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Avere piena autonomia vuol dire essere libero di scegliere i protagonisti per concludere il mandato elettorale. Avere carta bianca significa avere piena facoltà nell’agire. Quello che sta accadendo dal 28 maggio scorso a Sezze ha invece dell’incredibile. Tutti continuano a dire al primo cittadino di avere massima libertà nella scelta della nuova Giunta, come era stato nel passato, ma poi però nei fatti non è esattamente così:  c’è chi in questi giorni gli ha messo i paletti a destra, chi a sinistra, chi ha delegato altri per farlo, chi ha goduto della crisi e chi ne vorrebbe approfittare silenziosamente. Nessuno dei consiglieri comunali è stato obbligato a dimettersi e chi ha dato la sua disponibilità lo ha fatto per senso di responsabilità. Evidentemente, ciò non è bastato, nemmeno le dimissioni del sindaco sembrano aver cambiato alcune posizioni che, individualmente o a coppia, vorrebbero ulteriormente condizionare tutta la maggioranza e lo stesso sindaco. Sarebbe utile a questo punto utilizzare il manuale Cencelli e, con carta e penna alla mano, assegnare assessori e deleghe in base ai voti presi dai singoli e dalle liste. Allora sì che ogni discussione e rivendicazione cadrebbe come un fico secco, e la famosa frase: “A me che me tocca?” non avrebbe più alcun peso.  

 

“Se non venissero ritirate, le dimissioni presentate sarebbero il primo gesto compiuto dal Sindaco nel reale interesse della città, ormai paralizzata da tempo da incapacità politica ed amministrativa”. La pensa così Vittorio Accapezzato, ex amministratore della città, oggi attento osservatore delle dinamiche politiche e sociali setine. “Ad eccezione dell’intervento del capogruppo del PD Uscimenti che ha sentito il dovere di condividere in pieno la scelta del sindaco, è il silenzio generalizzato di tutti i consiglieri di maggioranza che soffia su una crisi politica tanto chiara. L’immobilismo di questi due anni  - aggiunge Accapezzato - è sotto gli occhi di tutti. Sono mancati interventi riguardanti l’urbanistica, il sociale, l’economia, l’ambiente, la salute e la qualità della vita e di risanamento all’economia traballante. C’è, al solito, il solo obiettivo da parte di qualcuno di rivendicare più posti nella spartizione dei posti di potere. Trapelano accuse, senza troppi dettagli su problemi di scontro che hanno costretto il Sindaco a presentare le dolorose dimissioni”. Accapezzato chiede quale siano i veri problemi che hanno portato alla crisi. “I cittadini vogliono conoscere con chiarezza e trasparenza, dal sindaco, quali siano le difficoltà e i contrasti in della coalizione che lo hanno costretto ad una scelta che lui stesso non avrebbe mai voluta. In primo luogo il primo cittadino dovrebbe chiarire perché è arrivato a revocare le deleghe agli assessori e su quali argomenti la sua conduzione è stata contestata. Fuori la verità. Le dichiarazioni rese dal sindaco e dal consigliere Uscimenti non lasciano dubbi. Si è parlato di tiro alla corda, di atteggiamenti poco responsabili e di compromessi che non hanno niente a che vedere con la politica”. Per Accapezzato “non è possibile far trascorrere i venti giorni per un eventuale ripensamento del Sindaco, senza che il paese conosca le reali motivazioni della rottura della corda tirata. Le forze della coalizione diano spiegazioni in merito. Il silenzio non gratifica. I gruppi di maggioranza Sezze Futura, Sezze Protagonista, Di Raimo sindaco che posizione hanno scelto di prendere per l’avvenire? Stanno lavorando su un documento congiunto da portare al primo cittadino con dei punti programmatici su cui ripartire? Le singole liste restano nella colazione o sono tra loro divise? Qual è la loro prova di fiducia e di compattezza verso il sindaco dimissionario? Quale accordo politico potrà incidere su una riflessione del sindaco a ritirare le dimissioni? Non può restare una coalizione politica di puro stampo elettoralistico, - afferma ancora Accapezzato -  che nulla ha a che fare con l’impegno civile e politico dovuto. Sarebbe ora che questa nostra Sezze, venga amministrata come si deve, senza sete di potere e prebende elettorali”.

