ai margini dell’impegno politico. Per questo motivo l’assemblea avrà come protagonisti non i dirigenti del partito, ma quanti concretamente operano nella nostra città nei diversi campi, dalla cultura all’imprenditorialità, dai servizi sociali all’associazionismo e non ultimo vivono il dramma della disoccupazione e del precariato senza diritti e senza tutele”.

Il PD, negli ultimi anni, ha completamente perso i contatto con la realtà. C’è consapevolezza di questa situazione dentro la segreteria e il direttivo del partito?

“La perdita del contatto con la parte viva e dinamica della città sta alla base della sconfitta elettorale. Sarebbe ridicolo nasconderlo. D’altra parte se il PD ha perso le elezioni amministrative è perché il suo progetto è stato ritenuto distante dalle domande dei cittadini, che hanno preferito affidarsi ad altro. E questo senza nulla togliere al valore di chi quella proposta l’ha rappresentata e a cui va il ringraziamento del partito. Recuperare il terreno perduto richiede fatica, impegno quotidiano e soprattutto un bagno di umiltà. Dobbiamo smetterla di credere che siamo sufficienti a noi stessi”.

Da dove bisogna ripartire?

“Vogliamo che il PD torni ad essere il partito dei cittadini, di quanti si riconoscono nei valori della sinistra democratica e progressista. Dobbiamo ripartire dagli iscritti, dal popolo delle primarie, da quanti hanno scelto Elly Schlein, ribaltando completamente il voto dei circoli, anche del nostro. Sarebbe impensabile fare finta di nulla. Il PD deve riconnettersi sentimentalmente con i cittadini che si riconoscono nei suoi valori. E questo vale anche per Sezze, direi anzi soprattutto”. 

Il PD oggi gode di buona salute?

“Siamo ammaccati ma vivi. È sicuramente un buon punto di partenza. Abbiamo una classe dirigente straordinaria, spesso relegata ai margini, che dobbiamo e possiamo spendere sul mercato politico per riconquistare consensi e credibilità e soprattutto dobbiamo aprirci alle tante persone nuove che hanno voglia di impegnarsi per Sezze con il PD e il centrosinistra”.

Il PD di Sezze sembra isolato a livello provinciale e regionale. È veramente così?

“È una grossolana stupidaggine. Il PD di Sezze esprime un Consigliere Regionale, Salvatore La Penna e una importante dirigente a livello nazionale, Sesa Amici. Certe speculazioni lasciano il tempo che trovano e personalmente ritengo che sia inutile stare a ribattere a queste affermazioni false e stucchevoli. Piuttosto dobbiamo impegnare le nostre energie per restituire forza e centralità al PD”.

Quale ricetta per il futuro?

“Dobbiamo uscire da noi stessi e rimetterci in cammino. L’assemblea del 20 maggio è solo la prima tappa di un percorso più complesso e articolato. L’ascolto dei cittadini, delle loro domande, la conoscenza delle criticità, la costruzione di un progetto politico e amministrativo innovativo per Sezze, partendo dalla concretezza, devono essere la bussola del nostro impegno nei prossimi mesi. Abbiamo intenzione di tornare sul territorio, di riappropriarci degli spazi della partecipazione democratica attraverso assemblee tematiche e di quartiere. Sezze ha bisogno di un PD rinnovato, capace di coniugare esperienza e sguardo rivolto al futuro, visione politica e inclusività. Il nostro territorio ha grandi potenzialità e ricchezze, dobbiamo metterle a sistema, renderle funzionali affinché si creino sviluppo e occupazione per i giovani, un miglioramento complessivo delle condizioni economiche, sociali e culturali”.

Esiste un raccordo tra partito e gruppo consiliare? Spesso si ha l’impressione che non ci sia.

“Abbiamo una rappresentanza consiliare di grande spessore politico, persone competenti, di grande esperienza e affidabilità. C’è condivisione e raccordo tra partito e gruppo consiliare, ma anche differenza di funzioni e autonomia. Il gruppo consiliare ha il compito di incalzare la maggioranza all’interno del Consiglio Comunale, il partito quello più grande di costruire le condizioni per una alternativa politica e programmatica a questa amministrazione, rispetto alla quale il mio giudizio è complessivamente negativo”.

