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In prima linea ci sono in Emilia i volontari setini. L'Anvvfc (l'Associazione nazionalie vigili del fuoco in congedo) sono impegnati a Forli una delle zone più colpite dall'alluvione dei giorni scorsi. Stanno partecipando alle operazione di assistenza e soccorso insieme alla Croce Rossa Italiana.  “Lo scenario che ci si è presentato davanti agli occhi al nostro arrivo – h affermato Paolo Casalini, presidente dell'Anvvfc di Sezze - ci è apparso a dir poco apocalittico: strade completamente allagate, fango dappertutto, danni enormi alle abitazioni, ai magazzinie ai negozi. Inoltre ricordi e oggetti personali sparsi per strada e persone disperate per aver perso tutto in poche ore. E’ proprio  in questi momenti - ha sottolineato - che occorre ricordarsi che la solidarietà va soprattutto praticata sui luoghi dove c’è bisogno e non predicata da casa o sui social. Per questo non abbiamo esitato un momento a metterci in contatto con i vari coordinamenti locali, a preparare i nostri mezzi di soccorso e recarci sul posto dove da domenica 28 maggio stiamo sul campo dall’alba al tramonto.” L’associazione, oltre a uomini e mezzi, ha portato a Forlì anche personale per il sostegno psicologico di cui molte persone, in questo momento, hanno assoluta necessità. “Siamo sicuri - conclude Casalini -  che gli emiliani sapranno  riprendersi in fretta da questa nuova tragedia come è già accaduto per il terremoto. Noi, per quello che ci riguarda, nel nostro piccolo,  stiamo provando ad accelerare questa ripresa con il nostro contributo e la nostra vicinanza e solidarietà”.

 

I volontari di Plastic Free hanno già dimostrato di non fare chiacchiere e bla bla bla ma di puntare alla cultura del rispetto dell'ambiente con iniziative vere in molte città e luoghi del nostro territorio provinciale. Tra queste quelle della pulizia dei parchi, delle spiagge e dei centri storici e di periferia. Lo scorso 30 maggio all'interno di Palazzo Montecitorio, nella Sala Della Regina, Luca De Gaetano presidente dell'associazione Plastic Free ODV Onlus insieme a tutti i referenti provinciali e regionali d'Italia tra cui Adriano Salvatori per la provincia di Latina ed Emanuele Pirrera referente della regione Lazio, hanno presentato e discusso ben 5 proposte Plastic Free con l'obiettivo di contrastare l'inquinamento di mozziconi di sigaretta, contrastare l'inquinamento degli pneumatici, vietare il volo dei palloncini, salvaguardare e tutelare i fiumi, riconoscere un protocollo per gli eco eventi Plastic Free, incluse fiere e mercatini. In occasione della  Giornata Mondiale dell'Ambiente, per il weekend 3/4 Giugno si svolgerà proprio un evento nazionale coordinato da nord a sud Italia, sotto forma di raccolta mozziconi. Da Sabaudia a Terracina, da Maenza a Priverno, da Fondi a Roccagorga i volontari setacceranno i Comuni alla ricerca di mozziconi buttati a terra. A Sabaudia inoltre prenderà parte all'evento la Dott.ssa Martina Gaglioti , Biologa marina e ricercatrice scientifica: sarà l'occasione anche per un'attività di educazione ambientale per i cittadini che verranno informati sull'impatto che hanno i mozziconi di sigaretta abbandonati nell'ambiente. I volontari invitano tutti a partecipare, perché il mondo non è il tuo posacenere!

 

 

