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Alessandro Mattei

Alessandro Mattei

 

Sono a dir poco imbestialiti. Un gruppo di commercianti di Sezze si stanno organizzando per mettere fine ad un fenomeno in forte crescita e che sta danneggiando i veri commercianti che tra tasse e concorrenza sleale non riescono a sbarcare il lunario. Al centro della loro protesta un meccanismo di vendita on line diabolico e disonesto, una truffa vera e propria ai danni di chi paga le tasse e verso chi ha dovuto fare sacrifici per mettere su una attività con licenza. E’ il fenomeno delle vendite on line sui social e whatsapp da parte di privati senza partita iva. “In questi ultimi anni fare commercio, specialmente nei piccoli centri è diventato sempre più difficile e  lo testimoniano le numerose chiusure di attività commerciali. Oltre alla grande distribuzione, le vendite online (tra cui Amazon il principale nemico) – ci dicono alcuni commerciati di Sezze -  è nato un nuovo fenomeno di vendite online tramite gruppi Facebook e Whatsapp da parte di privati senza partita iva che vendono merce di ogni genere il più delle volte contraffatta. Il meccanismo consiste nella pubblicazione di foto di merce che non hanno in casa ma che si trova direttamente dal fornitore ed effettuano vendite senza autorizzazioni prendendo una percentuale sul guadagno”. Insomma guadagni facili senza pagare un centesimo e senza autorizzazioni. Oltre al danno la beffa per chi è in regola, per i dovuti e numerosi controlli da parte dei soggetti preposti in barba a quelli che vendono da casa senza alcuna autorizzazione. Insomma, tra i commercianti di Sezze si sta costituendo un movimento con l’obiettivo di ideare un gruppo apposito per cercare di arginare il fenomeno. Alcuni profili di falsi venditori sono stati già segnalati alle autorità competenti e si andrà avanti per fermare questa vendita abusiva di privati fuori legge.

 

 

In un clima collaborativo e distensivo, l’incontro tenutosi ieri tra il sindaco di Sezze e i comitati cittadini “Murodellatéra” e “Cittadini per Sezze” ha indubbiamente aperto nuovi scenari difficilmente pensabili da quelle che erano state le ultime dichiarazioni di Sergio Di Raimo in aula consigliare. E’ stato infatti lo stesso sindaco a voler chiarire alcuni passaggi e affermazioni fatte proprio in merito ai lavori sul Belvedere di Santa Maria, scusandosi anche con i presenti per “una frase infelice” proprio perché “non c’era la volontà di denigrare nessuno”, in riferimento al fatto che non saranno Cinquanta cittadini a condizionare le scelte dell’Ente. Nel suo intervento il sindaco ha fatto una panoramica di quello che è stato l’iter che dal 2018 fino ad oggi ha portato prima all’approvazione dei lavori e poi alla sospensione degli stessi da parte dell’Ufficio Tecnico. Pur restando convito che il monumento dedicato a San Lidano “sia una bella opera e che non andrà a depauperare il belvedere”, il primo cittadino ha aperto ai comitati dicendo che da parte sua “vuole che questa opera sia il più possibile condivisa e che non divida la città”.  Il sindaco stesso ha proposto di mediare con il donatore e primo committente dei lavori, Don Massimiliano Di Pastina, per un incontro con una delegazione dei comitati per rivedere la collocazione del monumento, perché come è stato definitivamente chiarito, nessuno è mai stato contro la Statua o contro qualcuno, ma solo a favore della tutela di un luogo storico e unico della nostra città. Il sindaco di Sezze quindi, mostrando sensibilità e disponibilità anche a tornare indietro sulla statua, ha chiesto all’assemblea dei presenti di recepire anche altre idee in modo da poter aprire al confronto il più possibile. Fondamentale è stato il faccia a faccia con i cittadini, a dimostrazione che oltre i social bisogna parlarsi a quattrocchi per capire e capirsi veramente bene. Fondamentale è stato il sentimento nelle argomentazioni espresso dai presenti e in primo luogo dai due relatori delegati dei comitati, Franco Abbenda per il “Murodellatèra” e Francesco Petrianni per “Cittadini per Sezze”.  Franco Abbenda, intervenuto dopo il sindaco, lo ha coinvolto parlando dell’intero complesso di Santa Maria e dei suoi legami con la comunità. “La nostra volontà  - ha detto - è di proteggere un bene paesaggistico che ha un impatto sulla cittadinanza immenso. Il Murodellatera è un luogo particolare per tutti. Esistono dei beni che proprio perché non sono di qualcuno non devono essere di nessuno. Il concetto di bene pubblico deve essere tutelato dal sindaco, fosse anche per un solo cittadino”. Importante dal punto di vista dell’iter tecnico l’intervento di Francesco Petrianni. Tra i diversi passaggi importanti il dirigente in pensione del comune di Sezze ha ricordato, snocciolando la norma applicata sui lavori iniziati e poi sospesi, che il parere tecnico ha confuso il termine urbanistico con il termine edilizio. “Il Piano Regolatore del Comune di Sezze - ha detto Petrianni - parla di piano particolareggiato del centro storico, e senza questo strumento non si può toccare lo stato delle cose. Infatti lo stesso tecnico afferma che si possono fare solo opere di conservazione e risanamento. Se il Comune di Sezze vuole fare un’opera di riqualificazione deve approvare un piano di riqualificazione con tutto un percorso diverso rispetto a quello è stato fatto”. Insomma una cosa è un attività edilizia, altra è una attività di urbanizzazione. Diversi infine i contributi dati dai presenti. Uno tra tutti. Il professor Alberto Filigenzi ha letto una lettera firmata dall’onorevole Lelio Grassucci, nella quale l’ex deputato e dirigente di partito chiede di non stravolgere un luogo anche e soprattutto per la sua importanza architettonica e artistica gotico-cistercense, realizzata nella semplicità, umiltà e povertà del nuovo monachesimo del tempo.

