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COMUNICATO STAMPA

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Proseguono incessantemente le operazioni di messa in sicurezza di diverse zone del territorio di Sezze messe a durissima prova dalla “bomba d’acqua” che si è abbattuta sul territorio domenica pomeriggio. Il sindaco Lidano Lucidi, insieme a membri dell’amministrazione, funzionari del Comune e Forze dell’Ordine impegnate nelle operazioni, si è recato anche questa mattina nella zona di Casali per verificare le situazioni più critiche, dopo che ieri si è svolta una riunione operativa in Prefettura. L’esito del sopralluogo, uno dei tanti effettuati in queste ore anche in altre zone (soprattutto allo scalo e nella zona di via degli Archi pesantemente colpita dall’ondata di maltempo), ha spinto amministratori e tecnici a decidere di emettere un’ordinanza di sgombero per 5 nuclei familiari che vivono nella zona del fronte franato nelle scorse ore, in via Casali III tratto. È stato lo stesso sindaco Lucidi a spiegare: “C’è un’area adiacente al fronte frana che è a rischio. Per questo motivo, dopo aver parlato con i residenti, che sono stati molto collaborativi, si è deciso di procedere all’ordinanza di sgombero. Sempre in quella zona, oltre ai tanti interventi effettuati, ne voglio segnalare uno dell’Enel che ha messo in sicurezza un palo divelto dalle precipitazioni che metteva a rischio l’incolumità pubblica”. La situazione, come spiegato dallo stesso Lidano Lucidi, è in costante monitoraggio, a Casali ma non solo: “Stiamo raccogliendo ancora tante segnalazioni e siamo impegnati ad operare su tutto il territorio setino colpito dall’ondata di precipitazioni. Ai miei concittadini – ha concluso il primo cittadino di Sezze – torno a chiedere di mantenere comportamenti idonei e di seguire le indicazioni che stiamo cercando di fornire in questi giorni. Il meteo non promette ancora miglioramenti sensibili e dobbiamo mantenere alta l’attenzione per evitare problemi maggiori”.

 

 

Incarico di somma urgenza per quattro ditte locali per affrontare l’emergenza pericoli scaturita dal maltempo dei giorni precedenti. Il Comandante della P.L. dr. Lidano Caldarozzi, in qualità di Responsabile della Protezione Civile Locale, ha affidato così a 4 ditte il compito di attivarsi immediatamente in considerazione delle gravi segnalazioni pervenute ai danni alle abitazioni in diverse località di Sezze. Le ditte private incaricate sono dotate di mezzi idonei ad intervenite nelle zone più colpite. Si tratta delle ditte Protani Alessandro, Mancini Scavi, Corvo Fabio e 3B Service srls tutte di Sezze.

 

“Ma una notizia un po' originale/Non ha bisogno di alcun giornale/Come una freccia dall'arco scocca/Vola veloce di bocca in bocca”, scriveva e cantava Fabrizio De André in una straordinaria canzone.  Anche in questo caso, la notizia di quanto successo domenica scorsa a Sezze ha fatto veramente un giro impressionante. L'episodio della banda che ha suonato la Carrà mentre accompagnava la processione religiosa in occasione della solennità del Corpus Domini è finito in un servizio della Rai, nel programma La Vita in Diretta condotta da Alberto Matano. Poco fa gli operatori della nota trasmissione televisiva sono arrivati a Sezze per registrare un servizio dedicato proprio al singolare episodio che ha destato curiosità e un po' di sconcerto tra i fedeli e i cittadini. Il brano “Come è bello far l'amore” di Raffaella Carrà, suonato in un breve momento dalla Banda durante la processione, sicuramente non era in programma né tantomeno il comitato organizzatore immaginava minimamente che si potesse arrivare a tanto. Ma ormai è andata così (non esageriamo) ... anche se la vicenda, oltre ad aver avuto gli onori della cronaca,  potrebbe finire sul tavolo del Vescovo.

 

COMUNICATO STAMPA ARMA DEI CARABINIERI

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I Carabinieri della Stazione di Sezze Romano, unitamente ai militari della sezione Radiomobile di Latina, hanno tratto in arresto un uomo, un quarantanovenne romeno residente a Sezze, perché al culmine di reiterate condotte di maltrattamenti nei confronti della moglie dapprima la minacciava puntandole alla testa una pistola e poi esplodeva nei suoi confronti dei colpi di arma da fuoco. La donna riusciva a sfuggire alla furia omicida del marito ed allertare i Carabinieri che, giunti immediatamente sul posto, ponevano subito in sicurezza la donna, bloccavano l’uomo in evidente stato di alterazione psicofisica dovuta all’abuso di alcool e sequestravano l’arma con cui aveva sparato.