La maggioranza decide di aumentare la tari di quasi il 17% passando da una spesa complessiva del servizio di euro 4.081.000 del 2022 a quasi 4.800.000 euro del 2023. Giustificano questa "stangata" con l'aumento del costo di conferimento dell'indifferenziato e con la volontà di migliorare il servizio. Ma l'aumento del costo di conferimento dell'indifferenziato non ha riguardato solo il nostro comune e quindi non si spiega perchè diversi comuni limitrofi non hanno variato la tariffa, se non di pochissimo, e invece il comune di Sezze ha ritenuto di farlo e anche in modo sostanzioso. Per il resto, che ci sia la volontà di migliorare il servizio siamo d'accordo ma non occorreva mettere le mani in tasca ai cittadini anche perchè,negli ultimi anni, di investimenti destinati a migliorare  ne sono stati fatti parecchi con gli oltre 500 mila euro intercettati nel 2019 attraverso un bando provinciale. Il problema vero è la scelta politica fatta dalla maggioranza che penalizza sempre di più il cittadino che paga regolarmente a favore di chi non paga; perchè dico questo? Perchè con questo aumento i cittadini dovranno pagare anche  384.000 euro di tari non pagata da parte dei cittadini morosi. Per essere più diretti, i cittadini che pagano sempre pagheranno anche la parte di quelli che non pagano mai. Se la maggioranza non avesse fatto questa scelta oggi la tari sarebbe aumentata del 7% circa e non del 17%. Nulla da dire sulla legalità dell'operazione, che è stata fatta anche in altre annualità, ma penso che in questo momento storico in cui a stenti usciamo da una crisi generata dalla  pandemia e visto anche l'aumento delle altre tariffe già deliberato dall'ente nei mesi scorsi  e la velocità con cui stanno invianfo le cartelle relative ad annualità precedenti, forse era il caso di evitarla.

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E' quanto scrive il consigliere Sergio Di Raimo in merito al consiglio comunale del 29 maggio 2023 avente ad oggetto l'approvazione del Pef e della correlativa TARI - tassa rifiuti.

 

La maggioranza consilaire che sostiene il sindaco di Sezze Lidano Lucidi nei giorni scorsi ha approvato la delibera di aumento della tassa sui rifiuti di oltre il 16 %. Una percentuale importante che andrà a pesare ulteriormente sulle tasche dei cittadini a fronte di un servizio ancora insoddisfacente nonostante il duro sacrificio eroico degli operatori ecologici presenti sul territorio. In una nota ill sindaco di Sezze giustifica gli aumenti per due ragioni: la prima legata alla decisione di coprire alcune zone del territorio col servizio porta a porta; la seconda dovuta agli aumenti decisi dalla Regione Lazio. Secondo l'ex sindaco Sergio Di Raimo non era obbligatorio inserire il FCDE (strumento contabile preordinato a garantire gli equilibri di bilancio) e se non l'avessero inserito l'aumento sarebbe stato del 7%. 

 

Ecco la nota del sindaco di Sezze Lidano Lucidi.

L'aumento della tassa sui rifiuti si è reso necessario per due distinti motivi. Il primo riguarda la situazione del territorio, con alcune zone di Suso ancora non coperte dal servizio di raccolta porta a porta. Nonostante la presenza di cassonetti nella loro zona, infatti, questi cittadini pagano la Tari come gli altri, ma non sono serviti dalla raccolta differenziata, dovendo anche sopportare il fatto che molti cittadini di Sezze, e di altri Comuni limitrofi, vadano a conferire all’interno dei cassonetti presenti. Togliere questi cassonetti attenuerà e probabilmente cancellerà il fenomeno, ma per fare questo servizio si rende necessario un aumento dei costi e quindi della Tari. La scelta davanti alla quale ci siamo trovati è stata quella di lasciare i cassonetti a Suso e pagare meno, ma abbiamo scelto la strada opposta proprio per non avere cittadini di serie A e cittadini di serie B, per fare cessare questa sorta di servitù di quella zona della città. Il secondo motivo per il quale la tassa sui rifiuti aumenterà è relativo al fatto che la Regione Lazio, con una determina licenziata a gennaio, ha aumentato i costi per il conferimento per l'indifferenziata di oltre il 27%, aumentando di conseguenza i costi in generale.

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Ecco l'analisi dell'ex sindaco Sergio Di Raimo.

 

Il Fondo crediti dubbia esigibilità (cioè la parte di crediti tari non incassati da parte dei cittadini morosi) poteva essere evitato. Faccio un esempio: se il Comune doveva incassare 4milioni di euro e ne ha incassati solo 2 milioni e 720 e non ha incassato il resto (1280.000) si poteva evitare di inserire nel PEF (cioè nel conteggio dei costi che i cittadini devono pagare) il 30% di questi 1280, e cioè 384.000. Insomma cosi stanno facendo pagare a chi paga sempre quello che doveva essere pagato da chi non paga mai.

Domenica, 28 Maggio 2023 07:04

Vi parlo di mio fratello Luigi

Scritto da
 
 
Mariella Di Rosa è una donna minuta, in apparenza fragile, ma possiede un carattere forte, indomito. Da qualche tempo porta avanti una battaglia civile e morale contro l’indifferenza che vorrebbe consegnare all’oblio l’omicidio, avvenuto il 28 maggio 1976 per mano di un manipolo di fascisti, del fratello Luigi. 
 

