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A 43 anni dalla sua tragica morte, il tempo non riesce a spegnere il dolore e il rimpianto per la sua perdita. Lo voglio ricordare non solo per commemorare (doverosamente) un triste anniversario ma per rivivere, in maniera familiare, alcuni momenti vissuti con lui, come con un fratello minore. Ho conosciuto Luigi Di Rosa nella falegnameria di Giuseppe Orlandi, detto Mbaro, in via Valerio Flacco, dove spesso, di pomeriggio, mi recavo per passare un pò di tempo. Lui, allora, era uno studente -operaio che, dopo aver fatto i compiti, si guadagnava qualche lira facendo l'apprendista-aiutante. Un ragazzo semplice, non certo un aspirante eroe. Preoccupato per il suo avvenire, aspirava a una vita migliore e a un lavoro diverso da quello di suo padre Guido, muratore. Sapeva di dover fare un percorso in salita ma non gli mancava né il coraggio né  la volontà. La politica, come molti di noi, ce l'aveva nel sangue, gliela aveva trasmessa suo nonno Costantino Luccone, capolega dei contadini. Il Partito comunista veniva subito dopo, come strumento per imparare a conoscere il mondo e per non sentirsi solo, perché da soli si perde. Luigi era iscritto alla FGCI, perché allora nella federazione giovanile comunista si stava bene, e perché era una scuola di vita. Una scelta naturale, coerente, quasi istintiva. Era iscritto alla FGCI per seguire una tradizione di famiglia, perché la tradizione non si doveva interrompere, perché rappresentava un patrimonio e una eredità di sentimenti e di conquiste sociali. Quella sera del 28 Maggio 1976 era là, a Ferro di Cavallo, quasi per caso. Aveva solo 21 anni quando un maledetto e vile colpo di pistola lo colpì e lo uccise. Una morte che ha segnato profondamente la mia esistenza e quella dei giovani della mia generazione. Quel ragazzo, dallo sguardo dolce e malinconico, non c'è più. Ma non si può dimenticare. Non si deve dimenticare!

Riceviamo e pubblichiamo un nuovo intervento di Vittorio Accapezzato sui lavori sospesi al Belvedere di Sezze.

"Tutti noi abbiamo la consapevolezza di cosa sia un prospetto, ma scegliere per definire quale sia il titolo edilizio necessario quando si debba modificare un prospetto non è cosa facile. Il d.lgs. 222/2016 riporta, ogniqualvolta si operi una alterazione dello stato esteriore degli edifici, ricorre la necessità di fare richiesta su domanda di parte con risposta amministrativa se l’intervento sia conforme o no agli strumenti urbanistici e al regolamento edilizio. La variazione di prospetto con opere edilizie che riguarda la facciata di un edificio, è assimilabile al capovolgimento di un aspetto visivo di una piazza, largo o belvedere. L’inserimento di un manufatto esterno allo spiazzo viene a mutare il profilo estetico architettonico della zona tale da poterla deturpare. Pertanto un intervento edilizio, che riguarda la costruzione di un monumento, comporta una modifica visiva alterando la visione preesistente di una piazza. In pratica è una modifica di prospetto che forse potrebbe rientrare alla necessità di ottenere il permesso di costruire, ai sensi dell’articolo 10, comma 1, lettera c), d.P.R. 6 giugno 2001, n. 380 tramutandosi in SCIA. Il progetto del monumento a San Lidano d’Antena nasce dalla convinzione degli autori di arricchire una piazza ma non è mai semplice confrontarsi con il passato. Quando si costruisce su un sito di grande rilievo paesaggistico o archeologico c’è sempre il rischio di fare troppo o, al contrario, di fare troppo poco. Le presunte incongruenze relative sia alle procedure amministrative che ai pareri assentiti, richieste agli Uffici competenti dal consigliere Rita Palombi di procedere alle conseguenti verifiche e di annullare gli atti amministrativi in sede di autotutela, sono state accolte e fatto ritenere all’ufficio tecnico che sussiste l'esigenza di un approfondimento in ordine agli aspetti che riguardano l'iter procedimentale e più in particolare l'iter di formazione del titolo sulla base dei quali sono in corso di realizzazione i lavori ordinando la sospensione dei lavori. L’Opera non deve essere analizzata solo sulle procedure amministrative messe in dubbio, ma osservata e analizzata, se è ammissibile e rispondente alle norme Tecniche del Piano Regolatore Generale di Sezze attualmente vigente. Sono soprattutto queste regole urbanistiche che vietano l’opera. Il Belvedere della piazza del Duomo non si presta a questo tipo di trasformazione. Non basta il parere paesaggistico. Lo recita bene l’articolo 31 ZONA A CONSERVAZIONE E RISANAMENTO: “Tutta la zona di cui al titolo è sottoposta al vincolo di conservazione dello stato attuale in tutte le parti che la compongono (case, strade, .piazze, edifici pubblici ecc.) per mantenere il carattere dell’ambiente architettonico ed urbanistico. Gli unici interventi ammessi sono quelli diretti ai miglioramenti delle condizioni di abitabilità del vecchio centro attraverso il risanamento delle costruzioni malsane”. L’edificazione del monumento non è conservazione e né risanamento".