 

Avevo suggerito al Sindaco di Sezze Sergio Di Raimo, pochi giorni fa, in occasione del ritiro delle deleghe agli assessori, di cogliere la palla in balzo per fare un bel tagliando di metà legislatura. Un bilancio delle cose fatte e da fare, con lo sguardo rivolto al programma con cui ha stravinto le elezioni. Rivedendo e aggiornando, ovviamente, i punti più qualificanti, in relazione alle novità intercorse e ai nuovi bisogni emersi in città e all'evoluzione (o involuzione) della società e del sistema politico-amministrativo. Non viviamo in un'isola e dobbiamo relazionarci costantemente con tutto ciò che succede intorno a noi. Mi ero anche permesso (si parva licet) di suggerirgli di valutare attentamente il lavoro svolto dai singoli assessori ed, eventualmente, di cambiare alcune pedine, nell'ambito delle forze di tutto il centro-sinistra.  Eravamo tutti in attesa del varo della nuova Giunta, quando inaspettatamente sono arrivate le sue  dimissioni "perché sono venute meno le condizioni per continuare ad amministrare il paese". Vorrei ricordare che il Sindaco ha il dovere (obbligo morale) di amministrare per 5 anni la città sulla base di un mandato ricevuto dalla popolazione e rifiutare l'idea che questa comunità potrebbe essere governata comunque da un Commissario prefettizio o da un'altra maggioranza, salvo fatti eclatanti di corruzione e di mafia che non riguardano assolutamente questa Amministrazione. E' una scommessa che mantiene ancora oggi, più di ieri, tutta la sua validità. Altrimenti sarebbe un venir meno alla fiducia accordatagli dalla stragrande maggioranza degli elettori che, solo due anni fa, hanno ribadito la volontà di consolidare a Sezze la tradizione decennale di un governo progressista, democratico e antifascista. Destra e Sinistra esistono ancora. Nessuno può negare questa dicotomia che, oggi, si manifesta in altre forme e con nuovi connotati. Vada avanti, dunque, Sergio Di Raimo! Facendo attenzione a non consegnare il paese in mano alla pericolosa destra di Salvini di cui, a livello locale, si conoscono a malapena alcuni volti che lo rappresentano, ma non i programmi e la loro storia. Non ceda a pratiche personalistiche  e ad accordicchi di potere. Vada in Consiglio Comunale, entro i venti giorni prescritti, presenti il programma corretto e aggiornato e la squadra degli assessori che ritiene più qualificati e chieda a tutte le forze democratiche presenti di assumersi la responsabilità di andare avanti con rinnovato impegno e  senso civico.

Dopo numerose richieste e dopo molti episodi di furto di automobili e danni alle macchine in sosta, il parcheggio della stazione ferroviaria di Sezze Scalo diventerà a pagamento e sarà custodito. La giunta, nei giorni scorsi, infatti, ha deliberato di dare mandato al corpo di polizia locale di predisporre tutti gli atti necessari volti a realizzare un parcheggio custodito e controllato, con tariffe accessibili e distinte fra residenti e non residenti, e con ulteriori riduzioni per gli studenti. Nel progetto ci saranno anche un numero adeguato di stalli liberi (per chi non vorrà usufruire di quelli a pagamento ) e di stalli riservati a donne o persone con disagio. La motivazione è la seguente:  "... per venire incontro alle esigenze dei tanti pendolari che ogni giorno prendono il treno per recarsi a lavoro o all'università e che devono parcheggiare l'auto, per diverse ore, presso la stazione ferroviaria".

