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Riceviamo e pubblichiamo l'intervento del circolo Sinistra Italiana di Sezze.

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Sinistra Italiana Sezze, esprime solidarietà ai cittadini del Sud Pontino che hanno subito danni a causa del maltempo.
È ormai chiaro a tutti, che è arrivato il momento di agire per difendere le nostre case, le nostre attività produttive, le nostre attività commerciali dagli effetti catastrofici che i cambiamenti climatici stanno provocando in provincia di Latina.
Se è vero che il contrasto al cambiamento climatico deve essere affrontato in maniera globale, gli effetti degli eventi atmosferici locali devono essere mitigati dalle azioni di prevenzione e manutenzione dei territori frutto di un’adeguata programmazione politica dello sviluppo territoriale.
L’area più interessata dagli eventi climatici che si stanno susseguendo in maniera allarmante sul territorio è compresa tra l’area dei consorzi di bonifica di Latina e della Piana di Fondi.
Il territorio del Centro - Sud pontino è artificiale, frutto delle bonifiche degli anni trenta del Novecento. Terre strappate alle acque. Un’area, proprio perché artificiale estremamente fragile che necessita di una manutenzione quotidiana e una visione d’insieme estremamente complessa.
Ciò che avviene sui Monti Volsci (Lepini, Ausoni, Aurinci) provoca effetti immediati fino alle coste pontine e viceversa.
Le crisi economiche che negli ultimi decenni si sono susseguite a causa della globalizzazione sfrenata hanno modificato il tessuto produttivo del territorio pontino.
Lo slancio delle multinazionali chimico farmaceutiche degli anni 70-80 si è esaurito e le industrie presenti sul nostro territorio si sono ridimensionate ed adeguate al cambiamento. Ciò ha prodotto la perdita di migliaia di posti di lavoro.
I cittadini del territorio hanno dovuto adattarsi al cambiamento andando via o guardandosi indietro.
Per tornare alle radici agricole di quest’area.
In gran parte della zona pedemontana i vigneti sono stati sostituiti da impianti di produzioni di kiwi la cui coltivazione copre assieme alla Nuova Zelanda gran parte del mercato mondiale di questo frutto.
Mentre nella parte costiera, soprattutto sui terreni sabbiosi, la coltivazione in serra degli ortaggi ha monopolizzato gran parte della superficie coltivabile dell’Agro Pontino e della Piana di Fondi.
Le produzioni di quest’area per la maggior parte vengono esportate in Italia e all’estero.
Il MOF (centro agroalimentare all’ingrosso di fondi) é il più grande e moderno centro italiano di concentrazione, condizionamento e smistamento di prodotti ortofrutticoli freschi.
Quello che è venuto a mancare è stata la visione politica del territorio da parte delle amministrazioni pubbliche, che non hanno saputo guidare questi radicali cambiamenti del sistema produttivo, lasciando che lo sviluppo spontaneo di quest’ultimo si evolvesse da solo senza un’adeguata guida politico economica.
Questo approccio politico, tipico del consumismo più sfrenato, ha impoverito il suolo ed indebolito l’equilibrio uomo - natura
La coltivazione di kiwi necessita di grandi quantità di acqua, che in un a zona paludosa non manca di certo, ma il continuo e costante prelievo non permette alla falda acquifera di mantenere un livello costante. E’ tornato il fenomeno della subsidenza. Il terreno si è abbassato ed alcuni canali, soprattutto nella zona di Mazzocchio, non scorrono più naturalmente verso la costa, causando grossi problemi nello smaltimento delle acque meteoriche.
Allo stesso tempo l’enorme superficie coperta da serre, nella zona costiera, impedisce al terreno di assorbire le piogge che scorrono veloci verso il mare mentre l’acqua salata ha contaminato molti pozzi di costieri, rendendoli non più utilizzabili per scopi agricoli.
I continui incendi estivi sulle aree montane hanno indebolito i fianchi delle colline che non riescono più a trattenere il terreno e limitare l’impeto dei corsi d’acqua.
Il consumo di suolo e l’antropizzazione selvaggia ha modificato l’assetto degli insediamenti urbani. Generando innumerevoli problematiche nei centri urbani che non avendo più confini ben definiti hanno difficoltà a gestire i servizi essenziale (principalmente rifiuti e depurazione delle acque).
La soluzione è la decrescita. Limitare il consumo delle risorse migliorando il tenore e la qualità di vita delle comunità umane che abitano i territori.
Il contratto agli effetti dei cambiamenti deve scaturire da una riprogettazione del territorio.
Adeguare e gestire le opere idrauliche delle aree collinari, favorire le coltivazioni che contribuiscono alla manutenzione delle aree e prevengono gli incendi boschivi.
Ammodernare i sistemi di irrigazione delle superfici agricole che garantiscano le coltivazioni senza stravolgere gli equilibri idraulici.
Limitare il consumo di suolo e programmare uno sviluppo antropico che tenga conto degli effetti negativi sul territorio.
Adeguare le aree coperte da serre affinché garantiscano il corretto deflusso delle acque, per limitare l’impeto dei fenomeni idraulici estremi.
Questi interventi sono essenziali affinché il territorio possa continuare a produrre ricchezza mantenendo un ambiente sano e sicuro in grado di garantire alle persone una buona qualità di vita.