La loro relazione, che dura da circa 20 anni, da sempre è stata caratterizzata da violenza fisica e psicologica agita dall’uomo verso la moglie, come ha poi confermato la donna, ascoltata dai militari dell’Arma. Nonostante le violenze subite le provocavano diverse ferite evidenti che necessitavano di diversi giorni per la guarigione, la donna non riferiva a nessuno quanto le accadeva, per timore, neanche quando le percosse ricevute le provocavano la lesione della colonna vertebrale o la rottura dell’arcata dentale. E neanche quando ha creduto di morire quando il marito ha tentato di soffocarla con un cuscino o con una busta di plastica. La donna non ha mai voluto sporgere denuncia alle forze dell’ordine, ed anzi, ogni volta perdonava il marito che non esitava a vantarsi con i suoi amici delle violenze a cui sottoponeva la moglie. Oltre alle violenze fisiche, la moglie subiva continuamente violenze psicologiche fatte di offese, minacce e privazioni, nonostante da un po’ di tempo la donna versasse in uno stato di salute precario.

Dopo l’ennesimo violento litigio, la donna, esasperata, dichiarava al marito che l’avrebbe lasciato e che doveva andare via di casa, ma queste parole hanno solo aumentato la ferocia dell’uomo che, dopo averla minacciata di morte, ha impugnato una pistola con matricola abrasa e ha iniziato a sparare, non riuscendo a colpirla. Anche quando la donna tentava di mettersi in salvo, scappando di casa, lui esplodeva un altro colpo, ma la donna riusciva a rimanere illesa e a chiedere aiuto ad una vicina che allertava subito i Carabinieri, il cui intervento immediato è riuscito a interrompere definitivamente il disegno criminoso del marito, bloccandolo e disarmandolo e mettendo finalmente al sicuro la donna.

L’uomo veniva tratto in arresto e, su disposizione del Pubblico Ministero di turno presso la Procura della Repubblica di Latina, tradotto presso la casa circondariale di Latina.

L’attenzione del Comando Provinciale Carabinieri di Latina rimane alta e costante sui reati inerenti la violenza di genere, per cui è fondamentale la collaborazione di tutti, non solo degli addetti ai lavori, ma anche e soprattutto della cittadinanza, la quale è invitata a “fare rete” per prevenire l’odioso reato di violenza di genere segnalando al numero di emergenza 112 qualsiasi situazione dubbia e casi di sospetta violenza di cui venga a conoscenza, per dare l’opportunità alle Forze dell’Ordine di intervenire con efficacia, prima che sia troppo tardi, per proteggere le donne vittime di violenza che non hanno la forza di chiedere aiuto.

Allo stesso tempo ci rivolgiamo alle vittime, chiedendo loro di denunciare, senza timore, ciò che accade loro perché saranno ascoltate in un ambiente protetto, senza essere giudicate, ma con tutta la professionalità che meritano perché le violenze domestiche non sono né un fatto privato, né un amore da perdonare, ma sono un reato, in cui la relazione affettiva costituisce un’aggravante e non una scusante.

 

 

“Quella di domenica pomeriggio è stata una situazione estrema, alla quale la città ha risposto con la solita compostezza, mettendosi subito al lavoro per far rientrare diverse situazioni emergenziali che in brevissimo tempo siamo stati chiamati ad affrontare. La tempestività degli interventi, coordinati dalla Polizia Locale, dai Carabinieri, dai Vigili del Fuoco con il prezioso supporto di diverse associazioni di Protezione Civile di Sezze e non solo, ci ha permesso di ridurre i disagi e di tornare ad una parvenza di normalità”.

È con queste parole che questa mattina il sindaco di Sezze, Lidano Lucidi, ha accolto il Prefetto di Latina Maurizio Falco giunto sui Lepini per un sopralluogo delle zone maggiormente colpite dalla violenta ondata di maltempo che ieri pomeriggio si è abbattuta sulla città creando diversi disagi in alcune zone, località Casali e via degli Archi di San Lidano soprattutto.