 

 

 

 

Primi commenti politici dopo le dimissioni del sindaco di Sezze, Sergio Di Raimo. Il capogruppo consigliare del Pd, Armando Uscimenti, in una nota ufficiale parla della vicenda che ha portato il primo cittadino a rimettere il mandato. Personalismi e subdoli giochi di potere contro il bene comune, a vantaggio di strategie e interessi personali. Ecco la nota del capogruppo: "Dopo la notizia delle dimissioni del sindaco Sergio di Raimo, tanti cittadini e amici mi hanno contattato per chiedermi spiegazioni sulla situazione politica amministrativa che hanno portato il sindaco a rassegnare le dimissioni. Per queste ragioni - scrive Uscimenti - ho ritenuto doveroso esprimere il mio pensiero. Voglio esprimere la mia vera solidarietà alla scelta dolorosa del sindaco Sergio di Raimo. Sin dell'insediamento in consiglio comunale ho condiviso con fiducia e devozione il progetto del sindaco. Quando il sindaco ha chiesto a noi consiglieri la disponibilità di scendere in campo per risolvere la delicata situazione politico/amministrativo ho ritenuto opportuno e doveroso da parte mia rinnovare l'atto di fiducia, mettendomi a completa disposizione per il bene della cittadinanza e assumendomi tutte le responsabilità che ricopro da consigliere comunale, facendo fede ai miei ideali. Ho deciso di mettere da parte l'interesse personale senza cedere il passo a vili giochi di potere e subdole tattiche politiche, dando la più vera e concreta disponibilità per cercare di uscire al più presto dalla situazione che si era creata. Purtroppo non tutti hanno avuto la lucidità e la responsabilità di venire incontro alle esigenze della cittadinanza e di fornire un contributo reale all'azione amministrativa ma, al contrario, hanno fermentato la crisi politica, mossi da interessi di altra natura. Per questi motivi  - aggiunge - mi sento di condividere in pieno la scelta del sindaco, segnale di maturità politica e di onestà amministrativa, che non vuole cedere il passo a compromessi ma che, al contrario, mette al primo posto il bene della comunità. Ringrazio il sindaco Sergio di Raimo, i colleghi amministratori e consiglieri comunali che si sono adoperati in maniera vera, mostrando devozione e serietà. Voglio ringraziare i colleghi consiglieri dell'opposizione che hanno mostrato grande rispetto e discrezione in questi giorni giorni particolarmente delicati. Il mio augurio - chiude la nota del capogruppo - è che da questa scelta possa scaturire una concreta e vera presa di responsabilità e di consapevolezza da parte di chi finora non è stato in grado di fornirla, nell'ottica di scongiurare nuove elezioni garantendo un governo e non un lungo commissariamento, per il bene dei nostri cittadini".

 

 

Alla ricerca delle orme di dinosauro. Si è conclusa poco fa la visita presso l'ex cava Petrianni a Sezze Scalo, luogo già considerato dalla Regione Lazio come Monumento Naturale. Un nutrito gruppo di persone ha partecipato ad una prima visita pubblica ufficiale, lì dove 100 milioni di anni fa abitavano dinosauri di ogni specie. E' stata una visita utile per capire l'importanza del Monumento, un sito archeologico straordinario che deve essere tutelato e riscoperto. I partecipanti hanno visto e toccato con mano le orme di dinosauro che milioni di anni fa hanno lasciato nel fango, poi divenute superfici calcareee, impronte e sedimenti di vita preistorica. Si tratta di un'area estesa di 32 ettari, ricca di fossili e di storia. L'avvio del percorso che ha portato al riconoscimento di un “Monumento Naturale" è avvenuto nel 2003 quando in una cava di calvare i geologi Daniele Raponi e Gaspare Morgante, su incarico della XIII Comunità Montana dei Monti Lepini ed Ausoni, scoprirono le prime orme di dinosauro risalenti al periodo Cenomaniano, ossia la parte superiore del Cretacico Inferiore, qualcosa come 95 milioni di anni fa. Una scoperta che ha rivoluzionato le ricerche. Prima infatti si pensava che il Mediterraneo dovesse essere solo un grande oceano, dopo la scoperta invece  si ha la certezza che c’erano terre emerse in un clima tropicale. La gestione del Parco Naturale è stata affidata al Comune di Sezze.