 

 

E' rimasta riservatissima fino ad oggi ."Ma una notizia un po'originale /Non ha bisogno di alcun giornale /Come una freccia dall'arco scocca /Vola veloce di bocca in bocca (cit. De Andrè). Il sindaco di Sezze Sergio Di Raimo pochi giorni fa ha posto chiaramente la fiducia sul proseguimento dei lavori sul Belvedere. La messa in opera della Statua del Santo Patrono è diventata per lui un obiettivo che va oltre ogni altro problema serio e grave irrisolto della città. Senza troppi giri di parole Di Raimo ha chiesto alla sua maggioranza di esprimersi in aula su un caso che di politica non aveva nulla ma di etico tutto. Ha chiesto ai suoi consiglieri di votare la Statua e in caso contario di firmare la sfiducia e tornare a casa. Adesso, quindi, la questione si è ribaltata, ed il primo cittadino, ostinato ad andare avanti e a seguire un progetto nato unilateralmente, vuole contarsi e vedere chi ha il coraggio di sfiduciarlo o chi vuole andare avanti con la statua al centro del Belvedere. Il sindaco, pubblicamente, ha già detto che a lui quel progetto piace molto e che vuole realizzarlo senza ascoltare l’opinione di un gruppo di Cinquanta cittadini. Vuole interstarsi questa opera a 2 anni e mezzo dalla sua elezione. Adesso spetta ai consiglieri comunali mettere la faccia. Per giunta, nel merito, lui e la sua (ex) Giunta lo hanno già votato e ora vuole che sia il consiglio comunale ad esprimersi chiaramente per prendersi le sue responsabilità politiche e amministrative. Responsabilità in realtà non dovute perché il progetto nasce in altre sedi e viene approvato dai soli componenti della Giunta senza passaggi in commissione e in consiglio. Una richiesta forte, quindi, quasi altezzosa, davanti ad un progetto che non compare nemmeno nei programmi elettorali e che non è stato mai menzionato in campagna elettorale ma che, al contrario, è fuoriuscito improvvisamente come un fungo solo con una delibera di Giunta nel 2018, diciamo alla chitichella. Di Raimo, quindi, si vuole giocare tutto, non lo ha fatto nemmeno quando si è trattato di votare il bilancio di previsione e quando qualcuno, poi nei fatti, non lo ha votato veramente. Di Raimo vuole mettersi alla prova su un progetto che, messo così, oltre a dividere l’opinione pubblica per le cose già dette in aula (come per altre vicende, a partire dai lavori alla Valerio Flacco o sul caso dei rifiuti e della maleducazione dei cittadini) spacca la sua maggioranza e soprattutto mette in difficoltà il suo Partito. Il Pd, fresco fresco di segretario, infatti, vuole trovare una coesione, una posizione equilibrata e sensata e lo sta facendo attraverso l’impegno silenzioso del neo segretario Daniele Marchetti. Gli imbarazzi sono tanti e le difficoltà serpeggiano nemmeno quando si parlò di rimpasto e crisi di maggioranza. Gli altri gruppi invece cosa faranno? La sua maggioranza sarà compatta? Polidoro, Calvano, Ferrazzoli, Roscioli, Barbati cosa diranno e faranno? E l’opposizione. Conosciamo la posizione di Sezze Bene Comune ma non quella del Biancoleone anche se, per definizione e posizioni differenti, non dovrebbe sostenere un progetto-autogol. Il sindaco, ottimo e stimato commercialista, forse per deformazione professionale, ultimamente ama contare troppo e tutto. Speriamo che i conti siano giusti… Mancano 2 anni e mezzo alla fine del mandato. La prima amministrazione comunale Di Raimo è al giro di boa, riuscirà a compiere una virata o sarà costretta a tirare i remi in barca?