Avevo cinque anni quando un piccolo intruso portò scompiglio nella mia vita. Mi sentii messa da parte e avrei voluto friggerlo in padella pur di non averlo più tra i piedi. Ben presto imparai a volergli bene – sorride – Luigi nacque il 12 marzo 1955. Mio padre lavorava in Francia e desiderava da tempo un figlio maschio -.

 
Che rapporto avevi con Luigi?

Avevamo un legame molto forte e da bambino voleva stare sempre con me -.

 
Chi erano i suoi amici?

Valterino, Parisino, Sandro, Pietro e tanti altri con i quali giocava nella piazza di San Lorenzo, nel cuore del centro storico di Sezze -.

 
Dopo la scuola dell’obbligo Luigi si iscrisse al Liceo Classico di Sezze.

In quegli anni il Liceo Classico era appannaggio, esclusivo o quasi, dei figli delle famiglie più abbienti e per lo più orientate politicamente verso la DC. Mio fratello era bravo, ma contavano poco o nulla le capacità. E così alla fine del primo anno fu bocciato -.

 
Come reagì?
 

La delusione fu grande e non volle più proseguire gli studi. Trovò lavoro in una carrozzeria di Latina. Dopo due anni accadde il miracolo. Don Gino Pigani, il parroco della Cattedrale, lo convinse a tornare a scuola e si iscrisse al corso per geometri dell’Istituto A. Sani di Latina -.

 
Che carattere aveva Luigi?

Era spensierato, allegro. Non ricordo di averlo mai sentito usare parole fuori luogo o alzare la voce. Era disponibile con tutti. Amava le canzoni di Lucio Battisti e giocare a biliardino. Aveva un legame forte con nostra nonna, con me e la mia famiglia -. 

 
Cosa accadde la sera del 28 maggio 1976?

Nostra nonna non stava bene e nostra madre decise di passare la notte da lei. Luigi stesso aveva avuto la febbre e nostra madre gli si raccomandò di andare a casa. Non le diede ascolto. Attratto dal trambusto andò in piazza, dove Sandro Saccucci doveva tenere il comizio. Ero a casa con mio marito Filippo e mio figlio, quando intorno alle 21 squillò il telefono. Era mio cognato, infermiere presso l’ospedale di Sezze, il quale mi disse che Luigi era stato ferito con una bottiglia ed era stato ricoverato. Ci precipitammo in ospedale dove trovammo tantissime persone. Capii che era accaduto qualcosa di molto grave. Le condizioni di Luigi erano critiche. I sanitari chiesero ai presenti di donare il sangue. Lo feci io per prima, avevamo lo stesso gruppo. Tutti i tentativi di salvarlo furono inutili. Alle 2 del mattino mio cognato uscì dalla sala operatoria e mi comunicò la sua morte. Era stato colpito alla spalla e all’arteria iliaca ed era stato impossibile fermare l’emorragia -. 

 
Luigi fu colpito a morte a Ferro di Cavallo.

Saccucci e i fascisti che lo accompagnavano arrivarono in città armati e, grazie alla copertura del Maresciallo dei Carabinieri Troccia, originario di Sezze e appartenente al SID, i servizi segreti, si abbandonarono ad atti gravissimi di violenza. Il deputato missino, durante il comizio, tirò fuori la pistola ed esplose vari colpi verso la folla, mentre i suoi sodali la bersagliarono con bottiglie e sassi. In piazza c’erano numerosi poliziotti e carabinieri ma nessuno intervenne per fermarli. Terminato il comizio poi Saccucci e i suoi si allontanarono da piazza IV Novembre a bordo delle loro auto, sparando all’impazzata per le strade di Sezze. Quanto avvenne a Ferro di Cavallo non fu una casualità: i fascisti spararono per uccidere -.    

 
Ci sono stati tre gradi di giudizio. Luigi ha avuto giustizia?

