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Pubblichiamo il post di Celestina Morando, moglie di Herbie Goins, amareggiata per quanto accaduto dopo la decisione del Comune di Sezze di ridimensionare l'evento dedicato al grande bluesman scomparso nel 2015.  L'associazione culturale nata per ricordare la figura del grande artista aveva promosso e organizzato l'evento da inserire nel calendario dell'Estate Setina, il Comune di Sezze anche grazie a questo evento aveva ottenuto dei finanziamenti ma in corso di programmazione... avrebbe cambiato idea e proposto all'associazione un evento minore, del tutto ridimensionato.

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L’Associazione Culturale Herbie Goins desidera spiegare qui di seguito i motivi per cui non organizzerà alcun evento dedicato ad Herbie Goins nell’estate 2023, nonostante ciò sia stato reso pubblico con varie modalità, e di conseguenza  il motivo per cui il nome di HERBIE GOINS non potrà essere inserito in nessun modo nella programmazione di alcun evento e/o concerto in programma.
Per aderire agli inviti e alle richieste di molti amici di Sezze al fine di promuovere un evento per ricordare Herbie, a fine maggio avevamo presentato, come Associazione Culturale Herbie Goins, una proposta di programma per una serata evento, “Sezze ricorda Herbie Goins”. Tale serata vedeva la partecipazione di tre note Blues Band e di due illustri ospiti. Nelle nostre intenzioni, inoltre,  questo grande concerto sarebbe potuto essere il preludio per la ripresa di quel Sezze Blues Festival che Herbie organizzava e  che era diventato fin da subito un appuntamento annuale di importante  risonanza per il paese.
Pur non avendo avuto risposta a tale proposta da parte del Comune, avevamo saputo che l’Amministrazione aveva inserito una manifestazione a ricordo di Herbie nella richiesta di finanziamento alla Regione per l’estate setina, finanziamento poi concesso. Solo alcuni giorni fa l’Amministrazione ha ritenuto di contattarci, proponendoci non l’evento che doveva ospitare un alternarsi di ottimi e virtuosi musicisti su quel palco che aveva visto numerose volte Herbie, ma anche (durante il Festival) altri artisti famosi italiani e stranieri fare grande spettacolo, bensì proponendo qualcosa di molto diverso ed estremamente riduttivo. Tengo a precisare che il cachet che avevamo richiesto per l’evento era incredibilmente contenuto ed era stato reso possibile esclusivamente dal fatto che i musicisti tutti avrebbero partecipato con grande piacere ad un evento in ricordo di Herbie (come succede ogni volta,  spesso e ovunque, queste iniziative si ripresentano). E dal fatto che tutti loro sono al corrente di quanto Herbie abbia amato Sezze.
Probabilmente il Comune non ha colto il nostro intento e, avendone piena facoltà, ha ritenuto più importanti altre manifestazioni, anche se sulla relazione inviata alla Regione per la richiesta dei fondi molto spazio era stato dato ad Herbie Goins. Il nostro evento avrebbe inciso sui fondi in una maniera davvero ridotta.
La nostra Associazione  si è dunque dissociata da tale impostazione e desidera qui scusarsi con tutti gli amici di Sezze per non partecipare con la sua buona musica all’estate setina, ma ha ritenuto che la dedica “SEZZE RICORDA HERBIE GOINS”, e anche questo bellissimo e, da Herbie e da me, amatissimo paese, meritino ben di più.  Auguri a tutti per una felice estate!

Celestina Morando, moglie di Herbie Goins.