Un fulmine a ciel sereno. Il sindaco di Sezze, in merito al rimpasto di Giunta, sembrava fosse arrivato ad una conclusione positiva, e invece ieri, dopo l’ennesimo incontro finito male, il sindaco ha deciso di lasciare. Pochi minuti fa Sergio Di Raimo ha presentato le dimissioni dalla carica di sindaco di Sezze. Nella nota inviata alla segretaria generale, al presidente del consiglio comunale e a tutto il consiglio comunale Di Raimo, scrive: “Comunico le mie dimissioni dalla carica di sindaco per le seguenti motivazioni: ritengo siano venute meno le condizioni politico/amministrative per continuare ad amministrare questa città. Il periodo di riflessione che doveva portare tutti i protagonisti in campo ad assumere un atteggiamento di maggiore responsabilità ha portato invece ad un gioco di tiro alla corda con l’inevitabile conseguenza. Vi assicuro che non è facile da parte mia rassegnare le dimissioni, ma penso che il nostro paese e il nostro Ente abbiano bisogno di persone capaci di assumersi responsabilità senza condizioni e senza veti reciproci. Ringrazio tutti i consiglieri che hanno dato la disponibilità vera al rilancio dell’azione amministrativa e ringrazio tutti coloro che hanno in questi due anni credendo in modo serio al progetto”. Per legge il sindaco ha 20 giorni da oggi per ritirare le sue dimissioni e quindi per ripensarci. In caso contrario ci sarebbe lo scioglimento anticipato del consiglio comunale e la nomina da parte del Prefetto del commissario per ordinaria amministrazione fino a primavera, periodo nel quale ci saranno nuove consultazione elettorali. Non è dato sapere se il sindaco abbia fatto questo passo strategicamente o se veramente abbia deciso di non guidare più la sua città. In questi giorni di consultazioni va detto che Di Raimo aveva tentato l'impossibile per trovare nuovi equilibri in seno alla sua maggioranza, ma c'è stato sempre qualcuno che per una ragione o per un'altra gli aveva messo i bastoni tra le ruote. Questa mattina sono arrivate le sue dimissioni. 

Venerdì, 21 Giugno 2019 06:53

La storia e l'esame di maturità

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Il ministro della P. I. Marco Bussetti ha superato la prima prova scritta dell'esame di maturità. Ha dato infatti un'impronta storica a tutte e sette la tracce di italiano scritto, proprio lui che poco tempo fa aveva avallato il ridimensionamento degli studi storici e, di conseguenza, l'addio al tema di   storia.  Interessante è risultata, infatti, la traccia sul grande campione di ciclismo Gino Bartali che, diventando una staffetta partigiana, d’accordo con l'allora arcivescovo di Firenze, modificò la sua bicicletta affinché nei tubi del telaio si potessero infilare documenti falsi per liberare centinaia di ebrei, salvandoli così da una morte sicura. Altrettanto indovinata e attuale la traccia su Carlo Alberto Dalla Chiesa, il generale più amato nella storia dei Carabinieri, che venne ucciso dalla mafia insieme a sua moglie. Nondimeno l’altra sullo scrittore Leonardo Sciascia che rivelò l'intreccio malavitoso della mafia con la politica e, l'altra, sul poeta Ungaretti che raccontò in maniera sublime il suo stato d’animo durante il conflitto della prima guerra mondiale. Mai, come quest'anno, la storia si è affacciata ovunque. Buon segno!  Il manifesto di intellettuali, sindacati, giornalisti e di gente comune, che ha raccolto 50 mila firme, ha ottenuto la sua parziale rivincita. Cancellare la prova di storia è stato un grave errore, un atto che aumenta le difficoltà che l’insegnamento di questa disciplina incontra nelle scuole. La giustificazione addotta dal ministro Bussetti, consistente nell'esigua percentuale di studenti che fino ad ora hanno scelto questa prova, è apparsa frettolosa e dannosa. Non è certo colpa degli studenti se la storia è diventata la cenerentola dei programmi; non è colpa dei professori che possono impegnare pochissime ore allo studio di questa disciplina e devono correre per arrivare a illustrare e spiegare frettolosamente il Novecento. Eppure "istoria magistra vitae" dicevano i latini. La storia costituisce il ponte tra passato e presente e insegna a capire il futuro. Se i giovani sono inconsapevoli e privi di riferimenti del passato, non hanno nessuna colpa. Il fatto è che la storia ha perso nei Licei potere curricolare e nelle Università potere accademico perché non garantisce carriere brillanti e remunerative. E' questa, purtroppo, la maggiore preoccupazione dei genitori. La contrazione dello studio della storia è dovuta all'impoverimento delle risorse finanziarie che vengono dirottate sui corsi di laurea più redditizi: ingegneria, economia etc. Le gravi conseguenze di tutto ciò sono sociali e civili. Un paese che ignora la storia è destinato a spegnersi. Chi ignora la storia non può esercitare un esercizio di piena cittadinanza e, spesso, da cittadino diventa suddito, Senza conoscenza della storia è difficile cogliere il senso del cambiamento e la necessità di trasformare e migliorare la società. 