La macchina della giustizia si è mossa tra mille cavilli, intralci e depistaggi e la verità alla fine non è emersa. Sandro Saccucci, dopo essere stato condannato per concorso morale nell’omicidio di Luigi in primo e in secondo grado, fu assolto dalla Corte di Cassazione per le accuse più gravi e giudicato colpevole solo per dei reati minori nel frattempo prescritti. L’unico a pagare con una condanna in carcere è stato Pietro Allatta, personaggio noto per il suo passato violento. È mia convinzione che il processo è stato una farsa, si sono voluti coprire i responsabili e garantirne l’impunità. Luigi Di Rosa era un signor nessuno e poco importa se gli sia stata sottratta la vita a 21 anni, insieme a sogni e speranze -.

 
Luigi non è stato riconosciuto vittima del terrorismo.  

La domanda è stata respinta con la motivazione che l’omicidio di mio fratello non può considerarsi conseguenza di un atto di terrorismo. Quanto avvenne a Sezze il 28 maggio 1976 come va considerato? Ci fu un raid premeditato, preparato fin nei minimi dettagli. Non fu terrorismo? Luigi è vittima accidentale nel senso che l’azione posta in essere non era finalizzata a colpire la sua persona, ma non è morto per caso. Quella sera nulla sarebbe accaduto e mio fratello sarebbe ancora vivo se la squadraccia di fascisti capeggiata da Sandro Saccucci, con la complicità e la protezione degli esponenti locali del suo partito, non fosse venuta a Sezze con l’intento di metterla a ferro e fuoco. Le istituzioni dovrebbero vergognarsi. È un ulteriore affronto alla memoria di una vittima innocente -.

 
La morte di Luigi ha segnato profondamente la tua famiglia.

Dopo appena due anni dalla morte di Luigi, il 5 maggio 1978, ci ha lasciato mio padre. La perdita del figlio per mano dei fascisti era per lui un dolore troppo grande. Mia madre è sopravvissuta alla tragedia, aiutata sicuramente dalla nascita del mio secondo figlio, a cui con mio marito decidemmo di dare il nome di mio fratello -.

 
Le istituzioni cittadine cosa hanno fatto in questi anni?

Nell’immediatezza degli eventi sul luogo dell’omicidio di Luigi fu fatto costruire un monumento ai Martiri dell’Antifascismo, distrutto da una bomba nell’estate del 1977 e ricostruito alcuni anni dopo. Sempre nell’autunno del 1977 la tomba di mio fratello fu imbrattata e ricoperta di scritte ingiuriose. L’Amministrazione Comunale ogni 28 maggio depone una corona sul luogo dell’omicidio e nulla più -.

 
Da alcuni anni è stato istituito un Centro Studi e un premio di storia contemporanea intitolato a Luigi Di Rosa.

Ringrazio l’Associazione Araba Fenice e il suo presidente, Gian Carlo Mancini, che coltivano la memoria di Luigi e cercano di trasmetterla alle nuove generazioni. Il Centro Studi, di cui sono Presidente Onoraria, ogni anno organizza un concorso e assegna un premio nazionale di storia contemporanea intitolato a Luigi Di Rosa, cui partecipano laureandi, laureati e ricercatori con opere storiografiche sugli anni di piombo. È una iniziativa che mi regala sempre momenti bellissimi. Incontro volentieri i partecipanti e nei loro occhi, nella loro serietà e nel loro entusiasmo cerco di ritrovare mio fratello, pur consapevole che nessuno potrà mai restituirmelo. Un ringraziamento particolare voglio farlo a Giancarlo De Angelis, che nel 2001 con il libro La memoria smarrita ha contribuito a riportare l’attenzione sulla vicenda di Luigi dopo lunghi anni di silenzio e dimenticanza -.  

 
Hai scritto anche al Presidente della Repubblica.

Sì, varie volte, ma ho ricevuto solo risposte burocratiche e formali da parte degli uffici del Ministero dell’Interno, che hanno continuato imperturbabili a ripetere che la morte di mio fratello non può essere annoverata come conseguenza di un atto di terrorismo. Tuttavia non mi arrendo e continuerò a lottare per avere giustizia -.

Grazie Mariella per la tua testimonianza e il tuo coraggio.

 

 

Polemica nel consiglio comunale del 23 maggio scorso sul ruolo della segretaria comunale di Sezze Francesca Parisi. I consiglieri comunali di opposizione, nel corso della seduta, hanno sollevato critiche sul suo modus operandi, soprattutto in merito all’accesso agli atti e alla difficoltà di avere le carte relative al bilancio e rendiconti di gestione. Prima Armando Uscimenti, poi Orlando Quattrini e infine Serafino Di Palma hanno esposto le continue difficoltà che stanno riscontrando per avere i documenti richiesti e che in realtà sono un diritto sacrosanto per svolgere il loro ruolo di consigliere comunale. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’impossibilità di avere una copia cartacea del rendiconto di gestione anno 2022 con relativi allegati, un impedimento questo che per legge non dovrebbe esistere se motivato.

