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Martedì, 26 Febbraio 2019 13:18

Peppalacchio e Peppa, tra rito e verita'

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Pochi sanno che Sezze, nel suo patrimonio folcloristico, annovera due popolarissime maschere: Peppalacchio e Peppa. Due pupazzi rivestiti di paglia e ricoperti di vecchi stracci che vengono portati in corteo, festeggiati, uniti in matrimonio e infine bruciati sul rogo. Essi rappresentano due popolani stravolti dall'ebbrezza del Carnevale che danno sfogo ai loro istinti più trasgressivi e alla loro libidine. Verranno presto bruciati per significare la brevità della vita e del piacere. Un rito che si ricollega per un verso al folclore paesano e contadino e, per un altro verso, alle usanze ormai secolari del vecchio mondo cristiano che consentiva "semel in anno"(una volta l'anno) di "insanire" cioè di impazzire. La maschera, del resto, è elemento caratteristico di ogni epoca, in dall'età antica, congenita all'essere umano. Ognuno di noi, forse inconsapevolmente, indossa nella vita tante maschere a seconda delle diverse circostanze e dei diversi ruoli che la vita ci presenta. Ci trasformiamo in attori, diventando, volta a volta, "uno, nessuno e centomila "Luigi Pirandello". Sentiamo inavvertitamente il bisogno di travestirci, di immedesimarci in personaggi sul palcoscenico della vita, in cerca di un autore. Ebbene: che festa sia ancora una volta a Sezze dove il rito carnevalesco si ripete in forma spontanea e scherzosa, soprattutto tra i bambini e ragazzi. Gli adulti, con un po’ di invidia, si divertono ricordando la loro giovinezza ormai irrimediabilmente passata. Un ringraziamento sincero all'Amministrazione comunale che rinnova anche quest'anno una bella tradizione.

            Ecco le date:

  • 28 Febbraio:  Giovedì Grasso :Centro storico ore 10,30
  • sfilata in maschera degli alunni e studenti con Peppalacchio e Peppa sposi
  • matrimonio di Peppalacchio e Peppa
  • 5 Marzo:Martedì Grasso:ore 15:sfilata in maschera da Porta Pascibella fino a Piazza 4 Novembre.
  • 1 edizione del "Carnevale in Centro" con la premiazione delle "Migliori Maschere del Carnevale setino 2019"

L’allarme estinzione lanciato dal mondo scientifico non riguarda solo tigri, lupi e tartarughe marine, ma gli esseri viventi più diffusi del pianeta: gli insetti. Sono di diverse specie, vivono intorno a noi e spesso la loro presenza si dà per scontata, ma chi fa agricoltura aveva notato come anche da noi alcune farfalle, diversi tipi di scarafaggi, api, vespe, moscerini, coccinelle, libellule, stavano già scomparendo ad un ritmo davvero preoccupante. L’allarme è stato ora lanciato da uno studio della Società Entomologica di Krefeld in Germania, pubblicato alcune settimane fa e ripreso in tutto il mondo. Secondo questo studio, in trent’anni abbiamo perso quasi l’80% degli insetti e con loro 400 milioni di uccelli, morti per mancanza di cibo. E’ un’estinzione tanto massiccia e rapida che gli scienziati la stanno accostando a quella dei dinosauri.Gli insetti sono alla base di tutte le catene alimentari, dei processi di decomposizione e rigenerazione, fanno riprodurre l’80% delle piante da fiore e sono essenziali alla produzione agricola mondiale. Sono insetti minuscoli e fondamentali che non abbiamo protetto abbastanza  dall’uso dei pesticidi e dalla deforestazione, anzi ne abbiamo ridotto l’habitat ed ora i cambiamenti climatici stanno facendo il resto. La comunità scientifica chiede aiuto su più fronti: in Texas gli ambientalisti protestano perché il muro di Trump distruggerebbe un’importante riserva di farfalle, in Baviera sono state raccolte quasi due milioni di firme per una proposta di legge o referendum per salvare le api con tutta una serie di misure, primo esempio virtuoso in Europa. Solo nel Messico Centrale, un miracolo è in controtendenza: la popolazione delle farfalle monarca è aumentata del 144%. Si tratta di una piccola colonia tra le montagne del Michoacán, alle pendici di un vulcano, in un’ecosistema nascosto dove per ordine delle autorità nessuno potrà entrare.

