
redazione
Sezze. Domani la Giornata del Dialetto
Il dialetto non è solo una lingua, ma un ponte tra passato e futuro, un’eredità da custodire con orgoglio”.
Con queste parole il presidente della Pro Loco di Sezze, Carlo Enrico Magagnoli, introduce la “Giornata del Dialetto”, in programma il prossimo 15 marzo prima al centro sociale “Ubaldo Calabresi”, poi all’auditorium comunale “San Michele Arcangelo”. Un evento che vedrà la partecipazione di studiosi, linguisti e ricercatori, impegnati in un confronto sul valore del dialetto setino e delle lingue locali. “È fondamentale – prosegue Magagnoli – che le nuove generazioni riscoprano la bellezza e l’importanza della nostra parlata. Il dialetto racconta la nostra storia, tramanda tradizioni e ci permette di mantenere vivo il legame con le radici”.
La giornata si aprirà alle ore 10 al centro “Calabresi” con i saluti delle autorità locali e dei rappresentanti dell’Unpli nazionale, regionale e provinciale che ha organizzato la manifestazione, il presidente Unpli Lazio Claudio Nardocci, il presidente Unpli provincia di Latina Valter Creo, il consigliere nazionale Unpli Ernesto Fanfoni, prima dell’inizio delle relazioni vedrà uno spazio dedicato a Paola Cacciotti, vicepresidente provinciale che spiegherà nel dettaglio il processo che ha portato alla realizzazione di 11 edizioni dell’evento. A seguire una conferenza con gli interventi di esperti del settore, tra cui il linguista Marco Di Prospero, “Dal Dialetto ai Dialetti: perché il sezzese è la nostra lingua?”, il cultore delle tradizioni setine Piero Formicuccia, “Il Dialetto nelle realtà locali”, lo storico e ricercatore Luigi Zaccheo, “Il Dialetto nell'Italia del 2000”, e Vincenzo Luciani, direttore del centro di documentazione della poesia dialettale "Vincenzo Scarpellino", che relazionerà su “Per la salvezza delle lingue locali del Lazio: fatti e non parole”. Saranno inoltre declamate poesie in dialetto, tra cui quelle di Federico Galtiero per il dialetto roccheggiano e di Minturno.
Il programma prevede anche un momento conviviale con un buffet offerto dalla Pro Loco di Sezze, che proporrà piatti tipici del territorio, e una visita guidata ai luoghi di interesse storico-artistico della città, con visita finale al Museo Diocesano di Arte Sacra. Nel pomeriggio, a partire dalle 16, l’Auditorium San Michele Arcangelo ospiterà un momento di grande spettacolo e coinvolgimento culturale, con declamazioni di poesie dialettali e sketch teatrali a cura di numerose associazioni del territorio. Con la conduzione di Paola Cacciotti e di Isabella Baratta, scrittrice e poetessa, le associazioni Antiqua Setia, Arcadia, Nemeo, Turapitto, Giotto si esibiranno sul palcoscenico insieme a “Chigli De Jo Ròtio” di Cori, “Esso Chissi de Cisterna di Latina”, Dante Ceccarini e Amalia Avvisati per il dialetto sermonetano, Patrizia Stefanelli per il dialetto Itrano, oltre all’esibizione teatrale “Gliù ritratt” in dialetto di Monte San Biagio. “Non si tratta solo di celebrare il passato, ma di costruire il futuro. Proteggere il dialetto – conclude Magagnoli – significa proteggere la nostra identità. E questa giornata vuole essere un invito a farlo, con entusiasmo e partecipazione”.
No alla Guerra!
Paolo Di Capua, nominato recentemente Coordinatore Comunale PSI, torna con un volantinaggio contro la guerra, in cui invita al confronto, al dialogo e all'unica soluzione possibile: la pace!
"Dopo l’evaporata vittoria e, con gli armamenti degli arsenali svuotati per averli regalati, avete voluto riarmarvi con una spesa mostruosa che non consolida, non rafforza, non garantisce la PACE che è l’unica deterrenza possibile nel rapporto tra i popoli. Con la New Europe Again More Unit la spesa storica si riduce molto a beneficio dei popoli. Con la decisione di riarmarvi avete esautorato i Parlamenti, tradito il manifesto di Ventotene (Spirelli, Rossi, Colorni) e i padri fondatori De Gasperi, Adenauer, Schuman. Manifestate una brutta malattia la ( Guerraiola Schizofrenica) per favore curatevi!!! State strozzando i popoli, l’economia, il futuro, la pace. L’Europa ha smarrito la diplomazia, il dialogo, il confronto, comprensione e rispetto reciproco. Con e in Pace si potrà dare più istruzione, sanità, cultura, occupazione giovanile e femminile, tutela dell’ambiente, ricerca scientifica, nonché ridurre o eliminare le disuguaglianze. Una cooperazione che restituisca, dignità all’essere umano".