 

Luigi Gioacchini del Movimento Libero Iniziativa Sociale torna sulla vicenda scandalosa del cimitero di Sezze. Secondo Gioacchini a distanza di un anno e mezzo ancora si continua a gettare fumo negli occhi ai cittadini. " Riguardo il Cimitero, con una suggestiva cronistoria di fatti, già di ampiamente di dominio pubblico, riportati in deliberazione, il Comune di Sezze  - afferma Gioacchini - continua ad alimentare dubbi ed incertezze. Dubbi ed incertezze che non possono, come al solito, non finire nella solita strumentale ricerca di capri espiatori, continuando a non incidere sulla reale portata dell'argomento e sviando dal fatto che il compito dell'Ente, "in primis", dovrebbe essere quello di eliminare le dolorose vicende che, puntualmente, sono costretti a vivere i sezzesi. Quei sezzesi già ampiamente provati dal dolore per la perdita di una persona cara che si trovano nella impossibilità di poter dare degna e definitiva sepoltura al loro defunto. Con grave danno e nocumento. Naturalmente, come dimostra questa deliberazione, che dice tutto ed il contrario di tutto, il Comune, davanti a tanto dolore, preferisce cincischiare e parlare d'altro". Gioacchini si riferisce alla delibera comunale del 29 settembre scorso relativa agli atti di indirizzo sugli interventi approvati all'interno del cimitero. "Il "top secret" imposto sul lavoro svolto dal "gruppo ad hoc", costituito dal Commissario - aggiunge la nota del MLIS -  che doveva essere reso noto addirittura prima delle elezioni, continua e sulle circa 6 mila tombe abusive, che venivano ipotizzate, vige il più assoluto e drammatico silenzio. Eppure è solo di questo che l'Amministrazione, che di fatto preferisce il fumo negli occhi, dovrebbe rendere conto".

 

 

Il 2 ottobre 2022, Plastic Free Onlus torna con il “Sea & River Day” in più di 200 città. Sulle spiagge e sulle rive di tutta Italia, il grande appuntamento annuale dedicato alla pulizia del territorio ha l’obiettivo di rimuovere dalla natura plastica e rifiuti abbandonati vicino le nostre acque, nonché sensibilizzare la coscienza nazionale su questo tema. Il vero problema è il rapporto tra la plastica e l'uomo, un fallimento. E’ ormai evidente l’abuso della plastica, in particolare quella monouso: utilizzata spesso per pochi minuti, resta poi in circolazione per una vita intera.