“Non devo rendere conto alla segretaria comunale per svolgere il mio lavoro da consigliere comunale. Non accetto più che la segreteria metta il veto su tutto. Qui c’è una amministrazione comunale che dà un indirizzo politico mentre la segretaria – ha aggiunto nel suo intervento Di Palma -  ha un compito preciso. Nell’ambito delle direttive impartite dal sindaco, infatti, la segretaria deve esercitare i compiti e le funzioni stabilite dalla legge e dal regolamento, deve svolgere compiti di collaborazione e di consulenza giuridica e amministrativa nei confronti degli organi istituzionali, ossia il consiglio comunale, che deve rispettare”.  Insomma, secondo Di Palma, spesso la segretaria detterebbe la linea, anche politica, di questa amministrazione comunale.

 

 

SEZZE. Controlli dell'amministrazione comunale di Sezze, tramite il Comando di Polizia Locale guidato dal Comandante Lidano Caldarozzi, e la Servizi Pubblici Locali Sezze spa, contro chi conferisce male i rifiuti in centro. In questi giorni è stato reso pubblico un avviso alla cittadinanza firmato dal sindaco Lidano Lucidi e dall'assessore all'Ambiente Pietro Bernabei in cui si spiegano i motivi di questa azione, nata dopo la creazione del Piano Industriale in materia di rifiuti che tende a migliorare la raccolta e ad aumentare la raccolta differenziata.

“Purtroppo è sotto gli occhi di tutti come la differenziata, soprattutto nel centro storico, stenti ad essere realizzata per diverse motivazioni. Sicuramente – si legge nell'avviso alla cittadinanza – è necessario mettere in campo diverse attività che vanno da una maggiore pubblicizzazione ad un maggior coinvolgimento dei cittadini affinché ognuno faccia la propria parte. Necessaria, però, è anche l'azione di controllo e verifica del rispetto del calendario nel conferimento dei rifiuti. Per questo motivo, la Polizia Locale e la Servizi Pubblici Locali Sezze spa costituiranno delle squadre addette alla verifica della corrispondenza dei rifiuti conferiti e, se del caso, procedere con sanzioni, previste dal Nuovo Regolamento di Igiene.

L'iniziativa, infine, avrà anche un aspetto legato all'informazione, con manifesti che ricordano il calendario della raccolta differenziata e l'avviso tradotto in lingua inglese e in romeno. I cittadini che ancora non sono iscritti al ruolo TARI sono invitati a recarsi presso gli uffici della SPL per regolarizzare la propria posizione in quanto, in caso di accertamento, verranno applicate sanzioni e interessi. 

 

Non ci sono accordi con la maggioranza del sindaco di Sezze Lidano Lucidi, né trasversalismi. Fratelli d'Italia è e resta all'opposizione. E' chiaro il portavoce di Fratelli d’Italia di Sezze Mario Sagnelli nel rispondere all’ex consigliere Paolo Casadei in merito ad un articolo pubblicato nei giorni scorsi su un quotidiano locale. Sagnelli rispedisce al mittente ogni singola accusa nei confronti del proprio partito ed esclude "categoricamente" che vi siano accordi trasversali con la maggioranza del Sindaco Lucidi.

"Gli inciuci non fanno parte del nostro credo politico  - afferma il portavoce Mario Sagnelli - Sin da subito insieme al consigliere Orlando Quattrini abbiamo dato vita ad un opposizione trasparente, costruttiva, determinata, avente come obbiettivo il bene del paese e dei suoi cittadini. Il nostro non è un partito di becere chiacchiere da corridoio che nulla hanno a che fare con la reale linea politica che Flli D’Italia sta portando avanti con progetti seri da mettere in atto. Siamo il primo partito in Italia e anche della nostra amata Sezze. Il nostro - conclude Sagnelli - è un partito in forte crescita, forse questo sta portando qualcuno a delirare: consigliamo all’ex esponente di Progetto Sezze 2000 Paolo Casadei di ricercare le cause delle proprie divergenze all’interno della lista da lui stesso creata, che di fatto ha contribuito alla vittoria dell’attuale sindaco Lucidi e della sua maggioranza che egli stesso oggi accusa di immobilismo e incapacità".