Ecco perché va rivisto il titolo V della Costituzione che dà pieni poteri alle Regioni
di
Pierino Ricci
Per Latina 2032
Le costituzioni democratiche regolano l’organizzazione e la vita di società in continua trasformazione. Esse assicurano, in primo luogo, che queste trasformazioni non travalicano o intacchino principi e diritti che hanno valore universale (o che comunque sono stati ritenuti irrinunciabili dai costituenti). Tra questi, la democrazia, l’uguaglianza, la dignità umana, i diritti e le libertà costituzionali (dei singoli e delle loro comunità o associazioni). Non fa il bene del paese chi propone riforme senza valutarne la rispondenza alle trasformazioni socio-politiche-economiche in atto.
Questa riflessione vale per la forma di governo (il cosiddetto Premierato e autonomia differenziata). Nel primo caso si sottovaluta il fatto che la crescente complessità delle società attuali e la crescente polarizzazione e radicalizzazione delle opinioni politiche e culturali non suggeriscono il ricorso a modelli presidenziali o semi presidenziali, anche se dotati di tutti i necessari freni e contrappesi. Altrettanto vale, però, per l’attuazione dell’autonomia differenziata. Con essa si daranno alle Regioni nuovi poteri esclusivi in materie dove oggi la competenza è concorrente fra Regioni e Stato.
Ma siamo sicuri che l’attuale ripartizione di competenze non sia stata pensata per un mondo che non c’è più? In effetti, nel mondo globalizzato di oggi, in molte di quelle materie (come l’energia , commercio estero, rapporti internazionali, la sanità, la scuola e ricerca, il cambiamento climatico, infrastrutture strategiche, telecomunicazioni) le competenze più che concorrenti fra Roma e Bologna o Bari e Potenza, dovrebbero essere concorrenti fra Roma e Bruxelles, e di fatto lo sono già.
Non ha senso dunque pensare di dare alle Regioni competenze esclusive in queste materie, per le quali già gli attuali loro poteri sono oggi eccessivi. Sono aumentati i costi con i centri di spesa (oggi ne sono 21 a livello Regionale) con risultati deludenti alle esigenze dei cittadini (in particolare la sanità e la scuola, materie queste che non andrebbero regionalizzate). Anche se bisogna dire che la riforma dell’articolo V del 2001 ha introdotto alcune innovazioni positive, come l’autonomia e la responsabilizzazione finanziaria delle regioni ed enti locali, ma non ha valutato a sufficienza come il mondo e l’Italia erano cambiati.
Ecco, occorre farlo ora evitando di proseguire su una strada sbagliata. Ma costruire una repubblica delle autonomie ben funzionanti. Farlo non è ritornare al centralismo. Va fatto per riavvicinare i giovani e tutti coloro che, oggi, si allontanano e sono sempre più sfiduciati dalla politica, riportando la politica e le risorse nei territori laddove sostanzialmente ci sono i problemi irrisolti.
Dati allarmanti. Ecco perché i giovani vanno via
di
Pierino Ricci
Per Latina 2032
Tutti i giorni veniamo bombardati da cifre e dati, che l’economia va bene, l’inflazione diminuisce, l’occupazione aumenta e i servizi sono al top. Allora cominciamo con il fare un approfondimento dei dati in un modo più reale e serio; è noto a tutti che il tasso di occupazione è dato dal rapporto tra popolazione attiva tra i 15 anni ai 64 anni e quella totale. In questo dato, l’invecchiamento è di 14 milioni oltre i 64 anni e la diminuzione delle nascite porta a 10 milioni di adolescenti. La popolazione è in diminuzione da anni e ciò incide sul tasso di occupazione. Le ore lavorate sono oggi inferiori a quelle del 2007-2008, da oltre 15 mesi la produzione industriale è in calo e la cassa integrazione registra oltre 460 milioni di ore in più contro le 260 milioni del 2019. I dati rilevati mese per mese e quelli del periodo estivo, l’occupazione aumenta sempre specie nel settore turismo e dei servizi .
L’ ISTAT, dobbiamo sapere, non conteggia le persone che non lavorano ma il numero dei contratti. E’ noto specialmente per i contratti part-time che ci possono essere più contratti per la stessa persona. Inoltre, ogni anno più di 100 mila giovani lasciano il nostro paese per andare all’estero, ci troviamo ad avere più emigrati che immigrati. Dobbiamo dircelo con chiarezza: in Italia i disoccupati non sono il 7% ma arrivano a 4 milioni, inattivi disponibili scoraggiati ma che vorrebbero un lavoro , così come il tasso del precariato è del 7,3%,in 5 milioni di lavoratori autonomi si contano centinaia di migliaia di partite iva finte e 300 mila collaboratori... “ della serie.. vuoi lavorare? Apriti una partita iva”.