L'ultimatum del sindaco, evidentemente, è servito a qualcosa. Molto probabilmente oggi Sergio Di Raimo renderà ufficiale la nuova Giunta comunale. Alla fine, Sergio Di Raimo, rumors a parte, è stato abile nel trovare la quadratura del cerchio. Le consultazioni sono andate oltre il tempo previsto iniziale ma sono state utili per ritrovare un equilibrio (si spera) in seno alla maggioranza consiliare, e quella forza indispensabile per rilanciare l'azione dell'amministrazione comunale. Dopo 23 giorni dall’azzeramento delle deleghe assessorili, il primo cittadino, sta per ufficializzare i componenti della nuova Giunta. Si è trattato di un lavoro certosino, utile per capire quali sono stati gli errori del passato, e per evitare di commetterne degli altri in futuro. In Giunta, tranne ripensamenti dell'ultimo minuto, dovrebbero entrare i dimissionari consiglieri comunali Armando Uscimenti, Giovanni Bernasconi e Francesca Barbati. In tal caso al loro posto subentrano in aula Paolo Rizzo e Briciu Dorin Adrian (primo rappresentante in aula della comunità rumena a Sezze), primo e secondo dei non eletti nella lista del Pd e Giovanna Marchetti della lista "Sezze Protagonista con Di Raimo". Saranno i tre consiglieri dimissionari a cercare di dare uno slancio politico differente alla squadra di governo. A Uscimenti, Bernasconi e Barbati, se sarà confermato il loro ingresso in Giunta, gli va riconosciuto, comunque, senso di responsabilità nei confronti della città che non poteva permettersi di tornare alle urne (e consegnare il paese nelle mani di un commissario), verso il partito democratico e la lista civica Sezze Protagonista. Importante, in fase di consultazione, è stato anche il ruolo ed il contributo dato dal segretario provinciale Claudio Moscardelli e quello del consigliere regionale Salvatore La Penna per il gruppo dem. E' stata una fase molto delicata ma il sindaco, fino a prova contraria, ha tenuto la barra dritta e con lucidità ha limato ogni passaggio per giungere a dama. In questi giorni è stato scritto e detto di tutto e di più, a sostengo di una politica dell'odio e del rancore, del tutti contro tutti. Ma a Sezze, paese con molti problemi, oggi serve esattamente l'opposto.

il sindaco Sergio Di Raimo

 

CHI POTREBBE ENTRARE IN GIUNTA COMUNALE...