 

Domenica 26 maggio dalle 7 alle 23 si terranno le votazioni per il rinnovo del Parlamento Europeo. Sono 15 le liste dei candidati per il parlamento europeo spettanti all’Italia. Anche gli elettori setini si recheranno alle urne, sono poco meno di 20 mila gli aventi diritto al voto. Sarà sicuramente una impressione personale ma il passaggio di queste elezioni europee anche a Sezze è stato particolarmente blando, quasi inesistente, con pochissime presentazioni, un paio di manifestazioni e manifesti e tanta propaganda sui social network. I primi ad essere distanti dalla politica ancora una volta non sono stati i cittadini ma gli stessi rappresentanti istituzionali e politici, che poco o nulla, anche in questa circostanza, hanno dato alla città in termini di campagna elettorale e quindi programmi, proposte etc etc. Il solco tra la comunità e la politica è sempre più grande e profondo, e quello scollamento nella società è purtroppo sempre più evidente e drammatico. I tempi sono cambiati velocemente e non esistono più le cosiddette truppe cammellate, che con i paraocchi ubbidivano agli ordini di scuderia. Oggi la politica nasce e muore sui social, su Facebook, su whatsApp. Sono spariti i comizi di piazza, è tutto veloce, breve e superficiale. Il paradosso è che alla fine in molti andranno alle urne ed è importante e giusto che sia così ma lo faranno solo per senso civico, non sapendo una sola virgola di programmi e candidati.

 

 

Il funzionario PO dell'Ufficio Tecnico comunale ha ordinato nel pomeriggio di oggi la sospensione dei lavori al belvedere di Santa Maria di Sezze. L'ordinanza del settore tecnico n° 6 della giornata odierna è stata firmata a seguito dell'accesso agli atti della Consigliera Comunale Rita Palombi nel quale si evidenziano presunte incongruenze relative sia alle procedure amministrative che ai pareri assentiti. Nell'ordinanza di sospensione del monumento di San Lidano commissionato da Don Massimiliano Di Pastina si rileva che "i rilievi attengono sostanzialmente l’iter procedurale atteso che i lavori sono eseguiti su area appartenente al patrimonio del Comune di Sezze sulla base della C.I.L.A. che costituisce, di norma, un titolo per interventi di natura privatistica". Si tratterebbe insomma di un'opera privata su suolo pubblico. Il Funzionario Vincenzo Borrelli "ritenuto quindi sussistere l'esigenza di un approfondimento in ordine agli aspetti che riguardano l'iter procedimentale e più in particolare l'iter di formazione del titolo sulla base dei quali sono in corso di realizzazione i lavori di cui trattasi" ha disposto "l’immediata sospensione dei lavori per meglio verificare, ponderare ed emettere, entro 45 giorni dalla data della presente ordinanza, provvedimenti definitivi". 