 

 

Crescono di giorno in giorno le adesioni a tutela del Belvedere di Santa Maria di Sezze. L’iniziativa social lanciata dal Comitato “MurodellaTèra” con la Cartolina “#Iosonounodeicinquanta” sta raccogliendo condivisioni straordinarie sui social a conferma che tanti cittadini sognano una Sezze diversa dove ancora esiste il rispetto della storia, delle tradizioni e di luoghi che fanno parte della nostra comunità. Goccia dopo goccia, ognuno a suo modo, sta esprimendo con passione e forza il desiderio di non vedere stravolto il Belvedere di Santa Maria. Pian piano, anche i meno appassionati, stanno rivedendo le loro posizioni e nelle ultime ore stanno capendo e dimostrando di tenere molto a quello che rappresenta, nella sua semplicità, l’ultimo baluardo di una Sezze che sta per essere completamente cancellata, insieme a vestige di un passato che tutti insieme dobbiamo tutelare e valorizzare. Uniti non saremo mai soli. La conservazione intatta del Belvedere rappresenta oggi l’emblema di un riscatto sociale rispetto ad un passato dove scelte politiche sbagliate hanno purtroppo cancellato buona parte della nostra storia, delle nostre radici. Semplici cittadini, docenti, operai, artigiani, cantanti, musicisti, alunni, pensionati si stanno unendo in una battaglia pacifica e trasparente contro quello che potrebbe rappresentare un nuovo scempio perpetrato ai danni della nostra città, come lo è stato in passato per l’Anfiteatro, per la Piazza dei Leoni, per Porta Pascibella, per il centro storico e per altri luoghi simbolo della nostra città. Non sapremo come andrà a finire, perché non saranno certamente i cittadini a potere e dover decidere se mettere o meno il Monumento di San Lidano al centro del Belvedere, ma certamente un bel giorno potremmo ben dire che siamo stati tra coloro i quali, ad un certo punto, hanno detto di No a gran voce.