Le donne inattive per motivi familiari sono 2,7 milioni, gli uomini 104 mila. Abbiamo 2,6 milioni di lavoratori a tempo indeterminato, ma a part-time. Gli stranieri in Italia sono il 2,4 milioni pari 8,7% , ma negli infortuni sono circa il 20%. Il tasso di occupazione in Europa è del 75,4% in Italia il 62,1%, il Nord 69,9% il Sud 49,1%. Abbiamo 4,6 milioni di lavoratori con i contratti da lavoro ( CCNL) scaduti da anni e 170 mila lavoratori in crisi aziendali. I salari italiani, sono i più bassi d’Europa , eccetto la Grecia , l’inflazione complessiva attuale più quella degli ultimi due anni , arriva al 17,3%. Il salario minimo in Italia non esiste, ma viene combattuto in un modo vergognoso 9 euro l’ora ovvero 1.200 euro al mese, quando in Germania oggi è di 15 euro l’ora. Le condizioni di vita , in Italia ,sempre più difficili i pensionati sono il bancomat di ogni finanziaria, solo la spesa sanitaria riduce il loro potere di acquisto da anni. Se facciamo le debite proporzioni, la nostra provincia, con il Lazio non è da meno.
Se a questo aggiungiamo le problematiche delle nostre città, dove c’è una decrescita che fa paura, ecco perché 3 giovani su dieci vanno via (11 mila in meno solo su Latina e provincia) non intravedono il loro futuro e quelli che restano lamentano piazze poco sicure , fenomeni sempre più in crescita di baby gang e delinquenza comune, così come la criminalità informatica e la sicurezza economica , la proprietà della casa è sempre più fuori portata dei giovani.
Scelte scellerate da parte delle nostre amministrazioni e della Regione Lazio e del governo sulla mancanza di politiche per il lavoro e dell’inclusione sociale, della scuola lavoro, luoghi e spazi culturali di aggregazione, strutture per giovani, quando si regalano quei pochi edifici pubblici a privati e niente si fa per lo stato sociale per i giovani , minando sempre più la fiducia nelle istituzioni e lo scollamento tra giovani e politica.
Perché chi ama Sezze non può contribuire alla crescita del paese?
di
Francesco Petrianni
Perché stupirsi o dolersi se circolano idee su un bene architettonico storico del nostro patrimonio, l’ex monastero di Santa Chiara? Forse perché non collimano con quelle degli amministratori? O forse perché avanzare ipotesi e ragionare è una prerogativa di chi pro tempore, ripetiamo pro tempore, si trova a reggere il governo della città?
Polemizzare con le forze politiche intervenute recentemente sull’argomento Clarisse forse fa parte del gioco. Ci sta. Additare singoli cittadini, per nome e cognome, sebbene pubblicamente attenti e sensibili ai problemi pubblici cittadini, lo è un po' meno.
Ma attaccare smodatamente un’associazione benemerita, come il FAI, è inopportuno e fuori luogo. Ciò non vuol dire che tutto ciò che fa e dice è Vangelo. Ma certo non si può disconoscere che quell’Associazione ha tra i suoi meriti quello di aver posto all’attenzione pubblica e, in particolare, dei sezzesi il tema della valorizzazione del centro storico della Città di Sezze attraverso uno dei suoi più emblematici edifici, l’ex Monastero delle Clarisse, facendolo diventare un Luogo del Cuore, del cuore dei Sezzesi. Sia sufficiente ricordare che migliaia di cittadini sottoscrissero quell’idea. Solo per questo il Galateo non scritto di una pubblica amministrazione suggerirebbe di premettere i ringraziamenti ogni volta che la si tiri in ballo.
L’idea di una sede degli studi di livello universitario è stata ripresa, anche da me. So bene che è solo un’idea e che la realtà è ben più complessa; che una qualunque idea progettuale necessita di confronti con altre idee, di verifiche, di energie, di impegni e di risorse, umane e finanziarie. Mi fermo qui, anche se è giusto ricordare che tra le motivazioni addotte dal Comune di Sezze nel chiedere alla provincia la cessione della struttura veniva indicata la possibilità di destinarla “a sede di una facoltà ad indirizzo agrario e/o veterinario con la finalità di riscoprire e valorizzare l’ampio territorio collinare e di montagna della provincia pontina che oggi appare come la vera frontiera della sostenibilità, non solo ambientale, ma anche economica, territoriale, sociale e culturale”. E’ bene pure non dimenticare le risorse finanziarie impiegate per l’acquisizione dell’ex Monastero al patrimonio pubblico, comprandolo dalla Chiesa, e le ingenti somme spese per il consolidamento della struttura, né i successivi finanziamenti arrivati e fatti arrivare con l’impegno di qualche consigliere regionale.