 

 

Francesco Cardarello è il nuovo presidente di ANFFAS Monti Lepini, l’associazione che si occupa di supporto alle persone con disabilità intellettiva e del neurosviluppo. Il direttivo si è riunito dopo le dimissioni del presidente Antonio Petricca e ha eletto i nuovi vertici del sodalizio nato lo scorso anno a Sezze. 42 anni, laureato in Servizi Sociali, Cardarelo da più di vent’anni collabora con Anffas Roma come Assistente Educativo presso le varie Residenze dislocate sul territorio romano, acquisendo una notevole esperienza riguardo al delicato tema del Durante noi / dopo di noi. "La fiducia che mi è stata data dai soci mi onora e mi incoraggia ad assumere il peso delle responsabilità che l’incarico richiede - dichiara Cardarello - Ringrazio chi con fiducia e voglia di intraprendere questo percorso si è messo a disposizione e camminerà al mio fianco. Il mio impegno sarà mantenere la già avviata rete di relazioni sul territorio e cercare di far fiorire ciò che si sta seminando, pur nella consapevolezza di tante difficoltà". Intento del neo Presidente è "perseguire finalità di solidarietà e di aiuto sociale, sensibilizzando maggiormente gli organi politici, gli amministratori e gli operatori sanitari al fine di migliorare l’assistenza e le condizioni di vita delle persone con disagio psichico e dei loro familiari". Molte le idee concrete da portare avanti: "Mi impegnerò per portare avanti percorsi innovativi, come nel caso del Progetto “MATRICI” , strumento che punta a cambiare il modo di approcciarsi alla Vita Indipendente e al “Dopo di Noi”  nell’ottica di una maggiore autonomia delle persone con disabilità coinvolte elaborando progetti individuali ex art. 14 L. 328/00 e per il “Dopo e Durante Noi” Legge 112/16". MATRICI è un software che rappresenta una guida interattiva alla progettazione individualizzata. La raccolta di informazioni, l’assessment e valutazione multidimensionale, la pianificazione, programmazione, gestione e valutazione dei sostegni e dei loro esiti divengono un processo guidato e allineato ai diritti, ai desideri ed aspettative della persona stessa e della sua famiglia, alla necessità di sostegno e del suo contesto di vita ed è volto al miglioramento della sua Qualità di Vita ". MATRICI permette dunque la realizzazione del Progetto Individuale di Vita non solo ai sensi dell’art. 14 della L. 328/00 ma anche con le misure progettate e finanziate secondo la Legge 112/16. "In tal senso stiamo programmando un incontro  che vuole presentare Matrici  - conclude Cardaello-  avanzando proposte, sottoforma di raccomandazioni ai vari decisori politici per implementare la Legge 112/16, tenendo conto delle criticità applicative fino ad oggi rilevate".

Domenica, 14 Maggio 2023 06:05

Perché dico no al presidenzialismo

Scritto da

 

 

Il presidenzialismo è un tema carsico che attraversa l'intera storia della Repubblica e riemerge al verificarsi di particolari congiunture o passaggi politici. Avendo trovato sostenitori a destra come a sinistra, non è patrimonio esclusivo di un'ideologia o di una parte politica.
 
La proposta presidenzialista, unita al federalismo, ispirati al modello americano, fu avanzata nell'Assemblea Costituente dal Partito d'Azione. Piero Calamandrei riteneva questa soluzione una garanzia per la tenuta democratica dell'Italia, che nella sua visione era scivolata nella dittatura a causa non di governi forti ma deboli. In sede di elaborazione della Costituzione a tale proposta fu preferito il sistema parlamentare, dal forte impianto garantista e pluralista, ritenuto più idoneo per un Paese segnato da tensioni e fratture sociali, rispecchiate nella disomogeneità e frammentazione dei partiti. Il presidenzialismo scomparve dalla discussione politica fino alla fine degli anni '70, quando tornò in auge con il disegno della  grande riforma costituzionale del PSI di Bettino Craxi, il cui obiettivo era garantire la  governabilità  e rafforzare l'esecutivo, superandone instabilità e inefficienza. Il dibattito porterà all'adozione nel 1993, dopo un referendum, di una legge elettorale prevalentemente maggioritaria, tesa a favorire il bipolarismo e l'alternanza al governo.
 