 

L’Italia ripudia la guerra (art. 11 della Costituzione). L’11 luglio alle ore 18.30 presso Porta Pascibella, Giovanni Paolo Di Capua, presiederà il comitato per la sottoscrizione al Referendum contro le Armi. Di Capua, sempre attivo in città per i diritti civili, invita tutti nell’ “EsprimiaAmo la Pace” . “Un Paese in conflitto – scrive nel volantino – non può entrare nell’Unione Europea. La legge 185/1990 non permette di vendere o dare armi a Paesi in guerra. A Vilnius i governi europei non hanno il potere di decisione: la sovranità appartiene ai popoli. Sì alla Pace senza vincitori e vinti. Sì alla diplomazia vaticana e europea per arrivare alla Pace. La Pace è nelle nostre mani, non facciamocela rubare”. Di Capua invita i cittadini a recarsi presso l’Ufficio anagrafe del comune di sezze per sottoscrivere il referendum.

Domenica, 09 Luglio 2023 06:32

L'arroganza al potere

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La presunzione di innocenza è un principio irrinunciabile di civiltà giuridica, ma va distinto dalle ragioni di opportunità politica e dalla tutela della credibilità delle istituzioni. Le inchieste giudiziarie, le eventuali responsabilità penali si pongono su un piano diverso rispetto al precetto costituzionale rivolto a quanti ricoprono ruoli pubblici e svolgono funzioni nelle istituzioni democratiche “di adempierle con disciplina ed onore”. Costoro devono sentire l’onere ed avere la consapevolezza che il loro modo di essere ed agire è destinato a riflettersi sulla fiducia e sul rispetto dei cittadini verso le istituzioni che incarnano. Pertanto devono improntare il proprio operato pubblico e privato al massimo della correttezza e della trasparenza per non lederne l’immagine.
 
L’attesa informativa di Daniela Santanchè al Senato, resasi necessaria dopo le inchieste giornalistiche di Report e di diversi quotidiani, non ha sciolto i nodi e non ha fatto chiarezza in merito alla vicenda riguardante la società Visibilia Editore S.p.A. e le altre del gruppo alla stessa riconducibili, soprattutto non ha fugato dubbi e ombre sul suo operato imprenditoriale passato e presente. Peraltro in concomitanza dell’informativa la Procura della Repubblica di Milano ha confermato l’iscrizione della ministra nel registro degli indagati. L’indagine aperta nei confronti suoi e di altre persone per bancarotta e falso in bilancio riguarda in particolare la Visibilia Editore S.p.A., gruppo fondato da Daniela Santanchè e nel quale ha avuto ruoli operativi fino al 2022. Colpisce molto l’approssimazione delle dichiarazioni rese in Senato dalla ministra, la quale si è scagliata in modo veemente contro i giornali per le notizie riportate. “È normale che un ministro legga che secondo un giornale sarebbe indagata? È un Paese normale quello in cui un giornalista può scrivere di sapere cose secretate dalla magistratura e ignote all’interessato?Voi lascerete che tutto questo accada impunemente?”. Affermazioni perfino condivisibili, se non fosse che la ricostruzione proposta è stata smentita dalla Procura di Milano, che ha spiegato come l’indagine è rimasta segreta per tre mesi, da novembre a gennaio, nel rispetto della legge, ragione per cui l’istanza presentata a inizio anno dai suoi avvocati aveva dato esito negativo. Decorso il termine gli atti sono stati desecretati e i legali della Santanchè, con cui ha preparato il discorso tenuto al Senato, non si sono premurati di controllare di nuovo la posizione della loro assistita. Se l’avessero fatto già a febbraio sarebbero venuti a conoscenza dell’avvenuta iscrizione nel registro degli indagati.
 