Ogni giorno, secondo un rapporto dell'Unep, finiscono nelle acque 731 tonnellate di rifiuti plastici. A differenza degli oceani, però, il problema del Mediterraneo non riguarda soltanto la spazzatura di grandi dimensioni, che comunque ha iniziato a formare delle vere e proprie isole, ma riguarda per il 92% i rifiuti che non riusciamo a vedere: la microplastica. Frammenti di meno di 5 millimetri che, proprio nelle nostre acque, trovano la loro maggior concentrazione al mondo. Sfere, granuli, pellicole, lenze e schiuma, spesso derivati proprio dall’erosione dai rifiuti che vengono abbandonati sulle spiagge e sulle rive dei fiumi, sono le microplastiche più diffuse nel nostro mare. Senza dimenticare che, attraverso i pesci, i molluschi e anche i crostacei, arrivano anche nei nostri piatti.

E’ un problema che non si può più ignorare. Proprio per questo Plastic Free si impegna attivamente e concretamente per la tutela della natura, grazie alla forza dei suoi 250.000 volontari che si mettono in gioco non solo in questa giornata, ma durante tutto l’anno. Il 2 ottobre sarà l’occasione che unirà tutta l’Italia nell’indossare l’uniforme blu con la tartaruga bianca e dimostrare che insieme si può ancora fare tanto per il Pianeta.

Partecipare a questo evento è, infatti, un'ottima occasione per riflettere sulle piccole e grandi azioni quotidiane che si possono fare per salvaguardare l'ambiente.

Anche i Comuni di Fondi ,Latina ,Genzano ,Guidonia ,Maenza, Fiumicino, Pomezia ,Pofi ,Roma , Arnara , Priverno ,Monterotondo, Pontinia e Roccagorga  collaboreranno attivamente all'iniziativa. La partecipazione è completamente gratuita, basterà cliccare su questo link https://www.plasticfreeonlus.it/eventi    per ricevere tutte le informazioni e unirsi ai volontari di Plastic Free che si incontreranno per rendere la nostra casa un posto migliore e regalare un respiro ai nostri mari.

Ecco tutti gli appuntamenti:

 

ROMA ⬇️
https://www.plasticfreeonlus.it/eventi/2273/2-ott-roma

POFI⬇️
https://www.plasticfreeonlus.it/eventi/2287/2-ott-pofi

POMEZIA ⬇️
https://www.plasticfreeonlus.it/eventi/2267/2-ott-pomezia

PRIVERNO ⬇️
https://www.plasticfreeonlus.it/eventi/2284/2-ott-priverno

LATINA ⬇️
https://www.plasticfreeonlus.it/eventi/2481/2-ott-latina

GUIDONIA MONTECELIO ⬇️
https://www.plasticfreeonlus.it/eventi/2328/2-ott-guidonia-montecelio

MONTEROTONDO ⬇️
https://www.plasticfreeonlus.it/eventi/2339/2-ott-monterotondo

 ARNARA ⬇️
https://www.plasticfreeonlus.it/eventi/2376/2-ott-arnara

FIUMICINO ⬇️
https://www.plasticfreeonlus.it/eventi/2407/2-ott-fiumicino

MAENZA⬇️
https://www.plasticfreeonlus.it/eventi/2434/2-ott-maenza

GENZANO DI ROMA ⬇️
https://www.plasticfreeonlus.it/eventi/2438/2-ott-genzano-di-roma


PONTINIA ⬇️
https://www.plasticfreeonlus.it/eventi/2517/2-ott-pontinia


FONDI ⬇️
https://www.plasticfreeonlus.it/eventi/2522/2-ott-fondi

ROCCAGORGA ⬇️
https://www.plasticfreeonlus.it/eventi/2525/2-ott-roccagorga

 

Mercoledì, 28 Settembre 2022 09:42

Riuscirà il Pd di Sezze a rinascere?