Negli anni la discussione è proseguita e sono state anche istituite delle commissioni parlamentari bicamerali, incaricate di predisporre proposte di riforma della Costituzione. Sul presidenzialismo il progetto più organico è stato elaborato dalla Commissione presieduta da Massimo D'Alema, che cercava di coniugare il semipresidenzialismo di stampo francese con la tradizione parlamentare italiana. I vari tentativi non sono giunti ad un approdo concreto perché è mancata una visione condivisa e perché viziati dall'errore di fondo di voler rimediare al malfunzionamento e all'inadeguatezza della classe governante modificando la Costituzione. Il difetto non sta nella macchina costituzionale, ma nella cattiva qualità del carburante politico.
 
Dopo anni di silenzio, la proposta presidenzialista è stata ripresa con il disegno di legge costituzionale presentato in Parlamento nel 2018 da Fratelli d'Italia e respinta dalla Camera dei Deputati nel maggio del 2022. Il progetto è tornato oggi al centro dell'attenzione politica ( in questi giorni si parla invero di elezione diretta del Premier, un  unicum  italico sotto il profilo costituzionale) e, rappresenta poiché uno degli obiettivi fondamentali del governo di Giorgia Meloni, ha considerato la maggioranza parlamentare di cui gode, l'approvazione in teoria potrebbe essere possibile .
 
Concretamente il disegno di legge costituzionale depositato in Parlamento dal partito della Meloni è composto da tredici articoli che toccano diverse norme della seconda parte della Costituzione, riguardanti il ​​Presidente della Repubblica, il Governo e il Consiglio Superiore della Magistratura. Prevede che il Capo dello Stato venga eletto a suffragio universale e diretto, resti in carica cinque anni, possa essere rieletto una sola volta, presieda il Consiglio dei Ministri, diriga la politica generale del Governo, abbia poteri ampi e rilevanti che in parte ricalcano gli attuali poteri presidenziali e ne acquisti di nuovi. L'unico potere vigente sottrattogli è la presidenza del Consiglio Superiore della Magistratura, affidata al Presidente della Corte di Cassazione. sfiducia costruttiva , con l'obbligo per il Parlamento di indicare al Capo dello Stato il nuovo Presidente del Consiglio. Il progetto di riforma presenta numerosi difetti tecnici, combina elementi inconciliabili, come per esempio l'elezione diretta del Capo dello Stato, avente compiti di governo, con la sfiducia costruttiva, che consente al Parlamento di vincolare la scelta del Primo Ministro ed ha suscitato molte critiche sia nel mondo della politica che della scienza costituzionale.
 
Al di là di limiti e difetti sempre emendabili, la domanda fondamentale è se il presidenzialismo, nella forma di tale progetto o di altri aventi contenuto analogo, risponde alle condizioni attuali del nostro sistema politico.
 