Una realtà associativa giovane ma che già può vantare popolarità e un elenco di eventi promossi e ben riusciti. Stiamo parlando dell’associazione culturale Setia Plena Bonis, sodalizio setino nato a Sezze un anno fa dalla passione e dalla voglia di rilanciare cultura e tradizioni popolari locali di Alessandro Mattei, Valentina Savelli, Ernesto Mattei e Kety Fusco. Il nome e il logo stesso dell’associazione esprimono già l’idea di associazionismo che hanno i fondatori: Setia Plena Bonis, parte dell’esametro latino dello stemma comunale che tradotto significa: Sezze ricca di beni. A questo l’associazione setina ha aggiunto una cornucopia vuota, una controsenso se si considera il nome prescelto ma un simbolo perfetto se si ha l’idea di riempirla di volta in volta con iniziative, cultura e tradizioni popolari setine. Nelle parole del presidente del sodalizio, Alessandro Mattei, si racchiude l’obiettivo e lo scopo di Setia Plena Bonis. “Come associazione sentiamo il dovere di rilanciare la nostra storia, le nostre tradizioni popolari partendo dalle nostre radici. La cosiddetta società liquida sta cancellando le nostre origini a vantaggio di una cambiamento e di una modernità che non lascia ricordi. Faremo del tutto per tramandare le nostre tradizioni e i valori della nostra comunità alle future generazioni”. L’associazione Setia Plena Bonis nel corso del suo primo anno di attività ha voluto fortemente favorire anche la collaborazione tra le tante realtà associative presenti in città, cercando sinergie per una giusta ricetta, volta a creare quella necessaria miscela per realizzare manifestazione di vero carattere popolare. “Tradizione, Cultura, Natura e Futuro sono le nostre parole maestre – aggiungono i membri del direttivo – lavoreremo tracciando nuovi percorsi non dimenticando però i vecchi sentieri della nostra storia, una comunità che non ha storia non potrà avere un futuro”.

Forati, mattonelle, stucchi orientali, finestre di alluminio dorate, pitture fiabesche e altro ancora sono i simboli del degrado urbano del centro storico di Sezze. Un centro antichissimo e stupendo trasformato negli anni in una accozzaglia di bruttezza senza logica, privo di armonia e controlli. La politica degli anni passati non ha pensato ad un decoro urbano né ad una riqualificazione dell’esistente, quella degli ultimi anni ha fatto di peggio: ha lasciato che chiunque potesse distruggere il bello che era rimasto nei secoli. Basta una passeggiata nei vicoli del centro storico per capire che le amministrazioni comunali hanno lasciato il paese in mano a dei barbari dello stile e del gusto. Le poche azioni di riqualificazione si devono solo alla sensibilità di alcuni privati che rispetto a qualche anno fa hanno investito sulle loro proprietà, riportando in luce ciò che era stato coperto con calce e mattoni nel corso degli anni. Sotto ogni leccata di asfalto in molti vicoli ci sono ancora i sampietrini, dietro una facciata moderna sicuramente ci sarà del sasso vivo. Occorre buon senso e una urgente politica di riqualificazione che possa essere da volano ad una proposta turistica possibile e necessaria. Perché a Sezze non manca niente rispetto ad altre città dei Monti Lepini, semmai è vero il contrario.

 

 

 

 

Molti disagi e pericoli sulle arterie dell’intera provincia di Latina. A causa delle forti raffiche di vento che hanno raggiunto i 50 km/h domenica scorsa molti alberi ad alto fusto si sono schiantati sulle strade comunali e provinciali creando problemi alla circolazione e in molte zone creando  interruzione di servizi essenziali quali l’energia elettrica. Molti quartieri, infatti,sono rimasti senza corrente sia in pianura che nei Comuni dei Monti Lepini. Danni anche alle abitazioni e alle strutture private con tetti divelti e serre completamente distrutte dal vento. Nuova conta dei danni.

 

L’amministrazione comunale intende risolvere una serie di problematiche relative alla pulizia del territorio, alla raccolta differenziata e al corretto conferimento dei rifiuti. Per questa ragione nei giorni scorsi ha deliberato il cosiddetto “Progetto Ambiente”, un progetto a tutto tondo che andrà ad investire tutti i settori della tematica ambientale. In merito infatti il sindaco Di Raimo vuole far promuovere progetti educativi ambientale attraverso incontri con esperti del settore per gli alunni di ogni ordine e grado. Ma si vogliono anche investire della tematica le associazioni, le parrocchie, i centri sociali e le organizzazioni sindacali. Inoltre il progetto prevede accordi con organismi del settore per il raggiungimento degli obiettivi di educazione al corretto conferimento, al controllo di zone critiche della città e alla segnalazione dei trasgressori. Il primo cittadino per avviare il progetto chiede la collaborazione con le forze dell'ordine per la repressione dei reati ambientali e la partecipazione attiva dei cittadini alla lotta contro le discariche abusive.  “Il territorio ha una estensione di circa 100 km quadrati  - ha affermato il sindaco - e, quindi, solo attraverso una sinergia di tutti gli attori in campo è possibile dare soluzioni alle problematiche su richiamate”.