 

 

 

 

Venerdì 26 maggio 2023, alle ore 18.00, presso la cavea del Centro sociale “Calabresi” di Sezze, a conclusione del Progetto “Educare con il teatro”, le alunne e gli alunni del Liceo Classico dell’ISISS “Pacifici e De Magistris” di Sezze, coordinati dal professor Giancarlo Loffarelli, porteranno in scena Le Baccanti di Euripide. La stessa opera verrà poi replicata nel prossimo settembre a Gießen, in Germania, all’interno dello scambio culturale con il locale Liceo, il Landgraf Ludwigs Gymnasium, che la scuola di Sezze svolge dal 2005 e che, interrotto durante il periodo pandemico, riprenderà proprio per l’occasione. Le Baccanti è una tragedia di Euripide, scritta tra il 407 e il 406 a. C. L’antefatto narra che Era, moglie di Zeus, per punire Semele, la quale ha avuto Dioniso da Zeus, assunte le sembianze di una nutrice, convince Semele a chiedere a Zeus di manifestarsi come Dio e quando Zeus acconsente, Semele muore fulminata. Zeus, per proteggere il piccolo Dioniso, lo nasconde nella propria coscia. All’origine della vicenda c’è un rifiuto: il rifiuto della commistione degli dèi con gli uomini; le sorelle di Semele, infatti, non credono che ella abbia partorito Dioniso da Zeus, ma da un uomo. È il segno del rifiuto del culto dionisiaco come culto di un dio. Per questo Dioniso fa impazzire le donne tebane e fra queste Agave, madre di Penteo sovrano di Tebe, che ucciderà il figlio. Composta da alcuni degli alunni è la colonna sonora dello spettacolo, mentre la realizzazione dei costumi è a cura della professoressa AnnaGrazia Benatti. La Dirigente scolastica del “Pacifici e De Magistris”, la professoressa Rossella Marra, invita tutte le studentesse e gli studenti dell’Istituto, le loro famiglie, l’intero personale scolastico e la cittadinanza allo spettacolo, che è con ingresso libero.

 

 

 
Cercano di scrollarsi di dosso una eredità politica ingombrante, ma basta un palco ed un microfono che ci ricascano, hanno la sparata nostalgica facile. È più forte di loro. È capitato al Presidente del Senato, Ignazio La Russa, e qualche giorno fa al Ministro dell’Agricoltura ed anche dell’italica sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida. L’impressione è che ai capi di Fratelli d’Italia risulti difficile, se non impossibile, controllare certi riflessi automatici. 
 
Francesco Lollobrigida intervenendo al decimo Congresso confederale della Cisal, si fa prendere dalla foga oratoria e proclama: “Vanno incentivate le nascite. Va costruito un welfare per consentire a chiunque di lavorare e avere una famiglia”. Affermazioni da sottoscrivere senza esitazioni, buon senso allo stato puro, parole da politico illuminato. Il problema è che non si contiene, non riesce a trattenersi, esonda e si libera: “Non possiamo arrenderci all'idea della sostituzione etnica”.
 
Sostituzione etnica non sono due parole giustapposte lì casualmente, ma legate insieme hanno un significato ben preciso, vogliono dire che esiste un piano mondiale, magari guidato dalla lobby ebraica con a capo il solito Soros, che mira a sostituire i bianchi con i neri, organizzando migrazioni-invasioni di massa dal sud del mondo verso l’Europa e gli USA. Le spinte demografiche e i movimenti dei popoli determinati da equilibri-disequilibri del mondo sono scuse, pretesti, al massimo contorni di cui il piano approfitta e con cui inganna gli ingenui e gli ignari.
 
E così basta un attimo e il patatrac si materializza.
 