La finalità che emergono, al di là dell'obiettivo dichiarato di voler rafforzare la stabilità dei governi, è recidere, con l'elezione diretta del Capo dello Stato, le radici stesse dell'impianto repubblicano, nato su una larga e comune piattaforma antiautoritaria, e di innestarne altre di segno opposto, in grado di oscurare in nome della democrazia decidente, la vocazione personalista, pluralista e garantista della Costituzione. Con l'elezione diretta, viene cancellata la funzione di garante dell'unità nazionale del Presidente della Repubblica, le minoranze perdono una delle loro maggiori linee di difesa, si concentra nelle mani di una sola persona un potere esteso e penetrante, si demolisce uno dei due pilastri basilari chiamati a svolgere la funzione di controllo costituzionale, contrapposta a quella di indirizzo politico di Parlamento e Governo, affidati dalla Costituzione al Presidente della Repubblica e alla Corte costituzionale, a fronte di un Parlamento, fortemente ridimensionato nella sua rappresentatività da leggi elettorali aberranti e nelle sue funzioni dall'appropriazione del potere legislativo da parte del Governo. La crisi dei partiti come soggetti collettivi rappresentativi di esigenze sociali verrebbe accentuata e potrebbe essere ridotta a comitati elettorali operanti a sostegno del candidato alla presidenza che se eletto ne avrebbe il pieno dominio. Nel caso di elezione del Presidente del Consiglio a tutto questo si aggiungebbe l'innescarsi di un dualismo conflittuale tra due figure aventi diversa legittimazione democratica e costituzionale. Una aberrazione insomma. fortemente ridimensionato nella sua rappresentatività da leggi elettorali aberranti e nelle sue funzioni dall'appropriazione del potere legislativo da parte del Governo. La crisi dei partiti come soggetti collettivi rappresentativi di esigenze sociali verrebbe accentuata e potrebbe essere ridotta a comitati elettorali operanti a sostegno del candidato alla presidenza che se eletto ne avrebbe il pieno dominio. Nel caso di elezione del Presidente del Consiglio a tutto questo si aggiungebbe l'innescarsi di un dualismo conflittuale tra due figure aventi diversa legittimazione democratica e costituzionale. Una aberrazione insomma. fortemente ridimensionato nella sua rappresentatività da leggi elettorali aberranti e nelle sue funzioni dall'appropriazione del potere legislativo da parte del Governo. La crisi dei partiti come soggetti collettivi rappresentativi di esigenze sociali verrebbe accentuata e potrebbe essere ridotta a comitati elettorali operanti a sostegno del candidato alla presidenza che se eletto ne avrebbe il pieno dominio. Nel caso di elezione del Presidente del Consiglio a tutto questo si aggiungebbe l'innescarsi di un dualismo conflittuale tra due figure aventi diversa legittimazione democratica e costituzionale. Una aberrazione insomma. La crisi dei partiti come soggetti collettivi rappresentativi di esigenze sociali verrebbe accentuata e potrebbe essere ridotta a comitati elettorali operanti a sostegno del candidato alla presidenza che se eletto ne avrebbe il pieno dominio. Nel caso di elezione del Presidente del Consiglio a tutto questo si aggiungebbe l'innescarsi di un dualismo conflittuale tra due figure aventi diversa legittimazione democratica e costituzionale. Una aberrazione insomma. La crisi dei partiti come soggetti collettivi rappresentativi di esigenze sociali verrebbe accentuata e potrebbe essere ridotta a comitati elettorali operanti a sostegno del candidato alla presidenza che se eletto ne avrebbe il pieno dominio. Nel caso di elezione del Presidente del Consiglio a tutto questo si aggiungebbe l'innescarsi di un dualismo conflittuale tra due figure aventi diversa legittimazione democratica e costituzionale. Una aberrazione insomma.
 
Il nostro modello parlamentare presenta difetti che vanno riformando la legge elettorale ei regolamenti parlamentari, superando il bicameralismo paritario, disciplinando i partiti e il loro finanziamento, promuovendo tecniche di selezione e formazione della classe governante. La fragilità della politica, un bipolarismo fondato su coalizioni eterogenee, buone per vincere ma non per governare, e la volatilità del voto rendono assai rischioso passare al modello presidenziale, per sua natura più divisivo e meno aperto alle intese di quello parlamentare. Il presidenzialismo, nel quale chi vince prende tutto, avrebbe un effetto dirompente, come dimostrano la conflittualità e la radicalizzazione verificatesi negli USA, in Francia ed in Brasile. Abbiamo una Costituzione forte, ben radicata socialmente, e dobbiamo evitare di trasformare la fragilità della politica in uno strumento di rottura del tessuto istituzionale e sociale, disfacendo il quadro delle garanzie in essa contenute. Meglio perciò la forma di governo parlamentare, certo da affinare ma non da abbandonare.

 

 

Assegnato ad ALI – Autonomie Locali Italiane  - il progetto green and Social Hub (GSHub) a valere sul bando europeo Social innovations for a fair green and digital transition. Il progetto mira a integrare le azioni locali a sostegno dei cambiamenti verso la transizione verde nella strategia generale per rimuovere le disuguaglianze e la povertà, con un focus specifico sulle famiglie più svantaggiate, sia monoparentali che con nuclei numerosi, oltre ad anziani e giovani NEET. Il centro promuoverà attività nazionali e internazionali di sviluppo delle capacità e di fare rete, per sensibilizzare e condividere esperienze e pratiche per supportare i gruppi svantaggiati nell'accesso e nel contributo alla transizione verde. L’Hub inoltre promuoverà interventi in tre sedi in Italia, nei comuni di Avezzano (Abruzzo) Bassiano (Lazio) e Crispiano (Puglia). L'intervento promuove la diffusione di conoscenze, abilità e attività di supporto all'esercizio dei diritti di cittadinanza, per diventare cittadini attivi e consapevoli rispetto ai temi della transizione verde (energia, mobilità, economia circolare, comunità energetiche, reddito energetico etc.). Nel corso del progetto saranno coinvolti attivamente gli attori locali (enti pubblici, imprese, organizzazioni della società civile, cittadini), garantendo il coinvolgimento attivo dei soggetti più svantaggiati in questa azione.
Green & Social Hub inoltre si pone l’obiettivo di migliorare le conoscenze e le competenze degli amministratori locali, fornire strumenti e strategie per affrontare la povertà energetica e rendere le comunità locali più sostenibili, sostenendo i comuni e i cittadini nel processo di formazione di tre comunità energetiche nei comuni interessati, anche grazie al recente accordo stretto da ALI con FAI e Tesla per supportare i comuni nell’accesso ai fondi e alla realizzazione delle infrastrutture necessarie.