Daniela Santanchè ha sostenuto che il suo obiettivo era “difendere il suo onore” e quello di suo figlio, trascinato anch’egli nella polemica politica. Tuttavia la ricostruzione da lei proposta si è rivelata palesemente debole e poco credibile. Per comprendere meglio occorre partire da alcuni punti fermi. La Visibilia Editore S.p.A. è stata fondata nel 1999 con il nome PMS SpA ed ha sempre operato nei settori della consulenza strategica e della rassegna stampa. Editrice da luglio 2013, dopo l’acquisto da Mondadori, dei magazine VilleGiardini, Pc Professionale, Ciak, Visto e Novella ha avuto dal 2014 in poi come presidente Daniela Santanchè, socia fondatrice con il 75,9% delle quote. La vendita della società risale a novembre del 2022, quando anche la ministra ha ceduto tutte le sue quote. L’inchiesta su Visibilia Editore S.p.A. è scattata proprio in quella data e i reati per cui si procede sono falso in bilancio e bancarotta, che sarebbero stati commessi proprio nel periodo in cui Daniela Santanchè ne era azionista di controllo e amministratrice. Secondo la Procura dal 2014 Visibilia Editore S.p.A. ha iniziato ad accumulare debiti e i bilanci sono apparsi inattendibili per via di rilevanti irregolarità e di un deficit occultato. Durante la pandemia nel 2020 la società ha goduto degli aiuti della Cassa integrazione Covid ma alcuni dipendenti, ufficialmente in cassa integrazione a zero ore, avrebbero continuato a lavorare ad orario pieno. Questa circostanza è stata ammessa dagli stessi legali del gruppo nel giudizio dinanzi al Giudice del Lavoro di Roma, i quali hanno così cercato di motivare l’opposizione alle richieste di danni di un ex funzionario. Riguardo i compensi milionari percepiti dal gruppo che controlla le sue società, la ministra ha sostenuto che la Ki Group S.r.l. le avrebbe corrisposto non più di 100mila euro lordi l’anno e solo nei periodi in cui il bilancio era in utile. Peccato che a fronte di tali ingenti compensi corrisposti i vertici della Ki Group S.r.l. non si siano premurati di pagare i lavoratori che ad oggi ancora devono ricevere gli stipendi e il TFR. Poco attendibili appaiono le affermazioni della Santanchè secondo cui il gruppo del settore biologico è gestito dal padre di suo figlio, con il quale non ha più alcun legame, e di aver messo in atto una complessa operazione di risanamento della Visibilia Editore S.p.A., attingendo anche al proprio patrimonio personale. Nessuna spiegazione convincente ha fornito sulla questione della Maserati da 77mila euro e dell’appartamento-ufficio che avrebbe dovuto essere la redazione di Ciak, in cui gli unici due giornalisti assunti non hanno mai messo piede e i cui costi sono stati caricati per intero sui bilanci della Visibilia Editore S.p.A.. Infine riguardo le multe non pagate, Daniela Santanchè ha sostenuto che sarebbero erroneamente riferite a lei, poiché in realtà sarebbero a carico dell’Arma dei Carabinieri, che ha utilizzato in comodato gratuito una sua auto per non gravare su quelle di scorta di proprietà statale.
 
Per i toni rabbiosi, sarcastici e a tratti violenti e il contenuto inconsistente dell’informativa resa in Senato è di tutta evidenza che l’arroganza al potere oggi ha il volto e il nome di Daniela Santanchè, la quale non ha chiarito e non ha fornito risposte ai fatti emersi dalle inchieste, alle denunce di lavoratori e lavoratrici, alle contestazioni circa il mancato pagamento dei fornitori e al fatto che i dipendenti in cassa integrazione a zero ore lavorassero nelle sue aziende in violazione della legge, senza dimenticare il debito accumulato con lo Stato pari a 2,7 milioni di euro.
 
Le dimissioni della ministra sarebbero un atto dovuto ma non arriveranno, così come non passerà la mozione di sfiducia presentata contro di lei in Parlamento. In un paese normale succederebbe, ma non in Italia. D’altra parte Daniela Santanchè non è stata nominata ministra “nonostante” i dubbi sulla sua trasparenza esistenti fin dall’inizio, ma proprio in forza di questi dubbi. È lì e lì resterà in quanto funzionale ad attirare su sé attenzione e critiche, consentendo al governo di proseguire indisturbato nella demolizione dei diritti, nel premiare la piccola e la grande evasione, nell’occupazione sistematica degli spazi di comunicazione e di discussione critica.