Delle Clarisse si parla e si discute da tempo, anche nei modi in cui le associazioni e i semplici cittadini hanno possibilità di discutere, coscienti della dimensione che gli argomenti hanno. E liquidare quelli che intervengono sui temi come disturbatori del guidatore è segno di insofferenza e di intolleranza anche perché non è dato conoscere la traiettoria del guidatore. L’ascolto non è una qualità dell’istituzione comunale. Il patrimonio culturale architettonico invece è proprietà della cittadinanza alla stregua dell’aria che respiriamo.
Il paesaggio storico è un tema politico di interesse generale, perché contribuisce in maniera molto rilevante al benessere dei cittadini che non possono accettare di subire i loro paesaggi. Il paesaggio è una questione che interessa tutti i cittadini e deve venir trattato in modo democratico, soprattutto a livello locale e non può essere deciso senza la loro consultazione.
“Perché persone che amano Sezze non possono dialogare e dare un contributo alla crescita del paese?” E’ questa la domanda che si poneva il sindaco di Sezze nel candidarsi alla guida del comune. Le risposte che, una volta sindaco, si dà e dà vanno in tutt’altra direzione.
Caos e disagi al mercato settimanale di Sezze
Caos al mercato settimanale di Sezze. Il Pd di Sezze interviene in merito ad una problematica che sta generando disagi a non finire da oltre 5 mesi, e cioè da quando l’area del mercato settimanale di Sezze è stata parzialmente interdetta per dei lavori che poi sono stati sospesi. Problemi e disagi arrecati ai residenti (circa 500 persone) dovuta alla viabilità provvisoria decisa, alle mancate comunicazioni e anche alla difficoltà per gli stessi commercianti del mercato. Non si capisce, infatti, perché in via Vivaldi, via Frescobaldi e via Donizetti i residenti, per entrare ed uscire, debbano fare la gimcana tra macchine parcheggiate, bancarelle e avventori. Non si capisce perché nell’area antistante il cantiere aperto e poi sospeso ci siano delle macchine parcheggiate e non le bancarelle, mentre quest’ultime sono state posizionate in zone scosesce e difficilmente raggiungibili come lamentato dagli stessi commercianti in una riunione tenutasi nei giorni scorsi.
Il Pd nella nota afferma: “Con un comunicato del 3 ottobre 2024 , il sindaco Lidano Lucidi aveva annunciato l’inizio dei lavori di riqualificazione dell’area destinata al mercato settimanale in località Anfiteatro. Oggi, a distanza di 5 mesi, l’area è tutta un cantiere e, da settimane, cittadini e ambulanti vivono una situazione di grave disagio. L’attuale maggioranza non ha mai spiegato i motivi del ritardo cosa che sarebbe stata doverosa e giusta sia per l’obbligo di trasparenza amministrativa sia per il rispetto degli avventori e degli ambulanti. Non va dimenticato che a breve, a sezze si terrà l’annuale Sagra del Carciofo, evento per il quale la nostra città ospiterà, come sempre, un gran numero di persone. La zona di Anfiteatro sarà destinata a diventare un’area parcheggio e il punto di partenza delle navette che dovranno trasportare gli ospiti verso il centro storico. In tali condizioni – chiude la nota -ci si chiede come la zona interessata dai lavori possa essere utilizzata per tale scopo qualora i lavori non fossero ultimati in tempo. Per tutto quanto sopra indicato, come PD, riteniamo opportuno e necessario che chi di competenza spieghi i motivi del ritardo nell’inizio dei lavori”.
Va affermato il diritto internazionale!
di
Pierino Ricci
Per Latina 2032
Credo che l’America con Tramp stia commettendo un clamoroso errore pensando di risolvere la crisi di guerra e americana rompendo con l’Europa e senza l’ UCRAINA , i paesi occidentali , in sostanza , con l’Europa più di tutti ,mantiene il benessere americano, però è anche vero che l’Europa siccome è stato il maggior finanziatore in Ucraina dovrebbe svegliarsi da questo torpore e non aspettare che l’America risolvi il problema della guerra in UCRAINA, rimettendo in discussione un diritto internazionale, costruito con tanti sacrifici… così come la politica dei dazi. Ci vuole una politica con la P Maiuscola europea e non una politica mondiale che corre dietro gli umori dei social, anche se, si vuole far governare il mondo con i social, con cui siamo chiamati a farci i conti.
Un mondo senza strumenti multilaterali da contrappeso ai sistemi di populismo e autoritarismo porteranno soltanto disgregazione e guerre nel mondo. Ecco perché, ora, l’Europa deve dotarsi di una politica mondiale propria, che sia basata sul multilateralismo e la socializzazione economica aiutando, anche, i paesi sottosviluppati che oggi vengono sfruttati dalle multinazionali e dalle superpotenze mondiali. Credo che non sia più il momento di dividerci tra americani e antiamericani, così come russi e antirussi.