 

 

Tra le novità che la casa editrice Ensemble presenterà al Salone del Libro di Torino, in programma dal 18 al 22 maggio, ci sarà anche “Amen - Miracoli, misteri e sacre vendette” di Roberto Campagna. Il libro dello scrittore pontino è una raccolta di racconti sul mondo religioso. Racconti che lo stesso autore ha dedicato “ai credenti, ai miscredenti e agli indifferenti”. Così come in altri suoi libri, Campagna ricorre alla metanarrazione: narra fatti realmente accaduti mischiandoli con altri inventati da lui stesso. Ciò per rendere gli stessi fatti accaduti più credibili e quelli inventati più veritieri. Ma, rispetto per l'appunto ad altri suoi precedenti libri, questa tecnica qui è più marcata perché  il  racconto, a differenza del romanzo che  ha perlopiù una narrazione orizzontale, è auto conclusivo. Quindi, per dare più forza alle sue storie, lo scrittore pontino ha cercato di privilegiare i fatti realmente successi, anche se in alcuni casi la stessa  narrazione è di tipo orizzontale, permettendogli così di  liberare di più la fantasia. “Ogni libro di finzione di Roberto Campagna - ha affermato il poeta Antonio Veneziani - è, in qualche modo, una sorpresa; infatti, pur continuando il suo personale discorso politico-narrativo, ogni volta aggiunge un tassello diverso, in questo caso è quello di una spiritualità agricolo-contadina, una spiritualità profonda e agra, autentica fino al cinismo e talmente vera da agguantare il miracolo. I personaggi di Campagna sembrano dire: ‘Non c’è felicità e realizzazione se non attraverso la perdizione, non si può assaporare la libertà se non si è passati per la prigione’ ”. Oltre ad “Amen”, la casa editrice Ensemble presenterà altre novità, tra cui “La geografa dell’esilio” di Nicolás Bernales, “Figlia di frontiera” di Virginia Farina e “Ai piedi del monte” AA.VV.. “La geografia dell’esilio” è un viaggio vertiginoso attraverso gli ultimi cinquant’anni di storia cilena, dalla Presidenza Allende ai giorni nostri. Invece “Figlia di frontiera” è una storia di montagna in cui l’autrice mescola all’antico profumo del fieno e del letame, il suono cupo di passi in fuga sulla neve. Mentre  “Ai piedi del monte”  gli autori raccontano Torino e il Piemonte.

Tornando ai racconti di Campagna, non tutti i fatti narrati sono realmente accaduti, alcuni sono leggende. Ma le leggende, a forza di raccontarle, diventano reali.   Tutti i racconti sono ambientati in altrettanti borghi del centro sud Italia. I loro nomi sono di fantasia per un motivo molto semplice: perché ogni borgo italiano conta fatti simili a quelli da cui è partito l'autore per inventarne la  narrazione. Anche i nomi dei personaggi sono di fantasia.  Quella dello scrittore pontino  è  una scrittura fluida, il giornalismo e la sociologia, sue “specializzazioni” sono in sottofondo ma mai preponderanti. Nessun cedimento al folkloristico, nessun gioco a nascondino, i personaggi del libro hanno caratteristiche chiare, pochi “svisamenti” se non per incidere più a fondo nell'intimità della narrazione. Insomma un libro che si legge con piacere, che fa venire qualche groppo alla gola e strappa qualche risata, e soprattutto che si ha voglia di rileggere e di condividere. Nato nel 2004, il Salone del Libro di Torino è giunto alla XIX edizione. Si svolgerà come sempre al Lingotto Fiere.                                                                                  

 

Vivissimi complimenti al prof. Giancarlo Mancini, presidente dell’Associazione Culturale No Profit Araba Fenice, che oggi ha partecipato alla Cerimonia del Giorno della Memoria alle vittime del terrorismo, tenutasi presso il Palazzo del Quirinale alla presenza delle più alte cariche dello Stato e del Governo italiano. Il Prof. Mancini ha ricevuto l’invito dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per l’impegno profuso dal sodalizio setino quale organizzatore del Premio Nazionale Luigi Di Rosa, giovane militante setino ucciso a Sezze nel 1976 dopo un comizio del missino Sandro Saccucci. Il Premio Di Rosa, giunto quest’anno alla decima edizione, inizierà il 12 maggio e in questa occasione sarà inaugurata la sede del Centro Studi di Storia Contemporanea presso i locali della Biblioteca comunale.