Il Prefetto di Latina, accompagnato dal Comandante provinciale dei Carabinieri e dal Presidente del Consorzio di Bonifica, si è recato insieme al sindaco proprio nella zona dei Casali, osservando da vicino i danni provocati da quella che si può definire una vera e propria bomba d' acqua, con circa 100 millimetri di pioggia incessante caduta su Sezze in circa un'ora. Dopo il sopralluogo, lo stesso Prefetto è stato ospitato in Comune per una riunione operativa, cui seguirà quella in programma domani alle 17 in Prefettura alla presenza di funzionari e dirigenti della Regione Lazio.L'occasione, come ha spiegato lo stesso sindaco, sarà utile per fare il punto sulla situazione e per iniziare a programmare quegli interventi indifferibili cui gli enti saranno chiamati a stretto giro per la messa in sicurezza del territorio colpito dal nubifragio. Nel pomeriggio, infine, la giunta comunale ha deliberato la richiesta di stato di calamità naturale proprio nei confronti della Regione Lazio: “Serviranno interventi mirati e si spera risolutivi – ha spiegato il sindaco – perché i danni sono stati ingenti e l'ondata di maltempo sembra non essere ancora passata. Quindi invito la cittadinanza a mantenere alta l'attenzione”.

Il sindaco di Sezze in località Casali 

SEZZE

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Tracimano molte strade a Sezze, a partire da località Casali dove cedono gli argini di Ponte della Valle. Criticità anche su  Quarto La Macchia e Crocevecchia, in zona Zoccolanti e altre località limitrofe. L'alluvione che ha investito Sezze dopo le ore 13 ha portato detriti e fango su tutto il territorio e ha reso le strade impercorribili e bloccato fossi e canali di scolo. Sul posto sono operative le squadre della Protezione Civile, i Carabinieri di Sezze e gli agenti della Polizia Locale. Anche in pianura danni alle colture e strade bloccate. Nei giorni scorsi molte erano state le segnalazioni per le condizioni in cui si trovava il fosso Brivolco così come i canali da tempo non ripuliti dalle erbacce e dal terriccio. Il territorio di Sezze ha purtroppo subito molti danni. Nelle prossime ore si tireranno le somme di quanto accaduto.  

 

Sabato, 10 Giugno 2023 18:21

Decreto lavoro. I conti non tornano

Scritto da

 

 

La Costituzione all’art. 1 dichiara il lavoro valore fondante della Repubblica e all’art. 4 stabilisce che è dovere di ogni cittadino “svolgere un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”. Troppo spesso però si tralascia che l’art. 36 della Costituzione sancisce che “il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla propria famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. La tutela e la promozione dei diritti fondamentali di ogni persona passano attraverso l’applicazione di tutti i principi costituzionali, non solo di alcuni o secondo le convenienze politiche. L’affermazione della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, per la quale il Reddito di Cittadinanza non può sostituirsi al lavoro è condivisibile ma in assenza di politiche che promuovano la buona occupazione e garantiscano livelli retributivi adeguati, i lavoratori rischiano di essere risucchiati nel vortice oscuro della povertà e della marginalizzazione.
 
Nel nostro Paese il 30% dei lavoratori dipendenti del settore privato percepisce un salario annuo inferiore a 12 mila euro. Il tasso di disoccupazione tra i giovani, al netto di quanti il lavoro nemmeno lo cercano, supera il 22%. Il 12% dei lavoratori è in condizioni di povertà a causa dei salari totalmente inadeguati a soddisfare le esigenze primarie personali e delle loro famiglie. Secondo stime attendibili sono 3 milioni i lavoratori irregolari. Il futuro, per quanti rientrano in fasce reddituali così basse, si prospetta tutt’altro che roseo. Il Decreto Lavoro, approvato il 1° maggio dal Governo, al netto del polverone mediatico che lo ha accompagnato, non va nella direzione giusta e rischia di aggravare ulteriormente la condizione dei lavoratori più poveri.
 
La mancata introduzione del salario minimo è stata accompagnata da un’ulteriore liberalizzazione dei contratti a tempo determinato (divenuti una sorta di selva in cui è impossibile orientarsi e trovare il bandolo della matassa, a tutto discapito dei lavoratori) e dall’estensione dei voucher, guarda caso proprio nei settori dove il lavoro povero è diffusissimo. Il ricorso ai voucher, reso possibile con la legge di bilancio fino a 10 mila euro, con il decreto arriva ora a 15 mila euro, divenendo competitivo con le retribuzioni più basse previste da alcuni contratti precari, che quantomeno però sono associati ad una tutela minima dei diritti dei lavoratori.
 
La cancellazione del Reddito di Cittadinanza è sbagliata sia sotto il profilo sociale che economico. Si tratta di una misura da tempo esistente in tutti i Paesi europei e il Consiglio Europeo ha approvato una raccomandazione in favore dell’introduzione di adeguati sostegni alle fasce povere mediante un reddito minimo garantito. La scelta del governo avrà l’effetto di peggiorare la situazione di tante famiglie povere. Le forme di sostegno al reddito fungono da salario di riserva: se dignitose, favoriscono il miglioramento delle condizioni di lavoro in quanto rafforzano il potere contrattuale dei lavoratori e consentono di rifiutare contratti non dignitosi, se indecenti o assenti invece spingono i lavoratori ad accettare condizioni non dignitose.
 