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L'esito elettorale del 25 settembre ha segnato un'amara e cocente sconfitta. Il Pd ha ottenuto solo il 15% ed è stato raddoppiato dal partito della Meloni Fratelli d'Italia. La batosta subita l'anno scorso non era un incidente di percorso ma il termometro di un declino che sembra inarrestabile da parte di una forza politica che ha segnato il destino di questa città. Una svolta che esprime l’estraniamento del Partito della Sinistra. La cabina elettorale ha sgomberato il campo da ogni dubbio ed equivoco: a Sezze l'elettorato si è spostato a Destra. Cambia il futuro del paese. Una gloriosa vicenda che ha accompagnato la città, nel bene e nel male, all’insegna dei valori dell’antifascismo e della solidarietà sociale che ha prodotto risultati positivi nella cultura, nella sanità, nella scuola, nell'assistenza ai poveri e ai disabili, portando i servizi in tutto il territorio. L'elettorato si è dimostrato indifferente alla storia del paese e il Pd si è ritrovato orfano di una base sociale di riferimento. Non più attratto dalle ideologie, ritenute un ferrovecchio ormai inutile. Il voto non ha tenuto conto dei vincoli sociali e comunità. È prevalso l'interesse del singolo e la ricerca di risposte immediate. Ha votato chi ha promesso lo sconto sulle bollette, il reddito di cittadinanza. Il salario minimo, il taglio del costo del gas e della luce, insomma delle questioni che da vicino è ogni giorno si fanno sentire. Come dargli torto? Il generalismo è ai massimi sistemi non hanno coinvolto la gente. Neanche, ahimè, la guerra in Ucraina, la strage di tanti innocenza. La minaccia di una guerra nucleare. Il centro destra ha vinto perché ha saputo intercettare questi bisogni rispondendo con parole chiare e semplici: ordine pubblico, caccia agli extracomunitari, sì e no a Putin. Dio, patria e famiglia sono stati artatamente contrapposti ai valori universali della Ragione e del laicismo. È vero che la Meloni ha saputo tenersi lontana dai Palazzi del potere, sebbene in passato sia stata al governo con Berlusconi. Ma proprio questa circostanza ha evidenziato il lato debole del Pd, on partito sempre in perenne emergenza, condannato a svolgere una missione governista per senso di responsabilità e per salvare la Patria, come afferma Michele Serra. Siamo stati sempre al governo e ciò ha ingenerato nell’elettorato una sfiducia contro la casta e contro il Potere, da noi rappresentato. Tanto che siamo considerati come il partito dei Ministeri, delle Amministrazioni, dei dirigenti e dei manager. Così ci siamo gradualmente allontanati dalla gente. Siamo stati troppo occupati a salvare la patria. Adesso basta. Abbiamo un’occasione di rinascita, di combattere contro le ingiustizie e contro le povertà, contro le ingiustizie e le violenze di ogni genere, contro le guerre, contro i fascismi di ogni genere. Serve un congresso anche a Sezze, ma non per la conta delle correnti interne ma per ridare luce e futuro a una città.

 

 

Riceviamo e pubblichiamo l'analisi del voto politico di Alleanza Verdi-Sinistra.

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La vittoria della destra anche a livello locale è stata significativa. Un paese storicamente con radici di sinistra è stato espugnato da una destra sovranista. Questo è accaduto per 2 fattori principali: 1- La sinistra si è troppo istituzionalizzata negli anni abbandonando qualsiasi aspetto liminale. 2- La destra ha preso il ruolo della sinistra parlando di lavoro, pensioni, diritti. Ciò che non ci ha premiato sicuramente è stata la non "chiarezza", i continui cambi di rotta, cosa che non è avvenuta nel terzo polo Renzi-Calenda, capaci di portare avanti le loro istanze con convinzione, determinazione, forza. La destra è riuscita a costruire un opposizione dura, credibile, guidata dalla Meloni che è rimasta lì a guardare in opposizione. Una dura opposizione al governo Draghi, ambiguo su molteplici tematiche, forte con i deboli e debole con i forti. L'Italia è un paese che ha bisogno di essere ristrutturato, un paese vecchio di mentalità dove il conservatorismo regna sovrano. Un dato interessante è quello dei 5 stelle, i quali, ripartendo da Giuseppe Conte con un movimento praticamente distrutto si attestano ad ottime percentuali. La loro agenda è pressoché di Sinistra, per le fasce deboli, contro l'invio delle armi in Ucraina, per l'aumento del salario minimo, per il reddito di cittadinanza, tutte misure contrarie all'agenda Draghi che palesemente non è stata premiata. Bisogna dunque ripartire dai territori e costruire un'alternativa credibile, solida, capace di contrastare il populismo ed il sovranismo. Noi di Alleanza Verdi-Sinistra continueremo a lavorare per riportare le politiche sociali, i diritti sociali, civili, sostenibilità ambientale, potenziamento del trasporto pubblico, energie rinnovabili.