 

 

Il sindaco di Sezze Lidano Lucidi avrebbe deciso di nominare il nuovo assessore all'Urbanistica del Comune di Sezze nella persona di Gianni Antonucci , primo dei non eletti nella lista di Identità Setina. Antonucci tecnico ambientale in pensione presso Arpa Lazio era stato eletto presidente di Identità Setina all'indomani delle elezioni amministrative. E' inoltre volontario dell'Associazione di Protezione Civile ANVVFC “Città di Sezze” presieduta da Paolo Casalini. Oggi, molto probabilmente, ci sarà la nomina e l'ufficialità del nuovo assessore. Da voci di corridoio la scelta ricaduta su Antonucci pare che abbia creato qualche frizione dentro la maggioranza, poi superate dalla moderazione del primo cittadino. Buon lavoro al nuovo assessore che subentra al dimissionario Vincenzo Cardarello.

 

Comunicato stampa

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In provincia di Latina c'è un nuovo indirizzo di riferimento per gli appassionati di buona cucina e aperitivi. Nel cuore di Sezze, in via della Libertà, apre “All'antico frantoio. La femminuccia”: un risto-bistrot dove la tradizione incontra la contemporaneità e il gusto sposa l'ospitalità più autentica. Fondato e gestito dalla cooperativa sociale Spazio Comune con uno staff under35 e un modello di business che mette al centro le persone, il locale è stato ricavato in uno spazio dalla storia centenaria: dove un tempo c'era uno dei più antichi frantoi di Sezze. E nella strada in cui, secondo un'antica leggenda setina, si aggira il fantasma della “femminuccia”: una giovanissima, vestita con un abito in pizzo e con in mano ago e filo, che apparirebbe a chi dopo la mezzanotte effettui tre giri intorno al palazzo. Dotato di un ampio spazio esterno con terrazza, il risto-bistrot All'antico frantoio. La femminuccia accoglie gli ospiti in un ambiente confortevole arredato combinando vintage, stile industriale e riuso creativo. Il menù è stagionale, basato su ingredienti freschi e di alta qualità provenienti da realtà locali, e la carta di vini è ricchissima, con oltre sessanta proposte delle più importanti cantine italiane; senza dimenticare bollicine, raffinati champagne e un'importante selezione di prestigiosi gin. Un locale che parla agli amanti della buona cucina e del buon bere ma che è anche un luogo di incontro: uno spazio inclusivo - attento alle esigenze di famiglie e bambini - e con un ricco calendario di eventi, dall'aperi-vintage alle presentazioni di nuovi libri fino alle degustazione con le più rinomate realtà vinicole italiane. Uno spazio che, attraverso il cibo e l'ospitalità, mira a essere motore di cambiamento per il territorio.

 

 

Stop alle baraonde nel centro storico e alla vendita di bevande in contenitori di vetro. Stretta del sindaco di Sezze Lidano Lucidi contro quei “comportamenti individuali e di gruppo spesso non conformi al rispetto della quiete pubblica e del decoro urbano”. Il primo cittadino, preso atto che “l’esperienza registrata in regime di liberalizzazione degli orari ha dimostrato che le attività degli Esercizi di Somministrazione di Alimenti e Bevande, e le Attività affini o complementari, vengono spesso a costituire nella realtà una causa oggettiva di disturbo e disagio per i cittadini residenti nelle aree interessate particolarmente nelle ore serali e notturne”,  avverte l’esigenza di ristabilire il “giusto equilibrio” verso quei comportamenti di alcuni avventori che "non rispettano le norme di igiene e decoro urbano e disturbano la quiete pubblica con schiamazzi ed altri rumori molesti, stazionando sulle aree pubbliche nelle immediatevicinanze degli Esercizi”. Per tale ragione, anche a seguito di incontri avvenuti con i residenti, Lucidi ordina con decorrenza 7 Luglio e fino al 30 Settembre 2023, in tutto il territorio comunale:

- l’emissione di suoni (emissioni sonore) e la diffusione di musica, generata dall'uso di apparecchi radiotelevisivi o impianti in genere per la diffusione sonora, anche di immagini, siano essi riprodotti dal vivo e non, o con presenza di un disk jockey, operanti sia all'aperto che al chiuso, negli esercizi pubblici, nei locali pubblici nonché nei luoghi aperti o esposti al pubblico, è consentita dalle 08,00 sino alle ore 24,00 di ogni giorno della settimana, fatto salvo gli adempimenti amministrativi previsti dalle normative vigenti;

- dalle ore 24,00 di ogni giorno fino alle ore 02,00 successive, è vietata la vendita e la somministrazione in contenitori di vetro, da parte di attività di vendita e di somministrazione di alimenti e bevande, anche in forma temporanea, circoli privati, attività artigianali, attività di commercio sia in sede fissa che itinerante, nonché la detenzione ed il consumo in luogo pubblico di bevande in contenitori di vetro;

- la chiusura al pubblico, entro le ore 02,00 e la riapertura dei locali non prima delle ore 05,00 di ogni giorno della settimana, di qualsiasi attività di vendita e di somministrazione di alimenti e bevande, anche in forma temporanea, circoli privati, attività artigianali, attività di commercio sia in sede fissa che itinerante.

Il Comune si riserva di effettuare con l’ausilio di tecnici specializzati e di personale del Comando di Polizia Municipale controlli fonometrici in orario diurno o notturno nei locali di tutto il territorio comunale.

 

 

Il partito democratico di Sezze interviene sul vuoto lasciato in Giunta dopo le dimissioni dell'ex assessore Vincenzo Cardarello, un vuoto - secondo i dem - che testimonia la fragilità politica e le difficoltà della maggioranza di trovare una figura condivisa.

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Una pausa di riflessione lunga un mese e non si vede la soluzione. Dopo le dimissioni di Vincenzo Cardarello, la nostra città è priva di un assessore fondamentale per la pianificazione generale del territorio, la regolazione delle sue trasformazioni e la gestione degli strumenti attuativi. Sezze sta pagando un prezzo pesante per l’assenza di una visione comune, per l’incapacità di mettere in campo una progettazione capace di rilanciare lo sviluppo della città, attingendo ai fondi del PNRR, per le divisioni interne di una maggioranza che esiste solo sotto l’aspetto numerico e non è in grado di risolvere i problemi dei cittadini come promesso in campagna elettorale. Le difficoltà di trovare una figura condivisa, sulla quale far convergere le anime dissonanti della maggioranza ne sono la prova più lampante. Non basterà certo un nome, riempire una casella perché manca la politica. Il bene comune è l'ultimo dei problemi per coloro che ci amministrano, alcuni dei quali pretenderebbero una opposizione muta e accondiscendente su questo e su altri temi importanti. È singolare questa idea di democrazia nella quale quanti non condividono debbono tacere e non disturbare.

 

 

"I recenti eventi che hanno interessato i Monti Lepini e nel 2019, anche diversi Comuni dell'Agro Pontino, pongono sempre più al centro dell'attenzione dei governi centrali e periferici la questione delle variazioni climatiche e come, esse incidano sul sistema idrogeologico del nostro territorio". Lo afferma Fabrizio Paladinelli del Circolo Legambiente di Sezze che in merito propone un evento che si terrà venerdì 7 luglio alle ore 17,30 a Sezze presso il Centro Sociale Calabresi per sensibilizzare i rappresentanti istituzionali e gli enti competenti ad affrontare per tempo e con azioni incisive una campagna tesa a prevenire i fenomi attraverso un'attenta analisi della situazione attuale, delle criticità e degli interventi necessari, considerata, anche la crescita del consumo del suolo sempre più diffusa. Al convegno prenderanno parte: Daniele Raponi (geologo), Nicola Reitano (Responsabile Scientifico Legambiente Lazio)Andrea Minutolo (Geologo Comitato Scientifico Nazioanle Legambiente APS) e Lidano Lucidi (Sindaco di Sezze). Agli interventi seguiranno contributi musicali da parte di artisti pontini sensibili alle tematiche ambientali e climatiche, tra gli altri: Tony Montecalvo, Alessandro Loreti, Marcello De Dominicis, Fabio Fantigrossi. 