 

 

“Un pomeriggio con le mamme" è il titolo dell'evento organizzato dal Cif di Sezze e dedicato alla dott.ssa Paola Pasqualucci che si è svolto lo scorso sabato presso il Teatro Costa di Sezze. Un giorno di maggio insolito perché uggioso e fresco come un malinconico pomeriggio d'autunno ma con uno spirito arricchito dalla egregia organizzazione del comitato delle donne del Cif che vede l'instancabile e brillante Presidente Alessandra Galanti alle prese di un'associazione che riserva sempre grandi sorprese.
La finalità dell'evento si è concentrata sulla raccolta fondi per sostenere l'associazione Onlus “Il giardino dei Sogni". Con il ricavato dell'evento,  i ragazzi dell’associazione, potranno trascorrere due settimane al mare, così come si legge in una mail inviata dalla presidente nazionale del Cif, la teologa Renata Micheli la quale ringrazia di cuore le componenti del Cif setino elogiando  l’importante lavoro svolto dalla sezione locale. Non manca all'appello nemmeno il messaggio della Presidente Regionale del Cif, Marita Ricagni che in una nota inviata alla Presidente di Sezione, ringrazia tutti e si scusa per non aver potuto partecipare all'evento. Nel messaggio si legge l'invito a continuare a volare alto perché “solo chi sogna impara a volare".  L'evento si è svolto in due momenti presentati da Donatella Cotesta. Durante la prima parte si è esibita la ASD ritmicando di Sezze con diverse coreografie delle allieve della scuola che hanno arricchito il palcoscenico di brillanti colori e freschi sorrisi. La seconda parte si è svolta con la coinvolgente esibizione del concerto del Trio dei due Mondi composto dai due tenori Eusebio Consoli e Antonio de Asmundis mentre al pianoforte M° Nicola Franco, con la partecipazione delle poetesse Isabella Battaglia e Sandra Borgioni. Uno dei momenti più belli ed emozionanti è stata l'interpretazione del pezzo dal titolo “mamma" e dietro quelle note, tutto il pubblico ha cantato con trasporto pronunciando il ritornello “mamma, solo per te la mia canzone vola". Lo spettacolo ha ottenuto il patrocinio del comune di Sezze e a rappresentare l'amministrazione c'erano tre assessori e diversi esponenti del consiglio comunale.

 

Qualche giorno fa ho letto su una testata online una notizia di cronaca locale. Ad aver catturato la mia attenzione, però, più che il contenuto, è stato il titolo. “Latina, il crocifisso nell’auto di un 54enne di Sezze rubato dalla chiesa di San Matteo”. A scuola mi sarei divertita moltissimo ad interpretare questo titolo ambiguo e a tracciarne diverse storie con gli studenti.

Traccia n. 1. “Nella chiesa dedicata a San Matteo era stato rubato un crocifisso e questo è stato trovato nell’auto di un 54enne di Sezze.”

Traccia n. 2. “La chiesa dedicata a San Matteo ha rubato un crocifisso che era nell’auto di un 54enne di Sezze.”

Traccia n. 3. “Un 54enne è stato sequestrato mentre si trovava nella chiesa di san Matteo e poi imprigionato nella sua auto con un crocifisso”.