Oggi più che mai c’è la possibilità, come Europa , di costruire un mondo basato sulla pace uguaglianza e giustizia , sembrano parole vuote o retoriche , ma non ci sono altre alternative , se non sottostare al volere delle superpotenze fuori dal multilateralismo e il rispetto delle regole, per tanto gli organismi internazionali come OMS , l’ ONU e l’Europa unita sono organismi essenziali per garantire mantenere un minimo di comune denominatore tra tutti gli Stati… la risoluzione del conflitto UCRAINA deve passare nel rispetto della carta dei diritti (ONU) così come, il conflitto in medio ORIENTALE… la soluzione non è quella di trasferire i palestinesi fuori dalla striscia di Gaza. Pertanto, in un mondo solidale e di pace e di cooperazione non può esserci spazio a egoismi personali e nazionali o ancora peggio, una spartizione mondiale… l’Europa deve intervenire come unico stato.
Sezze si prepara a festeggiare il Carnevale 2025 con eventi imperdibili
VINCITORI CONCORSO PROVINCIALE “L’OLIO DELLE COLLINE 2025”
Giunto alla ventesima edizione, il concorso “L'Olio delle Colline” si è tenuto all’Abbazia di Fossanova, sabato 22 febbraio, presso l’Auditorium “Infermeria dei Conversi”
ORGANIZZATORI
Organizzato dal Capol (Centro assaggiatori produzioni olivicole Latina) con il contributo del Comune di Minturno, è patrocinato dalla Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentate e delle Foreste, della Sovranità Alimentate e delle Foreste, Regione Lazio, Consiglio Regionale del Lazio, Arsial, Provincia di Latina, Comune di Priverno, Comune di Sonnino, Camera di Commercio Frosinone Latina, Azienda Speciale della Cciaa “Informare”, Associazione “Città dell’Olio”, XIII Comunità Montana di Priverno, Compagnia dei Lepini, Biodistretto “Colline dell’Amaseno”, Coldiretti Latina, Confagricoltura Latina, Cia Latina, Ecomuseo dell’Agro Pontino, Consorzio Industriale del Lazio, Lilt (Lega Italiana della Lotta contro i Tumori) - Sezione di Latina, Pro Loco Priverno, Condotta Slow Food di Latina, Slow Food Travel, Isiss “Teodosio Rossi” di Priverno, Isiss “Pacifici e De Magistris - Istituto Alberghiero” di Sezze, Consorzio di Tutela delle Olive Dop Gaeta, ACAP (Associazione Capi Panel Riconosciuti).
OBIETTIVI DEL CONCORSO “L'OLIO DELLE COLLINE”
Scopo del Concorso è promuovere e valorizzare l’olio extra vergine di oliva e diffondere la cultura dell’assaggio professionale. Oltre a premiare i migliori oli della provincia di Latina, si propone di valorizzare tutti gli extravergini di oliva prodotti nel territorio dei monti Lepini, Ausoni e Aurunci; stimolare gli olivicoltori e frantoiani al miglioramento della qualità; contribuire alla diffusione e valorizzazione a livello provinciale della professionalità degli assaggiatori d'olio d’oliva; favorire il consumo consapevole dell’olio extravergine di oliva ed evidenziare la funzione dell’olivicoltura nella tutela e nella conservazione dell’ambiente rurale delle colline pontine. Per meglio selezionare gli oli in gara, sono state organizzate nei mesi scorsi preselezioni presso le aree interessate dallo stesso Concorso (Lepini, Ausoni, Aurunci).
Giuria di assaggio oli (Panel)
Capo panel: Luigi Centauri (Coordinatore del Concorso) e Capo panel: Giulio Scatolini
Assaggiatori iscritti nell’Elenco Nazionale: Pietro Antetomaso, Francesco D’Ambrosio, Igina De Santis, Liberata Diloni, Marina Ficaccio, Francesco Le Donne, Catullo Manciocchi, Rocco Parisella, Damiano Pasciuto, Marisa Pietrosanti, Antonella Simonetti, Isabella Spatolisano, Vittorio Zaottini.
Giuria Migliore Confezione ed etichetta
Giornalisti: Roberto Campagna (coordinatore) e Tiziana Briguglio
Ispettori ICQRF MASAF: Raffaele Mondini, Francesco Allegrini
Arsial (Regione Lazio): Miriam Catta
Istituto Agrario San Benedetto Latina: Marisa Pietrosanti
Grafici pubblicitari: Katia Spitaleri
Agronomo: Alberto Bono
Consulente giurista sicurezza alimentare: Michele Stocola
Giuria Paesaggi dell’Extravergine
LEPINI: Mario Pio Battisti, Antonio Perci, Marisa Pietrosanti, Gianfranco La Rosa, Giuseppe Persi, Antonella Simonetti, Isabella Spatolisano.
AUSONI: Pietro Antetomaso, Alberto Bono, Tommaso Iacoacci, Ernesto Migliori, Fabio Mirabella, Rocco Parisella, Damiano Pasciuto, Regina Scattola.