Domenica, 02 Luglio 2023 06:31

Attacco al potere

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Vladimir Putin deve la sua ascesa politica al fatto di essersi presentato ai cittadini russi come il garante della stabilità politica, colui che avrebbe messo fine alla lotta fra clan che aveva dilaniato la Russia dopo la caduta del regime sovietico. Per oltre venti anni ha costruito il suo potere sul mito dell’uomo forte, ha consolidato la propria egemonia, anzi la sua vera e propria presa sulla Russia, facendosi garante non dello stato di diritto ma degli interessi dei vari clan. In cambio della cessazione delle lotte per bande e del riconoscimento del suo potere, ha lasciato loro campo libero, la possibilità di controllare l’economia e accumulare ricchezze enormi. Al contempo ha dato vita ad un sistema fatto di redistribuzione dei redditi, di un apparato di sicurezza pervasivo e di un autoritarismo senza limiti, che si nutre di un controllo capillare della società con l’obiettivo di tacitare in modo sistematico ogni dissenso, fino all’eliminazione fisica degli avversari politici.
 
La rivolta armata di Evgenij Prigozhin, con l’occupazione della città di Rostov e la marcia armata verso Mosca, arrestata a 200 chilometri dalla capitale, hanno messo in discussione la narrazione del regime, ne hanno rivelato l’intrinseca fragilità e hanno rappresentato uno scacco clamoroso al progetto autarchico fin qui portato avanti da Vladimir Putin. La lotta fra clan, rimasta sopita a lungo, è riesplosa in maniera clamorosa, le milizie private che ad essi fanno riferimento hanno rialzato la testa, puntando direttamente ad obiettivi politici interni, ad allargare il controllo di ulteriori spazi di potere e ad accaparrarsi di nuove ricchezze, non esitando a mettere in discussione lo stesso Vladimir Putin.
 
Il capo dell’organizzazione Wagner, milizia mercenaria integrata nell’esercito russo e impiegata in Ucraina per fare il lavoro sporco, nelle scorse settimane aveva ripetutamente e violentemente criticato i capi militari, in particolare il ministro della difesa Sergei Shoigu e il comando militare guidato da Vitali Guerassimov, evitando però di prendere di mira direttamente il Presidente russo cui era strettamente legato, tanto da essere soprannominato il cuoco di Putin, essendo un imprenditore della ristorazione. Improvvisamente in un video dai toni inediti ha cambiato posizione ed ha proposto una lettura della guerra in Ucraina opposta rispetto a quella del capo del Cremlino. Prigozhin ha sostenuto che le popolazioni del Donbass non rischiavano affatto il genocidio da parte delle forze ucraine e che la NATO non si apprestava ad attaccare le repubbliche separatiste dell’Ucraina orientale. La cosiddetta operazione militare speciale nasce dalla volontà di potenza del ministro della Difesa russo e dall’intenzione di arricchirsi di comandi militari e oligarchi con la spartizione delle risorse destinate alla guerra, il tutto a scapito dei soldati mandati al massacro e della popolazione russa, unica a subire le conseguenze delle sanzioni internazionali. Putin, ha lasciato intendere Prigožin, sarebbe vittima della disinformazione messa in atto dalla cerchia dei suoi più stretti collaboratori, i quali avrebbero approfittato della debolezza della sua leadership.
 