La Cartolina del Comitato Murodellatèra

Domenica, 17 Novembre 2019 18:50

#SonounodeiCinquanta. Belvedere libero

 

#Sonounodeicinquanta. Una cartolina che nella sua bellezza e semplicità raffigura quello che era il Belvedere di Santa Maria. Il Comitato Murodellatèra ha promosso una iniziativa tutta social volta a sensibilizzare ulteriormente l'opinione pubblica sulla tutela di un patrimonio artistico e paesaggistico che fa parte della nostra storia, della nostra comunità, della nostra vita. Nessuna guerra, nessuna iniziativa contro qualcuno o qualcosa ma solo a favore del Belvedere, di uno dei luoghi più affascinanti di Sezze che merita di essere conservato così come i nostri avi ce lo hanno trasmesso. Alle ore 18 in punto di oggi, il comitato e tanti cittadini hanno postato sui loro profili facebook questa immagine che vuole essere anche una risposta al primo cittadino Sergio Di Raimo il quale, nell'ultimo consiglio comunale, in merito ai lavori, e rispondendo ad un consigliere comunale, aveva apostrofato la domanda dicendo appunto che non saranno cinquanta cittadini a fermare i lavori iniziati e sospesi al belvedere. Il sindaco di Sezze, Sindaco di tutti, così facendo, ha scelto di ignorare una parte dei cittadini che, a più riprese, hanno cercato di capire quale fosse veramente l'interesse di questa amministrazione nel fare proprio al centro del Belvedere il monumento dedicato al nostro amato Santo Patrono. Senza entrare nei dettagli dell'iter il senso di appartenenza è stato comunque ignorato. Il sindaco, infatti, ha scelto la strada dell'esclusione, della non considerazione di una richiesta di confronto sempre trasparente e legittima. Saranno Dieci, Cinquanta, Cento, Mille i cittadini contrari a quel progetto, ma sono pur sempre cittadini che pagano le tasse, rispettano le leggi ed esprimono il loro voto elettorale. Fare la conta, contarsi, facendo divisioni e sottrazioni, non è stato mai elegante né aiuta a ricucire oggi un tessuto sociale sfilacciato e in piena crisi. Promuovere cultura come ha detto bene il sindaco recentemente è anche ascoltare, confrontarsi e capire le istanze dei cittadini e del cittadino. Saranno dieci, cento, cinquanta, sempre cittadini sono. La cultura è tradizione, storia, passato... ma nei fatti.

 

 

 

Nuovamente imbrattate le mura ciclopiche di Sezze. In questi giorni anche sui social sono state pubblicate foto che denunciano scritte con bombolette spray apparse sulla cinta muraria di Sezze sotto il Guglietto. La fortificazione della città risalente al IV° secolo a.C. nel corso degli anni non è la prima volta che viene imbrattata. Ne abbiamo viste di peggio, come quando un privato -  come se nulla fosse - sbancò il terreno sotto le mura per effettuare uno sterro non autorizzato. Per carità nulla di grave – come qualcuno subito dirà anche oggi – di tanti problemi adesso stiamo anche a focalizzare l’attenzione su una simile sciocchezza, su scritte infantili. Certo, ma di sciocchezze in sciocchezze, la sottovalutazione miope e vergognosa di quanto progressivamente sta avvenendo sta creando danni difficilmente recuperabili in futuro, detto diversamente si sta "bruciando" una nuova generazione di ragazzi. Il degrado sociale è in forte crescita e di tanto in tanto palesi indizi vengono alla luce. Atti vandalici contro una donna indifesa, immondizia gettata ovunque, incendi dolosi, segnali preoccupanti di nuove droghe tra i giovanissimi, furti in abitazione in pieno giorno, prostituzione, tutto fa parte di una trasformazione in negativo della società che sfugge a chi dovrebbe investire sulla cultura e sul rispetto delle regole. Tutte bravate per carità, nulla di grave. Intanto il degrado avanza.