AURUNCI: Celestino Buonamano, Andrea Cerrito, Marco Del Bene, Daniele Mandarello, Maria Minolfi.
DEGUSTAZIONI FINALI
Il Concorso si chiuso con la degustazione degli oli in gara curata dagli assaggiatori del Capol e l’assaggio di prodotti tipici locali curata dall’Istituto alberghiero “Pacifici e De Magistris” di Sezze, accompagnati dai vini offerti dell’Azienda agricola Casale del Giglio de Le Ferriere.
VINCITORI
CATEGORIA AZIENDA
Fruttato “INTENSO”
1° Classificato: Azienda Agricola Cosmo Di Russo Verde Mare;- Gaeta
2° Classificato: Americo Quattrociocchi Bio - Terracina
Gran Menzione:
Azienda Agricola Paola Orsini Riserva Bio - Priverno
Azienda Agricola “La Macérà” di Michele Costantini – Sezze
Azienda Agricola Alessandro Scanavini Bio - Priverno
Azienda Agricola Alfredo Cetrone – Sonnino
Mater Olea Srl Agricola – Prossedi
Menzione di Merito:
Azienda Agricola Adria Misiti Bio – Sonnino
Società Agricola “Terre Del Sovescio” - Itri
Azienda Agricola Giovanna Coriddi – Cori
Società Agricola “I Lori” Bio – Cori
Diamante Verde di Antonio Tombolillo Inviridis - Norma
Fruttato “MEDIO”
1° Classificato: Cantina Sant’Andrea - Terracina
2° Classificato: Masseria Francesco Zenobio DOP Bio - Minturno
Gran Menzione:
Società Agricola Masseria Raino Domus Bio - Itri
Società Agricola “La Valle dell’Usignolo” Bio - Sermoneta
“Villa Pontina” di Lucio Pontecorvi DOP Bio - Sonnino
“Colle Siola” Bio Azienda Agricola Luisa Di Bello Castelforte
Azienda Agricola Daniele Mandarello – Itri
Menzione di merito:
“Palmerini 1931” Società Agricola - Sermoneta
Azienda Giuseppe Rossetti - Sonnino
Azienda Agricola “Agresti 1902” DOP - Itri
Fruttato “LEGGERO”
1° Classificato: Società Genesio Mancini Srl - Itri
2° Classificato: Azienda Agricola “Diamante Verde” di Antonio Tombolillo - Sermoneta
Gran Menzione:
Azienda Agricola Silvae di Silvia Ialongo - Itri
Azienda Agricola Riccardo Palombelli - Cori
Società Agricola Gentile Srl - Sermoneta
Cincinnato Cooperativa Agricola Arl Bio - Cori
Menzione di Merito:
Castello Santa Margherita - Cori
Colle Sant’Oliva Azienda Agricola Manlio Milita - Cori
Azienda Gregorio De Gregoris Punto G - Sonnino
Per le Aziende che imbottigliano, etichettano l’olio e risultano iscritte alla Camera di Commercio, la Commissione di assaggio ha designato i primi due classificati di ogni categoria di fruttato (intenso, medio e leggero).
PREMIO DOP “COLLINE PONTINE”
1° Classificato: Azienda Agricola Alfredo Cetrone DOP - Sonnino
2° Classificato: Azienda Agricola Paola Orsini DOP Bio - Priverno
Gran Menzione:
Azienda Agricola Cosmo Di Russo DOP - Itri
Masseria Francesco Zenobio DOP Bio - Minturno
“Villa Pontina” di Lucio Pontecorvi DOP Bio - Sonnino
Azienda Agricola “Agresti 1902” DOP - Itri
Menzione di Merito:
Azienda Agricola Silvae di Silvia Ialongo - Itri
Azienda Agricola “Casino Re” di Filomena Coletta DOP Sonnino
Il premio è assegnato alle aziende che producono un olio extravergine certificato DOP Colline Pontine secondo il disciplinare ed il piano dei controlli.
PREMIO OLIO “BIOLOGICO”
1° Classificato: Azienda Agricola Paola Orsini DOP Bio - Priverno
2° Classificato: Società Agricola Masseria Raino Domus Bio - Itri
Gran Menzione:
Società Agricola “La Valle dell’Usignolo” Bio - Sermoneta
Villa Pontina di Lucio Pontecorvi DOP Bio - Sonnino
“Colle Siola” Bio Azienda Agricola Luisa Di Bello - Castelforte
Azienda Agricola Adria Misiti Bio - Sonnino
Azienda Agricola Alessandro Scanavini Bio - Priverno
Cincinnato Cooperativa Agricola Arl Bio - Cori
Società Agricola “I Lori” Bio - Cori
Il premio “Olio Biologico” è assegnato alle aziende che producono un olio extravergine secondo la disciplina prevista dal Regolamento CE 2092/91, che mira a mantenere e valorizzare la biodiversità e l'attività biologica del suolo, con lo specifico obiettivo di ridurre le forme di inquinamento.