È difficile credere che il capo del potente esercito mercenario non abbia valutato il rischio cui sarebbe andato incontro con queste dichiarazioni. Probabilmente era convinto che la gran parte dei cittadini russi, stremati dalla guerra e dalle sanzioni, lo avrebbero seguito. Fermo restando che il suo obiettivo non era fermare la guerra, quanto piuttosto imprimergli una svolta con l’impiego massiccio di forze speciali e di armi maggiormente distruttive per piegare la resistenza del popolo ucraino.
 
Nel discorso pronunciato in televisione Vladimir Putin, apparso visibilmente scosso e turbato, non ha minimizzato quanto stava accadendo, anzi ha drammatizzato la posta in gioco conseguenza della divergenza manifestatasi all’interno del potere centrale, ha definito una pugnalata alle spalle l’azione di Prigožin, ha affermato che i traditori sarebbero stati puniti, malgrado l’eroismo dimostrato in Ucraina, e che avrebbe resistito alla rivolta.
 
Quale destino Putin riserverà al leader della Wagner al momento non è dato saperlo. È pensabile che presto o tardi la sua vendetta potrebbe abbattersi su Prigožin, come accaduto in passato con quanti hanno osato mettere in discussione il suo potere. Il leader del Cremlino non può certamente tollerare a lungo lo sfregio ricevuto da Prigožin, il quale ha rivendicato lo scacco inferto e sbeffeggiato il suo vecchio mentore affermando di aver fermato “generosamente” le sue truppe a meno di 200 km da Mosca “per evitare un nuovo bagno di sangue”.
 
L’accettazione della mediazione di Lukashenko, presidente della Bielorussia e uomo fantoccio di Putin, poi non ha significato il ripristino della sovranità del Cremlino, ma ne ha certificato la fragilità e la crisi del ruolo di comando del presidente russo. È inoltre incontrovertibile che i militari hanno assunto un ruolo preponderante e dovranno presto fare i conti con la consistente presenza delle milizie mercenarie che hanno messo in discussione gli equilibri politici interni, la lealtà delle stesse truppe regolari e il sostegno degli oligarchi al Presidente Putin. In tale scenario i cittadini russi assistono impotenti ed inermi a questo pericoloso braccio di ferro.
 
Il dato significativo per i paesi europei e non solo è l’emergere di una preoccupante fragilità politica e istituzionale della Russia, un paese con un arsenale nucleare grandissimo e pericolosissimo, che se dovesse finire in mani sbagliate potrebbe mettere a rischio la stessa sopravvivenza dell’umanità. Non può essere sottovalutato o considerato un dettaglio irrilevante il fatto che il capo di un esercito mercenario sia riuscito a gettare nel panico lo Stato russo, avanzando indisturbato con le sue milizie entro i confini della Federazione e a giungere a 200 chilometri da Mosca.
 
Domenica, 25 Giugno 2023 05:10

Mina è tornata e lo fa in modo originale

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La Tigre di Cremona non fa concerti da 45 anni, non appare in tv e non va in radio da 47, non usa i social. Si è sottratta ai nostri sguardi, eppure è un’icona duttile ed incorporea, un mito. Dalla fine degli anni ’50 ad oggi Mina ha inciso oltre 70 album, ha interpretato più di 1500 canzoni e venduto 150 milioni di dischi. La sua è una carriera straordinaria e per certi versi ineguagliabile, non solo nel campo musicale ma anche per il ruolo avuto nella storia della televisione italiana. 
 
Artista innovativa e dalla forte personalità, ama scherzare con la sua immagine incorniciata nelle copertine spesso spiazzanti dei suoi dischi, ma non con la musica, la stella polare che la guida in un percorso artistico sempre originale, sia che si tratti di cantare brani già eseguiti da altri autori, di incidere album di inediti o di scoprire nuovi talenti, a cui riserva costante attenzione. È incredibile la sua capacità di essere un riferimento per i giovani di oggi, che a modo loro trovano un punto di connessione con la ricerca artistica di Mina, partecipando alla realizzazione dei suoi album con la stesura dei testi e degli arrangiamenti.
 