Di un colpo mi sono venuti in mente ricordi della mia esperienza “sul campo” e di tutti i giochi linguistici che mi piaceva fare con gli studenti, spesso per sottolineare l’ambiguità dei significati quando si compiono errori ortografici o si collocano le parole secondo posizioni non proprio ortodosse. Marco, prima media, mi diceva sempre “Prof, non riesco proprio a controllarmi: scrivo sempre cuore con la q!”. Che emozione per me quella sua affermazione! Uno dei libri che ho amato di più è stato il “Libro degli errori” di Gianni Rodari: grandi risate a leggere dei terribili gemelli Marco e Mirco, a girovagare con Giovannino Perdigiorno. E il professor Grammaticus? Mi ero pure meritata in famiglia, quando facevo cose senza senso, il nome di Pier Tonta, per gli amici Tontina… Cosa potevo dire a Marco se non che un cuore malato è davvero con la q? Un cuore che soffre per un amore non corrisposto, per un litigio con l’amico preferito… Ho provato ad immaginare che quando Marco scriveva quore, aveva ragioni da vendere a renderlo così sofferente o così speciale: del resto la c è una consonante graficamente aperta, che lascia scappare il sentimento, la q invece lo racchiude nel suo cerchio perfetto con quel sentiero in basso pronto, forse, ad essere percorso. Dimitri, compagno di banco di Marco, durante una verifica mi chiese “Prof, ma eccezionale si scrive con una zeta o con due?” Caro Dimitri, chissà come ti sei sentito quando la tua prof non ti ha dato una risposta, ma ha a sua volta obiettato “Dipende. Se davvero è un evento o una qualità o un oggetto di notevole e straordinaria portata, io ne metterei anche tre!” Quanti di noi leggono sulle epigrafi funebri “Ne danno il triste annuncio: la famiglia tutta”? Tutti pensiamo che quel povero defunto aveva tanti cari a compiangerlo, una famiglia così numerosa da meritare pure il verbo al plurale! Che bello poi vedere scritto “forsa” con la esse e non con la zeta! Il sogno di un mondo che progressivamente vuole eliminare la violenza distruttiva, che prova a mitigarla con il segno avvolgente e morbido della esse al posto della spigolosa e sonoramente potente zeta… E scrivere “forze mi sbaglio”? Rafforza davvero la caduta delle grandi ideologie e verità, apre al dubbio, alla possibilità, alla riflessione che il proprio punto di vista deve incontrarsi – in un dialogo costruttivo – con quello del prossimo. Gli errori di ortografia sono così: hanno una loro bellezza, nascondono significati che lasciano immaginare nuove storie; ogni errore apre un mondo di interpretazioni. Sta a noi leggere sempre con gli occhi pieni di stupore e non fermarsi alla notazione dell’errore, ma riflettere sul significato che può avere. Di sicuro i ragazzi si faranno una bella risata e ci penseranno due volte a compiere lo stesso errore. O forse Marco alla compagna che lo ha tradito dirà ancora oggi che lo ha ferito profondamente al quore?

 

Proseguono spediti i lavori di realizzazione del monumento di San Lidano sul belvedere di Sezze. In Piazza Santa Maria si lavora anche sotto la pioggia perché come da programma i lavori devono essere completati entro il 30 giugno, prima della Festa dei Santi Patroni. I lavori continuano nonostante la richiesta di “ritirare attraverso gli uffici competenti e gli organi di Polizia municipale, in autotutela, il permesso concesso per la realizzazione del monumento” fatta dal comitato spontaneo “Muro della tèra”, richiesta inviata a tutti i rappresentanti istituzionali della città e al Prefetto di Latina. Qualcosa però inizia a muoversi. Il consigliere comunale e provinciale Rita Palombi, dopo le deludenti risposte del sindaco Di Raimo al question time, ieri ha effettuato un accesso agli atti visionando presso l’ufficio tecnico comunale tutto il fascicolo dell’opera in fase di realizzazione. “Da una approfondita visione degli atti, la sottoscritta - scrive la Palombi - rileva una molteplicità di incongruenze relative sia alle procedure amministrative in essere, sia ai pareri rilasciati in merito all’installazione della suddetta statua e dei lavori che risulterebbero essere di titolarità privata su suolo pubblico. Tale incongruità determinerebbe l’illegittimità di tutti gli atti di assenso relativi ai lavori di cui in oggetto e dell’intera procedura amministrativa”. Ci sarebbero quindi delle incongruenze che potrebbero determinare delle illegittimità. Per tale ragione Rita Palombi ha chiesto un intervento di urgenza da parte degli uffici di competenza affinché “vengano sospesi i lavori e ripristinato lo stato dei luoghi”, di “annullare tutti gli atti amministrativi in autotutela e di convocare urgentemente la Commissione Trasparenza Amministrativa per approfondire l’iter relativo a tutti i provvedimenti adottati”. Vedremo come andrà a finire. E’ certo e va chiarito una volta per tutte che questa battaglia non è contro qualcosa o qualcuno ma solo a favore e a tutela di un bene pubblico.