45 anni fa, il 9 maggio del 1978 fu ritrovato a Roma, in via Caetani, simbolicamente a metà strada tra le sedi delle Dc e del Pci, il corpo senza vita di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana e più volte presidente del Consiglio, ucciso dalle Brigate rosse. Dal 2007, in questa data, si celebra il "Giorno della Memoria  dedicato alle vittime del terrorismo". Il corpo di Moro venne fatto ritrovare nel bagagliaio di una Renault 4.

 

 

I lavori sono ripresi. L’ordinanza sindacale ha avuto i suoi effetti. Ma non si deve abbassare la guardia. Il sindaco di Sezze Lidano Lucidi, nell’ultimo question time, ha comunicato la ripresa dei lavori sulla condotta Muti-Petrara da parte di Acqualatina, nelle more dell’ottenimento di tutte le autorizzazione e deroga in materia urbanistica. Nel botta e risposta il primo cittadino ha ribadito che quando la politica è unita si hanno delle risposte e su questa strada si deve proseguire. “I lavori sono ripresi dopo l’ordinanza e per i primi di luglio dovrebbero essere ultimati almeno i primi 600 metri, quelli più difficili da realizzare. Oggi  - così Lucidi - Acqualatina sta investendo sul nostro territorio grazie all’unità di tutto il consiglio comunale. Quando la politica è unita riesce a pretendere gli investimenti necessari. Non dobbiamo mollare la presa – ha aggiunto il sindaco Lucidi -  la battaglia va fatta insieme, deve essere condivisa affinché la società adempia ai propri obblighi. La nostra intenzione è quella di ragionare tutti insieme perché dobbiamo pretendere che ci sia un servizio sempre più efficiente e che i lavori sulla tratta mole Muti Petrara siano completati definitivamente. Insieme dobbiamo prendere l’esigenza primaria dei cittadini, e cioè quella di avere l’acqua corrente in casa. Se dovessero esserci problemi chiedo a tutti i consiglieri comunali, di maggioranza e opposizione, di fare una azione comune come è stato fatto per il tratto Muti-Petrara, per differente l’interesse pubblico. In questi casi non esiste maggioranza e opposizione ma solo il bene comune”.

 

 

Domenica 7 maggio scorso i volontari di Plasticfree hanno ripulito ripulito boschi, città e spiaggie in collaborazione ai detenuti che hanno aderito al progetto "Seconda Chance". Tre gli eventi che hanno riguardato le città di Palmi , Bologna e Priverno. A Priverno, con grande partecipazione, è stato ripulito il lungo fiume dell'Amaseno. Dopodiché il gruppo ha fatto visita all'abbazia di Fossanova e concluso la giornata con un piccolo rinfresco offerto dall'amministrazione di Priverno. Intervenuti all'evento di raccolta anche il sindaco Anna Maria Bilancia e gli assessori del comune di Priverno, oltre che il referente regionale di Plasticfree Emanuele Pirrera e il ref provinciale Adriano Salvatori.  


A Pontinia, sempre ieri, è andato in scena uno spettacolo di danza al teatro Fellini. Dopo due anni di intensa collaborazione, Plasticfree e DanzArte hanno dato vita ad uno spettacolo unico nel suo genere: danza e rispetto per l'ambiente in una serata all'insegna del vivere ecosostenibile. Gli organiizzatori ringraziano il comune di Pontinia per il patrocinio e tutta l'amministrazione per aver collaborato attivamente alla riuscita dell'evento. Il ricavato dellla serata verrà dato devoluto all'associazione Plasticfree. Hanno partecipato all'evento il referente provinciale Salvatori Adriano e la ref per il comune di Pontinia Daniela Lombardi e l'associazione DanzArte di Margherita e Benedetta Catone.

Pagina 33 di 148