Moderna, fresca, aliena Mina presenta un nuovo capitolo della sua storia musicale.
 
Ti amo come un pazzo, è un album un po’ diverso dal solito, seppure nel solco della tradizione. È il primo disco di inediti da Maeba del 2018 (l’anno dopo è uscito Mina-Fossati), con l’eccezione di Don Salvato’, lettera a Dio scritta da Enzo Avitabile che Mina canta in napoletano, di Tutto quello che un uomo, il brano di Sergio Cammariere premio della critica a Sanremo nel 2003 e de L’orto, presentato a X Factor 2018 dal suo coautore (con Matteo Santarelli) Mattia Lezi, e nasce da un lungo percorso di ascolto di migliaia di pezzi che le vengono inviati ogni anno e che infaticabile ascolta tutti personalmente. Il filo conduttore è l’amore, tema solo in apparenza banale perché raccontato e cantato nelle sue innumerevoli sfaccettature, un sentimento positivo e il motore del mondo. I brani raccontano storie di vita quotidiana, di uomini e donne che amano e soffrono, di passioni e tormenti, danno voce ai pensieri di una persona sconfitta, che a volte sembra essersi arresa o aver perso le parole. Il risultato è vario, unisce divertimento e melodramma, a cui fa chiaro riferimento la stessa copertina che rimanda al mondo dei fotoromanzi.
 
Il nuovo album certifica, se mai ce ne fosse ancora bisogno, la straordinaria versatilità interpretativa di Mina, la quale passa con sorprendente naturalezza dalla canzone d’amore ricca di pathos nella quale non ha rivali, come Lascia e Povero amore, a pezzi ironici come L’orto, dalla ballata raffinata come La gabbia e Zum pa pa al brano rock con assolo di chitarra come in Come la luna. La canzone di cui si è parlato e si parla di più è Un briciolo di allegria, cantata con Blanco, un brano aggiunto all’ultimo momento ad un progetto complesso e che, a dispetto della differenza di generazioni tra i due artisti, funziona benissimo, anzi forse proprio per quello. Blanco è bravo, la canta con intensità, anche se Mina è di un altro livello e la sua esperienza di interprete è prorompente.
 
I brani scelti sono canzoni d’amore che nessuno oggi fa più, morbide e fuori dal tempo, decisamente malinconiche, in certi casi drammatiche che richiedono un registro più basso. Le interpretazioni volutamente imperfette sono non solo funzionali al pezzo cantato, al non volergli togliere luce mediante il ricorso alle sue doti tecniche, ma costituiscono un gesto artistico controcorrente nel nostro tempo in cui tutto è apparenza e finzione e le esecuzioni sono spesso artefatte e modellate con i software. L’unico brano in cui Mina ricorre all’uso della tecnologia è il duetto con Blanco. Si tratta di una scelta stilistica, funzionale a rendere più attuale e accattivante il sound del brano e attrarre nuovo pubblico alla magia della sua voce. Complessivamente suoni, immagini e repertorio collocano il disco fuori dal tempo e dalle mode.
 
Ascoltando le diverse canzoni, in più occasioni la voce di Mina si incrina e si rompe, si mostra vulnerabile, imperfetta, arrochita, lontana dall’eloquio squillante e stentoreo cui ci ha abituati, rivelando lo scorrere inevitabile del tempo e i cambiamenti che esso produce. Proprio l’incertezza di alcuni passaggi finisce per restituircela nella sua autenticità, le ridà corpo, la strappa da quella perfezione ideale cui è stata relegata dal nostro immaginario collettivo e ci fa comprendere che la vera perfezione non sta nella tecnica, ma nell’interpretazione. Non è sufficiente avere voce, occorre testa e intelligenza. È proprio questo rende ancora straordinaria Mina.
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