 

Dati definitivi per 22 sezioni su 22 nel Comune di Sezze dove si conferma il trend nazionale. Primo partito in assoluto Fratelli d’Italia con circa 3000 voti sia alla camera che al senato con una percentuale del 33 %, mentre crolla la Lega con circa 900 voti con una perncentuale del 10 %. Tiene bene anche rispetto alle aspettative il M5s che a Sezze si conferma il secondo partito sfiorando le 1400 preferenze con una percentuale intorno al 15%, poco sopra al Partito Democratico di qualche punto percentuale (14,47 % al Senato, 15,29% alla Camera).  Per tutti gli altri partiti percentuali molto basse tra il 4 % di Azione, a risultati insignificanti per altri partiti e cartelli elettorali. Tra i più votati per i candidati ai collegi uninominali: per il Senato Claudio Fazzone che a Sezze conquista oltre 5300 preferenze con oltre il 56%, mentre Sergio Messore del Pd si ferma a 1800 preferenze con un 19%. Alla Camera Colosimo Chiara per il centrodesta conferma i dati del sentato con il 56, 73% mentre Tommaso Malandruccolo del Pd e della gruppo di centro sinistra arriva ad un 20,85 % con 1949 preferenze.  

 

ECCO I RISULTATI

AL SENATO

 

 

 

ALLA CAMERA

 

 

 

 

Domenica, 25 Settembre 2022 07:13

L'Arminuta. Il dolore che mai dovremmo sopportare

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L’Arminuta (termine dialettale abruzzese che significa la ritornata), l’ultimo film di Giuseppe Bonito, tratto dall’omonimo romanzo di Donatella Di Pietrantonio, vincitore del Premio Campiello del 2017, ci fa immergere nell’Italia del 1975, nelle contraddizioni di un paese caratterizzato da contrasti e simmetrie tra la città, dove si vive proiettati in una moderna quotidianità, e un paesino sperduto ed arretrato delle montagne abruzzesi, un mondo solo apparentemente lontano dal nostro presente e invece radicato profondamente nella nostra memoria collettiva.
 
Un’Alfa Romeo lucente giunge nell’aia di una cascina e crea scompiglio tra le oche che la popolano. Dall’auto scende una tredicenne dai capelli rossi e con indosso il vestito della festa. Viene lasciata così senza tanti complimenti, consegnata come un pacco postale a quella realtà estranea da un uomo accigliato e silenzioso con assoluto distacco e indifferenza. È sufficiente questa prima scena per definire gli ambiti distinti e antitetici su cui si incentra il film, per mettere subito a fuoco che ruota intorno al contrasto tra l’entroterra abruzzese e la città, tra l’Italia del boom economico, delle vacanze al mare e della buona educazione e quella contadina, dove la povertà continua a farla da padrone, si lavora a giornata e si parta solo il dialetto, anche a scuola, per evidenziare la contrapposizione tra il passato spensierato, solare ed agiato della protagonista e il presente in cui viene all’improvviso scaraventata.
 
Giuseppe Bonito, attraverso una fotografia espressiva, che sfrutta i colori primari, marca ambienti e contesti e lo stacco cromatico è funzionale a fornirci chiavi di lettura e di interpretazione del film. L’elemento che con più immediatezza colpisce lo spettatore è che i componenti della nuova famiglia indossano tutti vestiti scuri, a rimarcare una rigidità di consuetudini, comportamenti e atteggiamenti, a differenza della tredicenne che invece indossa sempre abiti dai colori sgargianti.  
 