 

 

Sola tanta paura e fortunatamente nessun ferito a bordo. Questa mattina una circolare del trasporto pubblico comunale che trasportava alunni e residenti è uscita fuori strada in via Certosa in località Crocemoschitto a Sezze. Il mezzo è uscito dalla corsia per il manto viscido e si è adagiato sulla banchina probabilmente a causa del cedimento del bordo stradale, bravo è stato l'autista Filiberto ad  accompagnare il mezzo delicatamente senza nulla far accorgere ai passeggeri. Quel tratto di strada comunque è praticamente impercorribile e pericoloso per le condizioni in cui si trova da tempo. In quel momento sulla Circolare della Concessionaria del Comune di Sezze vi erano alunni e residenti del posto ma per fortuna nessuno ha riportato ferite.

 

Si è costituito ieri il Comitato spontaneo denominato “Muro della tèra” finalizzato alla tutela dell’area paesaggistica in Piazza del Duomo di Sezze, dove sono in corso i lavori di realizzazione di un monumento dedicato a S. Lidano. Il Comitato, libero e aperto a tutti, ha ricevuto numerose adesioni e richieste di partecipazione alle iniziative che verranno intraprese. I firmatari hanno già protocollato una lettera indirizzata al sindaco di Sezze Sergio Di Raimo, al presidente del consiglio comunale Enzo Eramo, ai consiglieri comunali tutti, al segretario comunale e al Prefetto di Latina. Nella lettera si chiede “di ritirare attraverso gli uffici competenti e gli organi di Polizia municipale, in autotutela, il permesso concesso per la realizzazione del monumento riferito in oggetto”. Ci si riferisce ovviamente al Monumento commissionato da Don Massimiliano Di Pastina che verrà eretto al centro del Belvedere setino, un’opera che ha ottenuto tutti i pareri favorevoli richiesti e successivi passaggi istituzionali deliberati dalla Giunta comunale il 1 e l’8 giugno 2018. Nelle missiva inviata alle autorità locale il Comitato scrive: “Non si tratta semplicemente di una statua da collocare in Piazza Duomo, ma di un vero e proprio obnubilamento della libera visuale del “Muro della tèra” (così chiamiamo quel luogo noi sezzesi), lo spazio libero ed infinito verso l’orizzonte, fino al mare e alle isole Pontine, che sorprende ed affascina tutti i visitatori della piazza. Per noi sezzesi quello spazio è molto di più di un largo calpestabile, di un marciapiede; ognuno ha ricordi legati a quell’affaccio ogni volta sempre più sorprendente. Ci sono storie, aneddoti, poesie dialettali e memorie intime che hanno visto quello stesso spazio occasione di riflessione e contemplazione… Forse (lo diciamo con dolore) quello è l’ultimo luogo incontaminato e non deturpato da orpelli e suppellettili architettoniche che è rimasto a Sezze, di un valore naturalistico e paesaggistico inestimabile”. Prima che sia troppo tardi e che quella statua possa diventare “oggetto contrastato di devozione e/o denigrazione, con indubitabile deturpamento del “Muro della tèra”, recando disonore a voi amministratori pro-tempore - eletti a tutela dei valori di questa comunità-, e a noi cittadini che non abbiamo fatto sentire alto e forte il grido del popolo impoverito di un bene pubblico unico” i firmatari chiedono “di ritirare, in autotutela, le disposizioni che hanno consentito l’avvio di quei lavori e lasciate l’intera area così com’è da tempo immemore”.