Nuovo depuratore a Sezze Scalo e riqualificazione del fosso Brivolco, un'opera e un intervento che veramente potrebbero significare un primo importante passo per la tutela del territorio comunale. In merito alla grande opera iniziata dall'ex amministrazione Campoli nel 2014 e proseguita poi a fasi alterne fino ad oggi, è molto probabile che la vicenda stia veramente per concludersi. L'amministrazione comunale di Sezze guidata dal sindaco Sergio Di Raimo, infatti, recentemente ha comunicato che i lavori dell'impianto sono in dirittura di arrivo: entro il 28 febbraio verrà redatto lo stato finale a cura del Direttore lavori, entro il 31 marzo verrà redatto il collaudo finale da parte del collaudatore ed il 15 aprile l'impianto verrà consegnato alla società Acqualatina che procederà a richiedere l'autorizzazione allo scarico e alla conseguente messa in funzione dello stesso impianto. Un cronoprogramma che questa volta vedrà la conclusione di un iter complesso come lo stesso primo cittadino ha ricordato in più occasioni. L'impianto di depurazione, quindi, potrebbe essere inaugurato entro l'estate, con ricadute sicuramente positive per l'ambiente circostante. L'opera, probabilmente una delle più importanti degli ultimi 20 anni, venne approvata dal consiglio comunale nel 2008 ed inserita nel piano triennale delle opere pubbliche per un importo totale di euro 5.400.000 di cui 4.000.00 provenienti da un finanziamento regionale e la restante somma di 1.400.000 da fondi del bilancio comunale. Altro finanziamento e altra significativa notizia che fa ben sperare per la salvaguardia e tutela dell'ambiente in un'ottica di sviluppo sostenibile, è quello di 150 mila euro stanziato dalla Provincia di Latina per la realizzazione di un progetto volto alla riqualificazione delle acque del fosso Brivolco e del fiume Ufente. L'obiettivo del progetto è la rinaturalizzazione e miglioramento della fruizione ricreativa e didattica del fosso e del fiume nell'area mole muti. Si tratta di un progetto che si inserisce nell'ambito del percorso di tutela ambientale che la stessa amministrazione comunale sta ponendo in essere dall'inizio del suo mandato. Il consigliere Giovanni Bernasconi ha seguito tutte le fasi del bando durante il suo incarico di presidente facente funzioni dell’amministrazione provinciale di Latina. Questo intervento punta ad aumentare le capacità di autodepurazione delle acque che attraversano le zone urbanizzate, realizzando un’area umida per potenziare la funzione autodepurativa, mirando inoltre a recuperare il sito delle Mole Muti. Nel progetto è prevista anche l’istallazione di una stazione di monitoraggio multi paramentrica sul Fosso del Brivolco in corrispondenza con l’impianto di fitodepurazione realizzato dal progetto, che sarà data in gestione al Consorzio di Bonifica.

Lunedì, 25 Febbraio 2019 09:14

Un quotidiano in rete per tutti

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L’informazione è democrazia, dunque condivisione e appartenenza.  Nella marea di siti e quotidiani in rete, oggi lanciamo la nostra proposta partendo da questi concetti. Una proposta editoriale che non nasce per buttarsi nella mischia tanto per… ma, al contrario, un’idea di comunicare che vuole partecipare ad un processo di cambiamento dell’informazione in atto, all’interno del quale tutti sono simili ma nessuno è uguale all’altro. La Notizia Condivisa, il nuovo quotidiano on line dei Monti Lepini, avrà quindi la sua peculiarità, il suo carattere, e saprà identificarsi e navigare nel mare delle notizie che pullulano tra i social ed il web. Nessuna particolare pretesa, se non quella di essere imparziali e cercare di descrivere sempre i fatti, siano essi di cronaca, di attualità, di sport e spettacolo. La Notizia Condivisa non è nemmeno una scommessa da vincere o da perdere, ma è semplicemente un contributo che si vuole dare all’informazione e alla cultura di Sezze e dei paesi dei Monti Lepini. I fatti hanno sempre mille sfumature, crismi che basta saper cogliere nel ventaglio della realtà esistente. E cercheremo proprio di fare questo, di dare l’opportunità ai lettori di leggere la notizia anche da angolazioni differenti, spostandoci oltre quel cono di luce spesso evidente. Il nostro quotidiano sarà, quindi, al servizio della città e di tutti i cittadini che amano approfondire la notizia. Oltre alla cronaca e all’attualità ci occuperemo di storie popolari setine e di tradizioni legate ai Monti Lepini; di agricoltura e artigianato, di associazionismo, di disabilità e volontariato. Molti aspetti della nostra comunità che si davano per scontati e che purtroppo sono stati cancellati per sempre. Il tessuto della nostra società si è sfilacciato ed è necessario ricucire quello che di buono ci resta, perché la nostra storia e le nostre radici rischiano di sparire per sempre. La rete può essere uno degli strumenti della modernità che può, paradossalmente, recuperare ciò che abbiamo perso, essa può diventare una bussola utile per navigare nell’informazione che si fa storia e nei ricordi che possono diventare attualità e futuro. La Notizia Condivisa sarà il quotidiano di tutti, aperto ad ogni idea e pronto ad accogliere suggerimenti.