L’Arminuta possiede i tratti di una favola, nella quale alla protagonista è riservato l’amara sorte di perdere la propria vita per ritrovarne un’altra. Data in affido neonata ad una coppia di cugini benestanti per l’impossibilità dei suoi genitori di mantenerla, nell’estate del 1975 viene restituita alla famiglia d’origine senza alcuna spiegazione. Strappata all’improvviso da quella che ha sempre creduto essere la sua famiglia, si ritrova immersa in un contesto molto distante dalle sue abitudini borghesi, dalle sue amicizie e dai suoi affetti, dove domina la povertà, conseguenza della mancanza di un lavoro sicuro e di troppi figli da mantenere, e investita dal dolore di scoprire di avere due madri, due famiglie e concretamente di ritrovarsi sola. La tredicenne si domanda se ha sbagliato qualcosa, se il suo trasferimento forzato sia dovuto alla malattia di Adalgisa, la donna che ha sempre creduto essere sua madre.
 
Un padre arcigno e manesco, una madre ostile, segnata dalla fatica e da un dolore nascosto, cinque fratelli, quattro maschi e una femmina, cinque bocche da sfamare, è la realtà che le si presenta nella sua durezza e si impone nella sua vita. Cresciuta da sola e con tutte le comodità, deve sgomitare persino per avere un letto in cui dormire.
 
La sua famiglia naturale l’accoglie con diffidenza e contrarietà, ad eccezione di Adriana, la sorellina ingenua, dall’animo puro e unica sua complice, due fratelli la prendono in giro e Vincenzo, il fratello maggiore, invece cerca di sedurla.  
 
Forte e dall’intelligenza acuta, questa tredicenne che viene dalla città e non è abituata alla dura vita della campagna è come l’alieno, protagonista del racconto che scriverà su suggerimento della sua nuova maestra. La sua diversità appare evidente già dall’aspetto sempre curato ed elegante e dal linguaggio più colto rispetto a quello sia dei fratelli che degli stessi compagni di scuola. Brevi ed intensi flashback ci fanno conoscere la sua vita precedente, caratterizzata da passeggiate sul lungomare, giochi con l’amica del cuore e la villa dove abitava, grande e ben arredata. Tuttavia al di là delle apparenze anche in quella vita dorata e serena ci sono crepe e zone d’ombra, a partire dalla figura sfuggente di Adalgisa, la donna che l’ha cresciuta come sua figlia e ora l’ha rispedita indietro, la quale di tanto in tanto le fa avere una b usta con dei soldi senza però mai volerla incontrare personalmente.     
 
La tredicenne all’inizio non riesce ad interagire, ma poi comprende il linguaggio più adatto alla situazione, riesce ad avvicinarsi alla sua nuova famiglia e ne diviene parte integrante, trasforma la propria passività iniziale, data dal trasferimento da un realtà altolocata ad una misera, in una rinascita, una ripartenza difficile ma necessaria, non subisce la storia nella sua devastante drammaticità e riesce a cambiare il rapporto con genitori e fratelli, dapprima distaccato e freddo, in positivo, palesando una capacità di adattamento straordinaria.
 
L’Arminuta è un film asciutto e appassionante, in cui la forza narrativa è affidata ai gesti e agli sguardi più che ai dialoghi. Le parole sono poche e persino i nomi non vengono pronunciati: non sappiamo come si chiami il padre e la madre naturale della tredicenne e anche il suo nome non viene mai pronunciato. Parlano le immagini, i primi piani di personaggi, incarnazione muta di una società arretrata e ingiusta, l’angoscia silenziosa che si sprigiona dai loro volti. Nei rari momenti di gioia, come la serata al luna-park, il pomeriggio di fuga al mare, il giro in moto, la musica sovrasta le immagini, sostituendosi alle emozioni espresse verbalmente. Perfino nel pianto per il figlio morto giovanissimo, prevale un silenzio carico di dolore.       
 
L’Arminuta è un film capace di insegnare senza mai dire e pone domande fondamentali sullo strazio e il dolore per i due abbandoni, sull’identità e l’appartenenza, sul ruolo dei genitori e sul vero senso della famiglia. Madre e padre sono coloro che generano o coloro che amano e riservano vicinanza ed attenzioni? I fratelli e le sorelle sono tali in forza solamente del legame di sangue?
 
La risposta a queste domande sta nella scelta de L’Arminuta che capisce quale strada intraprendere per cambiare in bene le difficoltà e le sofferenze, per sentirsi veramente a casa.