PREMIO “MIGLIORE CONFEZIONE ED ETICHETTA”
1° Classificato: Progetto Inviridis - Norma
2° Classificato: Società Agricola “Masseria Raino” Bio - Itri
Gran Menzione:
Società Agricola “Terre Del Sovescio” - Itri
Alle aziende olivicole iscritte alla Camera di Commercio che confezionano solo ed esclusivamente secondo la normativa europea per la categoria merceologiche olio extra vergine di oliva. Una Commissione di esperti ha valutato le confezioni con particolare riferimento alla completezza e contenuto delle informazioni portate nell’etichetta e retroetichetta; funzionalità e design della bottiglia nonché l’etichetta dal punto di vista grafico dei materiali impiegato per la confezione che valorizzano le qualità e l’origine del prodotto.
PER ENTRAMBE LE CATEGORIE: “AZIENDA” E “PICCOLE PRODUZIONI”
PREMIO “GIOVANE OLIVICOLTORE”
Azienda Agricola Silvae di Silvia Ialongo - Itri
Il titolare rappresentante dell’Azienda con età fino a 40 anni ed iscritto alla Camera di Commercio, che hanno ottenuto il punteggio più alto tra tutti gli oli delle aziende partecipanti.
PREMIO “OLIVICOLTORE VETERANO”
Antonio Cerrato – Fondi
Riconoscimento al produttore partecipante con l’olio extra vergine di oliva di qualità che esercita l’attività di olivicoltore da più anni.
PREMIO “VERDE IN ROSA”
“Colle Siola Bio” Azienda Agricola Luisa Di Bello - Castelforte
Loreta Pestillo - Fondi
Premio all’Azienda produttrice condotta al femminile.
CATEGORIA PICCOLE PRODUZIONI
PREMIO MIGLIORE “EXTRAVERGINE DI OLIVA”
1° Classificato: Massimiliano Di Girolamo - Sonnino
2° Classificato: Ettore Manzo - Itri
Gran Menzione:
Kateryna Makarova Inviridis - Norma
Giulio Cetrone - Sonnino
Rosario Moroni - Cori
Vladimir Cariddi - Priverno
Giuseppe Dragonetti - Itri
Giuseppe Gabrielli - Prossedi
Menzione di Merito:
“Olio della Torretta” Edoardo Di Lenola - Sermoneta
Fabrizio Grecco - Sezze
Giuseppe Di Cicco - Lenola
Elisa Feudi - Sonnino
Veronica Lana - Cori
Francesca Rossi - Roccagorga
I produttori che non confezionano con etichetta il prodotto (anche coloro che pur confezionando il prodotto non sono iscritti alla Camera di Commercio). Sono premiati in una unica categoria i primi due oli classificati: premio “piccole produzioni”. Inoltre sono state assegnate menzioni speciale agli oli partecipanti che avranno superato un punteggio soglia particolarmente alto stabilito di anno in anno in relazione alle caratteristiche proprie dell’annata. La valutazione è stata eseguita sulla base dei criteri di equilibrio, armonia e complessità degli oli extra vergine d’oliva in concorso.
Sono assegnati al primo classificato dei produttori (piccole produzioni), i premi Monti “Lepini”, “Ausoni” e “Aurunci”.
PREMIO “MONTI LEPINI”
Kateryna Makarova Invirdis-Norma
PREMIO “MONTI AUSONI”
Giuseppe Di Cicco - Lenola
PREMIO “MONTI AURUNCI”
Giuseppe Dragonetti - Itri
PREMIO “CITTA’ DI PRIVERNO”
E’ all’azienda che produce un olio extravergine da olive del Comune di Priverno che ha ospitato l’evento.
Azienda Agricola Alessandro Scanavini Bio – Priverno
Riconoscimenti: PAESAGGI DELL’EXTRAVERGINE DEI
MONTI: LEPINI, AUSONI E AURUNCI
Tre commissioni, costituite da tecnici agronomi ed esperti del settore olivicolo, hanno individuato nove aziende, tre per ogni comprensorio, le quali, producendo olio di qualità secondo corrette tecniche agronomiche ed ambientali, mantengono l’efficienza delle sistemazioni idrauliche agrarie e dei terrazzamenti.