In Giunta potrebbe entrare Giovanni Bernasconi, 44enne, ex consigliere provinciale e presidente facente funzione della Provincia di Latina, consigliere comunale di Sezze dal 2010. Esponente del partito democratico, è stato uno dei maggiori fautori e sostenitori della candidatura a sindaco di Sergio Di Raimo. E' stato anche colui che ha chiesto poi al sindaco di cambiare passo e azzerare la Giunta. In Provincia si è distinto per una azione determinante per intercettare finanziamenti importanti per l'edilizia scolastica e per l'ambiente su tutto il territorio. Potrebbe essere considerato l'uomo della svolta dell'azione politica della nuova Giunta. Professione: promotore finanziario.

Giovanni Bernasconi

Il secondo assessore della nuova Giunta che dovrebbe essere nominato è Armando Uscimenti, 55enne, consigliere comunale dal 2007, capogruppo PD, ed ex assessore alle politiche sociali dal 1999 al 2003 della Giunta Siddera. Nella vita è un operatore sanitario. Politico navigato e coerente, impegnato nel sociale e nell’associazionismo da anni, è un amministratore che vive a stretto contatto con i cittadini ed è il primo a rimboccarsi le maniche in caso di necessità. Vive la sua esperienza politica come un servizio alla persona.

Armando Uscimenti

Dovrebbe entrare in Giunta comunale anche Francesca Barbati, altro consigliere comunale dimissionario, presidente della commissione lavori pubblici, eletta nelle file della lista “Sezze Protagonista con Di Raimo”. Dottore commercialista è una donna alla prima esperienza politica e amministrativa ma capace a fare i conti. Dal 2012 al 2015 infatti è stata revisore dei conti del Comune di Sezze.

 

Francesca Barbati

 

 

CHI DOVREBBE USCIRE...

Massimo riserbo sui nominativi che dovrebbero lasciare la Giunta. Per il momento solo ipotesi e voci di corridoio non confermate da nessuno. E' probabile però che nelle prossime ore il sindaco comunicherà ufficialmente la nuova Giunta.

 

NUOVI EQUILIBRI IN MAGGIORANZA?

L'operazione politica del sindaco ha indubbiamente generato malumori nella maggioranza, anche se va detto che nella scelta degli assessori il sindaco ha sempre avuto piena autonomia e carta bianca da parte di ogni gruppo dei consiglieri comunali. Così è stato anche per il rimpasto di Giunta. E' probabile che qualcuno in aula, adesso, non approvi la scelta politica fatta dal primo cittadino, capo della coalizione, rivendicando chissà cosa o pensando adesso di poterlo tirare per la giacca alla prima occasione. In questo caso il sindaco avrebbe tutto il diritto di rimettere il mandato in mano agli elettori: non per sua colpa si tornerebbe alle urne. A chi converrebbe tale tatticismo e strategia del "a me che me tocca?"? La città ha bisogno di risposte urgenti, di fatti...e non di ricatti che da tempo ingessano il Comune.

Ecco i consiglieri comunali che subentrano in caso di dimissioni di Bernasconi, Uscimenti e Barabati.

Giovanna Marchetti

Paolo Rizzo

Briciu Dorin Adrian

 

 

 

"Purtroppo sono ancora troppe nel mondo le persone che ogni anno vengono condannate a morte e ancora troppi sono i paesi che prevedono nel loro ordinamento la pena capitale. I dati raccolti a livello mondiale dimostrano come la pena di morte, usata in modo sproporzionato contro le persone più svantaggiate, non abbia un effetto deterrente, e rappresenti una punizione crudele e disumana che va a violare il diritto alla vita". Il Partito Democratico di Sezze, con queste parole, aderisce all'appello lanciato dalla comunità di Sant’Egidio di Sezze, “Sezze Città per la  vita”. I dem setini sostengono quindi con forza e determinazione la campagna per l’abolizione della pena di morte in tutto il mondo. La Comunità di San'Edigio per il prossimo 24 giugno terrà un momento di preghiera per Ruben Gutiérrez, un prigioniero nel braccio della morte da vent'anni che, purtroppo, nonostante i ripetuti appelli e le continue richieste di rifare l'esame del DNA, è stato messo in lista per l'esecuzione il 31 luglio 2019. Il momento di preghiera si terrà alle 18 presso la chiesa di Sant’Andrea di Sezze.