Un intervento per eliminare le numerose distorsioni era necessario, ma il Reddito di Cittadinanza aveva il pregio di essere una misura universale rivolta a tutti i poveri. La soluzione ora adottata differenzia tra meritevoli, quanti hanno minori o non autosufficienti a carico, e non meritevoli che non li hanno, i quali vengono definiti poveri occupabili. Questi ultimi avranno diritto a un reddito mensile di 350 euro e un supporto per la formazione e il lavoro, senza alcun sostegno per la casa, per la durata massima di 12 mesi. I meritevoli riceveranno un trasferimento più elevato, costituito da un assegno di inclusione e da un sussidio per la casa, ma incomprensibilmente non viene presa in considerazione la presenza di figli maggiorenni abili al lavoro. Tanto gli occupabili quanto chi appartiene alle famiglie meritevoli, in età da lavoro e attivabili, dovranno sottoscrivere un patto personalizzato per il lavoro entro 60 giorni, seguire tutti i percorsi di formazione, presentarsi ogni 90 giorni al Centro per l’Impiego per aggiornare la propria posizione, accettare qualsiasi proposta di lavoro in ogni parte del Paese, a condizione che sia a tempo indeterminato, non importa se a tempo pieno o parziale e basta che non sia inferiore al 60% dell’orario a tempo pieno, a nulla rilevando se consenta o meno lo spostamento di tutta l’eventuale famiglia. Il mancato rispetto di queste regole, anche da parte di un solo componente, comporta la perdita del reddito per l’intero nucleo familiare. Nessuna risorsa aggiuntiva è stata prevista per svolgimento degli accertamenti e l’attivazione dei servizi da parte dei Centri per l’Impiego, dovendosi secondo il governo attingere alle risorse esistenti. La valutazione di occupabilità viene fatta solo in base alla composizione familiare, non tiene conto della distanza dal mercato del lavoro ed è ritenuto occupabile chi non ha a carico minori, disabili o comunque non autosufficienti ed ha meno di 60 anni. L’irrealismo della previsione emerge ancor più se si considera che dalle verifiche effettuate solo il 27% dei percettori del Reddito di Cittadinanza è vicino al mondo del lavoro, il 13% ha avuto una esperienza lavorativa conclusa nell’ultimo anno, a nulla rilevando il grado di istruzione, e la qualifica di occupabilità non considera che nella fascia di età dai 18 ai 59 anni possano esserci persone fragili e vulnerabili, bisognose più di supporti psico-sociali che di percorsi di attivazione al lavoro: si pensi ai senza fissa dimora, a quanti hanno dipendenze o patologie psichiatriche non diagnosticate.
 
L’introduzione del salario minimo, esclusa dalla maggioranza, favorirebbe la concorrenza e le imprese sane, che investono in ricerca, in sistemi e prodotti innovativi. La mancanza invece consente alle imprese meno efficienti e produttive di fissare le retribuzioni al di sotto dei livelli concorrenziali e di alterare il mercato, sopravvivendo a discapito di quelle più sane e in alcuni casi più oneste. La riduzione della loro presa sul mercato del lavoro consentirebbe di aumentare non solo i salari, ma soprattutto l’occupazione e la produttività con un beneficio generale per tutta la collettività che avrebbe maggiori ricchezze da ridistribuire.

 

 

Dopo le dimissioni dell’assessore Vincenzo Cardarello per “impegni personali” , piena autonomia al sindaco Lucidi da parte della maggioranza per individuare e nominare il nuovo assessore all’urbanistica. Smentite subito voci su alcuni nominativi che hanno già amministrato la città e che hanno avuto ruoli importanti nelle passate amministrazioni comunali nel gestire la cosa pubblica. Il primo cittadino si trova comunque di fronte ad una scelta importante, considerato che il nuovo assessore dovrà lavorare sugli accordi di programma, sulla rigenerazione urbana e su altri temi su cui il sindaco intende puntare nei prossimi 3 anni. Lucidi vuole anzitutto ragionare su cosa fare e poi scegliere la figura adatta.