 

Lo scavo del 2015 denunciato dal Gruppo in difesa dei Beni Archeologici di Sezze

 

 

 

E’ di nuovo abbandonato, dimenticato, lasciato nell’oblio che quasi quasi potrebbe uscirci nuovamente “il monaco”, quella che nei primi anni ’90 a Sezze è stata la versione casereccia e maschile dell’attuale buffonata chiamata Samara. L’ex Monastero della Clarisse, l’antichissimo stabile nel cuore del paese che per secoli ha ospitato le suore appartenenti all'ordine delle Clarisse Innocenziane, è ridiventato un “fuori contesto”, una cattedrale nel deserto che non interessa più a nessuno, non interessa alle istituzioni e alla politica a tutti i livelli. Infatti sono passati altri 10 anni dall’ultimo interessamento, dal quel convegno promosso dall’allora consigliere provinciale, capogruppo del PD, Enzo Eramo, alla presenza del presidente Armando Cusani, dell’allora sindaco di Sezze Campoli, del deputato Sesa Amici e altri rappresentanti istituzionali. In quel tempo si parlò di un cronoprogramma di azioni, di una destinazione d’uso, di valutazione di progetti e soprattutto di opportunità. Un concorso di idee che però tale è rimasto anche perché la Provincia perse poi quei pieni poteri dopo la riforma sulle Province. Dopo i lavori di ristrutturazione esterna e di consolidamento, realizzati proprio dalla Provincia di Latina, la stessa amministrazione provinciale ha consegnato al Comune di Sezze l’intero stabile, un immenso patrimonio architettonico di oltre 15 mila metri cubi. Molte le proposte e idee valide venute fuori dal Convegno: una delle più accreditate lanciata da Eramo e da Titta Giorgi fu quella di istituire nel monastero la sede della Facoltà di Agraria, per rilanciare un territorio a vocazione agricola e per fungere da volano per un possibile e sostenibile turismo a Sezze. Eramo parlò anche di una sede per corsi di specializzazione per fare dell'immobile un polo multi funzionale. Purtroppo sono rimaste belle ma inutili proposte e la stessa amministrazione comunale guidata dall’ex sindaco Andrea Campoli è rimasta per lunghi sette anni a guardare le stelle senza muovere un dito né per intercettare ulteriori fondi da destinare per completare i lavori interni né per sollecitare idee e proposte di sviluppo. Per non parlare della scarsa attenzione avuta dalle successive amministrazioni provinciali. Dell’ex monastero delle Clarisse non risulta essersi occupato nemmeno l'ex presidente facente funzione Giovanni Bernasconi né tanto meno sembra che se ne stia interessando il neo eletto consiglio provinciale. E i consiglieri regionali locali eletti? Non pervenuti. Il Monastero resta lì in bella vista, immensamente vuoto nei suoi locali da riqualificare, clamorosamente dimenticato e abbandonato alle ortiche. Altre amministrazioni farebbero carte false per aver una simile struttura, colossale e predominante su tutta la pianura pontina. Alla attuale politica setina, invece, sembra non interessare. Si pensa ad altro, si pensa di investire per snaturare ciò che di poco meraviglioso ci resta. Il belvedere di Santa Maria ne è un attuale esempio.  

 

ANTICHISSIME ORIGINI, OSPITO' LE MONACHE DI CLAUSURA

Le origini dell'ex monastero di Santa Chiara risalgono al 1313. Ha ospitato per secoli le suore appartenenti all'ordine delle Clarisse Innocenziane, fra i rami più antichi dell'ordine, in cui si seguiva la regola dell'anno 1253, cioè quella di Santa Chiara che, oltre ai voti di obbedienza, povertà e castità, comprende l'obbligo più rigido: la clausura. Negli anni Novanta del secolo scorso di fronte ad una progressiva crisi delle vocazioni e a una struttura che necessitava di un ingente restauro, le suore decisero di venderla per trasferirsi a Latina in una nuova sede più confortevole. Il monastero di Sezze passò nelle mani dell'amministrazione provinciale e dopo qualche anno cominciarono i lavori per il suo restauro.