 

Il consigliere comunale di Sezze Pasquale Casalini, presidente della commissione lavori pubblici, invita la cittadinanza alla collaborazione per scongiurare e prevenire danni e pericoli con l’approssimarsi delle piogge e della stagione autunnale, soprattutto a causa del verificarsi dei mutamenti climatici che sempre più spesso ci colgono di sorpresa ed impreparati. 

 

 

Ecco la richiesta di collaborazione del consigliere comunale

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"Cari concittadini. Mi rendo conto che i tempi in cui viviamo sono difficili, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto economico. Proprio per questo, ho preferito in primo luogo chiedere la vostra collaborazione perché sono convinto che ognuno di noi debba interessarsi di quanto accade nel nostro Territorio e dei problemi che viviamo quotidianamente, che sono sempre gli stessi da anni e ai quali definitivamente vogliamo dare fine.
Voglio perciò invitare tutti i proprietari di terreni frontisti che confinano con le strade pubbliche, fossi e cunette a dare immediato corso ai lavori di pulizia di tutta la vegetazione infestante e arbustiva che invade le strade comunali, anche nel rispetto dell’Ordinanza Sindacale del 05/06/2022 a firma del Sindaco Lidano Lucidi.  Le leggi prevedono sanzioni amministrative (Codice della strada e Regolamenti Comunali), ma bisogna anche tenere conto che spesso la mancata pulizia del proprio fronte stradale può causare incidenti, talvolta anche molto gravi. In questi casi, si sconfina nel reato penale con tutte le conseguenze del caso. In questo anno in cui sono stato consigliere comunale, molti dei cittadini che mi hanno contattato si sono dimostrati particolarmente sensibili al tema del decoro del nostro paese, alla sicurezza, ed alla viabilità. Come amministrazione stiamo mettendo in atto tutto quanto possibile avendo però a disposizione risorse economiche molto simili a zero. Contiamo però già dal prossimo anno di disporre di qualche fondo in più che permetterà di programmare interventi strutturali che diano definitiva soluzioni ad alcuni degli annosi problemi di Sezze. Ringrazio tutti fin d’ora, confidando nella collaborazione dei cittadini". 

 

 

 