“Mi prendo il tempo necessario per ragionarci su – ci ha detto il sindaco Lidano Lucidi raggiunto telefonicamente -  occorre prima mettere in fila le cose da fare e poi individuare la figura più adatta. Abbiamo potenziato l'ufficio condono fermo da molto tempo con persone che aspettavano anni prima di avere una risposta, dobbiamo incentivare e far conoscere bene la rigenerazione urbana soprattutto nella parte di aumento delle cubature e del cambio della destinazione d'uso degli edifici; vogliamo puntare sugli accordi di programma, rendere Sezze attrattiva per gli investimenti soprattutto in pianura, e tanto altro. Il mio sarà prima un ragionamento sulle cose e poi su chi, perché puntare sul piano regolatore che in linea teorica è la cosa più giusta, dilaterà le tempistiche, quanto invece dovremmo puntare ad essere più veloci possibile”.

 

Il Partito Democratico di Sezze interviene sull'aumento del 17% della Tari e sulle assunzioni di consulenti nella SPL Sezze, una contraddittorietà ovvia definita dai dem un mero tatticismo per far pagare ai cittadini consulenze che non servono a nulla. Il Pd attende che intervenga nel merito l'autorità di vigilanza.

"La colpa neanche a dirlo è di quelli di prima, del PD e anche di Zingaretti, uno di quelli di prima anche se alla Regione Lazio. Il sindaco Lucidi e la sua maggioranza, notoriamente allergici alle critiche e ai rilievi politici - si legge nella nota firmata dal Pd - riservano a noi poveri cittadini una autentica stangata, aumentando del ben 17% la tassa sui rifiuti.  Insediatisi in comune a passo di carica come novelli giustizieri che avrebbero fatto pagare chi non ha mai pagato, hanno oggi optato per un ripiegamento tattico e hanno deciso di fare pagare le somme dei morosi a chi già paga regolarmente. I cittadini onesti vengono beffati per dover sborsare somme non dovute, per un servizio peggiorato e per dover sostenere i costi di consulenti inutili assunti alla SPL. Vedremo se l'autorità di vigilanza acconsentirà a questo aumento abnorme, quando quello autorizzato non può superare l'1,59%. A proposito di Zingaretti e dei costi aumentati dalla Regione Lazio, come spiega l'amministrazione del sindaco Lucidi che i comuni vicini al nostro non aumentano la tassa e in alcuni casi la diminuiscono?  Amministrate un comune come Sezze è cosa complessa e forse...".

 

 

 

 

“Una polemica strumentale nata solo per non aver sentito entrambe le parti chiamate in causa ed alimentata per fini che non siano soltanto di natura economica, come invece sono tentata di credere”.  Il vicesindaco di Sezze e assessore alla Cultura, Michela Capuccilli, interviene dopo la commissione Cultura convocata ieri dal presidente Gianluca Lucidi su richiesta delle minoranze consiliari e che ha avuto in audizione Francesco Petrianni, ex dirigente comunale e presidente dell’associazione “Le Decarcie”. Al centro dell'incontro la pubblicazione del libro sulla traduzione dell’antico statuto del Comune, sulla quale pubblicazione l’ex dirigente lamentava l’assenza del patrocinio del Comune di Sezze.  “La questione per nulla banale – ha spiegato l’assessore – è quella relativa alla proprietà dello Statuto, che ovviamente è del Comune di Sezze, non dell’ex dipendente dello stesso. Come ente avremmo compiuto un illecito se avessimo fornito il nostro patrocinio a questa operazione. Peraltro ci risulta che il lavoro di traduzione degli scritti sia stato già pagato all’autore, nonostante per farlo si sia rivolto ad alcune classi del nostro liceo, come da incarico ricevuto dall’Associazione Le Decarcie dalla Compagnia dei Lepini, incarico che prevedeva un lavoro di traduzione e non autorizzava alla stampa del documento. Stona che questi appunti vengano fatti da un ex dipendente del Comune di Sezze, che avrebbe dovuto comprendere prima che quel materiale non appartiene a lui ma allo stesso Comune. Come amministrazione - ha aggiunto Capuccilli - abbiamo un continuo dialogo e collaborazione con le associazioni e quando come amministrazione commettiamo errori siamo i primi a rammaricarcene e, all’occorrenza, a scusarcene. Ma stavolta abbiamo soltanto preso le distanze da chi voleva impossessarsi di qualcosa che non è suo, ma di tutta la collettività. E ci dispiace che la confusione che qualcuno ha artatamente creato abbia messo in cattiva luce il buon nome di Sezze, nonostante i vari incontri con il Petrianni. L’amministrazione aveva ed ha ancora la volontà di stampare lo statuto e di metterlo a disposizione della comunità gratuitamente, non di metterlo in vendita come ha fatto il dottor Petrianni con le sue stampe. Prendiamo atto con soddisfazione, invece, che l’editore del volume abbia compreso quale fosse il problema, decidendo di togliere dal commercio lo stesso libro, che improvvisamente è sparito da tutte le piattaforme online”.

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