LEPINI:
Luigi Paniccia - Priverno
Società Agricola Luca Priori – Rocca Massima
Azienda Agricola Carmela Parisi - Sermoneta
AUSONI:
Gigliola Magliocco - Sonnino
Roberta Mirabella - Fondi
Nazareno Carroccia - Lenola
AURUNCI:
Benedetto Spinosa - Gaeta
Ramona Claudia Raica - Formia
Azienda Agricola Silvae di Silvia Ialongo - Itri
CONCORSO “ASSAGGIATORI A CONFRONTO”
Medaglia d’oro: Cosimo Pastore di Latina
Medaglia d’argento: Elisabetta Germondari di Siena
Medaglia di bronzo: Mattia Garritano di Latina
CONCORSO “ASSAGGIATORE PER UN GIORNO…”
Medaglia d’oro: Fiorella Boccia di Priverno
Medaglia d’argento: Maria Teresa D’Orso di Anzio
Medaglia di bronzo: Mattia Garritano di Sezze
ALLA SCOPERTA DEI CIBI DI STRADA DELL’AGRO PONTINO
Nell’ambito della rassegna letteraria “I Mercoledì in Biblioteca”, organizzata dall’Unitre Sermoneta, l’Università delle Tre Età “Marguerite Chapin Caetani”, verrà presentato mercoledì 26 febbraio, alle 19.00. il libro “A morsi e bocconi” di Roberto Campagna. Oltre all’autore, interverranno Alessandro Di Norma, giornalista e fotografo, autore delle foto del libro, Tommaso Iacoacci, esperto di enogastronomia del territorio, Roberto Perticaroli, presidente dello Slow Food Travel Monti Lepini, e Quirino Briganti, presidente della Compagnia dei Lepini. A detta dello stesso autore quelli di strada sono tutti quei cibi che si possono mangiare senza posate… a morsi e bocconi. Il libro è un viaggio sui Lepini e in Agro Pontino alla scoperta di tali cibi. Illustrato con foto di Alessandro Di Norma, è frutto di una ricerca realizzata per conto della Cooperativa Utopia 2000 onlus nell'ambito del progetto “Convivium Monti Lepini - Simposi, mense, tavole, produzioni, protagonisti e saperi. Storia, arte e culture enogastronomiche nel territorio lepino” della Compagnia dei Lepini. l cibi di strada hanno origini antichissime: si consumavano già all’epoca dei Greci e dei Romani. E fu proprio nell’antica Roma che si diffuse l’usanza di imbottire due fette di pane. E da allora il panino è diventato l’emblema di tale abitudine alimentare. Il nome di Panisperna, la via romana diventata famosa per il gruppo di giovani fisici italiani, che presso il Regio Istituto di Fisica dell’Università, assieme a Enrico Fermi, contribuirono alla scoperta dei neutroni lenti che permise di realizzare il primo reattore nucleare, pare che derivi da “panis et perna”, ossia pane e prosciutto, che i frati della Chiesa di San Lorenzo in Panisperna usavano offrire ai poveri il giorno della festa dello stesso santo. E proprio pane e prosciutto è uno dei cibi di strada segnalati in questo libro. Due i prosciutti descritti: quello di Bassiano e il cotto di Cori. I cibi di strada sono diffusi in ogni zona d’Italia e i Monti Lepini e l'Agro Pontino ne sono molto ricchi. “Il territorio lepino e della Provincia di Latina - ha scritto nella presentazione del libro Quirino Briganti - oltre a possedere un ingente patrimonio artistico e naturalistico, ha dei cibi che suscitano suggestioni, profumi e sapori, espressione di un retaggio culturale millenario”. Questo territorio, oltre ai prodotti di montagna, come per l’appunto i prosciutti di Bassiano e Cori, i salumi di bufala, i formaggi, le castagne e le olive, conta anche prodotti ittici e ortaggi. Circa questi ultimi, i fiori di zucca fritti, i cocomeri a fette e i carciofi fritti dorati sono altre tre delle ventotto “tappe” di questo gustoso viaggio gastronomico. Viaggio che all’arte bianca, in particolare ai dolci, riserva uno spazio di tutto rispetto. A proposito di dolci, sono stati riportati soltanto i più significativi, con una storia dietro, quelli che identificano il luogo dove nascono. Sono state invece tralasciate le pizze, i gelati e certi fritti come i supplì, le crocchette, i filetti di baccalà e la mozzarella in carrozza, perché non rappresentano il territorio: si trovano dappertutto. “Il cibo - ha scritto Alessandro Di Norma nella nota fotografica - è storia, è rito, è tradizione, è insieme di gesti caratterizzati dalle abitudini che si perdono nei gangli della quotidianità più remote, ma trapelano, senza troppo fatica, anche in quella attuale, veloce ed effimera, legata alle contemporanee tecnologie di comunicazione. Fotografando il cibo si è dato vita a un racconto di sensazioni che ritornano, e restano, nella mente come radici secolari”. Secondo la Fao, quelli di strada sono cibi che vengono preparati e venduti in strada per l’appunto, nei mercati e nelle fiere da commercianti ambulanti. Ma si trovano ormai anche in alcuni locali come le paninoteche, le piadinerie o i pub, nei chioschi o, per esempio, nelle fraschette dei Castelli Romani.