 

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta ai cittadini e al sindaco di Sezze Sergio di Raimo scritta da Vittorio Accapezzato, ex amministratore della città e docente in pensione.

"Egregi compaesani, come molti di voi, sto seguendo la questione della “non donazione”, ma della sola esposizione al pubblico della statua del nostro compatrono San Lidano che non per colpa sua prese il posto al suo predecessore San Luca di cui oggi si ricorda stentatamente la fiera. L’argomento, di cui gran parte dei cittadini sta disapprovando e manifestando le proprie osservazioni è un atto amministrativo varato dalla sola giunta comunale. I consiglieri eletti come nostri rappresentanti, nell’occasione dimostrano che hanno orecchie da mercanti dando la sensazione che sono fatti che non riguardano il paese ad eccezione della Palombi e Contento. Non è mia intenzione entrare nella polemica della scelta della collocazione che sotto ogni aspetto, permettimi sig. Sindaco, non è tra quelle migliori ed è molto negativa sotto ogni aspetto, per la qualcosa ci è molta criticità in paese. Voglio andare nella sostanza dei fatti. Leggo nella nuova delibera di giunta n.95 del 08.06.2018, che revoca la precedente n. 92 del 01.06.2018, di autorizzare il richiedente concittadino al posizionamento dell’opera (la statua) e che la scultura della stessa rappresentante santo patrono San Lidano resterà di sua proprietà, ossia reversibile. In data 16.04.2018 prot.3943, viene richiesto al Sindaco La realizzazione del monumento a San Lidano, da collocarsi nell’area ad uso belvedere della piazza di Santa Maria. Nella richiesta si precisa “ Il progetto è articolato in due lotti di lavori, di cui il primo riguarda la scultura e il relativo basamento: le risorse economiche necessarie per questo primo lotto di lavori sono messe a disposizione dal sottoscritto, donatore e proprietario della scultura, mentre per il secondo lotto - e cioè la completa riqualificazione della piazza, sempre secondo il progetto allegato - ci si impegna a ricercare fondi pubblici (statali, regionali, etc.) e privati (donazioni, sottoscrizioni, finanziamenti a scopi pubblicitari, etc.… “ Di che donazione si parla? Lo scopo della donazione ha uno strumento giuridico di trasmissione a titolo gratuito di beni da parte di un soggetto vivente. In pratica è manifestazione di volontà di una parte di arricchire l'altra parte senza corrispettivo. Lo spirito della donazione è in realtà il desiderio o l’opportunità di dare qualcosa alle persone a noi legate da affetti o da amicizia. Ha lo scopo di aiutare i propri figli, parenti, amici, ricompensare chi ti ha reso un servizio, fare beneficienza o donare un bene alla collettività. In questa richiesta, non vi è la volontà del donante di spogliarsi, per spirito di liberalità, di un proprio bene e non vi è interesse affettivo verso la cittadinanza. Resta solo una collocazione di una statua, su suolo collettivo, reversibile ai futuri suoi eredi. Ebbene, io avrei detto: se resta di sua proprietà portala a casa, non sottraggo parte del bene comune e lo metto a disposizione di soggetti particolari. A noi non riguarda. Grazie. Oltre a quanto detto, sindaco ti pongo una domanda a cui non potrai rispondermi con certezza .Finito il primo stralcio dei lavori cioè basamento e statua, per quanto tempo resterà la piazza del belvedere priva di pavimentazione e riqualificazione completa? Dobbiamo aspettare, che il concittadino riceva fondi pubblici, da privati, da sottoscrizioni ecc. A Sezze si dice: “aspetta cavallo mio che l’erba cresce.” Scusatemi lo sfogo".