 

La facciata dall'immobile da via Cavour

 

Alcune immagini del convegno del 2010 e la locandina

 

 

 

 

E' stato bello ed importante ritrovarsi ieri presso l'auditorium Mario Costa di Sezze. E' stato soprattutto utile sostenere la ricerca e la prevenzione del tumore al seno. Nel mese dell'ottobre rosa, mese Internazionale della Prevenzione del Tumore al Seno, ancora una volta, il comitato di Sezze dell'ANDOS (Associazione Nazionale Donne Operate al Seno), si è fatto promotore di diverse iniziative e campagne di sensibilizzazione in sinergia con Regione Lazio, ASL e Amministrazione comunale. Ieri una bella iniziativa per raccogliere fondi necessari, grazie allo spettacolo teatrale messo in scena dalla esilarante compagnia Nemeo. "L'Amore non ha età", con testi in dialetto di Arianna Bernasconi e la regia di Luigi Costantini, è stato un vero successo di critica e pubblico. La Compagnia dialettale, fondata da Luigi Costantini, Anna Maria Bovieri e Tony Piccaro, è riuscita a colmare il Costa, pieno in ogni ordine di posti. La commedia originale e spiritosa della Nemeo, ha fatto divertire ma ha fatto anche riflettere sull'importanza della vita di tutti i giorni e sull'amore, unico sentimento che dà senso alla nostra effimera esistenza. Bravi tutti gli attori in scena, brillanti nei ruoli Giulia Berti, Michela Capuccilli, Iole Costantini, Isabella Baratta, Cristiana Di Lenola, Loretta Cassoni e ovviamente Tony Piccaro, Anna Maria Bovieri e Luigi Costantini; per una commedia sommersa a più riprese delle risate e dagli applausi del pubblico. In apertura di serata bella la lettura di poesie di Lucia Fusco e utili gli interventi dei responsabili della ASL e del sindaco di Sezze Sergio Di Raimo. Grazie allo spettacolo, l'Andos di Sezze è riuscita a portare "leggerezza" come ha detto bene Anna Maria De Renzi ad una tematica e una malattia affrontata, ancora e purtroppo, oggi con vergogna e solitudine. Il messaggio lanciato è forte: insieme si superano molti ostacoli e si generano forze e coraggio impensabili. Complimenti a tutti. 

 

 

 

 

 

La scuola resta l'unica Istituzione dove i bambini possano crescere e sviluppare sapere, educazione e conoscenza critica. La Scuola è l’istituzione adatta solo se resta un luogo vivo, accogliente, una casa comune dove si sta bene, si sta sicuri, si impara e si gioca, in una parola dove si cresce. Sulle condizioni in cui versa l'istituto scolastico Valerio Flacco di Sezze Scalo, l'amministrazione comunale ha il dovere di garantire sicurezza agli alunni, di dare loro tranquillità e garanzie. I genitori dello Scalo hanno fatto bene a costituirsi in un comitato di monitoraggio e verifica dei lavori. E' un loro diritto pretendere non solo sicurezza dei locali ma accoglienza, serenità, rispetto. Le parole del primo cittadino Di Raimo non aiutano in tal senso, anzi alimentano polemiche e aumentano quelle distanze di una frazione setina che si sente già abbandonata dalle istituzioni. Quando si parla di alunni, un sindaco dovrebbe evitare di leggere politicamente una iniziativa popolare, dovrebbe evitare di pensare a secondi fini. Le sue parole colpiscono più delle poche criticità strutturali esistenti nella scuola, perché mostrano una sorta di distacco da quelle che sono le richieste della comunità di Sezze Scalo, da quelle che sono richieste di maggiore presenza e sensibilità. Ecco alcuni passaggi delle dichiarazioni del sindaco Sergio Di Raimo anche su La Notizia Condivisa. "Capisco l'aspetto politico della questione e ritengo che la vera motivazione per la quale si vuole creare questo allarmismo è appunto una motivazione politica di chi sta cercando quel minimo di visibilità per prendere voti alle prossime elezioni. Purtroppo stanno cercando visibilità a spese di tutti quei genitori che,in buona fede, seguono i loro interventi e le loro iniziative". Lo stesso sindaco però, nel mese di maggio, aveva inviato una lettera alla Regione Lazio sollecitandola di finanziamenti per mettere in sicurezza l'Istituto scolastico, avanzando anche l'ipotesi di chiudere la scuola se non ci fosse stato un segnale da parte dell'Ente regionale. Se l'atteggiamento dell'amministrazione comunale in merito è stato "diligente" come afferma il Sindaco, noi gli siamo tutti grati e riconosciamo un senso del dovere e quella richiesta di maggiore sensibilità e vicinanza da parte delle nostre istituzioni che chiedono i residenti di Sezze Scalo. Aggiungere però che "quello di altri non ci pare perché ci sembra si voglia speculare sui bambini per fini squisitamente politico/elettorali" certamente non aiuta anzi peggiora ulteriormente il clima di nervosismo e di apprensione su quanto sta avvenendo alla Valerio Flacco di Sezze Scalo.