È un romanzo esistenzialista. Nelle pagine de “Le storie non volano” di Roberto Campagna, oltre alla sfortuna, ci sono la depressione, la follia, il tradimento, la prostituzione, l’emarginazione, l’aborto e la morte. Ma anche l’amore, la solidarietà e la comprensione. In tali pagine, così riconoscibili nello stile, l’autore va oltre ciò a cui ha abituato i suoi lettori e lentamente, quasi senza rendersene conto, li spinge dentro i colori più cupi dell’animo umano, in un continuo oscillare tra basso e alto, aridità dello spirito e poetica della vita. Verrà presentato nell'ambito della rassegna “Incontri letterari a castello”, sabato 24 settembre alle 18.00, a Maenza, nel Castello Baronale. L'incontro è organizzato dall'Associazione “La Macchia” di Sezze e dalla Compagnia dei Lepini.  Dopo i saluti di Claudio Sperduti e Dorina Risi rispettivamente sindaco e assessore alla culura di Maenza, introdurrà l'incontro lo storico Alessandro Pucci. Interveranno Quirino Briganti, presidente della Compagnia dei Lepini, e il poeta Antonio Veneziani. Dialogherà con l'autore lo storico Nino Cardone, mentre Maria Borgese, attrice e danzatrice, leggerà alcune pagine del romanzo.  Romanzo che ha vinto il Premio speciale “Antica Pyrgos” per la poeticità della prosa.  Così come in altri suoi libri, Campagna, in questo romanzo  (edizionicroce, pagg. 160, euro 15.00) ricorre alla metanarrazione. In pratica, racconta fatti realmente accaduti mischiandoli con altri creati artatamente da lui stesso. Ciò per rendere gli stessi fatti accaduti più credibili e quelli inventati più veritieri. Quattro i principali protagonisti del racconto, che inizia nel 1985 e finisce nel 2010: tre maschi e una femmina. Più che amici, sono compagni di gioco a carte. Le loro vite sono segnate dalla sfiga e le partite interminabili a briscola e tressette, che spesso non vedono né vinti né vincitori, sono la metafora delle loro stesse vite. Nel quadro narrativo, a fare in qualche modo da cornice, ci sono altre partite: gli scontri elettorali di Borgomanuzio. È qui, in questo borgo medievale, che è incentrato il romanzo.“L’idea iniziale – afferma l’autore – era quella di raccontare  questi scontri elettorali, in particolare quello del rinnovo del Consiglio comunale dell’85,  quando avvenne un incomprensibile ‘compromesso storico casereccio’. Ma rendendomi  conto che, al di là delle lotte di partito, delle fazioni facinorose e dei tentativi di alleanze, il  racconto sarebbe stato, oltre che striminzito, troppo asettico, pieno di numeri, liste e nomi,  ho inventato le storie di questi quattro sfortunati personaggi. Quella degli scontri politici, dei  canditati, dei rapporti fra i partiti, dei risultati elettorali e degli amministratori locali è  diventata così la parte secondaria e storica del libro, a tratti romanzata”. Ne  “Le storie non  volano” non è prevista redenzione per coloro che ne popolano il racconto. Le vite dei personaggi principali sembrano marchiate da un fato ineluttabile, pronto a stroncare sul  nascere ogni velleità di riscatto o di fuga. I quattro amici seguiranno il destino che per loro è  stato tracciato, vittime di una tragica catena di cause ed effetti, iniziata prima della loro  nascita. Ognuno di loro ha lo stigma del perdente e tali li si considererebbe, se l’autore,  attraverso emozionanti  flashback, non ce li mostrasse in tutta la loro purezza  di angeli  caduti.  In questo romanzo, per la prima volta, le parole, le frasi, le volute ripetizioni, che  Campagna solitamente utilizza nei suoi scritti per costringere il lettore  sul sentiero da lui mirabilmente tracciato, si trasformano in messaggio metalinguistico che travalica la razionalità.

 

 

 

 

 

Pochi comunicati stampa, poche interviste, pochi commenti o post su Facebook e Instagram o su canali che sono stati attivati come telegram. Niente, Lillo preferisce altro. Il sindaco di Sezze Lidano Lucidi, per dare informazioni alla comunità, infatti sembra aver scelto la formula di WhatsApp, e lo fa principalmente postando “stati”. Una comunicazione diretta e che arriva immediatamente a tutti i contatti telefonici che si hanno in rubrica ma che sicuramente resta riservata. Dalle lettere vergate a mano ai comunicati stampa, sembra essere passato un secolo ma, solo un decennio fa, anche la comunicazione dalle nostre parti, era quella, fatta di foglietti, matite e macchine fotografiche. Ricordo che quando iniziai a scrivere sulla carta stampata e a dedicarmi all’informazione, circa 18 anni fa, per avere qualche notizia noi giovani cronisti dovevamo andare direttamente in Municipio. Le news erano snocciolate direttamente dagli interessati a tu per tu. Gli atti amministrativi, le determine e le delibere non erano consultabili on line come oggi ma, per essere visionate, si doveva fare una richiesta precisa e bisognava poi attendere anche giorni. Eppoi l’unico modo per seguire i lavori del consiglio comunale era quello di andare in aula, sedersi e ascoltare anche pesanti e lunghe discussioni. Oggi, comodamente dal divano di casa, assistiamo in streaming alle dirette delle sedute e se non abbiamo voglia le possiamo rivedere sul sito del Comune di Sezze. Insomma passi da gigante per l’informazione e per la sua velocità e immediatezza. Passi da gigante per il diritto all'informazione a alla trasparenza amministrativa la quale ti arriva dritta in tasca, spesso anche con eccedenze smisurate. Passi indieto, forse, per l’approfondimento della stessa notizia e per l'informazione in generale, e per i contenuti che porta con sé. Siamo diventati quindi esperti navigatori di superficie, ma non siamo più in grado di scendere in profondità, nemmeno con una maschera da mare comprata dai cinesi.

 

 

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