Lunedì, 25 Febbraio 2019 08:38

Chi ha paura dell’Esame di Stato?

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I nati nel 2000 dovevano pur aspettarselo: hanno inaugurato un nuovo millennio, inaugureranno anche un nuovo Esame di Stato! E già, perché tante sono le novità dell’Esame di Stato 2018/19 che preoccupano, e non poco, studenti e docenti, alle prese con ricalcolo dei crediti scolastici, simulazioni di prove d’esame, incontri di formazione…

Queste le principali novità:

  • Nuovo credito scolastico: il “peso” del percorso scolastico del triennio sarà pari a massimo 40 punti (prima era pari a max. 25 punti).
  • Partecipazione alle prove Invalsi per le classi quinte (obbligatoria solo a partire dall’a.s. 2019/2020, ma non a carattere valutativo).
  • Abolizione della terza prova, il tanto vituperato e famigerato “quizzone”, predisposto dalla Commissione d’esame, che tanto sonno aveva sottratto agli studenti.
  • Nuove tipologie di prima e seconda prova.
    • La Prima Prova, quella di Italiano, vale al massimo 20 punti e prevede tre tipologie:
      • Tipologia A: Analisi e interpretazione di un testo letterario italiano. Saranno fornite due tracce, che potranno essere relative a due ambiti cronologici diversi o a due generi e forme testuali diverse;
      • Tipologia B: analisi e produzione di un testo argomentativo. La tipologia prevede una scelta tra tre tracce ed il testo fornito come documento per lo spunto argomentativo sarà uno solo;
      • Tipologia C: riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità. La tipologia prevede la proposizione di due tracce e potrà essere fornito un breve testo di appoggio.

Le tracce di tutte e tre le tipologie possono riferirsi agli ambiti artistico, letterario, storico, filosofico, scientifico, tecnologico, economico e sociale.

  • La Seconda Prova, quella che caratterizza il percorso di studi, vale al massimo 20 punti e presenta le maggiori novità, perché verterà su una o più discipline caratterizzanti il corso di studi. Ad esempio nel liceo classico la seconda prova riguarderà sia greco che latino. Negli Istituti Professionali è previsto che la seconda prova si componga di due parti e la seconda parte sarà predisposta dalla Commissione d’Esame.
  • Modalità nuove per il Colloquio, che vale al massimo 20 punti. Intanto diciamo subito addio alle famose “mappe concettuali”, o percorsi pluridisciplinari, che ormai si ripetevano in serie. Si partirà con il sorteggio da parte del candidato di un “materiale” – tra una terna che gli verrà proposta – da cui cominciare il colloquio; la commissione preparerà una serie di materiali pari al numero dei candidati più due, così che ogni studente possa sempre scegliere tra una terna. Poi lo studente sarà chiamato a relazionare sulle esperienze di Alternanza scuola-lavoro effettuate nel triennio e verranno anche accertate le conoscenze e competenze maturate nella attività svolte di “Cittadinanza e Costituzione”. Infine ci sarà il consueto spazio per discutere le prove scritte.

Quanti pensieri e quanti grattacapi! Nel mondo della scuola sono tutti in fibrillazione, docenti in primis, sia perché preoccupati di preparare adeguatamente gli studenti ad affrontare l’esame, sia perché saranno chiamati ad elaborare nuove strategie di predisposizione delle prove.C’è da dire che il Ministero sta accompagnando queste nuove misure anche con simulazioni nazionali e seminari di approfondimento per docenti. La prima simulazione della Prima Prova scritta si è svolta il 19 febbraio e gli studenti non hanno incontrato particolari difficoltà. Tra pochi giorni, il 28 febbraio, la simulazione della Seconda Prova e lì sì che si concentrano le maggiori preoccupazioni! Staremo a vedere. Di sicuro la novità che tutti gli studenti hanno accolto con gioia è la possibilità di essere ammessi all’Esame di Stato anche con una insufficienza in una disciplina o gruppo di discipline, mentre prima occorrevano tutti sei. “Almeno questo”, hanno esclamato con entusiasmo!