 

 

Il funzionario Posizione Organizzativa dei Settori Produttivi del Comune di Sezze, Salvatore Molinari, nei giorni scorsi ha pubblicato sull’Albo Pretorio la rendicontazione generale delle spese per la 50 Sagra del Carciofo svoltasi a Sezze lo scorso Aprile. L’amministrazione comunale complessivamente ha speso oltre 27 mila euro tra contributi vari alle associazioni culturali, liquidazioni di service, pubblicità e diritti d’autore. Una somma considerevole viste le ristrettezze economiche dell’Ente comunale. Beneficiari dei contributi diversi sodalizi setini che hanno dato il loro prezioso contributo per la realizzazione della kermesse più importante della città e alcune ditte e società chiamate per servizi vari e che giustamente andavano pagate. Ovviamente questi non sono gli unici contributi dati alle associazioni, ce ne sono degli altri per eventi specifici, per l'estate setina e altre manifestazioni svolte nel corso dell'anno e che sono ormai considerati appuntamenti attesi dalla città. Il problema però rimane sempre lo stesso e non riguarda assolutamente il ruolo delle associazioni e di chi presta la propria professionalità. Anzi questi ruoli  restano sacrosanti in una fase di ricucitura di un tessuto sociale sfilacciato e in grande crisi di idee e valori. Però, non essendoci ancora un regolamento tanto richiamato in passato e puntualmente disatteso, le associazioni e le ditte investite da un ruolo per questa o quella manifestazione restano a discrezione degli uffici comunali e dell’assessorato competente. Manca quindi quella necessaria e doverosa trasparenza in tutti quelli che sono i passaggi amministrativi che vede spesso, ad esempio, in un sodalizio essere privilegiato rispetto ad altri. Detto diversamente: come vengono scelti i sodalizi? Tramite progetti presentati? Attraverso una telefonata di un dipendente comunale? Ad oggi ancora non è dato sapere ma lo sforzo che il sindaco sta facendo è apprezzabile e si spera che non sia vano come altre idee lasciate senza un seguito. Infatti, attraverso una serie di incontri con le associazioni avuti recentemente, e mediante un avviso pubblico, proprio il sindaco Sergio Di Raimo (che ha tenuto per sé la delega alla cultura) ha chiesto alle associazioni l’adesione per i futuri eventi comunali, a partire da Natale Setino, attraverso però proposte e progetti da presentare agli uffici competenti e che saranno valutate dagli stessi o da una commissione ad hoc. Si spera, però, vivamente che a breve ci sia un regolamento e regole certe per tutti, per le associazioni indipendenti, e per quelle che hanno voluto aderire al nuovo tentativo di costituire la Consulta delle Associazioni di Sezze e per tutti quei professionisti che possono e vogliono dare il loro contributo.

La rendicontazione pubblicata sull'Albo comunale

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