Di fronte al gran polverone di polemiche che si solleva per quelle parole a dir poco grevi e alle pressioni della stessa Presidente del Consiglio, il ministro recita la parte dello sprovveduto, proclama di non conoscere il significato dell’espressione sostituzione etnica, del fatto che si tratta di una teoria complottista sostenuta dai movimenti dell’estrema destra xenofoba e razzista, gioca a fare il Cappuccetto Rosso nel bosco della politica italiana. Insomma per rimediare alla situazione si cerca di far passare l’idea che per ignoranza o per superficialità a Lollobrigida è un po’ scappata la frizione. È effettivamente così? Francamente è difficile crederlo. Piuttosto quelle parole raccontano un pensiero profondamente radicato nel cuore e nella testa di uno degli esponenti di punta di Fratelli d’Italia. D’altra parte la conferma che il “cognato d’Italia” è tutt’altro che ignaro di quel che dice, che non si è trattato affatto di un errore o di un abbaglio sta nel fatto che dopo pochissimi giorni ci ricasca. Nel suo intervento agli Stati Generali della Natalità tiene a sottolineare che “non esiste una razza italiana. È un falso problema immaginare un concetto di questa natura”. Tuttavia, volendo dimostrare che stavolta ha fatto i compitini a casa e si è documentato a dovere afferma: “esiste una cultura, un’etnia italiana, quella che la Treccani definisce raggruppamento linguistico culturale, che immagino che in questo convegno si tenda a tutelare. Perché sennò non avrebbe senso”. E prosegue: “La popolazione del mondo cresce e tanti di quelli che nascono nel mondo vorrebbero venire a vivere in Italia. E allora perché preoccuparsi delle nascite in Italia? Se la risposta è incrementare la natalità, è probabilmente per ragioni legate alla difesa di quell’appartenenza, a cui molti sono legati, io in particolare con orgoglio, a quella che è la cultura italiana, al nostro ceppo linguistico, al nostro modo di vivere”.
 
Quale sarebbe questo modo di vivere? Per tantissimi cittadini italiani il proprio modo di vivere è totalmente altro rispetto a quello immaginato dal ministro e dai suoi amici di partito, certamente non è quello dei retrogradi, degli omofobi, dei nazionalisti e non è inquadrabile nel motto Dio, Patria e Famiglia.
 
Ad ogni buon conto basta leggere con la dovuta attenzione il secondo intervento di Lollobrigida per scoprire gli evidenti riferimenti, sicuramente stavolta più velati che espliciti, proprio al rischio della sostituzione etnica, presentata sotto la veste edulcorata della necessità di preservare un’identità culturale che, a giudizio suo e della galassia cui appartiene, sarebbe in pericolo di scomparsa. La teoria di estrema destra di cui è imbevuto il pensiero del ministro e a cui fa riferimento è il “differenzialismo”. Concretamente non viene impiegato il termine “razza” e si ricorre al più neutro “etnia”, ma si tratta di uno stratagemma linguistico, che non cancella i principi fondamentali di questa concezione, il cui cardine è l’idea che le varie etnie, in quanto culturalmente diverse, non possano convivere. La soluzione è rimanere distinti e separati, condizioni indispensabili, a giudizio del Ministro dell’Agricoltura, per tutelare e preservare l’etnia italiana.
 
Le esternazioni di Lollobrigida riecheggiano il contenuto del Manifesto della razza del 1938, pilastro dell’ideologia fascista, nella parte in cui si parla di purezza e della natura completamente autoctona della cultura italiana, priva di apporti esterni. Si badi bene qui non si tratta di avere l’ossessione per il fascismo, ma di combatterne i germi patogeni che ancora si annidano in una certa parte della cultura del nostro Paese. Da secoli il nostro territorio, da prima che l’Italia si costituisse come stato, è crocevia di culture diverse, così come diverse sono le lingue che si parlano e si sono parlate. Geograficamente l’Italia è una lingua di terra in mezzo al mare, un ponte lanciato verso gli altri popoli vicini e questo ha fatto della contaminazione e della convivenza di genti e culture diverse il tratto caratteristico e costante della nostra storia, una peculiarità che ancora oggi sussiste ed anzi si è ulteriormente accresciuta. Non esiste alcuna etnia italiana, anzi se c’è un territorio dove non esiste un’etnia specifica è proprio l’Italia. Lo dice a chiare note la scienza. Peraltro etnia e territorio sono due concetti che non coincidono e di questo se ne parlava già nell’antica Grecia.
 
Speriamo Lollobrigida prenda appunti o comunque che se ne faccia una ragione.
 
Se il governo vuole davvero incentivare le nascite, sostenere le famiglie  e i cittadini italiani, anche quelli che hanno una pelle diversa, intervenga su salari e precarietà, tuteli le fasce più deboli invece di fare solo propaganda.
 
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